LA FINESTRA - Storia di un cortometraggio-documentario

Indice

  • presentazione
  • fasi realizzative
  • story-board
  • testo
  • colonna sonora
  • titolazione
  • autori
  • note

torino – tunisi  2007

La finestra - presentazione

Nel presentare in un filmato un luogo, un territorio, una città o paese, si corre il rischio di ricadere nello scontato tradizionale reportage che, nel caso di Avigliana, avrebbe potuto iniziare  con “Ridente cittadina all’ingresso della Val di Susa” e proseguire con una serie di notizie storiche, culturali e di interesse generale. Un prodotto utile, soprattutto nell’ambito del turismo, ma, spesso, quanto mai limitato nel trasmettere l’ essenziale di uno spazio territoriale.
Per questo si è cercato una strada, se non nuova almeno diversa dal solito, nel presentare l’immagine, anche complessiva, di uno spazio che vive anche su quanto ha vissuto. È sempre così, ma in questo caso lo si avverte con maggiore evidenza. Ne sono testimonianza i nuovi muri che poggiano sugli antichi.
La trama del breve cortometraggio è questa.   Un  signor x, uno dei tanti come noi, si ferma a raccogliere per la strada che sta percorrendo una finestra, o meglio, il telaio di una finestra.  Si rende subito conto della sua magia perché guardando ciò che essa riquadra, in un mondo in bianco e nero,  diventa colorato. Via via che il signor x incontra i dettagli di uno spazio, in cui si presuma viva e non conosca,  prende coscienza che la magia è in se stesso, nel suo desiderio e non nella finestra. Da qui la similitudine con Aladino e la sua lampada. Questa consapevolezza porta il signor x a lasciare agli altri la sua finestra in un punto più rappresentativo la cittadina.
Il tema viene svolto attraverso l’alternanza di immagini in bianco e nero e a colori in continui  passaggi da campo lungo a  primo piano in un  intreccio tra favola e realtà, tra passato e presente, tra oriente e occidente. 
Durante la lavorazione il filmato ha sempre più assunto caratteristiche di interculturalità tra il mondo latino e quello arabo, anche se circoscritte al bacino mediterraneo, integrati sia a livello di testo che di immagine. Le due culture, anche se non rigorose degli autori, hanno dovuto necessariamente integrarsi in una mediazione condivisa.  Ne è prova il testo che è stato più volte modificato. Infatti, nelle  prime versioni, dove l’attore rappresentava un soggetto passivo,  la magia della finestra costituiva la centralità del messaggio. Nella versione finale,  mutuata dalle classiche favole orientali delle mille e una notte,  è il desiderio di vedere (conoscere), attraverso la finestra, che diventa protagonista assoluta  del cortometraggio, e rende così l’uomo qualunque di oggi, un signor x, appunto, nel suo doppio ruolo di attore e di spettatore, nuovo Aladino.
Il filmato è anche parte di un evento che prevede l’installazione della finestra in una porzione di muro in vecchi mattoni e pietra a vista. Davanti alla finestra, a valle rispetto al paesaggio dell’ultima inquadratura,  è posta una panca in legno. Quasi un invito, a chi passa di lì, a fermare il suo correre per cogliere i colori della realtà.
Queste brevi note, più o meno tecniche, raccontano la storia di un tentativo di sostituire le informazioni di una logica documentaristica con un procedere per suggestioni all’apparenza persino un po’ slegate. Questo l’intento.

                gli Autori - Avigliana – Dicembre 2006

Dati tecnici

  • formato dvd
  • b/n e colore
  • durata 13 minuti
  • lingua italiana

Il film è stato realizzato presso il  Comune di Avigliana nell’ambito dello stage IUSS 2005-2006 del Master in Media Science and Technology di Tunisi.


La Finestra - Fasi realizzative

Partire dall’idea di un soggetto già elaborato per realizzare un cortometraggio, non è sempre ovvio, soprattutto per chi non conosce i contorni dell'argomento. È per questa ragione che l'elaborazione del filmato ha richiesto molte fasi, come,
del resto, avviene per qualsiasi prodotto audiovisivo o per ogni operazione culturale e artistica.
Qui di seguito si riportano le fasi seguite nella lavorazione.

1. La prima è stata leggere l'argomento del soggetto, analizzarne i diversi aspetti, senza perdere di vista l’obiettivo e l’aspetto artistico. In questa fase, che nel nostro caso è durata tre settimane o poco più, sono stati definiti gli scopi e gli obiettivi prefissati e ha portato alla elaborazione di una nota d'intenti, cioè le motivazioni del progetto, gli obiettivi, la scelta di riferimento e soprattutto l’aspetto visivo per poter entrare nei circuiti di distribuzione e diffusione previsti.
Il progetto si presentava così come filmato-documentario il cui argomento era già stato predefinito dal co-realizzatore del filmato.
In seguito, lo scopo del lavoro è stato mostrare i diversi punti di attrattiva, principalmente architettonici e storici - ma non oggetto della giusta attenzione da gran parte della gente - della città di Avigliana e che risalgono prevalentemente all'epoca medievale.
Anche la scelta della finestra non è stata arbitraria, in quanto essa rappresenta sì un elemento architettonico, ma anche un oggetto o un mezzo, che amplia la visuale che prolunga verso l'esterno e permette di dare all’osservatore da un lato
un limite di campo visivo con il riquadro e dall’altro offrire l'opportunità di vederne i dettagli per ammirarne la profonda ricchezza.
La finestra medievale scelta ci guiderà per tutto il filmato mostrandoci gli aspetti più belli di Avigliana, darà vita a tutto ciò che è storia con la presenza del colore nell'immagine riquadrata dalla finestra stessa, mentre tutto il resto sarà filmato in bianco e nero.
Quindi, la scelta del bianco e nero per le parti generiche della pellicola, ha il preciso scopo di mostrare che l'ambiente, nella sua interezza, vale a dire la città, è soltanto un dettaglio, rispetto a quanto viene presentato a colori dalla finestra.
In altre parole è il particolare colorato che rappresenta l'importante in un contesto in bianco e nero.
Infine, è stata inserita la presenza di un personaggio, un signor x, con un ruolo che potrebbe ricordare quello di un vetraio dell'epoca medievale, un artigiano che aggiustava finestre e vetri rotti in palazzi, case e chiese. Al freddo intervento puramente tecnico che avrebbe dovuto inserire l’immagine della finestra all’interno della visuale complessiva, si è preferito la presenza di una figura per dare il senso della vita a una storia presentata nel documentario. E non solo questo, ma, con questo personaggio, porre l’attenzione sull'importanza di osservare i dettagli e le profondità che questa finestra (o altra) può fare scoprire a chi si ferma. Dando modo così di contemplare e notare le bellezze nascoste di  Avigliana nei sui aspetti architettonici medievali e paesaggistici.

2. La seconda fase è stata necessaria per conoscere bene il terreno, o meglio il luogo delle riprese, documentandosi e all’occorrenza sentendo il parere della gente. È la fase più critica che può durare a lungo secondo le difficoltà che s’incontrano e secondo l’accuratezza dell’esame che si vuole condurre.
A prima vista, Avigliana racchiude in sé una grande quantità di storia, da piazza Conte Rosso fino ai dintorni dei laghi o alle diverse chiese del territorio. In più la Sacra di San Michele complesso monumentale che domina, da uno dei punti più alti, Avigliana; una chiesa, secondo una antica leggenda, costruita dagli angeli.
E il castello, o più precisamente le rovine del castello, più raggiungibile a piedi, costituisce dopo Sacra, la costruzione più antica della città. Tuttavia, le tracce della storia e delle origini di Avigliana sono molto ben distinguibili in tutti i muri e le
finestre della città vecchia intorno alla piazza Conte Rosso. In questo sta tutta la tipicità di Avigliana, in questi ruderi e rovine dell'architettura medievale.

3. La terza fase inizia con il lavoro sul campo, oggetto del set, per una prima indagine dei luoghi e per conoscere l'atmosfera del luogo di ripresa, vedere i suoi punti d'interesse e d'attrattiva. Questa fase può essere associata alla seconda. Dipende dal metodo del lavoro.
L'idea e l'argomento della scena
L'immagine è in bianco e nero. Da una piazzetta, dove si trova uno spazio pubblico si vedono dei monumenti sulle colline che circondano la piazza.
Il riquadro di una finestra è rivolto verso un monumento storico lontano, la chiesa degli angeli. Nel riquadro si distingue un dettaglio particolarmente attraente (bello esteticamente - curioso - strano - di grande importanza storica - o di grande importanza architettonica…) del monumento, e l'immagine all'interno del quadro si colora.

Proposte tecniche e artistiche

A – Sarà bene in un primo momento inquadrare i particolari con un gioco di zoom, soft e lento che va verso il dettaglio, e alla fine dello zoom far sì che l'immagine abbia già il suo colore reale, il colore cioè dovrebbe prendere vita con il movimento del zoom.
B - il vecchio personaggio, il signor x, mettendo la cornice in un senso o nell’altro, riquadra il particolare che diventerà un’ immagine a colori.
Per quanto riguarda le cornici si possono mostrare, in ogni punto ripreso: cornici diverse per colore e progettazione, quasi a sottolineare che la finestra potrebbe essere una qualsiasi finestra.

4. La quarta fase consiste nel definire i punti principali che hanno poi condotto a un pre-scenario che sarà poi il filo conduttore del filmato, ma che potrebbero cambiare secondo la ripresa e il montaggio in quanto, generalmente lo scenario iniziale di un documentario non è quasi mai definitivo. Spesso cambia secondo le condizioni della ripresa e della visione di chi lo realizza.

Scenario o sintesi del film con le menzioni che riguardano il casting

Inizio del filmato (ipotesi iniziale)

In una strada tutta curve e in salita, si vede l’immagine lontana di un uomo che tira un carretto con sopra un bambino (di cinque anni al massimo) e molti oggetti di forma quadrata o rettangolare e pezzi di vetro che sono parti di finestre. Avvicinandosi lentamente all’uomo si distingue ciò che trasporta, telai e vetri. Carrellando in avanti ci si avvicina, poco a poco, all’uomo e poi si arriva a un primopiano dove egli tiene in mano un telaio.
In questo primo 
piano, il telaio in legno, riquadra l'immagine del vecchio castello di Avigliana.
Il vetraio potrebbe muoversi a piedi (l'immagine è in bianco e nero), la sua finestra può condurci involontariamente a un dettaglio, vale a dire che quando l’uomo si muove con la finestra, potrebbe inquadrare un dettaglio e, quando la sta montando, essa dovrebbe riquadrare un particolare che diventa colorato. Però il vetraio in tutto il filmato non osserva, è indifferente a ciò che la finestra scopre per lui e gli propone; per lui rappresenta soltanto un attrezzo di lavoro, un oggetto; durante tutta la pellicola - la finestra – inquadra dei dettagli all’esterno dei monumenti o altro.
Alla fine del filmato si vede la finestra che viene montata (telecamera all'esterno) dal vetraio e inquadra un dettaglio simbolo (estetico, architettonico, storico e pieno di attrativa) dall'interno di una casa aviglianese. Il vetraio con gesti precisi e meticolosi installa la finestra, dà uno sguardo alla sua posizione e a ciò che essa gli ha fatto scoprire, e le lancia
uno sguardo ammirato per quello che gli ha mostrato: il particolare.

5. Con la quinta fase incomincia il lavoro della paperasse (il lavoro burocratico) cioè l'organizzazione del lavoro con l’esame dello scenario complessivo, per rendersi conto dei mezzi e degli elementi materiali e fisici necessari alla realizzazione del filmato. Tutto ciò consiste nel definire i luoghi di ripresa, con gli effetti giorno o notte, conoscere i personaggi, se ne esistono, stabilire gli accessori necessari per il filmato, fare un pre-piano di lavoro, e presentare i dettagli alla produzione per valutare le stime materiali e definire il piano di lavoro.

I) L'esame
Scene a effetto giorno e notte del documentario
Il cortometraggio sarà girato per lo più con effetto giorno, tuttavia, ci sarà la possibilità di avere due sequenze notte.
I luoghi di ripresa
Le viuzze della zona centrale di Avigliana dove si concentrano le tracce medievali più evidenti, cioè intorno alla piazza Conte Rosso.
Poi i dintorni dei laghi e le rovine medievali della zona.
E così gli interni degli edifici storici e delle abitazioni in cui si può riconoscere l'architettura e la sua utilità nella vita quotidiana dei cittadini.
Scene con la presenza dell'attore
L'attore è presente in tutte le scene di cammino e di passaggio e a volte si può notare un particolare del suo corpo (dita, capelli, ecc.) che appare nell'interno del riquadro della finestra.
Riparazione delle decorazioni o degli accessori
(Finestre - vetri - accessori per il lavoro di vetraio - costumi – bicicletta, ecc).

II) Piano di lavoro
Durata delle riprese
Quindici giorni è il tempo effettivo totale per girare le scene dal 18 novembre al 3 dicembre 2006
a ) sette giorni con un minimo di cinque ore al giorno di ripresa con l'attore (cinque giorni per i piani larghi e due giorni per i piani più stretti con dettagli delle gambe e braccia dell'attore).
b) cinque giorni di ripresa per i piani all’interno della finestra. Si avrà bisogno di un operaio o un assistente nel caso di piani dove la finestra appare nello stesso.
c) tre giorni di ripresa - cover set - in caso di cattivo tempo, o difetti tecnici di inquadratura o mancanza di raccordo nel piano o correzione dei piani.

6. La sesta fase prevede l'individuazione dei luoghi definitivi e sarà preferibilmente presentata in un servizio fotografico che definisce, più o meno, i primipiani e i luoghi di ripresa del documentario. Questa fase sarà come una story-board, una sorta di filo conduttore per il realizzatore e per il gruppo addetto alle riprese.
Il nostro story-board è riportato nel capitolo che segue.

7. La settima fase è quella del lavoro sul campo che prevede, dopo avere organizzato tutto, l’inizio delle riprese. Questa fase, secondo i rilievi del nostro studio e l’organizzazione disponibile, può durare per un tempo estremamente variabile. Tutto dipende da grado di complessità che s’intende raggiungere.
Spesso però la lunghezza di questa fase dipende dal tempo che il committente concede. Nel nostro caso è stato quanto mai ristretto per ragioni che vengono riportate in note.
Come già detto alcuni documentari sono limitati dal tempo che è predefinito da parte del committente che, in questo caso, è condizionato a sua volta dalla durata dello stage pari a tre mesi (novanta giorni) non estensibili per questioni burocratiche. Per questo le riprese del documentario non devono superare le tre settimane per poi poter completare il montaggio in una settimana al massimo.
Solo un colpo di fortuna, accompagnato da un impegno straordinario, consentirebbe di finire le riprese in due settimane, cioè dal 15 al 30 novembre. Di  conseguenza si potrebbe iniziare il montaggio all'inizio di dicembre.

8. L’ ottava fase è quella del dérushage e consiste nell’osservare le rushs girate e fare un pre-montaggio “mentale” situando e scegliendo i primipiani utili. La durata di questa fase dipende dal grado di preparazione “mentale” del realizzatore e del suo gruppo. Come metodo di lavoro abbiamo scelto di integrare questa fase con la nona. Per le specifiche dell’équipe tecnica e artistica che avremmo dovuto qui riportare si rimanda al capitolo titolazione.

9. La nona fase è quella del montaggio. Essa definisce il lavoro di tessitura che consiste nel montare le immagini scelte per il filmato, dando loro un ritmo in sintonia con l'argomento trattato. Dipende necessariamente dalla visione artistica del realizzatore.
In questa fase verrà inserita l'elaborazione degli effetti speciali sul film con l’inserimento del bianco e nero, prevalentemente nei piani larghi, e del colore nell'immagine riquadrata dalla finestra. Questo è l’aspetto principale della
pellicola. Dunque è la fase più importante della pellicola dalla quale dipende la scrittura e la lettura finale di tutto il lavoro che la precede.

Durata del montaggio

È stato stimato che il montaggio e la post-produzione (della nona sino all'ultima fase) possano durare dal 2 dicembre 2006 sino al 20 gennaio 2007 (certamente senza contare gli imprevisti e le difficoltà che tale progetto potrebbe incontrare).
a) ventuno ore di lavoro, pre-montaggio immagini
b) sette giorni di cinque ore di lavoro al giorno per gli effetti speciali tra il 14 dicembre 2006 e il 10 gennaio 2007.

10. La decima fase vede, dopo il montaggio delle immagini e l'elaborazione degli effetti speciali, l’elaborazione del suono: parlato, commenti, rumori e musiche. Questa fase si chiama il mixaggio e post-sincronizzazione.
Il testo di questo documentario è in poesia non in rima e la musica è del periodo medievale eseguita da un gruppo di tre giovani musicisti specialisti in questo genere musicale. Per completare questa fase occorrono almeno due giorni di mixaggio musica e testo, senza tener conto degli imprevisti che non sono calcolabili.

11. L’ ultima fase consiste nel vedere il filmato ultimato con persone del settore per definire i punti forti e meno forti. Questa fase è arbitraria, il realizzatore, o il corpo di produzione secondo la posizione socio-professionale dei responsabili del prodotto, può non essere effettuata e si passa così direttamente alla distribuzione e la diffusione.

Articolo di Aida Chamekh

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