Il Direttore della Fotografia, sia in un lungometraggio che in un Cortometraggio, deve interpretare la sceneggiatura e le intenzioni del regista; creare un'atmosfera utilizzare la luce per evocare emozioni e sensazioni; valorizzare l'immagine sottolineando gli elementi importanti della scena; in definitiva collaborare con il regista trovando un equilibrio tra la visione artistica del regista e le esigenze tecniche dell'illuminazione.
Di seguito viene descritta la procedura generale che un direttore della fotografia (DOP) segue per decidere come posizionare le luci su un set. Successivamente vengono forniti alcuni esempi di scene celebri, tratte da film noti per la loro fotografia, evidenziando le scelte illuminotecniche applicate.
Come Lavora il Direttore della Fotografia nel Posizionamento delle Luci
- Lettura della Sceneggiatura e Visione del Regista:
Il DOP studia la sceneggiatura e discute con il regista per capire l’atmosfera, il tono e le emozioni richieste dalla scena. Da questi elementi determina se serve un’illuminazione morbida, dura, calda, fredda, contrastata o diffusa. - Studio della Location e del Set:
Effettua sopralluoghi od analizza la scenografia in studio per comprendere quali sono le fonti di luce naturali (finestre, lampade presenti nella scena) e dove è possibile nascondere proiettori o pannelli. Esamina gli spazi, le texture delle pareti, i colori dei costumi, valutando come la luce verrà riflessa o assorbita. - Scelta dello Schema di Luce Principale (Key Light):
Identifica la fonte luminosa primaria che darà forma ai volti e agli oggetti. Decide se collocarla in posizione frontale, laterale o di tre quarti per ottenere determinati effetti sul soggetto. - Luci di Riempimento (Fill Light) e Controllo dei Contrasti:
Stabilisce se aggiungere una luce di riempimento per ammorbidire le ombre troppo nette create dalla key light. Può usare pannelli riflettenti, softbox o luci a bassa intensità per modellare il contrasto. - Back Light e Rim Light:
Valuta l’uso di luci posteriori (back light) o di bordo (rim light) per separare i personaggi dallo sfondo, creando tridimensionalità. - Luci d’Ambiente e Pratiche (Practical Lights):
Decide se incorporare luci presenti nella scena (lampade, neon, candele) come parte del disegno di illuminazione. Queste luci sceniche possono diventare key o fill light naturali, contribuendo al realismo dell'inquadratura. - Modellare la Direzione della Luce e i Colori:
Posiziona bandiere, diffusori, gelatine colorate per modificare la qualità e la temperatura di colore della luce. Controlla le ombre, la loro lunghezza, la durezza ed il tono complessivo dell’immagine. - Bilanciare la Continuità tra le Inquadrature:
Mantiene coerenza tra i vari piani: se in un campo lungo c’è una fonte laterale, anche nei primi piani la direzione e la qualità della luce devono essere coerenti con la scena precedente se non è cambiata l'ambientazione. - Test su Camera e Monitor:
Prima di girare, il DOP guarda attraverso la camera e sul monitor di controllo. Aggiusta l’intensità, la posizione delle luci, i filtri o le bandiere per raggiungere finalmente l’effetto desiderato. - Comunicazione con la Squadra Elettrica e Grip:
Naturalmente non fa tutto da solo: fornisce indicazioni ai gaffer, ai best boy (ovvero agli assistenti del capo squadra elettricisti) ed agli elettricisti su quali proiettori accendere, dove puntarli e con quale intensità. Coordina i grip per posizionare bandiere, reti, scrims e diffusori.
Esempi da Film Celebri
1. "Apocalypse Now" (1979 di Francis Ford Coppola; DOP: Vittorio Storaro - Oscar per la fotografia)
Scena famosa: L’incontro tra Willard e il Colonnello Kurtz.
Dettagli Illuminazione: Nella scena nella capanna di Kurtz, Storaro utilizza una luce key molto bassa proveniente dal basso e luci laterali molto scure, lasciando il volto di Marlon Brando per lo più in ombra, con solo poche porzioni illuminate per accentuare il mistero e l’ambiguità morale del personaggio. Il DOP decise di posizionare luci singole e controllate, spesso coperte da bandiere, per ottenere quelle ombre profonde.
2. "Il Padrino" (1972 di Francis Ford Coppola; DOP: Gordon Willis)
Scena famosa: L’ufficio di Don Vito Corleone.
Dettagli Illuminazione: Willis optò per una key light molto bassa e una fonte superiore, che creava ombre sulle orbite degli occhi dei personaggi, simboleggiando segretezza e potere oscuro. Le luci furono posizionate in alto, con tende socchiuse per filtrare la luce naturale, e bandiere per tagliare i riflessi, creando un ambiente cupo e contrastato.
3. "Lawrence d’Arabia" (1962 di David Lean; DOP: Freddie Young - Oscar per la fotografia)
Scena famosa: Lawrence in mezzo al deserto, controluce sul sole.
Dettagli Illuminazione: Nel vasto deserto, la luce solare naturale domina. Il DOP usò riflettori per riempire parzialmente le ombre sul viso di O’Toole, ma mantenne l’intensità della luce naturale. Il posizionamento era in gran parte strategico: controllare i riflessi del sole con pannelli bianchi a distanza, evitando l’uso di luce artificiale, sfruttando la “golden hour” per tonalità calde.
4. "Blade Runner" (1982 di Blade Runner; DOP: Jordan Cronenweth)
Scena famosa: Deckard nel suo appartamento, pioggia fuori dalle finestre.
Dettagli Illuminazione: Si utilizza una luce di taglio proveniente dalle persiane, creando linee di luce e ombra sul volto. Lampade pratiche (neon, insegne stradali) forniscono riflessi colorati. Cronenweth posizionò le luci dietro le veneziane ed usò la nebbia per diffondere i fasci di luce, usando gelatine per dare toni freddi e cianotici. La key light è quasi sempre morbida, con fill ridotto per accentuare il noir.
5. "The Revenant" (2015 di González Iñárritu; DOP: Emmanuel Lubezki - Oscar per la fotografia)
Scena famosa: Le sequenze nella foresta innevata.
Dettagli Illuminazione: Girato prevalentemente con luce naturale, Lubezki organizzò il set per sfruttare il sole a bassissima angolazione, spesso all’alba o al tramonto. Usava riflettori portatili per reindirizzare la luce sul volto di DiCaprio, evitando luci artificiali. Il posizionamento delle luci era in realtà un posizionamento degli attori in relazione al sole e a superfici riflettenti naturali.
6. "Il Labirinto del Fauno" (2006 di Guillermo del Toro; DOP: Guillermo Navarro - Oscar per la fotografia)
Scena famosa: L’incontro di Ofelia con il Fauno.
Dettagli Illuminazione: Navarro scelse di posizionare luci calde e soffuse per il mondo fantastico, con luci backlight morbide dietro i personaggi per creare contorni fatati. Piccole luci nascoste dietro elementi scenografici davano bagliori dorati. La key light era spesso laterale e bassa, per enfatizzare il mistero.
7. "Gravity" (2013 di Alfonso Cuarón; DOP: Emmanuel Lubezki - Oscar per la fotografia)
Scena famosa: Le scene nello spazio con riflessi sul casco.
Dettagli Illuminazione: Le luci furono simulate in studio, utilizzando LED intorno agli attori per ricreare la riflessione della Terra e del sole. Il DOP posizionò anelli di luce intorno alla camera, controllandone intensità e direzione con grande precisione, per rifletterle sul visore del casco. La key era spesso un proiettore frontale soft, con fill minimi, enfatizzando così l’isolamento nel vuoto.
8. "Birdman" (2014 di Alejandro González Iñárritu; DOP: Emmanuel Lubezki - Oscar per la fotografia)
Scena famosa: Corridoi nel backstage del teatro.
Dettagli Illuminazione: Lubezki utilizzò luci reali già presenti nella scena (lampadine, neon dei camerini) come fonti principali, integrandole con piccoli LED nascosti dietro elementi scenografici. Il posizionamento era studiato per mantenere continuità durante i lunghi piani sequenza, evitando stacchi. Fill minimo, backlight leggere per separare i personaggi dagli sfondi scuri.
9. "Il Pianista" (2002 di Roman Polański; DOP: Pawel Edelman - candidato all'Oscar)
Scena famosa: Gli interni dell’appartamento vuoto durante la guerra.
Dettagli Illuminazione: Edelman usò luci morbide provenienti da fuori della finestra, diffuse con teli e diffusori. Le key light erano piazzate all’esterno, simulando una luce naturale filtrata. Piccoli spot direzionati per creare ombre delicate sugli oggetti. Fill quasi inesistente, atmosfera malinconica.
10. "Inception" (2010 di Christopher Nolan; DOP: Wally Pfister - Oscar per la fotografia)
Scena famosa: La città onirica piegata su sé stessa.
Dettagli Illuminazione: Pfister posizionò luci di riempimento su gru per simulare una luce diurna surreale. Riflettori di grande potenza con diffusori per mantenere un’illuminazione ampia ma con un tocco di irrealtà. Contrasto moderato, con key morbida e fill sufficiente a evitare ombre dure.
11. "La Vita di Pi" (2012 di Ang Lee; DOP: Claudio Miranda - Oscar per la fotografia):
Scena famosa: La barca in mezzo all’oceano, luce lunare.
Dettagli Illuminazione: Miranda utilizzò un grande impianto di luci su gru attorno al serbatoio d’acqua nello studio. Key light simile a moonlight, con gel blu. Alcuni spot puntati a bassa intensità per riflettere sull’acqua e creare bagliori tremolanti. Diffusione pesante per rendere la luce morbida, evocativa.
12. "Her" (2013 di Spike Jonze; DOP: Hoyte van Hoytema - nomination all'Oscar)
Scena famosa: Gli interni caldi e avvolgenti dell’appartamento di Theodore.
Dettagli Illuminazione: Van Hoytema usò lampade normali con tonalità calde, posizionando delle luci vicine al suolo o ai lati per creare un ambiente intimo. Riflettori con gel arancioni per accrescere il senso di calore. Fill leggero per mantenere ombre morbide e rassicuranti.
13. "Road to Perdition" (2002 di Sam Mendes; DOP: Conrad L. Hall - Oscar per la fotografia)
Scena famosa: Sparatoria sotto la pioggia.
Dettagli Illuminazione: Hall piazzò forti luci dietro la pioggia per evidenziare le gocce nell’aria, creando così linee verticali di luce. Key light da dietro i personaggi (backlight) per creare silhouette drammatiche, fill quasi assente per una scena dal forte impatto contrastato. Luci puntate dal basso per evidenziare i riflessi sull’asfalto bagnato.
14. "Memento" (2000 di Christopher Nolan; DOP: Wally Pfister)
Scena famosa: Camera di motel illuminata da neon freddi.
Dettagli Illuminazione: Neon piazzati fuori campo per dare una luce fredda e clinica. Alcuni spot soffusi dietro tende per filtrare. Fill molto basso, ombre sul viso per trasmettere confusione e incertezza. Bandierature per evitare riflessi indesiderati.
15. "Il Filo Nascosto" (2017 di Paul Thomas Anderson; DOP: Paul Thomas Anderson e Robert Elswit)
Scena famosa: La casa-atelier di Woodcock, di mattina.
Dettagli Illuminazione: Luce naturale proveniente dalle finestre, integrata con softlight posti esternamente, diffusi con teli bianchi. Pannelli riflettenti all’interno per riempire le ombre sui volti, mantenendo un look delicato ed elegante. Key soft ed avvolgente, senza luci dure, per trasmettere raffinatezza.
In ciascuno di questi esempi, il direttore della fotografia ha studiato la scena, valutato le esigenze narrative ed emotive, scelto il tipo di luce (dura, morbida, calda, fredda), e posizionato le fonti luminose, i diffusori, le bandiere e i pannelli riflettenti in modo da ottenere l’atmosfera desiderata. Il lavoro del DOP è quindi un delicato equilibrio tra tecnica, arte e collaborazione con l’intera troupe.