Quando un film o un cortometraggio si definisce “trasgressivo”? In generale, quando l’opera spezza convenzioni consolidate, provoca la sensibilità di un pubblico o la morale comune, e sovverte i codici narrativi o stilistici dominanti. La “trasgressione” può esprimersi in molte forme: dalla rappresentazione esplicita di temi tabù (sesso, violenza, religione) all’utilizzo di tecniche sperimentali che infrangono le regole di montaggio e regia, passando per un approccio ideologico o politico che mina i valori tradizionali. Essere trasgressivi, in tal senso, non significa essere “gratuitamente scandalosi”, bensì porre quesiti e sfide allo spettatore, costringendolo a ripensare certezze e preconcetti.
L’essenza della Trasgressione in Cinema
- Rottura Tematica
Quando un film affronta temi che la società considera proibiti o scomodi (dall’incesto alla violenza estrema, dal sadomasochismo alle questioni razziali e politiche), si pone in uno spazio di trasgressione. L’obiettivo non è solo scandalizzare, ma anche stimolare una riflessione critica. - Stile e Linguaggio sperimentale
L’approccio tecnico e stilistico può essere altrettanto trasgressivo: uso di montaggi frenetici, violazioni costanti della quarta parete, narrazioni non lineari, performance estreme degli attori. Queste scelte minano la percezione classica del film come intrattenimento sicuro. - Critica della Società e Sottoversione delle Convenzioni
La trasgressione spesso scaturisce da una denuncia profonda: i registi possono mostrare aspetti nascosti o ipocriti della società. Se l’intento è svelare meccanismi di potere o di controllo culturale, l’opera acquista un impianto “rivoluzionario”, e così può risultare “proibita” o censurata. - Risposta del Pubblico
Un film trasgressivo di solito polarizza l’attenzione: c’è chi lo venera come capolavoro coraggioso e chi lo condanna come eccesso inutile. La forza di quest’arte è proprio nel generare dibattito e reazioni forti, lontano dall’indifferenza.
Esempi di Film Trasgressivi
1. “Un Chien Andalou” (1929)
- Regista: Luis Buñuel
- Sceneggiatore: Luis Buñuel e Salvador Dalí
- In cosa è trasgressivo: Uno dei primi corti surrealisti che infrangeva le logiche narrative tradizionali, presentando sequenze scioccanti (famosa la scena del taglio del bulbo oculare) e un approccio onirico che voleva provocare lo spettatore e le sue certezze razionali.
2. “Salò o le 120 giornate di Sodoma” (1975)
- Regista: Pier Paolo Pasolini
- Sceneggiatore: Pier Paolo Pasolini
- In cosa è trasgressivo: Rappresenta la degradazione fisica e morale di un gruppo di giovani sequestrati da fascisti in un castello. Contiene violenze estreme, atti sessuali espliciti e una critica radicale al potere e alla borghesia. Venne censurato in molti Paesi e rimane una pietra miliare della provocazione cinematografica.
3. “Pink Flamingos” (1972)
- Regista/Sceneggiatore: John Waters
- In cosa è trasgressivo: Definito “il film più disgustoso mai girato”, esibisce contenuti grotteschi e scandalosi (consumo di escrementi in scena, tematiche sessuali estreme) e personaggi eccentrici. Divenne un cult nel cinema underground, celebrato per la sua sfida diretta alle norme del buon gusto.
4. “A Clockwork Orange” (1971)
- Regista: Stanley Kubrick
- Sceneggiatura: Stanley Kubrick (dal romanzo di Anthony Burgess)
- In cosa è trasgressivo: Raffigurazione esplosiva di una violenza giovanile condotta con spavalderia, e una critica a un sistema di rieducazione coercitivo. La stilizzazione della brutalità, la colonna sonora classica in contrasto, e le riflessioni sulla libertà individuale vs. controllo statale ne fecero un film controverso e a lungo vietato in varie nazioni.
5. “Eraserhead” (1977)
- Regista/Sceneggiatore: David Lynch
- In cosa è trasgressivo: Film dal forte timbro onirico, realizzato quasi come incubo in bianco e nero. Trasgressione nel senso di sconvolgimento dei canoni narrativi e di un’estetica grottesca, con creature deformi e paure inconsce. Opera sperimentale che sfida la razionalità dello spettatore.
6. “Kids” (1995)
- Regista: Larry Clark
- Sceneggiatore: Harmony Korine
- In cosa è trasgressivo: Presenta adolescenti newyorkesi in storie di sesso, droghe, HIV e violenza, con toni documentaristici. La mancanza di moralismo e la crudezza delle situazioni generò uno scandalo, ma evidenzia la vita borderline di certi giovani. Mostra una generazione allo sbando, provocando reazioni e censure.
7. “Nymphomaniac” (2013)
- Regista/Sceneggiatore: Lars von Trier
- In cosa è trasgressivo: Racconto esplicito della vita sessuale di una donna dipendente dal sesso, con scene di pornografia non simulata e un’analisi fredda di tabù sessuali. Il regista scandalizza il pubblico unendo filosofia e contenuti erotici estremi. Diviso in due parti, generò dibattiti su censura e libertà d’espressione.
8. “La Grande Bouffe” (1973)
- Regista: Marco Ferreri
- Sceneggiatore: Marco Ferreri e Francis Blanche
- In cosa è trasgressivo: Quattro amici decidono di chiudersi in una villa e suicidarsi abbuffandosi di cibo e sesso in maniera spasmodica. È una critica feroce alla società dei consumi, rappresentata come eccesso, disgusto e autodistruzione. All’epoca fu un grande scandalo per i toni e le immagini eccessive.
9. “Antichrist” (2009)
- Regista/Sceneggiatore: Lars von Trier
- In cosa è trasgressivo: Sesso e violenza grafica al centro di un dramma psicologico con sfumature horror. Le scene di mutilazioni e le atmosfere tese segnalarono la volontà del regista di disturbare il pubblico. I forti contenuti di misoginia apparente e di lutto resero il film oggetto di divisione critica.
10. “Irreversible” (2002)
- Regista: Gaspar Noé
- Sceneggiatore: Gaspar Noé
- In cosa è trasgressivo: Struttura narrativa invertita e una scena di stupro molto lunga, realistica e violenta. Il film sconcerta per la sua ferocia e per un montaggio ipnotico che induce disagio. Per alcuni è un capolavoro di denuncia, per altri un’operazione scioccante. Sicuramente è un esempio di “trasgressione” con finalità di riflessione su violenza e vendetta.
Quindi, quando un film o un cortometraggio può dirsi trasgressivo? La risposta non è limitata a un solo aspetto: si può trattare di contenuti estremi, di rottura con le norme narrative, di critica radicale alla società, o di contenuti sessuali espliciti. In generale, la trasgressione scaturisce nel momento in cui l’opera rompe i canoni e costringe lo spettatore a riconsiderare i propri limiti di tolleranza, gusto e moralità. Se ne derivano scandalo, shock o riflessione inedita, vuol dire che l’intenzione (o la conseguenza) dell’autore è stata quella di trasgredire e spingere oltre la soglia del convenzionale.