Un vecchio vedovo passa tutti i giorni senza fare nulla o facendo il minimo. Di tanto in tanto prende in mano una foto di sua moglie morta ormai 50 prima. Talvolta la foto di un figlio girovago per il mondo, non sa mai dove sta e se riceverà da lui una cartolina, un'ultima cartolina... le conserva tutte. Non parla con nessuno... aspetta solo, forse, la morte...
Questa immagine mi ha colpito. Mi chiedo: Cosa può fargli cambiare idea? chi può dargli una spinta per vivere più felicemente gli ultimi anni della sua vita?
Partendo da questo presupposto, cerchiamo di trovare un modo per scrivere una sceneggiatuta, una storia con idee, particolari, impressioni e sensazioni interessanti per il pubblico.
Di seguito troverai 10 possibili sviluppi di storia per il vecchio vedovo.
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1. Titolo: L’appuntamento al parco
Logline
Un vecchio vedovo, apatico e solitario, riceve una piccola spinta dalla nipote di una vicina, che lo invita ogni giorno a portare del pane alle anatre del parco.
Possibile storia
Angelo, vedovo ultraottantenne, passa le giornate seduto nel suo piccolo appartamento, guardando la foto della moglie morta più di cinquant’anni prima e accarezzando la scatola di cartoline inviate dal figlio giramondo. Da mesi non riceve più notizie e teme che anche l’ultima cartolina sia ormai un ricordo lontano. Non parla con nessuno: le tende rimangono quasi sempre tirate, e nel silenzio della sua casa si percepisce solo il ticchettio dell’orologio a muro.
Una mattina, mentre cerca di gettare la spazzatura con gesti meccanici, incontra Anna, la nipote della sua vicina. Anna ha sette anni, capelli biondi intrecciati e un vivace entusiasmo per la vita. D’istinto, la bambina si rivolge a lui chiamandolo “nonno” e lo invita a darle una mano a sfamare le anatre al parco dietro casa. L’uomo, che in un primo momento rifiuta con un mugugno, ci ripensa quando vede la curiosa determinazione di Anna. Così, per la prima volta dopo tanti mesi, esce di casa con un obiettivo diverso dal semplice sopravvivere.
Porta con sé un sacchetto di pane raffermo e, camminando piano, si ritrova vicino allo stagno. Le anatre si avvicinano e la bambina ride mentre lancia le briciole in acqua. Angelo sente un tuffo al cuore: quel suono, quella gioia infantile, gli ricorda il piccolo figlio quando era bambino. Si siede su una panchina, guardando Anna giocare, finché la bambina lo incita a fare lo stesso. Lui, timidamente, lancia qualche pezzo di pane e all’improvviso sorride.
Da quel giorno, Angelo inizia a uscire più spesso, se non altro per incontrare Anna e tenerle compagnia al parco. Col tempo, lo sguardo di Angelo si illumina, e la voce di un tempo torna a farsi sentire. I vecchi ricordi di sua moglie non sono più solo fonte di tristezza, ma un segno della ricchezza di una vita vissuta.
Personaggi principali
- Angelo: il vedovo protagonista.
- Anna: la nipote della vicina, piena di vita e ottimismo.
Descrizione di scene (con brevi dialoghi)
- Casa di Angelo, interno giorno
- Angelo (sottovoce, guardando la foto): “Oggi mi manchi più del solito… chissà dove sarà nostro figlio.”
- Cortile condominiale, esterno pomeriggio
- Anna (sorridendo): “Ciao, nonno! Vuoi aiutarmi a dare da mangiare alle anatre?”
- Angelo (poco convinto): “…Io? No, tesoro… non posso.”
- Casa di Angelo, interno sera
- Angelo prende il sacchetto di pane raffermo, resta un attimo incerto, poi lo infila in una busta.
- Parco cittadino, esterno mattina
- Anna: “Vieni, siediti qui con me!”
- Angelo lancia lentamente una briciola. Le anatre si avvicinano.
- Panchina al parco, esterno
- Angelo osserva Anna correre: un lampo di nostalgia attraversa i suoi occhi, poi un sorriso affiora.
- Casa di Angelo, interno pomeriggio
- Angelo riprende in mano la foto del figlio e la rivede con occhi meno tristi.
- Parco, qualche giorno dopo
- Anna: “Domani è il mio compleanno! Ci vieni, vero?”
- Angelo (con voce più ferma): “Certo, piccola. Non posso mancare.”
- Festa di compleanno, esterno, giardino di Anna
- Anna gli consegna un piccolo disegno: “Questo sei tu che sorridi!”
- Angelo si commuove.
- Cammino verso casa, esterno sera
- Angelo guarda il cielo: si rende conto di quanto tempo ha passato rinchiuso nei suoi pensieri.
- Casa di Angelo, interno notte
- Suona il campanello. Arriva una cartolina inaspettata dal figlio: “Papà, spero di vederti presto.”
- Angelo sorride: “Forse la vita può ancora stupirmi.”
Temi principali
- Solitudine e rimpianto
- Speranza e rinascita
- L’incontro tra generazioni
Possibili sviluppi futuri
- Il figlio decide di tornare a trovare il padre, e Anna funge da collante per la loro riconciliazione.
- Angelo diventa una figura di riferimento al parco, un “nonno” per tanti bambini.
Altre soluzioni alternative
- Angelo potrebbe fare volontariato in un asilo, spinto dall’energia di Anna.
- Potrebbe iniziare a scambiare lettere e disegni con il figlio, ritrovando un legame familiare.
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2. Titolo: Il gatto randagio
Logline
Un gatto senza casa si insinua nella vita di un anziano vedovo, offrendogli un legame inaspettato che lo costringerà a uscire dal suo isolamento.
Possibile storia
Giuseppe, vedovo da un tempo ormai inscalfibile, trascorre le sue giornate seduto su una poltrona logora. Osserva di tanto in tanto la finestra, sperando forse di scorgere il postino con l’ennesima cartolina del figlio girovago. Una sera, durante un temporale, sente un miagolio sommesso dietro la porta. Apre, un po’ contrariato, e trova un gatto spelacchiato, bagnato e affamato.
Per istinto, Giuseppe lo fa entrare in casa, recupera un vecchio strofinaccio per asciugarlo e gli dà un po’ di latte. Il gatto si accoccola sulle sue ginocchia, facendo le fusa. Il cuore indurito dell’uomo si scioglie lievemente. Da quel momento, il gatto — soprannominato “Ombra” per il suo manto scuro — diventa un compagno silenzioso.
L’anziano, che prima non usciva quasi mai, si trova costretto a girare il quartiere in cerca di cibo per il suo nuovo amico. Parla con il panettiere, con il negoziante di alimenti per animali, e inizia a scambiare battute cordiali. Lentamente, riscopre il gusto di dire “buongiorno” e le sue giornate acquistano un senso.
Ma il gatto è un randagio, ama vagare. Un giorno scompare per ore. Giuseppe, preoccupato, va a cercarlo tra i vicoli: gli abitanti del quartiere, colpiti dalla sua premura, si uniscono alla ricerca. Quando finalmente Ombra riappare, Giuseppe capisce di non poter più rimanere chiuso nel suo guscio: anche lui, come il gatto, deve vivere il mondo là fuori.
Personaggi principali
- Giuseppe: vedovo solitario, protagonista.
- Ombra: il gatto randagio che lo spinge a uscire.
- Vicini di quartiere: persone che Giuseppe impara a conoscere grazie al gatto.
Descrizione di scene (con brevi dialoghi)
- Casa di Giuseppe, interno notte
- Gatto (miagolio insistente fuori campo)
- Giuseppe (aprendo la porta): “…E tu chi saresti?”
- Cucina, interno notte
- Giuseppe (cercando del latte): “Un po’ di latte non te lo nego… ma poi vai via, intesi?”
- Soggiorno, interno mattina
- Giuseppe trova Ombra ai suoi piedi: “Ancora qua, eh? Beh… anche oggi piove.”
- Panetteria, esterno giorno
- Panettiere: “Buongiorno, signor Giuseppe! È da tanto che non la vedo…”
- Giuseppe (timidamente): “Sì, mi servirebbe del pane… e degli avanzi, se ne ha.”
- Strada del quartiere, esterno pomeriggio
- Giuseppe parla con una vicina: “Scusi, ha visto un gatto nero in giro?”
- Vicina (sorridendo): “Oh, lei cerca Ombra? Venga, l’ho visto passare di là.”
- Cortile condominiale, esterno
- Vari vicini lo aiutano a chiamare: “Ombra! Ombra!”
- Stradina, esterno sera
- Giuseppe (angosciato): “Ombra, dove sei?”
- Ombra spunta da sotto un’auto abbandonata.
- Abbraccio col gatto, esterno
- Giuseppe (sospira di sollievo): “Stupido gatto… che spavento mi hai fatto prendere.”
- Casa di Giuseppe, interno sera
- Giuseppe prepara una cuccia improvvisata: “Se ti va di restare, c’è posto per te.”
- Finestra di casa, interno notte
Giuseppe guarda fuori, la pioggia si è fermata. Sorride leggermente mentre accarezza Ombra.
Temi affrontati
- Solitudine e paura dell’abbandono
- Cura e responsabilità come forma di rinascita
- Rispetto della libertà altrui (il gatto randagio)
Possibili sviluppi della nuova storia
- Giuseppe potrebbe decidere di adottare ufficialmente Ombra e curarlo come un figlio.
- La socialità ritrovata potrebbe spingerlo ad avvicinarsi a un circolo ricreativo per anziani.
Altre soluzioni alternative
- Ombra potrebbe essere il gancio per un’amicizia con una nuova vicina, anch’ella sola.
- Giuseppe potrebbe aprirsi al volontariato in un gattile.
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3. Titolo: La lettera mai spedita
Logline
Un anziano vedovo ritrova una lettera che non aveva mai avuto il coraggio di spedire al figlio lontano, e l’incontro con una giovane postina lo sprona a consegnarla.
Possibile storia
Mario vive dei suoi silenzi e dei ricordi di una moglie amata in gioventù, mentre il figlio nomade non dà notizie da oltre un anno. Tra vecchi cassetti e scartoffie polverose, un giorno Mario trova una lettera scritta molto tempo fa, in cui confessava al figlio quanto gli volesse bene e quanto gli mancasse. Non l’aveva mai spedita, forse per orgoglio o per timore di essere ignorato.
Nel condominio dove vive, nessuno sa molto di lui. È considerato il “vecchio scontroso del primo piano”. Ma un giorno incontra Chiara, la nuova postina, solare e gentile, che gli fa notare come la corrispondenza di Mario sia ormai ridotta a bollette e spazzatura commerciale. Accidentalmente, Chiara vede l’antica lettera sulla sua scrivania e lo incoraggia a spedirla. Mario, sulle prime, si ritrae con decisione, ma un barlume nei suoi occhi suggerisce che forse è stanco di aspettare una cartolina che non arriva mai.
Chiara, intraprendente, si offre di recapitare la lettera di persona, se necessario, e Mario per la prima volta da decenni si sente compreso, quasi protetto. Con un misto di esitazione e speranza, decide di affidarle quella lettera. Parte così un viaggio emotivo che riaccende in Mario la fiamma di una possibile riconciliazione con il figlio.
Personaggi principali
- Mario: vedovo, triste e riservato.
- Chiara: giovane postina, ottimista e dinamica.
Descrizione di scene (con brevi dialoghi)
- Soggiorno di Mario, interno mattina
- Mario (tastando una lettera ingiallita): “Troppo tardi… troppo tardi, ormai.”
- Cortile condominiale, esterno
- Chiara (sorridendo): “Buongiorno, signor Mario! Ho due bollette per lei.”
- Mario sbuffa e prende la posta.
- Cucina di Mario, interno
- Mario sfoglia la vecchia lettera, esita a buttarla.
- Pianerottolo, esterno
- Chiara: “Ho visto che tiene una lettera antica… è sua?”
- Mario (infastidito): “Non la riguardi.”
- Appartamento di Mario, interno
- Chiara entra titubante: “Scusi se insisto… se è importante, perché non la spedisce?”
- Dialogo accorato
- Mario (commosso): “Ho paura che mio figlio non voglia saperne di me.”
- Chiara: “Ma se non ci prova, non lo saprà mai.”
- Scena della decisione
- Mario consegna la lettera a Chiara: “Va bene… portala tu.”
- Attesa
- Mario aspetta notizie, guardando il telefono e la buca delle lettere.
- Ritorno di Chiara
- Chiara (con un sorriso): “Gliel’ho spedita. Adesso non ci resta che sperare.”
- Conclusione
- La storia può terminare con una telefonata del figlio o con un silenzio che lascerà Mario comunque più sereno per aver tentato.
Temi affrontati
- Orgoglio e timore del rifiuto
- Il ruolo della comunicazione nella riconciliazione
- La forza della speranza anche in tarda età
Possibili sviluppi
- Il figlio risponde con affetto e si ricongiungono.
- Il figlio non risponde mai, ma Mario trova pace nell’aver rotto il proprio silenzio.
Altre soluzioni alternative
- Chiara potrebbe scoprire indirizzi e contatti del figlio, favorendo un incontro.
- Mario potrebbe trovare la forza di viaggiare di persona a cercare il figlio.
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4. Titolo: Inno alla pioggia
Logline
Un’anziana violinista, vicina di casa di un vedovo, inizia a suonare ogni volta che piove e risveglia in lui il piacere di vivere.
Possibile storia
Adriano, vedovo da decenni, detesta la pioggia. Gli ricorda il giorno del funerale di sua moglie, bagnato da uno scroscio violento. Quando piove, resta in poltrona a fissare il muro, sperando che quel triste scrosciare finisca prima possibile.
In uno dei tanti giorni di pioggia, però, avverte una melodia nell’aria: è un violino che suona una dolce sinfonia. Affacciandosi, scorge dalla finestra la sagoma di una donna anziana, capelli bianchi raccolti in uno chignon, che si esercita sul balcone. La musica ha un effetto inaspettato su di lui: un senso di pace e di nostalgia mescolati, che lo spinge a ricordare i momenti più belli passati con la moglie.
Adriano, incuriosito, comincia ad ascoltare ogni volta che sente cadere la prima goccia. Scopre, giorni dopo, che la violinista si chiama Giulia, anche lei vedova da poco. Per lei, suonare sotto la pioggia è un modo per parlare al marito scomparso. Nei loro cuori affranti, la musica diventa la lingua universale del dolore ma anche della speranza.
Invitato a prendere un tè a casa di Giulia, Adriano apre il suo animo e si ritrova a raccontarle come la pioggia gli abbia sempre ricordato la morte. Giulia, dal canto suo, lo invita a provare a “sentire la pioggia” come un battito del mondo, una nuova armonia.
Personaggi principali
- Adriano: vedovo, malinconico.
- Giulia: violinista, vedova, che trova consolazione nella musica.
Descrizione di scene (con brevi dialoghi)
- Soggiorno di Adriano, interno
- Adriano (sentendo la pioggia): “Eccola di nuovo…”
- Balcone di Giulia, esterno
- Giulia (suona il violino, la melodia si propaga)
- Finestra di Adriano, interno
- Adriano (sorpreso): “Chi suona…? Non è fastidioso… è… bello.”
- Ingresso condominiale, esterno
- Adriano sbircia Giulia che rientra con il violino in custodia.
- Casuale incontro nel corridoio
- Giulia: “Oh, salve, lei è il signor…?”
- Adriano: “Adriano, abito proprio di fronte a lei.”
- Scambio di confidenze
- Giulia: “Suonare mi fa sentire viva, soprattutto quando piove.”
- Adriano (timido): “Io, invece, ho sempre odiato la pioggia…”
- Invito a casa di Giulia
- Giulia: “Se le fa piacere, venga a prendere un tè domani pomeriggio. Suonerò qualcosa per lei.”
- Scena del tè
- Adriano: “Mi piace la musica… non pensavo potesse alleviare il dolore.”
- Giulia: “La musica è un ponte tra il passato e ciò che possiamo ancora vivere.”
- Pioggia successiva
- Adriano non prova più la solita angoscia; apre la finestra e si fa cullare dal violino.
- Finale
- Adriano chiude gli occhi, sorride, sentendo la pioggia come un battito di rinascita.
Temi affrontati
- Elaborazione del lutto
- La potenza dell’arte nel guarire l’anima
- Condivisione e dialogo tra due solitudini
Possibili sviluppi
- Nasce una profonda amicizia o un nuovo sentimento tra Adriano e Giulia.
- Adriano inizia a imparare qualche strumento per accompagnare Giulia.
Altre soluzioni alternative
- Giulia potrebbe organizzare piccoli concerti di solidarietà coinvolgendo Adriano.
- Adriano potrebbe superare la fobia della pioggia e accompagnare Giulia anche nei concerti cittadini.
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5. Titolo: Il taccuino di viaggio
Logline
Un giovane documentarista si trasferisce temporaneamente nell’appartamento accanto a un vedovo, e grazie al suo entusiasmo per i viaggi ispira l’uomo a cercare il figlio vagabondo.
Possibile storia
Raffaele ha spento la sua vita da molto tempo. Ogni volta che fa colazione, guarda l’unica foto che ha di suo figlio, scattata in un bungalow sul mare di Bali. Il figlio è partito da anni, promettendo di mandargli cartoline, ma col tempo la corrispondenza si è diradata.
Un giorno, Giacomo, un giovane documentarista, affitta l’appartamento accanto. Lavora su un progetto di film sui “grandi viaggiatori solitari” e cerca testimonianze di chi ha girovagato per il mondo o di chi ha familiari in viaggio. Sentendo il racconto di Raffaele, Giacomo si appassiona al suo vissuto. Gli mostra un taccuino pieno di appunti, mappe e ricordi di viaggio raccolti da altre persone, e suggerisce a Raffaele di trasformare in racconto le sue memorie, incluse le poche cartoline del figlio.
Raffaele inizia a sfogliare il taccuino di Giacomo e si emoziona: per la prima volta prova a immaginare i passi del figlio. Decide di scrivere una lettera aperta, un diario intimo in cui raccoglie tutte le storie di suo figlio fin dalle prime cartoline. La scrittura lo trasforma, gli restituisce la voglia di sperare in un incontro.
Personaggi principali
- Raffaele: vedovo, padre di un figlio viaggiatore.
- Giacomo: giovane documentarista, pieno di entusiasmo e passioni.
Descrizione di scene (con brevi dialoghi)
- Soggiorno di Raffaele, interno
- Raffaele (guardando la foto del figlio): “Dove sarai adesso, ragazzo mio?”
- Corridoio condominiale, esterno
- Giacomo (trascinando valigie e attrezzature): “Scusi, lei sa dove posso buttare il cartone?”
- Cucina di Raffaele, interno
- Giacomo (ospite improvvisato): “Sto girando un documentario sui viaggi in solitaria, conosce qualcuno che potrebbe aiutarmi?”
- Raffaele (sospirando): “Forse io.”
- Visione delle cartoline
- Giacomo: “Che meraviglia… Suo figlio ha girato mezzo mondo.”
- Inizio della collaborazione
- Raffaele: “Ho conservato ogni cartolina, ogni foto. Ma non so più nulla di lui.”
- Giacomo: “Scriva tutto ciò che ricorda, potrebbe diventare un capitolo importante.”
- Sera, scrivania di Raffaele
- Raffaele sfoglia il taccuino di Giacomo, vede foto di vario genere e si ispira.
- Confronto emotivo
- Raffaele (lacrime agli occhi): “Forse ho sbagliato a lasciarlo andare… ma non potevo fermarlo.”
- Giacomo: “Ha fatto bene. Ora cerchi di riavvicinarsi, raccontando la vostra storia.”
- Finestra aperta, notte
- Raffaele scrive febbrilmente i ricordi.
- Riconoscimento del cambiamento
- Raffaele esce sul balcone per la prima volta da anni, respira aria fresca, sorride.
- Consegna finale
- Raffaele: “Ho finito di scrivere. Giacomo, ti va di aiutarmi a farlo arrivare a mio figlio?”
Temi affrontati
- Riconciliazione familiare
- Passione per il viaggio come metafora della vita
- Importanza del racconto e della condivisione
Possibili sviluppi
- Giacomo potrebbe riuscire a rintracciare il figlio e organizzare un incontro a sorpresa.
- Raffaele potrebbe decidere di partire lui stesso per raggiungere il figlio.
Altre soluzioni alternative
- Raffaele potrebbe diventare una “voce narrante” nel documentario di Giacomo.
- Il figlio potrebbe apparire in un finale inatteso, o la storia potrebbe lasciare il finale aperto.
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6. Titolo: Il circolo dei lettori notturni
Logline
Un anziano vedovo che non apre mai bocca scopre un piccolo gruppo che si riunisce di notte nella biblioteca del quartiere. Attraverso la lettura, ritrova la voglia di dialogare.
Possibile storia
Carlo è rimasto solo dopo la morte della moglie e da allora non ha più toccato un libro, pur essendo stato un accanito lettore. Vive di routine: colazione, spesa rapida e pomeriggio a sonnecchiare davanti alla TV. Una sera, mentre passeggia senza meta, vede le luci accese nella biblioteca del quartiere. Incuriosito, entra e scopre un gruppo di persone che legge e discute di letteratura.
Il “circolo dei lettori notturni” è un gruppo informale: insegnanti in pensione, studenti appassionati, un camionista con la passione per la fantascienza e una giovane madre che ama i romanzi storici. Carlo si siede in disparte, nessuno lo conosce, ma lo invitano a condividere un pensiero. Inizialmente balbetta qualcosa, poi si irrigidisce.
Le serate successive, Carlo torna. Ogni volta, ascolta letture di poesie, passi di classici e riflessioni sui significati più profondi delle storie. Lentamente, le parole lette risvegliano i suoi ricordi sopiti e lo incoraggiano a spezzare il proprio silenzio. Una notte, emozionato, parla della moglie e di come lei amasse un determinato romanzo d’amore. Quel momento segna l’inizio di una rinascita interiore: Carlo capisce che può ancora condividere sentimenti, paure e desideri, anche se gli anni passati gli sembravano avere tolto ogni speranza.
Personaggi principali
- Carlo: vedovo chiuso in se stesso.
- Membri del circolo: vari individui che lo ispirano a riaprirsi.
Descrizione di scene (con brevi dialoghi)
- Casa di Carlo, interno sera
- Carlo guarda la libreria, piena di polvere.
- Strada buia, esterno notte
- Carlo nota le luci nella biblioteca.
- Biblioteca, interno
- Camionista: “Leggere mi fa sentire libero.”
- Carlo ascolta in silenzio.
- Tavolo del circolo
- Insegnante in pensione: “C’è un posto libero, si unisca a noi.”
- Carlo (impacciato): “…Grazie.”
- Lettura di una poesia
- Studentessa: “L’ho scritta io stessa, spero vi piaccia…”
- Discussione collettiva
- Carlo apre bocca ma non riesce a parlare.
- Uscita dalla biblioteca
- Uno dei membri gli tende la mano: “Torni anche domani?”
- Seconda serata
- Carlo, più rilassato, segue una lettura di un romanzo.
- Momento di condivisione
- Carlo (a bassa voce): “Mia moglie adorava questo autore…”
- Rinascita
- Carlo torna a casa, prende un vecchio libro e lo apre dopo anni: “Per te, amore mio.”
Temi affrontati
- Potere della letteratura
- La condivisione come cura alla solitudine
- Il superamento del blocco comunicativo post-lutto
Possibili sviluppi
- Carlo diventa un membro attivo del circolo, iniziando perfino a scrivere.
- Il circolo organizza eventi pubblici in cui Carlo racconta la sua storia.
Altre soluzioni alternative
- Carlo potrebbe trovare nei libri la forza di partire per un viaggio legato ai ricordi della moglie.
- Potrebbe nascere un’amicizia o una storia d’affetto con un altro membro vedovo/a del circolo.
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7. Titolo: Il laboratorio di falegnameria
Logline
Un artigiano in pensione, rimasto vedovo, riscopre la passione per la falegnameria grazie all’arrivo di un ragazzo in cerca di un mentore.
Possibile storia
Dino, falegname in pensione, ha perso la gioia di vivere da quando la moglie è morta. Nel retro di casa possiede un piccolo laboratorio con attrezzi arrugginiti: non lo apre da anni. Un giorno, bussa alla sua porta un ragazzo di nome Nicola, mandato da un conoscente comune: ha bisogno di imparare il mestiere per riscattare una vita difficile.
Dino sulle prime rifiuta, considerandosi inutile. Ma il ragazzo insiste, gli mostra un piccolo giocattolo di legno che ha provato a costruire da solo. Il tentativo è goffo, ma si intravede una passione genuina. Qualcosa si accende negli occhi di Dino: l’idea di trasmettere il suo sapere lo attira.
Così, giorno dopo giorno, i due si ritrovano nel laboratorio. Dino rispolvera i suoi antichi strumenti, insegna a Nicola come selezionare il legno, come usare la pialla, come prestare attenzione ai dettagli. Tra trucioli e odore di segatura, Dino riscopre la gioia di creare e di trasmettere la tradizione artigianale. Il sorriso, che sembrava sepolto, riemerge sotto i suoi baffi canuti.
Personaggi principali
- Dino: vedovo e falegname in pensione.
- Nicola: giovane in cerca di un maestro.
Descrizione di scene (con brevi dialoghi)
- Soggiorno di Dino, interno
- Dino guarda la foto della moglie: “Chiudo gli occhi e rivedo il tuo sorriso…”
- Ingresso di casa, esterno
- Nicola: “Scusi, lei è Dino il falegname?”
- Laboratorio chiuso, esterno
- Dino apre la porta dopo anni, ragnatele e polvere ovunque.
- Prima lezione
- Dino: “Questo è il seghetto alternativo, usa un tocco leggero.”
- Nicola sbaglia un taglio
- Nicola: “Mi dispiace, sono imbranato.”
- Dino: “No, devi solo imparare a sentirti sicuro.”
- Scena di crescita
- Nicola inizia a capire il mestiere, Dino sorride come non faceva da tempo.
- Conversazione intima
- Nicola: “Perché ha smesso di lavorare?”
- Dino (con malinconia): “Ho perso mia moglie e ogni motivazione…”
- Soddisfazione
- Dino e Nicola ammirano un piccolo mobiletto appena terminato.
- Riscoperta
- Dino pulisce i vecchi attrezzi, respira l’odore del legno con piacere.
- Finale
- Dino (rivolto a una foto della moglie): “Grazie per aver mandato questo ragazzo… forse non è mai troppo tardi per tornare a vivere.”
Temi affrontati
- Trasmissione del sapere da una generazione all’altra
- Rinascita attraverso l’insegnamento
- Elaborazione del lutto attraverso la manualità e l’arte
Possibili sviluppi
- Nicola diventa un artigiano affermato, e Dino lo segue come un padre.
- Dino organizza corsi gratuiti di falegnameria per ragazzi del quartiere.
Altre soluzioni alternative
- Nicola potrebbe avere dei problemi familiari che Dino lo aiuta a superare.
- Potrebbe emergere un riconoscimento ufficiale del talento di Dino in città, spingendolo ad aprire un laboratorio sociale.
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8. Titolo: Una nuova primavera
Logline
Con l’arrivo della primavera, il vedovo si sente ancor più triste, finché una vicina di casa, esperta di giardinaggio, lo coinvolge nella cura di un orto condiviso.
Possibile storia
Giovanni si sveglia all’alba e guarda i rami spogli degli alberi che, col primo sole primaverile, iniziano a germogliare. La primavera, che un tempo lo riempiva di gioia, ora gli provoca soltanto una sensazione di perdita: ricorda le passeggiate con la moglie, i picnic, i viaggi. Nulla è più come prima.
Una mattina, sul pianerottolo, incontra la signora Carla, sua vicina di casa, appassionata di piante e fiori. Carla nota il suo sguardo spento e lo invita ad andare con lei nell’orto condiviso del quartiere, dove sta piantando ortaggi e fiori variopinti. Giovanni rifiuta, ma Carla non demorde.
Qualche giorno dopo, Giovanni, annoiato, decide di dare un’occhiata. Trova la vicina che zappa energicamente il terreno e altri volontari che ridono e si scambiano consigli. Carla lo coinvolge subito, mettendogli in mano un annaffiatoio. Giovanni, un po’ sorpreso, inizia a bagnare le piantine e nota che lo stare all’aria aperta, il profumo della terra umida e la compagnia degli altri lo fanno sentire più leggero.
Personaggi principali
- Giovanni: vedovo, malinconico.
- Carla: vicina di casa, giardiniera appassionata.
Descrizione di scene (con brevi dialoghi)
- Finestra di Giovanni, interno
- Giovanni (sospiro): “Primavera… un tempo la adoravo.”
- Pianerottolo, esterno
- Carla: “Buongiorno Giovanni! Sapeva che stiamo organizzando un orto condiviso?”
- Orto condiviso, primo incontro
- Carla: “Eccolo qui, il nostro piccolo rifugio verde!”
- Giovanni guarda attorno, incerto.
- Giovanni osserva le piante
- Giovanni (tra sé): “Quante piante, quanta vita…”
- Inizio del lavoro
- Carla: “Prenda questo annaffiatoio. Ci aiuti a dare da bere a questi fiori.”
- Momenti di fatica
- Giovanni: “Non facevo giardinaggio da… da quando era viva mia moglie.”
- Carla: “Mi dispiace. Se vuole parlare, io sono qui.”
- Pausa pranzo
- Tutti i volontari mangiano un panino, scherzano e coinvolgono Giovanni.
- Riconoscimento del cambiamento
- Giovanni inizia a sorridere, racconta una vecchia storia divertente sulla moglie.
- Cura e crescita
- Carla: “Vede come crescono rigogliose queste piantine? Anche lei ha ancora tanto da dare.”
- Fioritura finale
- Giovanni ammira i primi fiori sbocciati: un simbolo di rinascita personale.
Temi affrontati
- Rinnovamento e ciclicità della vita (le stagioni)
- Solidarietà e condivisione nel dolore
- Il potere terapeutico del contatto con la natura
Possibili sviluppi
- Giovanni diventa un membro attivo dell’orto condiviso, ritrovando amici e la gioia di vivere.
- Arriva un riconoscimento comunale e Giovanni partecipa a un concorso di giardinaggio.
Altre soluzioni alternative
- Carla potrebbe aiutarlo a piantare un albero in memoria della moglie.
- Giovanni potrebbe invitare il figlio giramondo a vedere il suo orto, riallacciando i rapporti.
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9. Titolo: La stazione di notte
Logline
Un anziano vedovo vaga di notte in stazione, sperando che il figlio possa arrivare con un treno, finché un senzatetto lo spinge a riscoprire la volontà di vivere.
Possibile storia
Vincenzo va spesso alla stazione ferroviaria la sera tardi. Guarda i treni arrivare, uno dopo l’altro, sperando invano che un giorno il figlio nomade decida di scendere da uno di quei vagoni. Il mondo intorno a lui sembra scorrere veloce, mentre lui rimane immobile. La gente si affretta, saluta, piange, ride, ma per Vincenzo la stazione è solo un simbolo di attesa.
Una sera, mentre si siede su una panchina deserta, incontra Franco, un senzatetto che si ripara dal freddo su una coperta sgualcita. Franco, nonostante la sua condizione, lo saluta con gentilezza. Iniziano a parlare. Vince la diffidenza iniziale e scopre che Franco ha viaggiato molto, ha incontrato mille persone, eppure è rimasto senza nulla. Ciò non toglie che abbia un sorriso sincero per chiunque.
Confrontandosi con la visione di Franco, che vede ogni treno come un’opportunità di ripresa, Vincenzo capisce che la stazione non deve essere solo un luogo di malinconica attesa, ma anche il punto di partenza per un cambiamento. Decide di invitare Franco a casa sua per un pasto caldo. Con quell’atto di altruismo, inizia a riaccendersi in lui un barlume di speranza: forse, mentre aspetta il figlio, può ancora fare del bene.
Personaggi principali
- Vincenzo: il vedovo che vive nell’attesa eterna del figlio.
- Franco: senzatetto intraprendente e positivo.
Descrizione di scene (con brevi dialoghi)
- Banchina della stazione, esterno notte
- Vincenzo (occhi fissi sui binari): “Forse stanotte… o forse mai.”
- Arrivo di un treno, esterno notte
- Gente che scende e sale, Vincenzo resta immobile.
- Panchina, stazione
- Franco: “Ciao, amico. Fa freddo stasera, eh?”
- Conversazione iniziale
- Vincenzo (schivo): “Sì, molto.”
- Franco: “Ci vuole un po’ di calore umano, a volte.”
- Scambio di storie
- Franco: “Ho visto tante città, dormito su tanti cartoni… ma mai perso la voglia di provare.”
- Vincenzo: “Io, invece, ho perso tutto da quando è morta mia moglie.”
- Riflessione
- Vincenzo guarda Franco, stupito del suo ottimismo.
- Invito a casa
- Vincenzo: “Se vuoi, posso offrirti un piatto di minestra… almeno per stasera.”
- Casa di Vincenzo, interno
- Franco sorride grato, mangia con gusto.
- Nuova prospettiva
- Vincenzo: “Forse non devo solo aspettare qui, forse devo muovermi io.”
- Finale aperto
- Vincenzo e Franco escono insieme, guardando l’orario dei treni: “Chissà dove potremmo andare…”
Temi affrontati
- Attesa e immobilismo
- Solidarietà e incontro tra solitudini
- Speranza e volontà di cambiare prospettiva
Possibili sviluppi
- Vincenzo decide di partire per cercare il figlio, accompagnato da Franco.
- Franco trova un piccolo lavoretto, grazie a Vincenzo, e ricambia aiutandolo emotivamente.
Altre soluzioni alternative
- Il figlio potrebbe arrivare inaspettatamente in stazione, trovando il padre cambiato.
- Vincenzo e Franco potrebbero gestire un punto di ristoro per senzatetto in stazione.
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10. Titolo: Il biglietto vincente
Logline
Il vedovo, sempre perso nei suoi pensieri, trova per caso un biglietto della lotteria abbandonato e, grazie a una donna incontrata in tabaccheria, scopre che potrebbe essere vincente.
Possibile storia
Umberto passa i pomeriggi a guardare i numeri del lotto in televisione. Non gioca quasi mai, ma ascolta i racconti di chi spera di cambiare vita con una vincita. Un giorno, passeggiando svogliato, vede per terra un biglietto della lotteria. Sta per gettarlo, poi lo infila in tasca senza pensarci troppo.
Il giorno seguente, in tabaccheria, mentre compra il giornale, incontra Marta, un’energica signora più o meno della sua età, che gli fa notare come quel biglietto potrebbe avere ancora qualche estrazione da giocare. Umberto, con aria scettica, glielo porge e Marta scopre che in realtà i numeri potrebbero dare una vincita, magari piccola, ma comunque significativa.
L’emozione non è tanto per il denaro, quanto per la possibilità che la vita riservi ancora piccole sorprese. Umberto inizia a chiacchierare con Marta, scopre che lei ha perso il marito qualche anno prima e ha trovato la forza di sorridere alle piccole cose. Quel biglietto diventa un simbolo di speranza, un segnale che anche lui può “giocarsi” la vita e non solo subirla.
Personaggi principali
- Umberto: vedovo scettico e disincantato.
- Marta: vedova frizzante, amante delle piccole gioie quotidiane.
Descrizione di scene (con brevi dialoghi)
- Soggiorno di Umberto, interno
- Umberto guarda svogliato un’estrazione in TV: “Stupidaggini…”
- Strada del quartiere, esterno
- Umberto trova il biglietto per terra e lo raccoglie per poi dimenticarsene.
- Tabaccheria, esterno giorno
- Marta: “Mi scusi, posso vedere quel biglietto? È ancora valido.”
- Controllo del biglietto
- Marta (sorridendo): “E se fosse fortunato?”
- Umberto: “Non ci credo.”
- Scoperta parziale
- Il biglietto ha un paio di numeri ancora “in gioco”.
- Conversazione
- Marta: “Sa, ho perso mio marito, eppure cerco sempre un motivo per sorridere.”
- Umberto: “Io non so più come si fa.”
- Attesa dell’estrazione
- Marta e Umberto decidono di guardarla insieme in tabaccheria.
- Estratto vincente
- Non è una grossa somma, ma sufficiente a provare un’emozione inattesa.
- Dialogo di cambiamento
- Umberto: “Forse c’è ancora qualcosa di buono che può capitarmi.”
- Marta: “E io potrei insegnarle come sorridere ancora.”
- Finale
- I due escono insieme dalla tabaccheria, parlando di un caffè da prendere insieme.
Temi affrontati
- La ricerca di un segno di speranza nel quotidiano
- Rinascita emotiva dopo un grande lutto
- L’importanza di un incontro inaspettato
Possibili sviluppi
- Umberto e Marta sviluppano una profonda amicizia o un nuovo amore.
- L’episodio del biglietto spinge Umberto a cercare più attivamente contatti umani.
Altre soluzioni alternative
- Il biglietto potrebbe non essere vincente, ma l’incontro con Marta rimane comunque la vera “vincita” di Umberto.
- Potrebbero decidere di usare la piccola somma per fare un viaggio insieme, o per aiutare qualcuno in difficoltà.
Conclusioni generali:
Ognuna di queste 10 possibili svolte di trama offre uno spunto differente su come la vita di un anziano vedovo, rimasto solo e senza stimoli, possa essere toccata da un incontro, un evento od un oggetto capace di smuovere emozioni ormai sopite. Gli esiti possono concludersi con un nuovo inizio felice, un dolore rinnovato ma affrontato con più consapevolezza, oppure lasciare un finale aperto, suggerendo al pubblico che c’è sempre uno spiraglio di luce persino nelle situazioni più cupe.
Temi ricorrenti:
- Solitudine, lutto, dolore
- Speranza, rinascita, rapporto con il passato
- Potere dei legami, dell’arte, dell’azione condivisa
Possibili risvolti:
- Ricongiungimento familiare
- Nuove amicizie o addirittura amori in tarda età
- Implicazione attiva nella comunità (volontariato, hobby, circoli)
Alternative:
- Finale tragico, in cui l’anziano non riesce a superare il dolore e la storia diventa un monito.
- Finale aperto, dove il pubblico resta con la speranza che le soluzioni si trovino nel corso del tempo.
Questi sono solo spunti narrativi: ciascuna di queste storie può essere arricchita di dettagli, personaggi secondari, momenti drammatici o comici e, soprattutto, modulata a seconda del messaggio che si vuole trasmettere al pubblico.
ATTENZIONE: Queste sono solo bozze iniziali, un insieme di idee da sviluppare. Puoi sceglierne una e personalizzarla ulteriormente aggiungendo dettagli, personaggi secondari e sviluppando o modificando ulteriormente le scene. Se qualcuno ne modifica una e la amplia e poi la realizza, è pregato di comunicarcelo in modo da poter pubblicizzare nel nostro sito la sua nuova sceneggiatura ampliata e poi realizzata.