Terminata la post produzione del cortometraggio dal titolo Fame d’aria, per la regia del grossetano Lorenzo Santoni, direttore artistico del festival internazionale di cortometraggi Hexagon Film Festival, con sede in Maremma. Si tratta del terzo cortometraggio realizzato da Santoni. Il primo, Una bellissima bugia, con protagonisti Paolo Sassanelli, già vincitore di un nastro d’argento, e Beniamino Marcone (Il Giovane Montalbano) era stato girato presso il Museo Archeologico di Grosseto, mentre il secondo Tutti i nostri ieri, con protagonisti Barbara Giordano e Beniamino Marcone, era stato girato tra Grosseto e il Parco dell’Uccellina.
Una malattia rara, una famiglia monoparentale, un normale rapporto genitore – figlio che include anche incomprensioni e paure, Fame d’aria parla di Nadia, una madre sola e lavoratrice, interpretata da Carmen Giardina (regista del docufilm Il caso Braibanti vincitore del Nastro d’Argento), di Simone, suo figlio disabile e ribelle, Beniamino Marcone (volto noto della serie Il giovane Montalbano e presto in onda con Alfredino – Una storia italiana, miniserie sull’incidente di Vermicino) e di Roberto, badante italiano di seconda generazione, Hedy Krissane (nel cast di Hammamet). L’equilibrio delle loro vite complicate si frantuma quando Nadia fa perdere le proprie tracce.
L’ambizione di questo cortometraggio è sfatare, attraverso immagini, parole e suoni, i luoghi comuni legati alla malattia e avvicinare lo spettatore a una realtà spesso ignorata.
In Fame d’aria, l’autore vuole raccontare la vita quotidiana di un giovane che persegue con determinazione i sogni e le passioni della propria età per un progetto di vita diverso ma comunque sereno, rifuggendo dal compatimento e dal pietismo, mentre tratteggia le emozioni della madre che cerca un equilibrio forse smarrito.
La diagnosi di una malattia rara, quando c’è, è una realtà difficile da accettare e infrange spesso i sogni sul futuro, con effetto certamente destabilizzante. A volte, chi la vive, si trova di fronte indifferenza o poca comprensione; ma raccontare storie di vite ordinarie, pur nella particolarità, può essere un significativo tramite. L’autore si cimenta su un tema che conosce bene, il vissuto di persone, soprattutto giovani, che soffrono di patologie complesse e per le quali lo svolgimento di semplici attività quotidiane diventa una sfida al limite dell’impossibile, coinvolgendo anche i familiari. Nel tempo, anche tra persone molto vicine, si innalzano delle barriere emotive invisibili, che pregiudicano serenità e qualità della vita.
Il corto vuole raccontare però il percorso verso la liberazione da questa gabbia, un percorso che passa attraverso la presa di coscienza del valore indiscusso dei legami affettivi.
Il cortometraggio è realizzato da Kalonism APS, organizzatore di Hexagon Film Festival, e da CARPET, con il patrocinio di O.Ma.R. – Osservatorio malattie rare.