PALINDROMO
Il protagonista cammina nelle vie di Milano con passo affrettato, è nervoso, urta un passante che gli grida: “Ehi stia attento!”.
Voce del protagonista fuori campo: Questa sera l’aria profuma di salsedine. Mi ricorda le vacanze in Liguria, a casa di mia nonna. Arrivavo sempre al tramonto, e quando sentivo i freni fischiare sulle rotaie mi sporgevo dal finestrino per vederla mentre sventolava un fazzoletto.
(Flash back in bianco e nero: un bambino sorridente si affaccia dal finestrino, una donna anziana sventola un fazzoletto sulla piattaforma del primo binario.)
Gira l’angolo e la Stazione Centrale si staglia nel cielo.
Guarda l’ingresso della stazione centrale.
Voce fuori campo: Sembra un transatlantico. Anche Portovenere di notte mi sembrava una petroliera arenata sulla riva. Ho scelto uno strano giorno per andarmene. (Inquadratura sull’orologio della stazione: 20-02-2002). Ricorda un giro su se stessi.
Sale le scale a due a due.
Binario 1, guarda il treno che arriva.
La voce in sottofondo si fa più eccitata: Eccolo finalmente, è puntuale, si ferma solo un paio di minuti.
Sale per ultimo e rimane vicino alla porta del vagone.
Il capostazione fischia, lui lo sente arrivare mentre sbatte gli sportelli.
Grida fuori dal finestrino eccitato: “Si parte..addio, finalmente, ADDIO!
Intravede la divisa del capostazione - che sta arrivando a chiudere il suo sportello -attraverso il vetro del finestrino.
Scende di corsa e urta il capostazione.
Capostazione: “Ehi, stia attento!”
Lui correndo quasi all’indietro: “Scusi. Sono già le otto e a casa mi aspettano”.