Un film racconta una serie di azioni che delle persone compiono in determinate situazioni. Per iniziare a scrivere una sceneggiatura bisogna avere un’idea di cosa si vuol far fare a queste persone, ai personaggi, di quali situazioni gli si vuole far affrontare, di quali luoghi gli si vuol far visitare. Nonostante tutti gli sforzi che uno scrittore può fare, è praticamente impossibile trovare un’idea assolutamente originale, riecheggerà sempre qualcosa di già visto in un altro film, o letto in un libro, o sentito in una canzone… L’importante, comunque, è non copiare, ma prendere spunto. Si può partire dalla stessa idea, dallo stesso punto di partenza, di un altro autore, per poi prendere tutt’altra direzione ed arrivare in un luogo completamente diverso. In parole povere: pur avendo una storia simile, il film può (e deve) essere completamente diverso. La storia non deve mai sembrare quella di un qualcosa di già visto, anche se spesso l’incrocio tra diverse cose già viste può sembrare persino qualcosa di nuovo. La storia deve sembrare una variazione interessante di un tema conosciuto. Non è mai buona idea, comunque, descrivere ciò che si scrive come “un incrocio tra questo e quello, con un po’ di quest’altro”. Questo vale in ogni campo della scrittura creativa, ma è vero soprattutto nel cinema.
Esistono milioni di modi diversi per sviluppare la stessa idea, quindi bisogna avere ben presente fin dall’inizio deve si vuole arrivare quando si inizia a scrivere. Facciamo qualche esempio di idea per dei film:
- Un ragazzo ed una ragazza si amano, ma sono costretti a tenere segreta la loro relazione.
- Un criminale, dietro la promessa della libertà, viene incaricato di recuperare un uomo che può salvare il mondo dalla distruzione.
- Un uomo torna dal regno dei morti per vendicarsi dei propri assassini.
- Durante una missione scientifica un gruppo di studiosi entra in contatto con una razza aliena sconosciuta.
- Ad un esperto poliziotto di colore viene assegnato un nuovo compagno, bianco e più giovane. I due si trovano subito invischiati in un complicato caso di omicidio.
Suonano familiari? Dovrebbero, perché la prima idea è quella che sta alla base di Romeo e Giulietta, ma è molto semplice e può essere facilmente adattata (e lo è stata) alle situazioni più diverse. La seconda è la storia di 1997: Fuga da New York, ma se specifichiamo che il prigioniero deve viaggiare nel tempo diventa quella de L’Esercito delle 12 Scimmie. La storia dell’uomo che resuscita è comune a Il Corvo ed al più recente Spawn, ma va detto che entrambi i film sono basati su dei fumetti. La terza è l’idea su cui si basa La cosa da un altro mondo, ma basta decidere di ambientarla nello spazio e diventa Alien. Infine possiamo ammirare la coppia di poliziotti bianco-nero sia in Arma Letale che in Seven.
Come potete vedere, dunque, le idee ricorrono, si riciclano, vengono copiate, ma vengono anche e soprattutto modificate. Quindi ricordatevi sempre che per quanto buona sia l’idea di partenza quello che conta veramente è il modo in cui viene sviluppata. Certo che se si parte da una buona idea…
Quando si ha la possibilità di scrivere ciò che si vuole si finisce spesso per fissare il foglio bianco per ore. La cosa migliore da fare, la prima regola dello sceneggiatore, è scrivere di ciò che si conosce, il che non vuol dire scrivere la propria autobiografia, ma piuttosto narrare la storia di un personaggio con cui abbiamo qualcosa in comune e che si muove in un ambiente simile a quello che conosciamo. Il protagonista del nostro film, che lo vogliamo o no, avrà sempre qualcosa in comune con noi, perché siamo noi a dargli vita, a decidere cosa deve dire e fare, ma queste somiglianze non dovrebbero essere l’aspetto principale del personaggio, a meno che non abbiamo avuto una vita veramente molto curiosa ed interessante.
Ma come si fa a sapere quando si ha un’idea veramente buona? Be’, all’inizio tutte le idee sembreranno buone, e quest’impressione si farà sempre più forte man mano che il tempo passa e quel dannato foglio continua a fissarci in tutto il suo candore. Bisogna cercare di dar libero sfogo alla propria fantasia, bisogna osservare tutte le idee che ci nuotano nella testa fino a che non abbiamo veramente l’impressione di aver pescato quella giusta. Allora prendiamo questa “grande idea” e guardiamola meglio. Ponetevi questa domanda: «È sufficiente per essere l’idea base del mio film?». Quanto più tempo ci avete messo per trovarla, tanto più il vostro “sì” sarà convinto. Bene, sappiate che un’idea sola non è mai sufficiente! Certo, ci sono un sacco di film “mono-ideistici” (e scusate il neologismo), ma nessuno di questi è veramente valido quando si pensa esclusivamente alla trama. L’idea centrale di un film dev’essere eccitante, affascinante e deve apparire diversa da tutto quello che si è visto o sentito fino a quel momento, e la vostra sceneggiatura dovrà essere piena zeppa di buone idee, soprattutto se ci sono scene d’azione. Per quanto grandi possano essere le esplosioni che vi immaginate, il pubblico le ha già viste. Per quanto rossi possano essere i vostri fiumi di sangue, il pubblico ne ha visti di più spaventosi.
Fino a questo punto, ed in genere anche quando la storia sarà completa, l’idea si potrà riassumere con una sola frase, con una sola immagine: la locandina che viene appesa fuori dai cinema. Molto spesso la locandina è sufficiente ad evidenziare le differenze che un film ha rispetto agli altri film che partono dalla stessa idea. Nel manifesto di Arma Letale si vedono Mel Gibson e Danny Glover spalla a spalla con le pistole in mano, mentre in quello di Seven erano riportati solamente i sette peccati capitali ed il titolo del film. Nel primo caso il film è incentrato su ciò che i protagonisti fanno, sul loro carattere e sul rapporto che si viene a creare tra di loro; nel secondo i due poliziotti agiscono in relazione a ciò che il “cattivo” fa, è lui che ha il controllo del film, anche se lo vediamo poco.
Cercate di visualizzare la locandina del vostro film. È interessante? È originale? È comprensibile? Se non vi sembra abbastanza interessante cercatene un’altra. Se assomiglia a quella di un altro film cercatene un’altra. Se non sapete come riassumere il film in una sola immagine cercatene un’altra. Di idea, non di locandina.
Scrivere un soggetto: Diamo per scontato che alla fine, dopo indicibili sofferenze, siate riusciti ad avere un’idea interessante e avete l’impressione di poterne veramente fare un intero film, perché avete anche delle altre idee su come sorprendere il pubblico ed evitare che si addormenti dalla noia. Prima di mettersi a scrivere la sceneggiatura vera e propria è meglio scrivere la scaletta del film, il soggetto. In pratica si tratta di decidere che tipo di persone volete che i vostri personaggi siano, quali sono le loro caratteristiche principali, dove volete che l’azione si svolga e cosa questi personaggi dovranno fare, quali problemi si troveranno ad affrontare.
Capita spesso di lavorare ad una sceneggiatura insieme ad altre persone. L’equazione per cui più teste pensano, più brillante sarà il risultato non è sempre vera, anzi è spesso vero il contrario: può capitare di trovarsi in disaccordo, di avere visioni opposte dello stesso problema, di interpretare in maniera diversa i personaggi. Questo succede soprattutto se non si ha molta familiarità con i propri compagni di lavoro, o se si è abituati a lavorare da soli, in piena libertà. Il pericolo maggiore, in questi casi, è quello di cercare di imporre sempre le proprie idee, perché a questo punto anche gli altri vorranno fare lo stesso ed il risultato finale sarà una sceneggiatura eterogenea e discontinua. Come lo si può evitare? Beh, innanzitutto bisogna entrare nell’ordine di idee che questa volta si fa parte di una squadra e che bisogna giocare con gli altri, insieme agli altri. Bisogna mettersi in testa che anche gli altri possono avere buone idee, e che anche noi possiamo averne di cattive. Potrà capitare che più di una persona pensi di avere l’idea giusta per sviluppare una scena, potrà capitare che entrambe le idee siano valide, ma potrà anche capitare che nessuna di queste lo sia veramente. Una cosa molo utile da fare quando si scrive in gruppo è porsi tutte le domande che una scena ci suggerisce, questo perché ognuno potrebbe avere dei dubbi diversi da quelli degli altri sull’effettiva efficacia di una scena. Portare all’attenzione degli altri questi dubbi aiuterà senz’altro a trovare la soluzione per i problemi che nascono mano a mano che si scrive. La regola fondamentale dello scrivere in gruppo ve l’ho già detta: bisogna essere un giocatore di squadra.
Anche se la cosa appare contestabile il modo migliore per dare un buon ritmo alla storia è dividere lo sviluppo dell’azione in tre parti, in tre capitoli:
- un’introduzione, in cui vengono presentati i personaggi principali, in cui si fa capire come e dove vivono e si inizia a presentare il problema che dovranno affrontare nel corso del film;
- una parte centrale dell’intreccio, in cui questo problema si sviluppa, sconvolgendo la vita dei personaggi. In pratica è il momento di sviluppare la vostra “grande idea”;
- un finale, in cui i personaggi risolvono (o forse no) la situazione in cui si erano venuti a trovare e si concludono anche le sottotrame, le idee secondarie che avevate inserito nel film.
Soprattutto siate ben sicuri di avere qualche idea interessante per ognuno di questi capitoli e di avere un deciso cambio di situazione approssimativamente a metà film. Come ho detto questa tecnica appare molto contestabile, ma deriva direttamente dal teatro dell’antica Grecia e se praticamente tutti i film sono scritti seguendo questo procedimento, una sua efficacia dovrà pur averla. Non fatevi troppi problemi, comunque: siamo talmente abituati a vedere e leggere storie strutturate in questo modo che finirete per scrivere il vostro soggetto rispettando questa regola, anche se potreste persino non rendervene conto.
Se state scrivendo una cosa in piena libertà, un “soggetto originale”, non fatevi problemi a dar libero sfogo alla vostra fantasia. Non chiedetevi se una scena è realizzabile, quando costerebbe o come bisognerebbe costruire il set in cui girarla, non sono problemi vostri. Chiedetevi piuttosto se la scena è plausibile, se è importante all’interno del film, e soprattutto se è interessante. Se avete l’impressione che serva solo per allungare il brodo, mettetela da parte e sperate di non averne bisogno. Non buttatela via, però, perché potreste averne bisogno: nello sviluppo della sceneggiatura, infatti, potreste decidere di cambiare un po’ la storia e finire per avere bisogno proprio di quel tipo di scena.
Quello che avete in mano a questo punto è più o meno la trama del film. È molto importante che la storia possa realmente interessare chi legge, e che possa anche interessare lo spettatore tipo, deve succedere qualcosa che valga la pena di narrare in un film. Ora immaginate di parlare con dei vostri amici di ciò che avete appena scritto. Sarebbero interessati? Vorrebbero saperne di più? Vorrebbero leggere la sceneggiatura? Siate onesti con voi stessi, mentire a questo punto sarebbe come mentire scrivendo sul vostro diario.
Se la vostra storia ha la possibilità di interessare qualcun altro al di fuori di voi e di vostra mamma potete iniziare seriamente a dar vita ai vostri personaggi. A questo punto del lavoro dovete occuparvi solo del vostro protagonista, ed eventualmente di un personaggio non protagonista che è comunque molto importante nell’economia del film, in genere il “cattivo” di turno. Gli altri li “disegnerete” man mano che faranno la loro apparizione nella storia. Iniziate col fare una lista di tutto ciò che il pubblico ha bisogno di sapere sul vostro protagonista, sottolineate le cose che il pubblico deve sapere subito, ed infine fate una lista di quello che non volete dire al pubblico, ma che comunque condizionerà la psicologia, e quindi le azioni, del vostro protagonista. Fate in modo di avere bene in mente le sue abitudini, i posti dove gli piace andare, il suo modo di parlare, il tipo di persone che gli piace frequentare. Quando avete messo su carta tutte queste cose e siete sempre convinti di quello che volete far fare ai personaggi, siete pronti per iniziare a scrivere la sceneggiatura.
Di Alberto Cassani Testo introduttivo al corso di “Introduzione al linguaggio cinematografico” per la scuola media inferiore “L. Pirandello” di Sedriano (MI) anno scolastico 1997/98