Arto fantasma prende il nome dalla sindrome dell’arto fantasma che è la sensazione anomala di persistenza di un arto dopo la sua amputazione, spesso la sensazione più diffusa è il dolore, metafora tra la perdita di un arto e la perdita della persona amata che subisce il protagonista. Questa perdita è da subito uno shock, il protagonista si “rifugia” dentro se stesso trasportato da una forza invisibile e misteriosa che non gli lascia altra scelta che immergersi nella profondità, una profondità però che all’inizio è vuota, colma solo di ricordi che il protagonista straccia nella sua mente, ma ancora una volta lo soccorre una forza di cui avverte la presenza misteriosa che lo trasporta in un viaggio denso di emozioni. Dapprima c’è l’incontro con la bellezza ma questa si blocca e ancora una volta lui viene investito dal vuoto dello shock, e dell’incredulità. Il “viaggio” continua e al vuoto subentra la rabbia, e nella disperazione legata a così tanta negatività e alla voglia di distruggere il mondo, un mondo felice ormai lontano, qualcosa cambia, la rabbia se ne va, e nel protagonista giunge una leggera serenità che culmina con l’incontro tra il protagonista e quella misteriosa forza (che può essere chiamata destino o Dio), tramite quell’incontro il protagonista riacquista, almeno in parte, la fiducia nel destino.
“Arto Fantasma” si vorrebbe proporre dunque come un flusso mentale di emozioni e pensieri, che si
svolgono nella profondità di un uomo, dove la razionalità, lascia spazio alla verità, a cui si giunge
solo tramite la bellezza che genera l’emozione, che è irrazionale, e mediante l’estasi e la meraviglia
nell’avvertire qualcosa di grande ed eterno, che forse decide il nostro destino.
Una riflessione fondata principalmente sul concetto del Destino, ma anche su come l’uomo può
affrontare la morte e la sofferenza che genera la profondità, e l’elogio dell’emozione e del bene.
LE MUSICHE
Gustav Mahler (1860-1911) è considerato, nell’ambiente classico, forse l’ultimo grande compositore
di sinfonie e la nona (l’ultima completata) è una delle poche sinfonie capolavoro del XX secolo.
La nona sinfonia (della quale, in arto fantasma, è presente solo il IV movimento)è principalmente
caratterizzata da un senso di solitudine e un sentimento di morte, che sono stati d’animo prevalenti
del tardo romanticismo.
Il pezzo centrale è invece il IV movimento della quinta sinfonia, caratterizzata dal suo portamento
eleganza ottenuto con timbri orchestrali delicati.
LA PRODUZIONE
La produzione di “Arto Fantasma” è autonoma e senza nessuna supervisione di un educatore o di un
operatore specializzato.
Il soggetto è stato sviluppato da Alberto Frigo a partire dal mese di Giugno (2013).
Le riprese si sono svolte alla fine di Luglio, terminando il 6 settembre, a Vicenza.
Le fasi di editing si sono svolte parallelamente alle riprese e terminate il 14 settembre.
Si tratta di una produzione no-budget.
GLI EFFETTI SPECIALI
Gli effetti speciali comprendono le scene costruite in grafica computerizzata dei due pianeti, e sono
state create grazie al software Blender, adoperando le texture delle nuvole scaricabili dal sito della
NASA.
MEZZI UTILIZZATI
Nikon D3100 – 18-105 VR
Software Adobe Premiere Pro
Software 3D Blender