Il Progetto: "Chiara si uccide il giorno della sua laurea; il padre non comprendendo il gesto della figlia, cerca di capire cose che prima ignorava".

SOGGETTO

Aletheia è la storia di Chiara, una studentessa di giurisprudenza di 24 anni. Ci troviamo in università il giorno in cui discuterà la tesi e verrà proclamata dottoressa, sono tutti presenti: famigliari, amici e colleghi universitari, manca solamente lei. Dopo una lunga attesa la famiglia scopre che Chiara quel giorno non si presenterà; la ragazza quella mattina è salita sul tetto dell'università per lasciarsi poi cadere nel vuoto. In una lettera indirizzata alla famiglia ammette di non aver mai dato nessun esame e di non aver mai frequentato l'università, ha deciso di suicidarsi perché si riteneva un fallimento agli occhi della famiglia e perché non riusciva più a gestire questa menzogna. 
La nostra storia parte da questo evento di cronaca realmente accaduto per poi interrogarsi sui possibili motivi che possono spingere una persona a compiere un gesto così estremo. Il suicidio nasconde infatti tutta una serie di motivazioni ben più complesse della ragione finale, del motivo ultimo. La nostra storia vuole raccontare una famiglia, quella di Chiara, e una società che ci impediscono di affrontare la vita con i nostri tempi e seguendo le nostre passioni. Chiara aveva infatti un sogno: voleva diventare carpentiere e costruire case, ma nessuno l'aveva capita.

CASA DELLA NONNA 

La casa della nonna di Chiara è a tutti gli effetti un personaggio della nostra storia, l'abitazione infatti rispecchia perfettamente il carattere e il modo di pensare di nonna Anna. La casa, così come la signora Anna, è ferma negli anni 50, gli ambienti sono estremamente puliti e sempre ordinati, la casa risulta poco illuminata. La cucina ha quel fascino retrò, i mobili in acciaio e formica sono datati ma immacolati, è tutto pulito e senza un graffio. Insomma ogni cosa sembra essere al suo posto e questo ambiente austero e composto rispecchia perfettamente il pensiero di Anna: la ricerca dell'armonia, la ricerca di una vita semplice e tranquilla dove tutto è già previsto.

Anna è una signora distinta, presta molta attenzione alla sua immagine, ha dei bei vestiti a fiori che sembrano usciti da un film sulla belle époque. Ha sempre i capelli fatti e un trucco leggero ma curato con il quale cerca di coprire i segni dell'età. Anna, e la casa di Anna, sono il riflesso di un passato lontano, di un modo di ragionare distante legato a quella generazione di persone che da piccoli hanno vissuto la guerra in Italia e poi hanno dovuto reinventarsi per ricostruire un paese. 

IL SOGNO DI CHIARA, IL SOGNO DI FRANCO

Nelle due tavole che seguono abbiamo voluto raccontare la mente di Franco e di sua figlia Chiara. Ci siamo immaginati i due chini sui libri di diritto, costretti a studiare una cosa che non era di loro interesse, ma li abbiamo voluti immaginare con la mente ancora libera ed attiva. Le due tavole che seguono sono una proiezione del grande sogno di Chiara: diventare muratore, e del grande sogno di suo padre Franco: diventare pasticciere.
 

Chiara e suo padre Franco sono accomunati dall'avere entrambi un grande sogno represso. Chiara fin da piccola sogna di diventare carpentiere, vuole costruire le case ma la famiglia ha altri piani per lei. Chiara non ha mai amato l’università nella quale si è iscritta, giurisprudenza infatti è per Chiara una sofferenza, non è interessata alle materie e non riesce a dare gli esami… ma questo la famiglia non lo sa. Nessuno ha mai ascoltato la ragazza che sogna di lavorare in cantiere e che dedica tutte le sue ore libere a fare piccoli lavoretti da muratore. Il cantiere edile per Chiara è il posto che la rende felice, quel giardino segreto dove vorrebbe vivere. 

Nel cortometraggio scopriremo poi che anche suo padre Franco aveva in realtà un sogno: Franco in età adolescenziale si era appassionato alla pasticceria e dopo il liceo avrebbe voluto intraprendere un corso di formazione per poi lavorare in cucina. Ma sua madre Anna, nonna di Chiara, ha ritenuto questa strada troppo incerta: il lavoro da pasticciere, aprire un negozio di dolci dal nulla, in tutto questo Anna non ha trovato quella sicurezza che voleva trasmettere al figlio. Anna ha perciò convinto Franco ad abbandonare il suo sogno in vista di un futuro più promettente; dopo l'università di giurisprudenza Franco avrebbe infatti potuto ambire ad un posto fisso e raggiungere una buona stabilità economica in poco tempo. Franco si è piegato al sistema, Anna ha agito seguendo il suo istinto e il suo buon senso consigliando al figlio di accantonare l'utopia della pasticceria a favore di un futuro più tranquillo e più stabile dal punto di vista economico e sociale. 

ALCUNE CONSIDERAZIONI

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CONCLUSIONE 

Aletheia racconta la storia di una famiglia opprimente nella quale tutto apparentemente va bene e tutto sembrerebbe propedeutico al raggiungimento della felicità e del successo: fare un'università che ci possa assicurare un lavoro, avere buoni voti, trovare un posto fisso, fare carriera, mettere su famiglia, avere dei figli… come se tutto fosse già prestabilito. Chiara in questo universo si trovava stretta, non era felice.