sofia loren e Vittorio De Sica"Interessante" diceva Vittorio De Sica, fingendo di seguire le mie parole. In realtà mi osservava con il suo terzo occhio, quello allenato a scovare l'attore dietro l'apparenza, il talento naturale dietro la banalità di un curriculum snocciolato con diligenza. Mentre mi affannava a fare bella figura, lui non si sbilanciava, restava fermo aspettando di capire. E io, per quanto onorata della sua attenzione, mi convinsi che non se ne sarebbe fatto nulla. "Torna cu' 'e piedi pe' terra, Sofi', 'e suonn' nun servono a niente" mi dissi. Eppure, avrei già dovuto sapere che niente accade se non si ha il coraggio di sognare.
Ed ecco, all'improvviso la sorpresa che taglia il mazzo e scopre la carta vincente. Quando ormai mi ero rassegnata, come un prestigiatore Vittorio mi spiazzò passando improvvisamente al tu: "Domani parti per Napoli girerò un film a episodi, tratto da una raccolta di racconti di Giuseppe Marotta, lo scrittore napoletano. Il cast è di eccellenza."
Io stavo lì a guardarlo stupefatta, come un bambino al quale si spalanca all'improvviso la porta di un negozio di giocattoli.
"Uno degli episodi ruota intorno a una ragazza che si chiama Sofia" continuò lui con una misteriosa tranquillità. "È tale e quale a te, non ci vuole un provino per capirlo. Ti faccio preparare il biglietto del treno."
Che dovevo fare? Gli dissi di sì.

Sofia Loren

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