Sono passati alcuni giorni e qui non ho scritto niente, ma prendevo appunti su pezzi di carta o sul cellulare se mi venivano in mente idee di qualsiasi tipo. Molte le ho scartate rileggendole, altre no, le vedevo bene in questo cortometraggio.
Laika, un cortometraggio con poche parole, sappiamo che i film devono dare un impatto visivo elevato, qui dialoghi devono esserci lo stretto necessario, anche meno, sono le immagini che devono parlare... eppoi un cane non parla... una bella musica di sottofondo che esalti le azioni visive, ecco cosa bisogna tovare, una bella musica particolare, e non sarà facile.
I cani non parlano, i vecchi parlano poco, il minimo indispensabile...
Il vecchio padrone cosa può dire? lui guarda Laika, la accarezza, la ringrazia così di tutto l'amore che ha ricevuto da quella bestiola...
La nuova padrona che dice? Laika andiamo di qua, Laika vieni, attraversiamo qui. 
L'unico che parla di più è il prete... che fa avvicinare Laika... per farla stare ancora un poco vicino al suo padrone...

Un'altra cosa a cui ho ri-pensato è la parola FINE che molto spesso non viene più inserita nel film ma al suo posto iniziano ad apparire i titoli di coda, ovvero l'elenco dei personaggi ed i componenti della troupe tecnica.
Quindi invece di scrivere si la parola FINE farla restare qualche secondo sullo schermo e poi la parola si dissolve per tramutarsi nella parola INIZIO e poi sotto la scritta DI UN NUOVO AMORE... l'Amore di un bambino verso il cane....
Da considerare l'alternativa migliore...

E' così che vedo davanti ai miei occhi la parte finale del cortometraggio LAIKA.

 

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