volere volare di nichettiVolere volare” (1991) è una commedia italiana diretta e interpretata da Maurizio Nichetti, in cui si mescolano elementi di live action e animazione, creando un prodotto cinematografico insolito e originale. Il film narra la storia di un doppiatore di effetti sonori che, per una serie di situazioni surreali, inizia a trasformarsi progressivamente in un cartone animato. Questa fusione tra mondo reale e fantasia dà vita a una commedia leggera ma ricca di sottotesti sul rapporto con la creatività, l'amore e l'accettazione di sé. Di seguito, un'analisi per approfondire i temi principali di “Volere volare” e trarne insegnamenti, oltre a evidenziare i punti positivi e quelli critici.

Genesi e Contesto

Il film nasce all’inizio degli anni ’90, periodo di fermento nel cinema italiano, dove registi come Maurizio Nichetti sperimentavano formati ibridi. La produzione mescola tecniche di animazione (a cura dell’animatore Guido Manuli) con interpretazioni live action, restituendo un effetto di commistione tra la fantasia e la quotidianità. L’impianto narrativo risulta così originalissimo per l’epoca, eppure capace di connettersi a un pubblico ampio, grazie ai toni ironici tipici della commedia all’italiana.

Trama in Sintesi

Maurizio (interpretato dallo stesso Nichetti) è un professionista specializzato in doppiaggio di effetti sonori, che vive in modo meticoloso e metodico. Improvvisamente, alcuni dettagli del suo corpo cominciano a trasformarsi in cartone animato, costringendolo a fare i conti con una realtà assurda. L’incontro con Martina, una giovane donna intraprendente, segna l’inizio di un viaggio sentimentale e surreale, dove l’amore si intreccia all’accettazione della diversità e alla ricerca di un equilibrio tra reale e fantastico.

La Visione di Maurizio Nichetti

Maurizio Nichetti, regista e interprete del film, proviene da un background di mimo e di scrittura comica. Questa matrice teatrale emerge nella pellicola, poiché Nichetti dà grande importanza al gesto, al corpo e a situazioni che sfociano talvolta nella comicità fisica. Nichetti elabora un cinema che, pur essendo leggero, mette in scena sperimentazioni formali: la contaminazione tra film e animazione rappresenta una voce originale nel panorama cinematografico italiano.

Approccio Sperimentale tra Live Action e Animazione

Prima di addentrarci nei dettagli, consideriamo come “Volere volare” utilizzi la tecnica dell'animazione integrata con attori in carne e ossa. Gli effetti di animazione, di solito visti in contesti più fantasiosi (cartoni, film per bambini), qui diventano una metafora di un disagio interiore o di un’estremizzazione comica della realtà. La linea sottile tra uomo e cartone fa emergere riflessioni su identità e creatività, mantenendo un tono scanzonato.

Divisione tra Mondo Quotidiano e Mondo Fantastico

Nel film, la quotidianità di Maurizio (fatta di piccole routine, lavoro di doppiaggio, incontri sentimentali) viene interrotta da episodi surreali: una mano che diventa animata, poi un braccio e così via. Questo contrasto crea una tensione comica: lo spettatore si chiede come e perché ciò avviene, seguendo la scoperta insieme al protagonista.

La Trasformazione come Metafora

In questa sezione, è bene sottolineare che la graduale trasformazione di Maurizio in cartone animato può essere vista come metafora di una fuga dalla realtà, o di una riscoperta di una dimensione creativa e infantile. Il protagonista è costretto a confrontarsi con la paura del cambiamento, dovendo accettare una parte di sé che esula dal razionale.

Tematiche Principali

  1. Amore e Accettazione: La relazione tra Maurizio e Martina si sviluppa nonostante il caos di questa metamorfosi. L’altro deve accettare le stranezze, i difetti e le trasformazioni che avvengono.
  2. Creatività e Fuga: La metamorfosi può simboleggiare la necessità di evadere da una realtà troppo rigida e metodica, trovando rifugio nell’arte (animazione).
  3. Dualismo Reale-Fantastico: Il film insiste sul confine sottile tra la vita quotidiana e la magia della creatività, dove la linea di separazione si confonde.

L’Amore come Forza Stabilizzante

La figura di Martina diventa la forza motrice che aiuta Maurizio a non perdere completamente il controllo, a capire che, pur diventando “altro,” può ancora stabilire rapporti umani e sentimentali. Questo amore, vissuto come reciproco supporto, offre un punto di vista su come un partner possa accogliere e guidare la differenza.

Risonanza e Ricezione del Film

All’uscita, “Volere volare” suscitò curiosità e apprezzamento per la sua originalità: non era comune, all’epoca, incontrare film italiani che integrassero segmenti di animazione con attori veri. In parte, fu un successo di critica per l’estro creativo, anche se non raggiunse un pubblico di massa vastissimo come alcune commedie più canoniche. Rimase, comunque, un esempio di fantasia e artigianato cinematografico italiano.

Impatto sulla Commedia Italiana

“Volere volare” non scardina il genere commedia, ma lo arricchisce con un taglio surreale. Ha ispirato successivamente alcuni autori a sperimentare commistioni tra live action e cartoon, pur rimanendo un caso piuttosto unico nella cinematografia nostrana.

Punti Positivi del Film

  1. Originalità dell’idea di fondere animazione e recitazione tradizionale.
  2. Approccio leggero e surreale: un tono comico che avvicina gli spettatori.
  3. Interpretazione di Maurizio Nichetti: autoironica e fantasiosa.
  4. Personaggi bizzarri e situazioni grottesche, coerenti con l’estetica del regista.
  5. Riflessione metaforica: la trasformazione in cartoon come simbolo della libertà creativa.
  6. Effetti speciali (per l’epoca) artigianali ma ben integrati.
  7. Sceneggiatura agile e a tratti poetica nei dialoghi.
  8. Humour visivo: gag fisiche, momenti di mimo, interludi musicali.
  9. Colonna sonora spensierata, che segue l’atmosfera giocosa.
  10. Messaggio sull’accettazione delle differenze e delle stranezze di ognuno.
  11. Equilibrio tra la componente sentimentale e quella comica.
  12. Utilizzo creativo dei suoni (il protagonista è doppiatore di effetti sonori), che dona peculiarità.
  13. Camei o situazioni secondarie che arricchiscono il tessuto narrativo.
  14. Ambientazione urbana italiana, che dona un sapore domestico e riconoscibile.
  15. Ritmo narrativo abbastanza serrato, senza eccessive cadute di tensione.
  16. Messaggio di ottimismo: la stranezza non è un difetto ma può diventare forza.
  17. Coerenza con la poetica di Nichetti, che ama unire realismo e fantasia.
  18. Buona chimica tra i personaggi principali (Maurizio Nichetti e la co-protagonista).
  19. Controparte animata realizzata in modo divertente e memorabile.
  20. Influsso su altri film italiani, che hanno visto in questo esperimento una strada percorribile per la sperimentazione.

Punti Critici

  1. Narrazione frammentaria: per alcuni spettatori, la trama appare episodica e non lineare.
  2. Tono infantile: la commistione cartoon può sembrare eccessivamente giocosa per chi cerca un realismo maggiore.
  3. Effetti speciali limitati: secondo gli standard odierni, l’animazione e gli effetti paiono datati.
  4. Sviluppo personaggi secondari non sempre approfondito a dovere.
  5. Mix di generi (commedia romantica e surreale) a volte disorienta chi preferisce codici più netti.
  6. Momenti ripetitivi con gag visive che rallentano la progressione della storia.
  7. Sottotesti poco esplorati: la trasformazione animata poteva essere approfondita come metafora psicologica più incisiva.
  8. Finale leggermente sbrigativo: la risoluzione appare facile, poco elaborata.
  9. Fascia di pubblico di riferimento non ben definita: alcuni adulti trovano la fantasia eccessiva, alcuni bambini non colgono i sottintesi.
  10. Economia di produzione: budget ristretto si percepisce in alcune scene con location limitate.
  11. Dialoghi a tratti didascalici, che descrivono anziché mostrare.
  12. Interazioni sentimentali non sempre sviluppate con profondità.
  13. Stile registico di Nichetti, seppur geniale, rischia di piacere solo a una nicchia di amanti del surreale.
  14. Temi universali (accettazione di sé, amore) che avrebbero potuto avere un respiro più ampio.
  15. Gestione tempi comici: alcuni sketch funzionano, altri appaiono forzati o retrò.
  16. Approccio artigianale di animazione può apparire obsoleto alle generazioni attuali.
  17. Conflitto interno del protagonista talvolta risolto con troppa leggerezza.
  18. Alcune linee narrative parallele (ad es. contorno di amici o parenti) appena abbozzate.
  19. Titolo che, pur evocativo, non chiarisce subito la natura ibrida di film e animazione.
  20. Film non facilmente catalogabile per festival di genere, e questo ne ha limitato la diffusione.

“Volere volare” è quindi una commedia anomala del panorama italiano, dall’anima fortemente sperimentale e poetica, che invita lo spettatore a una riflessione su come la fantasia e l’assurdo possano dialogare con il quotidiano. Da questa pellicola si può apprendere:

  • La potenza del mescolare formati diversi (animazione + live action).
  • Il coraggio di proporre una commedia fuori dai canoni, in grado di parlare di accettazione, di amore e di identità.
  • Il valore di un’estetica artigianale, lontana da effetti digitali patinati.

Nonostante qualche limite, “Volere volare (1991)” resta un esperimento creativo capace di ispirare giovani cineasti e di testimoniare un momento di grande libertà espressiva nel cinema italiano. Per chi è in cerca di un film che esalti la fantasia e che affronti con leggerezza il tema dell’incontro tra realtà e immaginazione, quest’opera rimane un piccolo gioiello da riscoprire.