«Raccontare ai ragazzi un tema attuale come quello delle challenge online parlando il loro stesso linguaggio». Emanuele Malloru, Emalloru per gli oltre 311 mila follower su Instagram e 238 mila su Youtube, lo spiega così, l’obiettivo del social movie tratto dal corto mostrato a Venezia nel pomeriggio del 2 settembre. Emalloru, cui è stato chiesto di fare propria una «modalità che appartenesse per intero alla Generazione Z», ha saputo trasformare La Regina di Cuori in un viaggio breve quanto efficace. Il corto di Thomas Turolo, pensato per avere diverse declinazioni mediatiche, ha sposato così il linguaggio di Emalloru, che «attraverso interviste ai protagonisti e contenuti video», ha portato lo spettatore nel backstage del breve film, diciassette minuti dedicati per intero al tema complesso delle challenge online.
La Regina di Cuori, come il social movie che, in apertura, potete vedere in anteprima esclusiva, è la storia di Alice, di un bisogno di approvazione e appartenenza sfociato nella ricerca ossessiva del successo social. Alice ha cominciato per caso, nel tentativo di sfogare il protagonismo nel quale ogni adolescente, crescendo, finisce per imbattersi. Ma quel protagonismo venato di insicurezza ha finito per catapultarla al centro di un incubo, in un sottosopra governato dalle leggi assurde della comunità web. «Tagliati, Alice. Stringiti una cintura attorno al collo e sali sul parabrezza di un ponte. Salta, filmati, condividi online le tue sfide matte». A sussurrarle all’orecchio cosa avrebbe dovuto fare, è stata la voce di una fantomatica Regina di Cuori, versione ancor più cattiva della sovrana dalla testa enorme che si è vista in Alice nel paese delle meraviglie. La Regina ha comandato ed Alice eseguito, obbediente come il 15% degli italiani fra i 15 e i 19 anni che, secondo uno studio della European School Survey Project on Alcohol and other Drugs, ha sentito parlare di challenge durante il lockdown.
«Nel social movie, ho cercato di porre l’attenzione sugli inevitabili rischi, ma anche sulle infinite opportunità che i social network offrono, lasciando davvero un impatto nella vita – online e offline – dei ragazzi», ha spiegato Emalloru, parte di un progetto che a Venezia ha saputo accendere un faro su un argomento attuale e urgente. Le challenge online non sono (solo) la pagina di cronaca che, di tanto in tanto, si è costretti a leggere. Sono una realtà diffusa al punto da aver indotto un ragazzo su cinque a provare la Blackout Challenge, sfida demenziale in cui è chiesto di stringersi una cintura al collo e resistere senz’aria quanto più possibile. «Questa storia induce molteplici riflessioni: la fase del ciclo di vita dei preadolescenti e adolescenti contraddistinta dalla voglia di misurarsi con le sfide, e le challenge sono un modo di iniziare a sentirsi più grandi, autonomi e accettati dai coetanei. Un’ età in cui però non si ha cognizione e percezione dei rischi che si corrono. Il punto cruciale risiede nella capacità educativa, nel saper fornire regole e limiti. Nessuna demonizzazione degli strumenti o dei social in assoluto ma il loro utilizzo dovrebbe essere assolutamente regolato a seconda dell'età e comunque sempre sotto il controllo degli adulti», ha spiegato la psicologa e psicoterapeuta Maddalena Cialdella, consulente de La Regina di Cuori, un film corto nel quale hanno recitato Giuseppe Battiston, Cristiano Caccamo, Beatrice Vendramin e Mariasole Pollio.
CLAUDIA CASIRAGHI per https://www.vanityfair.it/