Il ciak dà il “la” alle riprese, ad ogni singola ripresa di ogni singola scena ed è affascinante che una cosa quasi insignificante come un ciak sia in realtà di vitale importanza per capire come assemblare le scene girate.
Un po’ di storia
Il nome “ciak” deriva semplicemente dal suono che produce l’asticella mobile quando viene battuta sulla tavoletta (o lavagna) sulla quale sono riportati i dati principali della scena che sta per essere girata. In origine veniva chiamato clapperboard e la sua paternità viene fatta risalire a Frank Thring che lo utilizzò per la prima volta negli anni 30 nei suoi studi a Melbourne. Come tutte le cose anche il ciak si è evoluto nel corso degli anni: da tavola in legno scritta con il gesso a lavagna nera sempre scritta con il gesso fino ad arrivare alle lavagne in plexiglass scritte con i pennarelli per poi culminare con il ciak “elettronico” con tanto di led luminosi. Le scritte sul ciak sono rimaste praticamente invariate e quindi su questa tavoletta vediamo riportato il titolo della produzione (film, serie TV o cortometraggio che sia), il numero della scena, il numero di volte in cui è stata ripetuta, la macchina -o le macchine- da presa che sono incaricate di riprendere la scena, il nome del regista e del tecnico che riprende, la data della ripresa e l’ambientazione (interno giorno, esterno giorno ecc…).
Motore, ciak, azione!
È questo il grido di rito prima dell’inizio delle riprese di una scena, è questo ciò che risuona in un set per far capire che si sta registrando. Successivamente al grido “Motore!” esclamato dal regista, il ciacchista batte il ciak nell’inquadratura della macchina da presa in modo che si sappia qual è la scena e quante volte è già stata registrata. Facciamo un esempio: 130 quarta vuol dire che di quella serie tv o di quel film si sta girando la 130esima scena e lo si sta facendo per la quarta volta. Sembrerà assurdo ma il numero di volte che viene ripetuto il ciak per una stessa scena dipende da molti fattori: il budget, il regista, le condizioni meteo, gli attori… Il budget e il regista sono, in linea di massima, i due punti principali: con un budget ristretto non ci si può permettere di girare numerose volte una scena, al contrario con un regista puntiglioso si potrebbero fare moltissimi ciak per una stessa scena.
Analizziamo alcuni ciak
Sulla base di ciò che ho illustrato nei due paragrafi precedenti volevo analizzare due foto di ciak che ho trovato su internet. Premetto che uno dei due è di un film spagnolo e l’altro è di una serie TV che deve ancora andare in onda. Sono stata costretta a fare queste scelte riguardo i ciak da analizzare perché, sebbene in rete ce ne siano molti, molto spesso sono difficili da leggere perché poco nitidi o per nulla a favore di camera.
Ciak numero uno:
Partiamo subito con l’analisi del primo ciak: la produzione si intitola “Tu hijo” (prod.) ed è diretta da Miguel Ángel Vivas (director). Il tecnico addetto alle riprese è Pedro J. Márquez (camera), il ciak è stato battuto il 12-2-18 ed è un esterno giorno (day ext., nell’angolo in basso a destra). Passando alle informazioni che riguardano la scena: è la numero 53-3 (scene) ed è la terza volta che viene ripetuto il ciak (take). L’ultima informazione che abbiamo è che la pellicola su cui si sta registrando è la numero due (roll).
Ciak numero due:
Proseguiamo ora con il secondo ciak: si tratta de “Il commissario Ricciardi” (prod.), diretta da Alessandro D’Alatri (director). L’addetto alle riprese è Davide Sondelli (camera), la scena è stata girata il 23-05 del 2019 (date) ed è un esterno giorno (ext day). Passando alle informazioni sulla scena: è la numero 1084-1 (scene), è la prima volta che viene registrata (take) e la camera addetta alle riprese è la A, con il rullino numero uno (roll). Questo ciak ci dà un’altra informazione: la casa di produzione, ovvero la “Clemart s.r.l.”.
Com’è stato analizzare questi ciak? Spero sia stato utile e divertente, per me lo è stato!
Alcune curiosità
- Esistono due tipi di ciak, uno italiano e uno statunitense. Il primo ha l’asticella posizionata in basso mentre il secondo ha l’asticella posizionata in alto.
- La frase completa prima di iniziare le riprese prevede anche l’inserimento della parola “partito” tra “motore” e “ciak” in modo da far capire che si sta effettivamente registrando, nonché l’inserimento della parola “luci” prima ancora di gridare “motore”. In generale, però, il grido più conosciuto prevede solo “motore, ciak, azione!”.
- Alle volte può rendersi necessario un ciak in coda e, quindi, il ciacchista deve attendere la fine della ripresa di quella scena prima di poter battere il ciak nell’inquadratura.
Cosa ne pensate? Conoscevate la storia di questo utilissimo strumento?
Articolo di Ilaria per sarascrive.com
Ciak in coda
Per vari motivi, in certe inquadrature può essere impossibile battere il ciak all'inizio; si effettua allora il ciak in coda, cioè alla fine dell'inquadratura, dopo che è stato dato l'ordine di "Stop": questa variazione è caratterizzata dal ciak tenuto capovolto davanti all'obiettivo.