Planet Earth IIIn Gran Bretagna è stato visto da 29 milioni e 700 mila persone, la metà circa della popolazione: si chiama «Planet Earth II», è il seguito della leggendaria serie tv prodotta dieci anni fa dalla Bbc e firmata da sir David Attenborough ed è arrivato su Retequattro. Sei ore circa di televisione divise in tre serate speciali, e dentro c’è un pezzo prezioso d’Italia: nella puntata dedicata alle città, l’esempio visionario del Bosco Verticale di Milano progettato da Stefano Boeri, un ecosistema che comprende 800 alberi, 5.000 arbusti di grandi dimensioni e 15.000 piante perenni e ricadenti, oltre a 20 specie diverse di volatili e agli umani che abitano nelle due torri, fa da simbolo alla possibile, auspicabile commistione fra natura selvaggia e ambiente urbano.

Una troupe della Natural History Unit della BBC guidata dal produttore Fredi Devas lo ha ripreso per due anni interi, usando il meglio della tecnologia oggi a disposizione e raccontandolo in ogni particolare: «Sono un esperto di deserti e il mio primo interesse sono stati i babbuini», racconta Devas, a Milano per presentare il programma. «Ma questo ambiente urbano mi ha conquistato per le prospettive fresche e inedite che ci offre, e per la speranza che apre verso il futuro. Oggi, attorno alla Torre Pelli che si trova poco lontano del Bosco, ho visto volare due falchi pellegrini, gli stessi che nidificano in massa a New York e che raccontiamo nel programma».  

Ma non di sole città è fatto «Planet Earth II», che ci conduce dalle Galapagos al Botswana, dalle Alpi francesi al Madagascar, dall’Antartide a Mumbai. Grazie ai progressi degli strumenti di ripresa, all’uso di droni, telecamere a sensore e stabilizzatori d’immagine a giroscopio, oggi l’invisibile è stato reso visibile e il punto di vista non è solo quello tradizionale. Strumenti sempre più piccoli e sensibili colgono ogni dettaglio degli animali e ci gettano nel cuore dell’azione: esemplare una sequenza di caccia incentrata su un’iguana marina inseguita dai serpenti che è subito diventata virale, registrando quattro milioni di visualizzazioni in Rete.

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dall'articolo di Egle Santolini  per lastampa.it

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