Lo abbiamo visto negli ultimi anni raccontare i festival del Cinema da Venezia, Cannes e Berlino, commentare la notte degli Oscar ‘live’ dal red carpet e intervistare i miti e le giovani promesse del grande schermo italiano e internazionale. Francesco Castelnuovo, critico cinematografico, esperto di storia del cinema e volto amatissimo di Sky Cinema, da poco terminate le lunghe dirette da Hollywood, parla con Sapori di film dove il cibo occupa un posto privilegiato.
Non aspettatevi Chocolat (“non mi ha dato grandi emozioni”) o Mangia prega ama (“non abbastanza coinvolgente”), nemmeno Il pranzo di Babette (“Bello ma non abbastanza da meritare la mia top ten”) o La cuoca del presidente (“Un po’ scontato”). 
Calstelnuovo, colto e ironico, ha gusti che spaziano dalla cinematografia sofisticata a quella popolare, dalle metafore di Peter Greenaway a quella derivazione comica dello Spaghetti Western che sono i film con Bud Spencer e Terence Hill: “I pasta&fagioli western – dice scherzosamente –  per quelli della mia generazione hanno rappresentato l’imprinting del cibo sul grande schermo. Inarrivabili per comicità e attenzione ai particolari le scene di Continuavano a chiamarlo Trinità dove i due attori al ristorante raffinato scandalizzano camerieri e altri clienti. Ma chi di noi non vorrebbe tuffarsi nelle zuppe di fagioli di Bud Spencer o nelle padellate di uova?”.

LA CLASSIFICA DEI 10 MIGLIORI FILM IN TEMA CIBO 

1. Miseria e Nobiltà, regia Mario Mattoli, 1954. Totò e compari vivono una vita in cui la fame è una costante. Anche se il film non è espressamente dedicato alla gastronomia, il cibo e il desiderio di mangiare aleggiano su tutto. Memorabili le scene di Totò che detta la lista della spesa da fare con il ricavato del cappotto portato al banco dei pegni (“mozzarella, la premi con le dita, se esce la goccia la compri, sennò desisti”), e quella della zuppiera di spaghetti portata in dono dallo spasimante della giovane figlia dell’amico di Totò. Poi, la scena breve ma perfetta nel delineare la psicologia dei personaggi: arruolati da un giovane nobile che li paga per fingersi sui parenti, sono ospitati nella casa di un ricchissimo borghese, si fiondano sui gelati (alimento per l’epoca piuttosto raro e costoso) celando malamente la loro fame.

2. Ratatouille. Il film di animazione della Pixar, diretto da Brad Bird e Jan Pinkava nel 2007. Il giovane Alfredo Linguini viene assunto come ‘sguattero’ in un ristorante parigino. Farà amicizia col topo di campagna –  appena arrivato in città – Remy, che ha un olfatto e un gusto sopraffino. Il sodalizio tra i due, uno il braccio, l’altro la mente, farà di Linguini un abile cuoco. In grado di conquistare il gusto del più temuto critico gastronomico di Francia, Anton Ego, nella scena più bella secondo Castelnuovo: quella in cui Anton assaggia il piatto di ratatouille e torna indietro nella memoria alla rassicurante e calda cucina casalinga della mamma.  Altra scena top, l’allenamento di Linguini, quando Remy tira i capelli al ragazzo da sotto il cappello, come a manovrare una marionetta.

3. In the mood for love, film del 2000 prodotto a Hong Kong e diretto da Wong Kar-wai. I due protagonisti iniziano a frequentarsi quando scoprono che i rispettivi coniugi hanno una relazione. Non diventeranno a loro volta amanti, ma vivranno uno strano sentimento-predisposizione all’amore tra loro, un mood appunto. Il cibo è costante. Spesso i due vanno a comprare cibo, mangiano, insieme o tra loro, frequentano bar e ristoranti, tra sensuali ravioli al vapore e carezzevoli zuppe al sesamo. Scena top secondo Castelnuovo quando lui versa una crema nella ciotola di brodo di lei.

4. L’ala o la coscia, del 1976, regia di Claude Zidi, protagonisti Louis de Funès e Coluche. Un fiscalissimo critico culinario francese, solo e a volte in compagnia del figlio non troppo intelligente e imbranato, visita tutti i ristoranti del paese per valutarli. Divertentissime le sue avventure tra bettole, locali etnici e grandi ristoranti. Esilaranti tutti i travestimenti che mette in scena per presentarsi in forma anonima e i trattamenti che riceve a seconda dell’aspetto che mostra. Inizieranno anche i guai quando, in compagnia del figlio, decide di fare un viaggio per incontrare e smascherare un industriale del cibo che mette in scatola ingredienti decisamente non ortodossi.

5. La grande abbuffata, 1973. Marco Ferreri alla regia del film franco-italiano che racconta la storia di quattro amici, interpretati da Philippe Noiret, Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi e Michel Piccoli, decisi a farla finita per rispettivi problemi personali. Ma sono molto facoltosi e quindi scelgono di suicidarsi mangiando fino a scoppiare i piatti più prelibati in una casa vicino a Parigi. I quattro sono Ugo, titolare e cuoco del ristorante "Le Biscuit a Soup", Michel, produttore tv, Marcello, pilota d’aereo e il magistrato Philippe. Tra grandi vini e ricette sopraffine, presentazioni macabre e atmosfere gotiche, si conoscono le vicende di ciascuno di loro. Tutti assolutamente voraci.

6. Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato. Nonostante il successo del Willy Wonka interpretato da Johnny Depp nel film del 2005 La fabbrica di cioccolato diretto da Tim Burton, va alla pellicola del 1971, con protagonista Gene Wilder, la scelta del critico cinematografico. Ispirato al romanzo di Roald Dahl, il film ci porta in un mondo onirico dove il proprietario della confetteria e cioccolateria è una sorta di cappellaio matto dei dolci, tra fiumi e cascate di cioccolata calda ed erba di zucchero. Il tutto potrebbe essere divertente, ma vista la stranezza del proprietario della fabbrica non mancano momenti di suspance e infatti lui avverte: "Una piccola sorpresa ad ogni ancolo. Ma niente di pericoloso".

7. Big Night, 1996, di Stanley Tucci e Campbell Scott. I fratelli Pileggi, Primo e Secondo, sono arrivati in America da emigranti. Aprono un ristorante ma non si trovano d’accordo nella gestione: Primo, lo chef, non vuole scendere a compromessi e pretende di fare una cucina filologicamente fedele a quella della sua regione. La clientela statunitense, tuttavia, è abituata a ben altro. Secondo, che fa servizi in sala, sarebbe più propenso a contaminare piatti e ricette in modo da accontentare il pubblico. Ovviamente le loro idee gastronomiche sono anche riflesso di come vogliono e riescono a integrarsi nella nuova società. Tra le scene più divertenti quella in cui una cliente chiede spaghetti come contorno del risotto e le devono spiegare che la richiesta è insensata. Inoltre è delusa dal fatto che gli spaghetti siano senza meatball. Perché spaghetti senza polpette? La risposa: “Qualche volta gli spaghetti amano stare soli”.

8. Vatel, film del 2000 diretto da Roland Joffé con Gérard Depardieu nei panni di Vatel, lo chef responsabile delle cucin della tenuta di Chantilly, del principe di Condé. Quando il Re Sole Luigi XIV arriverà in visita sarà lui a dover organizzare i festeggiamenti più sfarzosi e memorabili che si possano immaginare. E' la sfida della vita e lo stato di stress monta via via nel film in un intreccio tra amore per il cibo e bisogno di successo. 

9. Cous cous, del 2007 questo film drammatico di Abdel Kechiche. Racconta il sogno del sessantenne Beiji: ristrutturare una vecchia barca e farne un ristorante dove proporre il suo cous cous al pesce. Il locale galleggiante si fa simbolo di un ritorno alle origini, ma come chiave per affrontare il futuro, che deve essere fusione, come si fondono insieme gli ingredienti del cous cous. 

10. Il cuoco il ladro sua moglie l’amante. Il regista Peter Greenaway, considerato tra i maggiori cineasti britannici, firma questo film del 1989 ambientato in un ristorante frequentato da strani personaggi. In uno stile visionario tra scene a tinte fosche, si incrociano le vicende di un uomo ricco, volgare e violento, di sua moglie-vittima, dei suoi scagnozzi. Tra gli avventori un gentiluomo colto e sensibile che si innamora e cerca di aiutare la donna.  Ma la passione che si accende tra i due sarà punita in modo crudelissimo.

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