Ok, forza, vi alzate a scattare per qualche minuto, poi gustate il vostro drink, poi di nuovo qualche scatto. In totale lavorate per meno dieci minuti ma riuscite comunque a realizzare una piccola documentazione dell’evento. Come?
Ecco qualche consiglio:
- cambiate spesso posizione, guardare la scena da diversi punti di vista è la prima tecnica per non ripetersi e trovare nuovi spunti;
- evitate di impallare i soggetti: ogni figura deve essere leggibile, prestate attenzione allo sfondo;
- scattate, scattate, scattate. Dovete essere degli instancabili ricercatori della foto “giusta” – o dell’istante decisivo se preferite – e, ve ne prego, non perdete tempo a cancellare le foto, dedicatevi interamente alla vostra ricerca, l’editing sarà una fase successiva del lavoro;
- cercate una buona inquadratura e dopo… attendete: aspettate che accada qualcosa di bello e non accontentatevi, se avete trovato uno spunto interessante, scattate almeno dieci foto, anche venti se serve, così potrete scegliere l’immagine migliore di tutta la serie;
- nei limiti del possibile cercate di avere coscienza di ognuno degli elementi inclusi nel campo, fate caso a tutto e guardate i quattro lati del vostro amato rettangolo prima di fare clic;
- cercate di giocare con la vostra cornice, evitando di mostrare sempre tutto ma lasciando più spazio all’evocazione, cercate sempre di evitare le fotografie banali e didascaliche, i cliché in una parola;
- fotografate paesaggi, interni, ritratti, still life, ciascuna immagine arricchirà il vostro racconto;
- decidete se scattare a colori o in bianco e nero. Non si tratta di post-produzione bensì di visione, che fotografi siete? Se miscelate il colore col bianco e nero dovete farlo perché è necessario, non per un gusto o un capriccio;
- e infine semplificate. Impostate una sensibilità ISO che vi soddisfi e comportatevi come se aveste una pellicola, quindi dimenticatevi di questo parametro. Allo stesso modo impostate il diaframma utile per la profondità di campo che avete in mente e di conseguenza regolate i tempi (oppure regolate i tempi e di conseguenza i diaframmi). Così facendo avrete molti meno aspetti a cui pensare e potrete concentrarvi sulla composizione e sul racconto.
I consigli potrebbero essere tanti altri, ma questa mi sembra una discreta base per iniziare a riflettere. Se non fossi stato pigro sarei uscito dal locale per cercare di inquadrare le stesse scene dall’esterno e magari avrei scattato anche una buona immagine del locale da lontano… però i drink di Gabriele erano davvero buoni :)
P.S. in condizioni normali in fase di post-produzione avrei eliminato qualche elemento fastidioso e raddrizzato qualche linea, ma in questo caso ho immediatamente inviato gli scatti dalla Leica SL al mio smartphone e da lì a Gabriele che le ha subito postate sui social network!
Alessandro Mallamaci
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