Una categoria degli Academy Awards che, seppur considerata a livello ufficiale minore, attira sempre l’attenzione del grande pubblico, è quella del Miglior cortometraggio d’animazione. Che, a questi Oscar 2019, è stata vinta da Bao della Pixar. Già apprezzato dal pubblico nelle sale cinematografiche, dove era stato proiettato come corto introduttivo al recente Gli incredibili 2, Bao è diretto da Domee Shi, storyboard artist che aveva già lavorato a film come Inside Out e lo stesso sequel de Gli incredibili, e che fa parte anche del team di Toy Story 4, di prossima uscita. 

Non è tutto, perché Domee Shi, nata nel 1989 a Chongqing, nel Sichuan, in Cina, ma di nazionalità canadese, è la prima donna a dirigere un cortometraggio della Pixar. Un esordio al femminile decisamente col botto…

BAO, TRAMA DEL CORTOMETRAGGIO ANIMATO OSCAR 2019

Bao segue le vicende di una donna cino-canadese di mezza età che, trascurata dal marito, compie sola e annoiata le comuni faccende domestiche. Un giorno, però, qualcosa cambia. In maniera decisamente inaspettata.
A rivoluzionare la sua vita è un baozi (detto anche bao), ovvero una sorta di panino ripieno tipico della cucina cinese: dopo che la donna ne ha preparati vari, uno di questi prende vita e si comporta come un bebé.
La donna decide di adottarlo e prendersi cura di lui. E così, nutrito e accudito, il baozi cresce passando attraverso i vari stadi della “normale” vita di un uomo, fino a diventare un ragazzo fatto e finito che insegue la propria indipendenza.
È a questo punto che, dopo un colpo di scena, tutta la vicenda si delinea nei suoi contorni di allegoria. E Bao si rivela come un delicato e commovente corto d’animazione sulle relazioni familiari.

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