Che cos’è il Sottotesto nella Scrittura di una Sceneggiatura
Il "sottotesto" è l'insieme dei significati e dei sentimenti non esplicitati direttamente nei dialoghi o nelle azioni, ma che emergono tra le righe, attraverso i comportamenti, i silenzi, le scelte visive e i gesti dei personaggi. In altre parole, è ciò che i personaggi pensano o provano davvero, ma che non dicono apertamente. Il sottotesto rende la scena più ricca, sfaccettata e coinvolgente, poiché invita lo spettatore a interpretare, leggere tra le righe e immedesimarsi in ciò che non viene esplicitato.
A cosa Serve il Sottotesto
- Profondità dei Personaggi: Il sottotesto permette di andare oltre le semplici parole pronunciate. Un personaggio può dire una cosa, ma farne trapelare un’altra attraverso il tono della voce, lo sguardo, il linguaggio del corpo. Questo crea personaggi più complessi e realistici.
Esempio: Un ragazzo dice a un’amica: "Stasera non posso uscire, ho un sacco di compiti da fare." E mentre lo dice, abbassa lo sguardo e si strofina nervosamente le mani, lasciando intuire che in realtà è intimidito da lei e teme il rifiuto. Il sottotesto qui è il suo imbarazzo, non i compiti. - Tensione Drammatica: Il sottotesto aggiunge tensione a una scena. Se tutti i personaggi dicessero esattamente ciò che pensano, non ci sarebbe suspense né ambiguità. Il non detto, il suggerito, generano curiosità e spingono il pubblico a voler scoprire di più.
Esempio: Durante una cena di famiglia, la madre chiede al figlio: "Tutto bene a scuola?" Il figlio risponde: "Sì, tutto bene." Ma non la guarda negli occhi e giocherella con la forchetta. Il sottotesto suggerisce che non va tutto bene, che c’è un segreto o un problema non detto, aumentando la tensione. - Coinvolgimento dello Spettatore: Lo spettatore è chiamato a leggere tra le righe, a interpretare i segnali nascosti. Questo coinvolge maggiormente il pubblico, lo rende attivo nel processo di comprensione. Il sottotesto aggiunge strati interpretativi, rendendo l’esperienza più appagante.
Esempio: Un datore di lavoro dice a un impiegato: "Ottimo lavoro, come sempre." Tuttavia, il suo sorriso è teso e l’impiegato nota un lieve tremolio nelle mani del capo. Forse il datore sta nascondendo un problema finanziario dell’azienda o è preoccupato per un imminente licenziamento. Lo spettatore, notando questi dettagli, si interroga sul vero significato di quelle parole gentili.
Come si Usa il Sottotesto
- Mostrando invece di Dire: Invece di far dire a un personaggio "Sono geloso", puoi mostrargli un atteggiamento teso, una domanda apparentemente innocente ma carica di sospetto, un gesto di nervosismo quando l’altro parla di una terza persona.
Esempio: Una ragazza parla col suo fidanzato dell’ex compagno di classe che ha incontrato. Il fidanzato sorride ma stringe i pugni, accorcia le frasi e cambia rapidamente argomento. Non dice mai "Non mi piace che tu parli di lui", ma il sottotesto della gelosia è chiaro. - Utilizzando il Contesto e l’Ambiente: Il sottotesto non passa solo attraverso i dialoghi, ma anche tramite la scenografia, gli oggetti, le azioni collaterali. Un personaggio che, mentre afferma di essere tranquillo, continua a riordinare compulsivamente la scrivania, suggerisce ansia o irritazione.
Esempio: Un’amica chiede all’altra se è arrabbiata. L’altra risponde "No, per niente" con un tono piatto, mentre spezza una matita in due, involontariamente. Questo gesto aggiunge sottotesto: in realtà è furiosa, ma non lo ammette. - Contrasto tra Dialogo e Azione: Il sottotesto emerge spesso quando c’è un contrasto tra ciò che si dice e ciò che si fa. Più forte è il contrasto, più evidente diventa il non detto.
Esempio: Un uomo vuole convincere il suo capo di essere completamente d’accordo con una decisione. Dice: "Sono d’accordo, è un’ottima idea", ma il suo tono è monotono, guarda altrove e prende le distanze fisicamente. Il sottotesto è la sua totale disapprovazione non espressa a parole.
Perché si Usa il Sottotesto
- Realismo e Credibilità: Nella vita reale, le persone raramente dicono tutto ciò che pensano. Il sottotesto riflette il modo in cui comunichiamo nella realtà, fatto di sfumature, reticenze e allusioni.
Esempio: Un compagno di classe chiede come è andata l’interrogazione di matematica. L’altro risponde: "Bene" e sospira leggermente, abbassando lo sguardo. Non dice "Ho preso un 6 e mezzo e sono deluso", ma il sottotesto del sospiro comunica la sua insoddisfazione. - Evitare l’Esposizione Diretta: Il sottotesto impedisce ai dialoghi di diventare troppo espliciti, didascalici o noiosi. I personaggi non danno informazioni direttamente allo spettatore, ma le lasciano emergere, rendendo la storia più elegante e sofisticata.
Esempio: Invece di far dire a un personaggio "Ho paura che tu mi tradisca perché in passato mi è già successo ed è stato doloroso", il personaggio potrebbe limitarsi a dire: "Stai uscendo di nuovo con i tuoi amici stasera?" con una punta di amarezza. Lo spettatore capisce che c’è un trauma passato dietro questa domanda innocua. - Aumentare l’Impatto Emotivo: Il sottotesto fa sì che lo spettatore provi emozioni più intense: sentire la disperazione, la tensione o l’amore senza che questi vengano dichiarati, coinvolge profondamente.
Esempio: Una madre saluta il figlio che sta per partire e dice: "Divertiti. Non ti dimenticare di chiamare." Ma la sua voce trema leggermente e i suoi occhi sono lucidi. Non dice "Ho paura per te, mi mancherai, ho il cuore spezzato", ma lo spettatore coglie tutto ciò nel sottotesto, provando empatia.
Riepilogando: Il sottotesto è uno strumento narrativo che arricchisce la sceneggiatura, rende i personaggi più complessi, la storia più realistica e i dialoghi più interessanti. Attraverso gesti, toni, azioni parallele, silenzi e contrasti tra parole e comportamenti, si suggerisce allo spettatore ciò che i personaggi provano realmente, senza mai dirlo esplicitamente. Questo crea un’esperienza più coinvolgente, profonda ed emotivamente potente.