LA GUERRA DEL RE

Sceneggiatura per un corto

Prima sequenza

EST. GIORNO, aperta campagna.

E' il 9 settembre del '43, un soldato italiano è in fuga per far ritorno a casa.

Visibilmente stanco e provato, scorge in lontananza un casolare : vi si avvicina , sperando di trovarvi ristoro. Un anziano contadino, segaligno e dalla barba bianca, esce dal fienile con un forcone in mano. Alla vista del soldato si ferma d'un colpo, si porta una mano sulla fronte per pararsi dal sole, poi stringe un po' gli occhi. Ora lo vede meglio, pare lo riconosca addirittura e con la gioia in corpo e sul viso gli corre incontro. Il soldato, spaventato dal forcone, indietreggia. L'anziano ormai gli è praticamente addosso, lo abbraccia, lo bacia, lo stringe a sé, senza riuscire a parlare. Il soldato, capite le buone intenzioni, cerca di calmarlo con un occhio al forcone.

SOLDATO

Calma! Calma! Sì, si sei contento va bene ma stai buono!

E posa 'sto forcone, su!

L'anziano si placa un po', non gli risponde e lo conduce dentro casa.

Abitazione anziano, INT. GIORNO.

L'ambiente è quello umile di un comune casolare di campagna: un unico stanzone dai muri grezzi, arredato con vecchi mobili in legno, con la zona notte delimitata da una tendina e divisa tra due angoli. Una volta dentro i due si siedono attorno al tavolo, l'anziano manda giù un bicchiere di vino e ritrova la parola, mentre l'euforia lascia il posto alla commozione.

ANZIANO

Finalmente! Quanto tempo c'è voluto!

( pausa)

Quanto tempo c'è voluto? Ho perso il conto…

Ma la speranza no, tu dovevi tornare! Lo vedi… mo mi fai commuovere mannaggia, il tuo letto sta là, i vestiti, il

rasoio: ti stavamo aspettando tutti quanti! Ma tu mo

come stai? C'hai fame? E che fai non parli più? Mannaggia!

'Na parola sola mi devi dire, una sola… se non me la dici tu…

Il soldato gli risponde col timore di sbagliare, tant'è che la sua è quasi una domanda.

SOLDATO

Papà(?)

L'anziano lo abbraccia forte, fino a fargli male. Il soldato lo asseconda e si pregusta il pranzo di bentornato.

ANZIANO

Mica mi sembra vero che stai qua con me, che ti posso

toccare, vedere…

Gli tira un pizzicotto, il soldato strilla per il dolore!

ANZIANO

Allora non è un sogno! EH! EH!

Durante il pranzo, tra una fetta di pecorino e l'altra, il soldato risponde alle domande incalzanti del padre.

ANZIANO

Dimmi un po': quanti ne hai mandati di bastardi

sottoterra eh?

Il soldato gli risponde di getto, con la bocca piena di prosciutto e di vin rosso.

SOLDATO

Papà, io stavo nella banda militare: suonavo i piatti!

Alla risposta l'anziano sbotta infastidito

ANZIANO

Come sarebbe, non hai combattuto?

SOLDATO

Eeee… come no papà! Stavo nella banda, sei mesi fa mi

sono fatto trasferire al fronte e lì ho fatto un macello,

credimi!

ANZIANO

Sì, ma quanti ne hai fatti fuori? Un centinaio?

SOLDATO

Anche di più!

ANZIANO

Mamma mia! …

(abbassando la voce)

Senti un po'… maaa

(strizzando l'occhio e ruotando la mano a mo'

di mestolo)

...eh?

SOLDATO

Che cosa?

ANZIANO

(sgomitando)

Come?!

SOLDATO

Aaah! Papà: bionde, rosse, brune…

ANZIANO

Pure le rosse?! Ih ih ih! Che soldato valoroso!

Una pacca sulla spalla del “figlio” chiude la fiera dell'orgoglio paterno. Mentre il soldato riposa satollo sul letto, il vecchio tira fuori da un cassetto una cornice con una foto del figlio, quello vero. La spolvera, la lucida, poi contento si siede accanto all'intruso.

Per alcuni istanti continua a vedere nella foto l'immagine del soldato, ma poco dopo l'allucinazione svanisce. Ora ci vede chiaro: la foto ritrae un ragazzo grassoccio con una roncola tra le braccia.

Il soldato viene bruscamente risvegliato dalla canna gelida di un fucile, quello dell'anziano in preda all'ira.

ANZIANO

Porco di un impostore! Vi siete messi d'accordo per

farmi impazzire eh?

SOLDATO

Ma che d'accordo oh! Posi quel fucile!

ANZIANO

No, no! Quell'altro se l'è scampata, ma tu no! Mettiti

al muro verme!

L'anziano col fucile lo spinge verso il muro, il soldato fa fatica a stare in piedi, trema e lo implora.

SOLDATO

No, che fa, NOOO!!!

Il vecchio preme il grilletto del fucile che per fortuna è scarico! Il soldato ne approfitta per scappare.

Cortile casolare, EST. GIORNO.

Colui che credeva di aver ritrovato suo figlio esce fuori, di corsa, poi s'inginocchia a terra e piange rivolto al cielo, con la disperazione in corpo.

ANZIANO

Basta! Basta! …BASTAAAAAA!

SECONDA SEQUENZA

EST. GIORNO. Centro storico di un paese.

Il soldato vaga per le stradine deserte di un paese, girato l'angolo si trova di fronte un soldato tedesco, armato, appoggiato al muro, con un sorriso immobile quasi fosse di cera. L'italiano timidamente accenna un saluto, quello nazifascista, cerca di superarlo ma il tedesco con un balzo lo abbraccia ed inizia a ballare: è chiaramente ubriaco. L'italiano lo asseconda nel ballo. E poi nel canto.

TEDESCO

Hamm!

SOLDATO

Che c'hai fame?

TEDESCO

(canta “Funiculì funiculà”)

Naint! Hamm hamm, hamm hamm ha! (2 volte)

Funikulì, funikulà, funikulì, funikulaaaaaa

Hamm hamm ha, funikulì funikulà!

Una signora anziana in quel momento si affaccia dal suo balconcino: è inviperita per il gran baccano

ANZIANA

(gridando come un ossesso)

Cristo benedetto zittiiiii! OOOOH! Non posso dormiiiì!

Il tedesco continua a cantare invitando anche l'anziana donna a farlo, ma questa d'un tratto rientra in casa. Poco dopo si riaffaccia spianando un fucile da caccia. L'italiano tira per un braccio il tedesco per fuggire via. Pochi istanti dopo la donna spara, prima un colpo, poi un secondo. L'italiano, girato l'angolo, si ferma, si appoggia al muro sfinito, poi si volta verso il tedesco: anche lui ha girato l'angolo, ma è riverso a terra, il fuoco lo ha colpito. L'italiano gli va incontro: c'è ancora vita in quel corpo. Poi si allontana per cercare aiuto.

TERZA SEQUENZA

EST., INT. GIORNO. Stradina del paese, abitazione di due paesani.

Il soldato, percorsi una ventina di metri, bussa ad una porta, poi la apre senza aspettare risposta. All'interno c'è solo un anziano signore, seduto su una sedia, un po' accasciato e con lo sguardo vispo ed immobile. IL soldato, trafelato per l'accaduto, cerca di spiegarsi.

SOLDATO

Scusate, hanno sparato a un soldato, a un tedesco,

se mi aiutate lo salviamo: è ancora vivo, lo portiamo

da un medico non so…

L'anziano non batte ciglio, continua a fissare il soldato un po' guardingo e senza rispondergli. Il soldato lo implora.

SOLDATO

Vi prego aiutatemi!

Nulla: l'anziano non si scompone.

SOLDATO

(fuori di sé)

OOOOH! L'avete capito che c'è un ragazzo che sta

morendo o no? ALZATEVIII!

All'improvviso l'anziano scoppia a piangere a squarciagola come un bambino. Il soldato è sempre più confuso. Poco dopo entra nella stanza un donnone sulla sessantina: una specie di donna dall'aspetto sciatto, con i capelli unti ed appesi e con un vocione minaccioso.

DONNONE

Ma che è successo? Ma che gli hai fatto?

IL soldato si precipita nel risponderle per evitare malintesi.

SOLDATO

Io? Niente! Signora la prego…

Il donnone interrompe il soldato e zittisce l'anziano con un tarallo zuccherato.

DONNONE

Tieni papà, ti do il tarallo su!

SOLDATO

(alzando la voce)

La prego signora, sia gentile: c'è un soldato che

sta morendo qui fuori! Dobbiamo chiamare il medico,

MI AIUTI!

DONNONE

Ma che ti strilli, oh! E perciò l'hai fatto piangere

'sto povero vecchio! Non ti vergogni?

SOLDATO

IO? Ma vergognatevi voi! Sentite, se non mi aiutate

vi faccio arrestare! Capito?

DONNONE

Sì!

Il donnone si assenta un attimo, il tempo di ritornare col fucile in braccio.

DONNONE

Un attimo che lo carico, eh!

Ma il soldato è già scappato.

QUARTA SEQUENZA

EST. GIORNO. Centro storico del paese.

Il soldato ritorna dal tedesco, in lontananza vede un ragazzo corpulento chino su di lui: pare lo stia soccorrendo. Una volta vicino l'italiano s'informa sulle condizioni del soldato ferito.

SOLDATO

(trafelato)

E vivo?

Il ragazzone gli risponde di no col capo e con dei suoni gutturali: è sordomuto. Cerca di spiegargli qualcosa, ma l'italiano non capisce. Poi fa per estrarre l'interno delle tasche del tedesco mostrando, anche a gesti, come siano vuote; e lo stesso fa con i taschini della divisa: “Non ho trovato niente” sembra dire il sordomuto, uno sciacallo di guerra in realtà. Il soldato, capite le sue intenzioni, estrae la pistola del tedesco dalla fondina e gliela punta in testa.

SOLDATO

(con rabbia)

Vattene… VATTENEEE!

Lo sciacallo sordomuto scappa via impaurito, l'italiano lo tiene sotto tiro e nel frattempo si allontana, poi si volta e se ne va.

Poco dopo lo ritroviamo nei pressi della chiesa del paese, sembra in stato di shock, cammina lentamente con lo sguardo perso in avanti. Un frate, in quel momento sul sagrato, lo chiama.

FRATE

(con un accento vagamente partenopeo)

Figliuolo… figliuolo!

Ma il soldato prosegue il suo cammino. Il frate insiste con fare divertito.

FRATE

Soldato alt! Dietro front!

Il soldato si ferma, si volta… e poi sviene.

FRATE

(rimanendo sul posto)

Uh Gesù… e che soldato è questo?

QUINTA SEQUENZA

INT. GIORNO Sacrestia della chiesa.

Il frate cerca di far rinvenire il milite a suon di buffetti sulle guance, poi, visto l'insuccesso, prova con uno schiaffone. Finalmente il soldato rinviene, è chiaramente confuso.

FRATE

Ah, ce ne hai messo di tempo però eh?

SOLDATO

(confuso)

Dove sto?

FRATE

Stai da me, non ti preoccupare! Mo per qualche giorno

ti faccio stare in casa della sacrestana, poi quando

ti sarai ristabilito, bello bello, vedremo di riprendere

i contatti.

SOLDATO

Con chi?

FRATE

Uh, Gesù! I contatti con i tuoiii… come si dice?

SOLDATO

Parenti?

FRATE

Nooo, qua' parenti! I contatti con il fronte, col

comando, con i tuoi superiori toh!

SOLDATO

(con aria confusa)

Ma la guerra è finita…

FRATE

(compiaciuto)

Finita?… Sospesa! La guerra non può finire figliuolo:

è la cosa più umana che c'è! Eh, la natura dell'uomo

è cacciatora! E se non si va a caccia non si mangia.

E se non si mangia muori! E fai peccato, perché la

vita è un dono che il cielo ti fa. Vuoi fare peccato

tu?

In quel momento , alle spalle dei due, entra la sacrestana.

FRATE

Uuuh! Ecco la sacrestana nostra!

Il soldato si volta per vederla e getta uno strillo: quella donna è l'assassina del tedesco!

Poi, in preda al panico, si allontana per guadagnare l'ennesima via di fuga.

FRATE

Vuè, e che ti prende?

SOLDATO

Quella è un'assassina…

FRATE

(gridando)

Ma come ti permetti? Questa è una pia donna! Te

lo dice fra' Pacifico hai capito?

Sulla battuta del frate, il soldato taglia la corda.

SESTA SEQUENZA

Ritroviamo il soldato nelle vicinanze di una casetta ordinata e graziosa. E' assetato, affamato, stanco, provato psicologicamente per gli “spiacevoli” incontri, ma nonostante tutto decide di chiedere ospitalità. Ad aprire la porta è una signora di mezza età, dalla

carnagione chiarissima e dallo sguardo disteso e rassicurante.

SIGNORA

Buongiorno!

La voce della donna è serena, gentile, come quella di una suora di clausura.

SOLDATO

Signora mi scusi, sto cercando di ritornare a casa,

è più di un giorno che non mangio: avrebbe qualcosa

da darmi?

La donna appare subito dispiaciuta.

SIGNORA

Certo! Entri pure!

SETTIMA SEQUENZA

INT. POMERIGGIO Abitazione signora.

Il soldato è seduto a tavola: finalmente può ristorarsi con tranquillità sotto lo sguardo dolce della donna.

SIGNORA

Le piace?

SOLDATO

Scherza? E' ottimo!… Signora lei mi sta ridando

la vita! Ne ho passate più oggi che in un anno

di guerra!

SIGNORA

(con aria ingenua)

La guerra del re?

SOLDATO

(incuriosito)

Del re?… Diciamo così!

SIGNORA

(triste)

Che brutta cosa però… Senta, e se nessuno si

presentasse alla guerra del re?

SOLDATO

(un po' spiazzato)

ma non è possibile, è un obbligo…

SIGNORA

No, ma io dico proprio nessuno. Tutti che dicono:

Non si va alla guerra del re!”

SOLDATO

Bé certo, se proprio nessuno si presentasse… non

si farebbe la guerra…

SIGNORA

Lo prende un bicchierino di anisetta?

SOLDATO

Volentieri!

La donna prende dal ripostiglio una bottiglia scura, poi fa per versarla in un bicchierino posto sul tavolo, ma dalla bottiglia non esce nulla.

SIGNORA

Oh mi scusi, ero sovrappensiero…

Poi prende un'altra bottiglia, la versa, ma anche da questa non esce nulla.

SIGNORA

Le stavo versando il rosolio, prego beva!

Il soldato, per alcuni istanti la fissa sconcertato, ma la signora gli sorride, vuole che provi la sua anisetta. Così, preso il bicchierino vuoto, il soldato sceglie di bere quel liquore inesistente e poi, sorridendole, commenta.

SOLDATO

Non se ne trovano di anisette così buone signora!

I due si avviano verso la porta.

SIGNORA

Troppo gentile! Quando si trova da queste parti mi

venga a trovare, la signora Alba è sempre qui, da

quando è nata!

SOLDATO

(a malincuore)

Tornerò senz'altro! Le confesso che ho paura di

tornare lì fuori…

SIGNORA

(dolcemente)

Si faccia forza: c'è chi la sta aspettando e poi…

ci sono tante belle cose lì fuori e lei ha la fortuna

di gioirne più di me!

L'incontro si conclude sul limitar della porta, con un abbraccio forte e commosso.

OTTAVA SEQUENZA

EST. SERA TRAMONTO.

Il soldato, rincuorato, riprende il suo cammino. Tira fuori da una tasca una cicca di sigaretta, poi cerca i fiammiferi nell'altra senza trovarli, prova nella fondina, lì ci sono ma non c'è la pistola d'ordinanza del tedesco. Lo assale un presentimento agghiacciante: deve averla dimenticata a casa della donna gentile. Di corsa, corre verso di lei.

Nel frattempo la donna ha tra le mani quell'arma da fuoco, l'osserva incuriosita come se non sapesse bene cosa sia, poi, premurosa, l'appende ad un gancetto sul muro, ma la pistola cade.

Il soldato è arrivato sull'uscio di casa. La donna riappende la pistola al gancio attraverso l'arco del grilletto, poi la tira un po' verso il basso per fissarla meglio. Il pugno del soldato batte sulla porta e, in quell'istante, lo sparo.

FINE

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