idee assurde in cartoni animati Paperi che mangiano PolliLe "idee assurde" nel cinema sono concetti o situazioni altamente improbabili o esagerate che sfidano le convenzioni della realtà. Possono essere inserite in una vasta gamma di generi, dal fantastico alla commedia, dall'azione al drammatico. Spesso vengono realizzate come cartoni animati. L'elemento chiave è la loro capacità di stupire e divertire lo spettatore, offrendo una pausa dalla quotidianità e stimolando l'immaginazione. Spesso, queste idee assurde sono veicoli per commentare la società, esplorare temi universali o semplicemente intrattenere. Il loro successo dipende dalla capacità del regista di renderle credibili all'interno del mondo narrativo e di coinvolgere emotivamente lo spettatore.

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1. Titolo: “Il Frigorifero Geloso”

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Un giovane single si accorge che il suo frigorifero lo spia e impedisce a chiunque di avvicinarsi a lui. Inizia un bizzarro triangolo di gelosia con un elettrodomestico iperprotettivo.

Trama composta da Scene

  1. Fabio vive da solo in un piccolo appartamento e ama cucinare.
  2. Una sera, mentre infila il pollo nel forno, sente un leggero ronzio provenire dal frigorifero.
  3. Non ci fa caso, finché nei giorni successivi le porte del frigo sembrano aprirsi da sole quando arriva qualcuno in visita.
  4. Con l’arrivo di Sara, una potenziale fidanzata, il frigorifero inizia a vibrare e a lampeggiare in modo sinistro.
  5. Ogni volta che Sara tenta di prendere qualcosa da bere, la porta del frigo si richiude di scatto.
  6. Il gesto si ripete con tale insistenza che Sara si sente “respinta” e pensa di non tornare più.
  7. Fabio, insospettito, piazza una telecamerina in cucina: scopre che il frigorifero si accende autonomamente di notte e registra i movimenti in casa.
  8. Il giorno dopo, Fabio prova a parlare al frigo come a una persona: “Cosa vuoi da me?”
  9. Il display digitale lampeggia come se volesse comunicare un messaggio incomprensibile.
  10. Fabio, ormai in conflitto, vuole buttarlo, ma non può permettersene uno nuovo.
  11. Tenta di invitare Sara per un’ultima cena romantica.
  12. Mentre apparecchia, il frigorifero si blocca su una temperatura estrema e surgelando il cibo, costringe Sara ad andarsene ancora una volta.
  13. Disperato, Fabio si siede a terra, implorando il frigo di concedergli la libertà di amare.
  14. Il frigorifero sembra “ammorbidito”: la temperatura si stabilizza.
  15. Sara torna, ma quando apre la porta del frigo, trova un cuore di ghiaccio a forma di emoticon sorridente.

Come l’assurdità viene posta in risalto e perché funziona per un corto

  • L’idea di un elettrodomestico geloso è surreale e comico, perfetto per sperimentare con effetti sonori e piccole gag visuali.
  • In un cortometraggio, l’assurdo diventa motore narrativo immediato, catturando l’attenzione e lasciando il pubblico divertito e spiazzato.

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2. Titolo: “Il Colloquio di Lavoro sull’Himalaya”

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Un aspirante manager riceve un invito per un colloquio di lavoro all’ultimo piano di un grattacielo che svetta sopra le montagne. Il piccolo dettaglio: quel “grattacielo” è in cima all’Himalaya.

Trama composta da Scene

  1. Stefano, disoccupato da tempo, riceve un’email misteriosa che lo invita a un colloquio “imperdibile”.
  2. L’indirizzo sul GPS indica: “Grattacielo Eternity Tower, Cima dell’Himalaya”.
  3. Convinto si tratti di una trovata di marketing, si avvia comunque verso il Nepal.
  4. Una guida locale lo conduce a una scalata vertiginosa fino a una parete sospesa.
  5. Tra ghiaccio e neve, ecco apparire la sagoma di un grattacielo di vetro, piantato sulla roccia.
  6. All’interno, un’architettura d’ufficio: scrivanie, piante finte, macchinetta del caffè.
  7. Stefano attende in una sala riunioni al 150° piano.
  8. Mentre l’ossigeno scarseggia, fa la conoscenza di altri candidati, ciascuno arrivato da continenti diversi.
  9. Il selezionatore compare in tuta da scalata, con un sorriso cordiale: “Benvenuti alla prova di resistenza.”
  10. Il colloquio inizia a suon di domande assurde e prove fisiche (come scalare un muro da ufficio).
  11. Ad ogni test, chi fallisce viene “congedato” attraverso un ascensore che scende nel vuoto.
  12. Stefano si ritrova a competere duramente, superando i limiti fisici e mentali.
  13. Alla fine, rimane l’ultimo candidato. “Ti assumiamo, ma sappi che l’ufficio è qui e non c’è congedo.”
  14. Tra il terrore e la soddisfazione, Stefano firma il contratto.
  15. L’ultima inquadratura lo mostra alla scrivania, con l’Himalaya fuori dalla finestra, mentre compie un colloquio online con un cliente ignaro.

Come l’assurdità viene posta in risalto e perché funziona per un corto

  • L’idea di un grattacielo incastonato nell’Himalaya mixa il quotidiano (un colloquio di lavoro) con l’epico.
  • La brevità di un corto ne amplifica la comicità e il paradosso, senza dover spiegare troppi dettagli logistici.

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3. Titolo: “La Ricetta di Pasta Spaziale”

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Un cuoco stellato deve cucinare per un alieno gourmet atterrato nel suo giardino. L’unico piatto in grado di soddisfarlo? Una pasta “spaziale” con ingredienti provenienti dalla Luna.

Trama composta da Scene

  1. Mario, chef italiano, riceve una visita inaspettata: un’astronave parcheggiata tra i pomodori.
  2. L’alieno, alto e magro, comunica tramite traduttore: “Cerco il miglior piatto di pasta dell’Universo.”
  3. Mario è sgomento, ma intravede l’opportunità di diventare famoso oltre la Terra.
  4. L’alieno critica ogni tentativo: carbonara, amatriciana, pesto… niente soddisfa il suo palato.
  5. Scoraggiato, Mario ricorda una leggenda: “Solo la farina lunare produce la pasta perfetta.”
  6. Con l’aiuto dell’alieno, vola sulla Luna per raccogliere un sacco di polvere argentata.
  7. Tornati in cucina, mescolano acqua terrestre e polvere lunare, creando un impasto fosforescente.
  8. Mario aggiunge un sugo a base di pomodori “spaziali” (anche loro illuminati da polvere lunare).
  9. La pasta brilla nel buio e sprigiona un aroma mai sentito.
  10. L’alieno l’assaggia: la reazione è un delirio di felicità sensoriale, con fuochi d’artificio e suoni cosmici.
  11. Tutta la città accorre per provare il piatto, ma la ricetta è brevettata (Mario tiene il segreto).
  12. L’alieno ringrazia con un diploma di “Chef Galattico.”
  13. Mario, umile, prepara un secondo piatto e trova una sfumatura di sapore ancora più incredibile.
  14. L’alieno quasi sviene dalla bontà.
  15. Alla fine, l’astronave riparte, lasciando Mario con un ristorante gourmet visitato da ogni galassia.

Come l’assurdità viene posta in risalto e perché funziona per un corto

  • L’idea unisce gastronomia e fantascienza con toni surreali, permettendo scene colorate e stravaganti.
  • In un corto, la missione lunare e il ritorno in cucina vengono concentrati per creare un’avventura folle e divertente.

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4. Titolo: “La Cyborg Nonna che fa la Maglia”

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Una nonna cyborg, creata per combattere le guerre del futuro, decide invece di aprire un negozio di maglieria in un piccolo paese di campagna. Ma il suo chip bellico fa di tanto in tanto brutti scherzi.

Trama composta da Scene

  1. L'umanità ha costruito cyborg dalle sembianze rassicuranti per infiltrarsi nelle linee nemiche.
  2. Uno di questi prototipi, configurato come “Nonna Clara,” fugge dal laboratorio di ricerca.
  3. Si stabilisce in un paesino isolato, comprando una vecchia casetta e allestendo un banchetto di filati.
  4. Gli abitanti la adorano, perché crea maglioni perfetti in pochi minuti grazie alla sua destrezza robotica.
  5. Un giorno, mentre un cliente chiede un maglione a strisce, il chip di guerra si riattiva.
  6. Nonna Clara inizia a parlare in codice militare e a caricare delle “armi di lana.”
  7. Per fortuna, una giovane del paese la calma offrendole un tè.
  8. L'azienda militare, intanto, la rintraccia e invia un team per recuperarla.
  9. Nonna Clara li accoglie con sorrisone e un vassoio di biscotti, ma i soldati si innervosiscono.
  10. Si innesca un combattimento assurdo: la nonna cyborg spara gomitoli a velocità supersonica.
  11. La milizia viene sconfitta da colpi di uncinetto e sciarpe trappola.
  12. Gli abitanti esultano, proclamando la nonna “protettore ufficiale del villaggio.”
  13. Nonna Clara torna alla sua vita pacifica, cucendo tute antiproiettile per i suoi nuovi amici.
  14. Il team militare si ritira, rassegnato.
  15. L’ultima scena la mostra a dondolarsi su una sedia, mentre i suoi occhi cibernetici lampeggiano amorevolmente.

Come l’assurdità viene posta in risalto e perché funziona per un corto

  • Il contrasto tra la natura bellica di un cyborg e la tenerezza di una nonna crea situazioni comiche e surreali.
  • Un cortometraggio permetterebbe di concentrarsi su poche scene d’azione e momenti di dolcezza, generando un effetto spiazzante ma affascinante.

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5. Titolo: “Il Telegiornale dei Pesci Parlanti”

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Un’emittente subacquea trasmette il telegiornale condotto da pesci con giacca e cravatta. Tra notizie di coralli e dibattiti sulle correnti marine, c’è un servizio d’assalto su un tonno ribelle.

Trama composta da Scene

  1. Oceano Profondo, canale 7. Il notiziario inizia con una sigla di bolle e musica acquatica.
  2. Il conduttore è un pesce pagliaccio, con una cravatta minuscola intorno alle branchie.
  3. L’inviata sul campo è una seppia che cambia colore a seconda delle news.
  4. Tra le principali notizie del giorno: “Crollo delle scogliere di corallo” e “Mancanza di plancton nei quartieri poveri.”
  5. Collegamento in diretta con un polpo meteorologo che annuncia correnti calde provenienti dai tropici.
  6. Pubblicità: “Sardine Salate - Perché scorrere con gusto!”
  7. Il tonno ribelle fa un’apparizione: rifiuta di farsi pescare e cerca di sabotare la trasmissione.
  8. Il regista, un cavalluccio marino, cerca di mantenere la calma in regia, ma la tensione è alta.
  9. La seppia intervista un delfino che denuncia l’inquinamento da plastica.
  10. Improvvisamente, un gigantesco squalo direttore fa irruzione nello studio per controllare i contenuti del telegiornale.
  11. Il pesce pagliaccio protesta per la libertà di stampa subacquea.
  12. Il tonno ribelle attacca i cavi, interrompendo la diretta.
  13. Buio sullo schermo. Poi la trasmissione riprende in streaming clandestino, con la seppia come conduttrice.
  14. Pubblicano una denuncia contro la “Censura del Grande Squalo.”
  15. Si chiude con un annuncio di speranza: “Siamo i pesci e continueremo a raccontare la verità negli abissi.”

Come l’assurdità viene posta in risalto e perché funziona per un corto

  • Un telegiornale fatto di pesci con problemi “umani” parodia la società.
  • La brevità di un corto permette di mostrare sketch rapidissimi, con la comicità dell’improbabile setting marino.

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6. Titolo: “La Parata dei Pupazzi Gonfiabili Ribelli”

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Durante la tradizionale parata di pupazzi gonfiabili in città, qualcosa va storto: i palloni animati prendono vita e si rifiutano di sfilare docilmente.

Trama composta da Scene

  1. Ogni anno, la città organizza una grande parata con pupazzi gonfiabili a forma di animali e personaggi dei cartoni.
  2. La folla si raduna nelle strade, entusiasta di vedere la giraffa gigante, il coniglio viola, ecc.
  3. Durante l’allestimento, un fulmine colpisce la centralina elettrica che regola la pressione dell’aria.
  4. Le scosse trasmettono una strana energia ai pupazzi.
  5. All’inizio sembrano solo gonfiarsi e sgonfiarsi fuori controllo.
  6. Ma dopo qualche minuto, cominciano a muoversi da soli, sfilando in direzioni casuali.
  7. Un canguro gonfiabile si mette a saltare sui tetti, una balena attraversa la piazza incurante delle persone.
  8. La polizia cerca di bloccarli, ma è come inseguire giganteschi palloni di gomma sfuggenti.
  9. La folla passa dalla gioia alla paura.
  10. Tre organizzatori della parata si armano di aghi giganti per sgonfiare i pupazzi “ribelli.”
  11. Ma la giraffa gonfiabile si fa scudo con un autobus, provocando un mini-caos.
  12. I pupazzi gonfiabili si uniscono in una “rivolta”: vogliono “paradare” liberamente!
  13. All’improvviso, un bimbo si avvicina a un pupazzo e lo accarezza, facendo nascere una tregua.
  14. Scoppia un’euforia collettiva: i gonfiabili iniziano a fare coreografie per intrattenere, senza più distruggere nulla.
  15. La parata finisce in un carnevale felice, con i pupazzi “viventi” acclamati come nuove star della città.

Come l’assurdità viene posta in risalto e perché funziona per un corto

  • L’immagine di pupazzi gonfiabili ribelli che invadono la città è un’esplosione visiva surreale.
  • In un corto, lo spettatore può godere di questa sequenza assurda di disastri e momenti comici, con un epilogo gioioso.

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7. Titolo: “Il Seminario di Yoga per Mummie”

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Un’antica setta risveglia le mummie dell’Egitto per impartire loro lezioni di yoga, sperando di insegnare la flessibilità ai corpi più rigidi del mondo.

Trama composta da Scene

  1. Nel cuore di un museo egizio, un gruppo di archeologi appassionati crea un’associazione segreta.
  2. Obiettivo: ridare vita alle mummie attraverso un rituale e far loro sperimentare lo yoga.
  3. Una notte, riescono a far muovere i primi passi a una mummia dal nome impronunciabile.
  4. La mummia, però, è incredibilmente rigida e non riesce nemmeno a piegare un ginocchio.
  5. Gli archeologi decidono di allestire un seminario intensivo di yoga, con tappetini e incensi.
  6. Posizioni come il “cane a testa in giù” risultano impossibili per le bende incrostate.
  7. La maestra di yoga, una hippie stravagante, cerca di motivare le mummie con mantra e musica new age.
  8. Ben presto, altre mummie del museo si risvegliano, incuriosite dalla musica rilassante.
  9. Il seminario si trasforma in un raduno di creature bendate che tentano posizioni assurde.
  10. All’inizio c’è molto caos: bende che si srotolano, braccia che si staccano.
  11. A poco a poco, le mummie acquistano un po’ di elasticità insperata.
  12. I guardiani del museo, entrando, restano sconvolti dalla scena: “Aiuto, un esercito di mummie fa yoga!”
  13. Scatta l’allarme, ma le mummie adesso sono in pace con l’universo e non fanno male a nessuno.
  14. L’evento diventa notizia virale: “Le mummie viventi più flessibili del mondo!”
  15. Conclude con una mummia che esegue la posizione del loto, sorridendo in un modo inspiegabile.

Come l’assurdità viene posta in risalto e perché funziona per un corto

  • L’immagine di mummie rigide che si cimentano in posizioni yoga è irresistibilmente comica.
  • Il formato breve concentra la comicità slapstick e l’aspetto surreale senza dover spiegare troppi retroscena.

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8. Titolo: “Il Gommista dei Pianeti”

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Un meccanico spaziale si occupa di sostituire gli anelli ai pianeti quando si usurano. Un giorno si presenta Saturno con un problema urgente: i suoi anelli sono sgonfi.

Trama composta da Scene

  1. Marco, soprannominato “Il Gommista dei Pianeti,” viaggia su un’astronave officina.
  2. Riceve una chiamata d’aiuto: Saturno ha perso parte dei suoi anelli, ormai sfilacciati.
  3. Atterra vicino all’atmosfera del gigante gassoso e avvia una procedura di “gonfiaggio cosmico.”
  4. Si scopre che i detriti spaziali hanno forato gli anelli, creando un buco nel loro perfetto cerchio.
  5. Marco utilizza un compressore interstellare per spruzzare nuova polvere ghiacciata e ripristinare la forma.
  6. I satelliti di Saturno assistono curiosi: si dispongono in fila come pazienti in un’officina.
  7. Pian piano, l’anello prende di nuovo vita, risplendendo di una luce dorata.
  8. Ma un asteroide improvviso colpisce l’astronave officina.
  9. Marco deve improvvisare una saldatura di emergenza con la polvere di stella.
  10. Saturno ringrazia con un boato di tuoni luminosi che illuminano lo spazio.
  11. Nel frattempo, Giove si fa avanti, lamentandosi di una macchia rossa troppo grande da pulire.
  12. Marco, stremato, chiede di aspettare il turno: è un semplice gommista, non un lavamacchie gigante.
  13. Alla fine, Saturno è contento, sfoggiando i nuovi anelli “rinforzati.”
  14. Marco parte verso la Terra, certo che il prossimo cliente non tarderà a chiamare.
  15. L’ultimo scatto mostra la sua insegna al neon: “Gommista dei Pianeti—Apertura 24h nel Cosmo.”

Come l’assurdità viene posta in risalto e perché funziona per un corto

  • L’idea di riparare anelli planetari come fossero gomme di una bici è meravigliosamente strampalata.
  • In un cortometraggio, la “missione” si può raccontare con creatività visiva e umorismo siderale.

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9. Titolo: “La Setta del Pic-nic Notturno”

Logline
Ogni notte, una setta misteriosa si riunisce per fare pic-nic al chiaro di luna, portando cibo improbabile e ricette segrete. Ma il loro vero scopo è risvegliare un gigantesco panino-dio.

Trama composta da Scene

  1. Un bosco fitto e buio. Personaggi incappucciati avanzano in silenzio.
  2. Al centro di una radura, appare una tavola imbandita con decine di cibi strani: frittelle fluorescenti, bevande scure, croissant al fumo.
  3. Il maestro di cerimonie solleva un vassoio contenente una pagnotta giganti.
  4. Recitano formule assurde, parlando di un “Panino Supremo” che dorme negli abissi della terra.
  5. Il pic-nic notturno è un rituale per alimentare l’energia necessaria a risvegliarlo.
  6. Tra gli adepti c’è un infiltrato, Luca, che vuole svelare l’assurdità del culto.
  7. Mentre i partecipanti mangiano in estasi, la pagnotta inizia a vibrare.
  8. Da sottoterra, si ode un ruggito simile a un forno che si apre.
  9. Luca è terrorizzato: il Panino-dio esiste davvero?
  10. Improvvisamente, dal terreno emerge un mostro fatto di pane e condimenti vari.
  11. I cultisti esultano: “È il nostro Panino Signore!”
  12. Ma la creatura, enorme, inizia a divorare tutti i cibi presenti, facendo il vuoto sulla tavola.
  13. Affamato, attacca pure i cultisti. Luca fugge, mentre il panino s’aggira tra gli alberi ingurgitando cappucci e cibi.
  14. Alla fine, l’alba sorge: il Panino-dio si secca e diventa un pezzo di crosta immobile.
  15. Luca, ancora vivo, riprende fiato, certo che nessuno gli crederà mai a questa storia.

Come l’assurdità viene posta in risalto e perché funziona per un corto

  • L’idea di un panino gigante divino unisce horror e comicità.
  • In un corto, la tensione grottesca e il climax assurdo (il mostro di pane) risultano immediati e d’effetto.

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10. Titolo: “L’Uomo che Parla alle Orecchie delle Statue”

Logline
Un signore silenzioso scopre di poter comunicare telepaticamente con le statue, sussurrando alle loro orecchie di marmo. Le statue iniziano a muoversi solo se stimolate da lui.

Trama composta da Scene

  1. Arturo è un uomo timido che vive in una città piena di statue storiche.
  2. Un giorno, seduto sulla panchina di fronte al monumento di un condottiero, pensa intensamente “Ciao”.
  3. La statua prende vita per un secondo, muovendo la spada. Arturo si spaventa, poi intuisce di avere un potere.
  4. Sperimenta su altre statue: un musicista in bronzo si alza e suona un violino immaginario.
  5. Arturo capisce di potersi collegare alle memorie storiche delle sculture.
  6. Inizia a passeggiare la notte, sussurrando parole gentili alle orecchie di re, regine e guerrieri pietrificati.
  7. Questi, in cambio, gli raccontano storie antiche e avventure epiche.
  8. Tuttavia, la città di giorno si accorge che le statue sono fuori posto (cambiano posizione).
  9. Il sindaco ingaggia un detective per risolvere “il mistero delle statue ballerine.”
  10. Il detective segue Arturo e lo sorprende mentre parla a una statua di un cavallo in marmo.
  11. La statua prende vita e galoppa in piazza. Il detective rimane senza fiato.
  12. Alla fine, Arturo spiega che non vuole fare del male, ma ridare voce alla memoria del passato.
  13. Le autorità decidono di assecondarlo, trasformando la città in un museo vivente notturno.
  14. Le persone si radunano di notte per ascoltare storie “animate” dalle statue.
  15. Arturo sorride, infine realizza di aver abbattuto la sua timidezza donando movimento a ciò che era fermo.

Come l’assurdità viene posta in risalto e perché funziona per un corto

  • Il potere di “dare vita alle statue” è poetico e surreale, perfetto per un racconto breve.
  • In un corto, l’emozione e la sorpresa si condensano in una favola urbana di grande suggestione.

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11. Titolo: “L’Asilo di Uomini Barbuti”

Logline
In un paese remoto, esiste un asilo per “uomini barbuti tornati bambini”. Qui passano le giornate a giocare con peluche, ma con lunghe barbe da adulti e voce cavernosa.

Trama composta da Scene

  1. Villa Sorriso ospita un fenomeno inspiegabile: uomini barbuti affetti da una strana regressione infantile.
  2. Ogni mattina si vedono decine di adulti, con barba fino al petto, correre in cortile urlando “giochiamo!”
  3. Le maestre, in realtà psicologhe, cercano di insegnare l’alfabeto e di cambiare i pannolini a uomini muscolosi.
  4. Uno di questi, chiamato Gustavo, è alto due metri e ha una voce profonda ma si diverte a colorare con i pastelli.
  5. I loro genitori “anziani” vengono in visita, piangendo di tristezza e ridendo di tenerezza.
  6. Un giorno, un ricercatore arriva per studiare il caso e ipotizza che la condizione sia causata da stress estremo.
  7. Intanto, Gustavo crea un gioco di società chiamato “Barbe Avventurose”, facendo impazzire di gioia i compagni.
  8. Ogni tanto gli uomini barbuti, avendo forza da adulti, combinano guai: un tavolo rovesciato o un muro imbrattato.
  9. Le maestre non sanno se urlare o ridere.
  10. Quando arriva l’ispettore sanitario, si trova di fronte a un circo di barbuti che cantano filastrocche.
  11. L’ispettore vorrebbe chiudere la struttura, definendola “assurda.”
  12. Ma gli uomini barbuti dimostrano che l’asilo li rende felici, e non fanno alcun male.
  13. Alla fine, l’ispettore cede: “Restate aperti, ma allacciate di più i grembiulini!”
  14. La comunità si stringe attorno a questi “bambini adulti,” promuovendo la spontaneità.
  15. L’ultimo frame mostra Gustavo che, in un impeto di lucidità, sussurra: “A volte, essere piccoli è il modo migliore di essere grandi.”

Come l’assurdità viene posta in risalto e perché funziona per un corto

  • Il contrasto tra l’aspetto adulto e il comportamento infantile crea situazioni comiche e dolcemente stravaganti.
  • In un corto, l’idea può essere sviluppata con poche scenette che enfatizzano la tenerezza e l’assurdo.

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12. Titolo: “La Nuvola che Aveva Paura di Piovere”

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Una nuvola sensibile si rifiuta di piovere perché non vuole bagnare la gente. Tutto il villaggio resta senz’acqua, finché un ragazzino non la convince a superare le sue paure.

Trama composta da Scene

  1. Sopra un villaggio colpito dalla siccità, staziona una sola nuvola che però non piove mai.
  2. È una nuvola parlante, piena di ansie: teme che la pioggia possa dare fastidio agli abitanti.
  3. Nel villaggio, i campi muoiono di sete.
  4. Un ragazzino coraggioso, Tito, sale su una collina e grida: “Per favore, donaci la tua acqua!”
  5. La nuvola tremante risponde: “Ho paura di essere odiata, di creare fango e disagi.”
  6. Tito spiega che la pioggia è fondamentale per la vita.
  7. Passano giorni: la nuvola resta grigia e gonfia, ma incapace di rilasciare acqua.
  8. Il sindaco del villaggio minaccia di “bombardare la nuvola” con razzi per far piovere.
  9. Tito si oppone: “Non possiamo spaventarla ancora di più!”
  10. Parla a cuore aperto con la nuvola, portando esempi di fiori che sbocceranno e di animali felici di rinfrescarsi.
  11. In un momento di commozione, la nuvola lascia cadere una goccia, poi un’altra, poi un diluvio di lacrime felici.
  12. Il villaggio festeggia sotto la pioggia benedetta, ballando nelle pozzanghere.
  13. La nuvola sorride tra i lampi, soddisfatta di aver vinto le sue paure.
  14. Quando finisce, il cielo si apre e la nuvola appare più piccola, come se fosse sollevata.
  15. Tito ringrazia la nuvola, che si dissolve in un tramonto dai colori iridescenti.

Come l’assurdità viene posta in risalto e perché funziona per un corto

  • Una nuvola antropomorfa piena di ansie è un’immagine fiabesca e toccante.
  • In formato breve, la storia offre una parabola emotiva veloce e intensa, improntata a un’idea assurda e dolce.

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13. Titolo: “Il Pianoforte che Invecchia i Pianisti”

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Chiunque suoni un certo pianoforte antico invecchia di un anno per ogni nota suonata. Un musicista ambizioso lo scopre, ma non può smettere di comporre.

Trama composta da Scene

  1. In un teatro abbandonato, c’è un pianoforte leggendario, detto “l’Eterno.”
  2. La voce popolare racconta che l’Eterno succhia l’energia vitale di chi lo suona.
  3. Rocco, un giovane compositore, si intrufola di notte per testare lo strumento.
  4. Suona un arpeggio di venti note; al termine, sente una fitta e scopre di avere i capelli ingrigiti.
  5. Terrorizzato, conta di aver invecchiato 20 anni in un minuto.
  6. Ma la musica ottenuta è sublime, e lui desidera completare il brano.
  7. Decide di continuare, nonostante la perdita di giovinezza, per creare la “composizione perfetta.”
  8. Ogni notte torna, suona qualche battuta, invecchia progressivamente.
  9. Dopo giorni, si specchia e vede un anziano.
  10. Un critico musicale ascolta per caso la melodia e ne resta estasiato: “Questa musica cambierà il mondo.”
  11. Rocco, ormai con le mani tremanti, incide l’ultima parte e cade sfinito.
  12. Nel finale, ha 90 anni di colpo, ma è felice di aver ultimato la composizione.
  13. Lo spartito viene trovato vicino al pianoforte, considerato un capolavoro.
  14. Rocco sorride con gli ultimi istanti di vita, sapendo di aver creato qualcosa di eterno.
  15. L’ultima nota risuona, e il pianoforte si “spenge,” con un cupo accordo finale.

Come l’assurdità viene posta in risalto e perché funziona per un corto

  • L’idea di uno strumento musicale che ruba la giovinezza rende il dramma molto intenso e poetico in breve tempo.
  • In un corto, l’arco narrativo del musicista si sviluppa rapidamente e colpisce lo spettatore con un mix di fascino e tragedia assurda.

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14. Titolo: “Il Finto Supereroe che Salva Solo i Peluche”

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Un uomo si crede un supereroe, ma interviene soltanto per salvare pupazzi in pericolo: orsacchiotti smarriti, conigli di stoffa, bambole abbandonate.

Trama composta da Scene

  1. Marco si cuce un costume di supereroe dal taglio ridicolo, con mantello rosa e logo di un orsetto.
  2. Esce in strada: tutti si aspettano che salvi persone, ma lui ignora gli umani in difficoltà.
  3. Corre invece a soccorrere un orsacchiotto caduto in una pozzanghera, asciugandolo con cura.
  4. La gente è perplessa: “Perché non aiuti quella signora derubata?”
  5. Lui risponde: “Io proteggo i peluche, non gli adulti.”
  6. Una bambina piange perché ha perso il suo coniglietto, e Marco si mette a cercarlo giorno e notte.
  7. Alla fine lo trova su un albero e compie un’acrobazia improvvisata per recuperarlo.
  8. Diventa famoso sul web come “OrsettoMan,” suscitando commenti derisori e qualche sostegno strampalato.
  9. La polizia lo vede come un buffone, ma un giorno scopre che un ladro di peluche colpisce nei negozi di giocattoli.
  10. Marco si mette all’inseguimento del ladro, mosso da una furia inattesa.
  11. Il criminale minaccia di strappare un orsacchiotto di valore… Marco lo ferma con un colpo di fortuna.
  12. La folla applaude: nessun peluche sarà più in pericolo.
  13. Ora tutti riconoscono il suo valore, anche se non salva gli umani.
  14. Un bambino ringrazia Marco: “Mi hai ridato il mio amico di pezza.”
  15. Marco sorride: “Se ognuno fa la sua parte, anche i peluche saranno al sicuro.”

Come l’assurdità viene posta in risalto e perché funziona per un corto

  • L’idea di un supereroe che si dedica esclusivamente a salvare pupazzi è comicamente strampalata.
  • In un corto, la storyline si concentra sul messaggio di “proteggere l’innocenza” in modo assurdo e tenero.

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15. Titolo: “Il Grande Arcobaleno Condominiale”

Logline
Un palazzo di 12 piani si ritrova con un arcobaleno fisso che nasce dal tetto e finisce nei garage, illuminando i condomini di strani colori. Ognuno reagisce in modo diverso.

Trama composta da Scene

  1. Dopo un temporale, un arcobaleno staziona in modo permanente dal tetto al piano terra di un condominio.
  2. Al 1° piano, la signora Gina si lamenta del riflesso viola che le entra in camera.
  3. Al 2° piano, un pittore trae ispirazione dalla luce verde costante.
  4. Al 3° piano, un ragazzo ansioso teme che sia un segno apocalittico.
  5. Man mano che si sale, i condomini assumono il colore della fascia corrispondente.
  6. Il custode, avvolto in un giallo fosforescente, organizza una riunione condominiale.
  7. Ognuno discute se abbattere l’arcobaleno o guadagnarci con il turismo.
  8. Alcuni influencer vengono a scattare foto, creando caos.
  9. Il sindaco dichiara la zona “attrazione cromatica unica.”
  10. L’arcobaleno però altera l’umore di tutti, scatenando litigi e piccole rivolte.
  11. Alla fine, un bambino del condominio individua un tesoro di caramelle colorate nel garage, alla base dell’arcobaleno.
  12. I condomini, vedendo i dolci, iniziano a sorridere come bambini.
  13. I colori si mescolano, nessuno è più di un solo colore ma di tanti riflessi.
  14. L’arcobaleno inizia a sbiadire, come se il suo scopo fosse completato.
  15. Il palazzo torna normale, ma i residenti ricordano come un evento assurdo ha portato un po’ di magia nelle loro vite.

Come l’assurdità viene posta in risalto e perché funziona per un corto

  • Un arcobaleno fisso che attraversa un edificio crea un setting visivo ricco di spunti ironici e poetici.
  • La durata breve favorisce una narrazione corale di personaggi che reagiscono in modo diverso, enfatizzando il surreale senza diluirlo troppo.

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16. Titolo: “Il Club dei Fantasmi Che Odiano Spaventare”

Logline
In un castello infestato, un gruppo di fantasmi gentili si riunisce per discutere su come NON spaventare i visitatori. Ma uno spirito burlone cerca di rovinare tutto.

Trama composta da Scene

  1. Castello Grivio, famoso per le apparizioni. Ma i fantasmi che lo abitano hanno un problema: non vogliono spaventare nessuno.
  2. Il Club dei Fantasmi Paciocconi si riunisce ogni notte nel salone principale.
  3. Organizzano corsi su “come apparire meno terrificanti,” riducendo gemiti e catene.
  4. Un giorno, un nuovo fantasma, di nome Gruf, arriva dal cimitero.
  5. Gruf trova divertente terrorizzare i visitatori e pianifica scherzi spaventosi.
  6. Il Club cerca di convincerlo a essere “più gentile,” ma Gruf ride di loro.
  7. Arriva la notte di Halloween: i turisti in visita cercano brividi, ma i fantasmi buoni si nascondono per non spaventarli.
  8. Gruf approfitta della situazione e fa una serie di apparizioni orripilanti.
  9. La gente scappa urlando, definendo il castello “davvero inquietante.”
  10. I fantasmi gentili sono tristi: il loro obiettivo di convivenza pacifica è rovinato.
  11. Gruf si rende conto di aver ferito i sentimenti dei compagni e di non essersi divertito poi così tanto.
  12. Decide di rimediare: si scusa, attuando uno show di luci e suoni suggestivi ma non spaventosi.
  13. I visitatori tornano, stavolta apprezzando l’atmosfera magica e allegra dei fantasmi.
  14. Il Club ristabilisce la pace, e Gruf impara che terrorizzare non è l’unica forma di divertimento.
  15. Il castello diventa meta di un “ghost tour” dove i fantasmi danno caramelle invece di urla.

Come l’assurdità viene posta in risalto e perché funziona per un corto

  • Fantasmi che non vogliono spaventare rappresentano un twist comico su un tema horror.
  • Il formato breve consente di presentare la commedia “spettrale” e concludere con un messaggio simpatico di accettazione.

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17. Titolo: “Il Tulipano che Cantava Jazz”

Logline
In un giardino incantato, un solo tulipano emette musiche jazz di notte. Un’ortensia stonata tenta di sabotare l’insolito talento.

Trama composta da Scene

  1. Giardino della Contessa Flora: piante rigogliose, fiori colorati, ma di notte succede qualcosa di miracoloso.
  2. Un tulipano viola, soprannominato “Duke,” inizia a suonare con la sua corolla un malinconico sax immaginario.
  3. Gli altri fiori ascoltano incantati, mentre le lucciole fanno da lampadine da palcoscenico.
  4. Un’ortensia bianca, invidiosa, prova a sovrastare la musica emettendo suoni striduli.
  5. I passanti non sentono nulla, ma alcuni giurano di captare una melodia nelle notti di luna piena.
  6. Duke, modesto, non vuole litigare: “Ognuno ha la sua musica.”
  7. L’ortensia finge di collaborare, ma poi sparge polline tossico attorno al tulipano.
  8. Duke comincia a tossire, la musica si affievolisce.
  9. I fiori, preoccupati, cercano un rimedio: una rugiada speciale che guarisce i petali.
  10. Finalmente una ragazza, appassionata di piante, sente la strana vibrazione notturna e segue il suono.
  11. Scopre Duke appassito. Di sua iniziativa, versa una pozione di concime biologico.
  12. Il tulipano riprende vigore e intona un assolo jazz incredibilmente energico.
  13. L’ortensia, colpita da quell’armonia travolgente, capisce di aver sbagliato.
  14. Fa un passo indietro, chiedendo scusa. Duke l’accoglie e cerca di insegnarle qualche nota di “blues.”
  15. Il giardino si riempie di musica notturna, e la ragazza rimane a bocca aperta, portandosi via il ricordo di un concerto floreale irripetibile.

Come l’assurdità viene posta in risalto e perché funziona per un corto

  • Un fiore jazzista è un’immagine surreale, poetica e divertente.
  • In un corto, bastano poche sequenze per mostrare il giardino incantato e la rivalità musicale vegetale, con un impatto emotivo immediato.

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18. Titolo: “Il Museo dei Cassetti Svelati”

Logline
Una galleria espositiva dove i visitatori aprono cassetti che svelano mini-universi segreti. Chi resta troppo a lungo in un cassetto potrebbe non tornare più.

Trama composta da Scene

  1. Un edificio anonimo nasconde il “Museo dei Cassetti Svelati.”
  2. Al suo interno, pareti colme di cassetti di ogni dimensione.
  3. Ogni cassetto è un portale verso un piccolo mondo parallelo (un deserto infinito, un salotto d’epoca, un mare in tempesta).
  4. I visitatori, curiosi, aprono i cassetti e s’inoltrano con gli occhi in questi universi minuscoli.
  5. Alcuni coraggiosi si calano dentro, sparendo.
  6. Il custode del museo avverte: “Se restate troppo, rischiate di non tornare.”
  7. Una bambina apre un cassetto e trova un villaggio di folletti.
  8. Un uomo d’affari s’infila in un cassetto con una città futuristica, sparendo nel nulla.
  9. La gente inizia a preoccuparsi: “È arte o trappola?”
  10. Un giovane artista vuole entrare in un cassetto musicale: all’interno ci sono note fluttuanti e pianoforti volanti.
  11. S’immerge per comporre la melodia perfetta, rimanendoci ore.
  12. Alla fine, riemerge con un volto estasiato, portando con sé un frammento di musica impossibile.
  13. Il museo diventa una leggenda: alcuni cassetti conducono a meraviglie, altri a incubi.
  14. Nel finale, il custode rivela che i cassetti sono “specchi dell’anima,” ci si trova ciò che si cerca.
  15. L’ultima inquadratura mostra un nuovo visitatore che, con mani tremanti, apre il cassetto più piccolo di tutti, deciso a scoprirne il segreto.

Come l’assurdità viene posta in risalto e perché funziona per un corto

  • Un museo di cassetti “portali” è un concept altamente visionario e ricco di simbolismo.
  • In un cortometraggio, la rapida introduzione e la scoperta di uno o due cassetti bastano a immergere il pubblico nella magia.

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19. Titolo: “La Corsia dei Carrelli da Supermercato Dispersi”

Logline
In un quartiere, i carrelli del supermercato “fuggono” costantemente, creando una vera e propria corsia segreta nelle strade. Due adolescenti li inseguono per capire il mistero.

Trama composta da Scene

  1. Ogni giorno, decine di carrelli scompaiono dal parcheggio di un grosso supermercato.
  2. I dipendenti trovano le rastrelliere vuote, nonostante fossero colme la sera prima.
  3. Si vocifera di una “corrente magnetica” che trascina i carrelli per la città.
  4. Due adolescenti, curiosi e annoiati, si mettono a seguirne le tracce.
  5. Scoprono una stradina nascosta in periferia, piena di carrelli disposti a formare una sorta di passaggio.
  6. I carrelli si muovono da soli, come se possedessero un’energia viva.
  7. Ogni carrello suona in modo diverso, come campanellini di metallo.
  8. I ragazzi si avventurano e trovano un vecchio signore in mezzo alla “corsia”: dice di essere il “Pifferaio dei Carrelli.”
  9. Con un fischietto, li raduna e li conduce via dai supermercati, perché “i carrelli meritano libertà.”
  10. I ragazzi restano affascinati e decidono di aiutarlo a sistemarli in un’area sicura.
  11. Tuttavia, il supermercato manda guardie e furgoni per recuperare il “patrimonio rubato.”
  12. Una rocambolesca fuga su ruote: i carrelli sfrecciano rumorosamente, come in un inseguimento da film.
  13. Alla fine, il pifferaio libera i carrelli su una discesa che li porta al mare, dove scompaiono tra le onde.
  14. I ragazzi guardano la scena commossi.
  15. Si rendono conto che i carrelli non erano solo oggetti: erano simbolo di una rivolta silenziosa contro la routine consumistica.

Come l’assurdità viene posta in risalto e perché funziona per un corto

  • Carrelli da supermercato che si animano e creano una corsia segreta è un’immagine urbana e surreale.
  • In un corto, la durata limitata favorisce un ritmo veloce e un racconto poetico del “viaggio dei carrelli,” senza troppe spiegazioni.

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20. Titolo: “Il Karaoke delle Giraffe Stonate”

Logline
In una riserva naturale, le giraffe si divertono ogni sera a fare karaoke, cantando pezzi pop con voce altissima ma totalmente stonata. Uno zoologo curioso vuole filmarle per un documentario.

Trama composta da Scene

  1. Riserva Safari Karelo: uno zoologo, Stefano, studia il comportamento di un branco di giraffe particolarmente vivace.
  2. Al tramonto, sente suoni stridenti provenire dall’accampamento delle giraffe.
  3. Le giraffe… cantano! Una specie di karaoke ad alto volume, in versioni orrendamente stonate di canzoni pop.
  4. Stefano rimane incredulo: come possono animali con corde vocali così poco sviluppate produrre tali note?
  5. Armato di videocamera, cerca di avvicinarsi, ma le giraffe proteggono la loro “privacy sonora.”
  6. Una giraffa, la leader, tiene uno “spartito” di foglie su cui sembra esserci un testo musicale immaginario.
  7. Ogni giraffa, a turno, strilla con il collo allungatissimo, provocando echi nella savana.
  8. Stefano ride a crepapelle, ma vuole documentare il fenomeno per la comunità scientifica.
  9. Invita un produttore discografico per registrare i versi, sperando di vendere un disco “The Giraffes’ Best Hits.”
  10. Le giraffe, dapprima, si mostrano timide davanti ai microfoni, poi si scaldano e iniziano a ululare con passione.
  11. Il disco risulta inascoltabile, eppure un culto underground si forma, definendolo “il suono più alternativo del secolo.”
  12. Stefano diventa famoso come “lo zoologo pazzo,” mentre la gente si chiede se tutto sia un fake.
  13. Invece, la notte successiva, le giraffe continuano a fare karaoke, ignorando la fama umana.
  14. Il documentario finale mostra le creature al naturale, chiudendo con un “duetto” surreale tra Stefano e la giraffa leader.
  15. La riserva diventa meta di turisti che vogliono ascoltare le giraffe stonate, alimentando un fenomeno di assurdo successo.

Come l’assurdità viene posta in risalto e perché funziona per un corto

  • L’immagine di giraffe che fanno karaoke pop è intrinsecamente comica e incredibilmente assurda.
  • In un cortometraggio, si accentua l’effetto sorpresa e si può giocare con musiche e imitazioni di suoni, lasciando il pubblico stupefatto ma divertito.

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In conclusione:

In ognuna di queste 20 idee assurde, l’elemento surreale o inaspettato è il fulcro narrativo che cattura immediatamente l’attenzione. Nel formato corto, si può:

  • Introdurre subito la premessa paradossale senza doverla giustificare troppo.
  • Sviluppare un conflitto rapido che mostri l’assurdità in azione.
  • Concludere con un colpo di scena o una risoluzione ironica, valorizzando il nonsense creativo.

L’assurdità, se ben gestita, rende memorabile un progetto a basso costo, perfetto per un cortometraggio che voglia distinguersi in festival o piattaforme, regalando al pubblico un’esperienza breve ma fuori dall’ordinario.

 

2024 albero su mare v1 1200