"Pellicole super 8? Guardi signore che ora esistono le telecamere" (detto ahimè senza alcuna ironia).
"Pellicole super 8? Oh signore! non si producono più. Anzi faccia attenzione perché se ne trova ancora qualcuna sono scadute da anni!"
Espressioni di sufficienza, sorrisi di circostanza, aria di chi la sa lunga e deve illuminare il bifolco. Tutto questo accoglie il consumatore che, entrato in un medio negozio di fotografia, chiede di poter acquistare una pellicola super 8. Di solito si giunge a questi tentativi dopo aver trovato la vecchia cinepresa del nonno o del papà. L'oggetto è bello, alieno, e viene voglia di vedere se ancora funziona. Normalmente dopo un paio delle risposte sopra elencate si getta la spugna e si pensa "beh certo, con le telecamere digitali che ci sono in giro figuriamoci se ancora sopravviveva il super 8". Alcuni, poi, radicalizzano queste risposte e giungono all'intima conclusione (come se fosse una verità innata, non bisognosa di dimostrazione) che è la stessa pellicola a non esistere più e che persino nei cinema si assiste ad una proiezione elettronica.
Ora: l'animo umano è insondabile ma continuerò sempre a domandarmi cosa spinge una persona normale a parlare per assiomi senza avere nessuna informazione su ciò di cui sta parlando. E' come se incontrando un conoscente e chiedendogli se ha visto nostro cugino rispondesse, solo perché non ne ha più notizia: "Tuo cugino?? Oh no! Guarda che è morto! Anzi fa attenzione perché se lo vedi è ormai putrefatto da anni!"
Il super 8, amici miei, non è per niente morto! Non è morta la pellicola ed entrambi godono di ottima salute! Al più posso concedere che il super 8 non è stato molto bene: durante gli anni '80 ha sofferto di qualche dolorino, ma dopo qualche anno di convalescenza si è ripreso alla grande ed ora si diverte a suonarle al digitale.
I fotografi pensano che il super 8 non si produca più in quanto non lo rinvengono in catalogo, ma ciò che non sanno è che la Kodak ha solo spostato il prodotto da un catalogo ad un altro: da quello "consumer" a quello… pensate un po', "PROFESSIONAL". Il super 8 è infatti rinato a nuova vita come prodotto per i professionisti. Nel sito della Kodak lo trovate qui:
http://www.kodak.com/US/en/motion/products/index.jhtml
Se gironzolate nel sito trovate un mondo intero: ci sono le emulsioni negative destinate ai professionisti (da riversare in video col telecinema, ottenendo un look da vero film spendendo pochissimo, in confronto con gli altri formati); ci sono le pellicole in bianco e nero (per lavori artistici).
Bene e adesso che siete ancora frastornati da questa rivelazione vi do il colpo finale: nel mondo il super 8 si usa ancora persino per stampare film d'edizione (in copie pregiate di strepitosa nitidezza). Volete Spider Man? C'è! Volete Il gladiatore? C'è! E l'audio è in dolby surround.
2. Ora probabilmente vi è venuta voglia di usare il super 8. Però forse vi starete domandando: "Chi me lo fa fare? I filmini che girava papà (o lo zio/nonno/cognato/ecc.) erano davvero scadenti... tutti sfocati e traballanti. Niente a che vedere con le belle immagini limpide del digitale". Ebbene sto per dirvi una cosa che vi farà davvero soffrire: scadente lo dite a vostro padre! Ecco!
E infatti scadente era lui che non sapeva girare. La pellicola segna lo spartiacque tra chi sa davvero raccontare per immagini e chi no. La cinepresa ha il fuoco manuale, si comporta come una vera macchina fotografica in quanto è una macchina fotografica. E dunque il risultato è determinato dalla corretta messa a fuoco, dalla scelta della luce, dalla fissità dell'inquadratura. Devo ricordarvi che la telecamera lavora per voi, anzi al vostro posto?
Il cinema professionale, quello in 35 mm, fornisce delle immagini strepitose in quanto ogni volta che si gira una scena, un esercito di persone sta attento che tutto funzioni al meglio. C'è chi misura col metro (sì a mano!) la distanza tra la macchina da presa e gli oggetti e le persone da mettere a fuoco; c'è chi carica la cinepresa e chi muove l'anello della messa a fuoco durante la scena e così via. Ora girare in super 8 non vuol dire avere un esercito con sé, ma ciò significa che queste cose dobbiamo farle da soli. Significa dunque che dobbiamo imparare a mettere a fuoco e dobbiamo conoscere i rudimenti della ripresa. Ma prima di tutto dobbiamo procurarci una cinepresa, le pellicole ed un proiettore.
3. Dove comprare le pellicole? E dove farle sviluppare?
http://www.motion.kodak.com/IT/it/motion
Le pellicole Super8 Kodak non possono essere acquistate più direttamente da Kodak, che ha selezionato i seguenti rivenditori in Italia:
Zenit di Torino (http://www.zenit.to.it)
Movie & Sound di Marco Pagni a Firenze (http://movieandsound.it)
Per il trattamento delle altre emulsioni (bianco e nero e negativa):
http://www.andec.de
http://www.super8.nl/english/e_index.htm
Per il telecinema (ma anche per l'acquisto delle pellicole ed altre lavorazioni):
Ancora http://www.zenit.to.it/
Il negozio più fornito in Europa è (per pellicole, pezzi di ricambio, obiettivi ecc.):
http://www.wittner-kinotechnik.de
Mr. Wittner ha inoltre rilevato il marchio e l'attività della mitica Beaulieu, la quale è oggi, un marchio tedesco. Pare che stia per riavviare la produzione di cineprese.
Un po' in declino ma sempre importante:
www.bavaria-cinehome.de
Pellicole ed accessori ad ottimi prezzi da
http://www.ffr-film.de
Da visitare, per farsi un'idea dell'uso professionale del super 8
www.pro8mm.com
3. Le cineprese.
Oggi, rivolgendosi al mercato dell'usato, è possibile comprare cineprese di altissima qualità spendendo cifre tra i 300 ed i 1000 euro. Impossibile suggerire il nome della cinepresa "definitiva"; però la partita si gioca fra non più di tre o quattro nomi. Nell'ordine:
1) Beaulieu (4008/5008/6008/7008/9008/cine8) e Leicina Special
2) Canon 1014 XLS (ottica fissa)
3) Nizo 801 professional (ottica fissa) 4080, 6080
4) Alcune Bauer di fascia alta con obiettivo Angenieux 6-90 (ottica fissa), mod. 715 XL
4. I proiettori.
Li divido in due fasce di prezzo:
I fascia:
Elmo ST 1200: le ultime versioni hanno due uscite separate. Con un amplificatore esterno puoi avere l'audio stereofonico. Durevole nel tempo. Ottima resistenza all'usura anche delle testine. Lampada da 150 w. Di serie monta un'ottica 1.3 / 12,5-25. Luminosità voto 7. Prezzo medio 250/300 euro. La versione duoplay (cioè con le due uscite separate) anche 350 o più.
Elmo GS800 stereo: Ottima qualità in registrazione. Durevole nel tempo. Ottima resistenza all'usura anche delle testine. Lampada da 100 w. Luminosità voto 7--. Prezzo medio 350/400 (anche 500 se trovi la versione abilitata a leggere pure il sonoro ottico)
Bauer T600 stereo (e similari come T510/T610 ecc.): Audio inferiore agli Elmo. Discreta (per alcuni buona) qualità in registrazione. Medio-bassa resistenza all'usura sia della griffa sia delle testine. Lampada da 150 w. Luminosità voto 10+ (senza modifiche è tra i proiettori S8 più luminosi). Prezzo medio 250/300 euro
Quando parlo di prezzo medio mi riferisco ad un prezzo già comprensivo del rischio che il proiettore possa avere dei difetti. Per macchine garantite ed in perfetta efficienza questi valori possono innalzarsi.
Ovviamente rimangono fuori altre macchine che mi dicono altrettanto buone (ad esempio gli Eumig, i Sankyo o gli Yelco), ma di cui non ho contezza.
II fascia.
I magnifici tre (in ordine sparso): valore medio circa 1000 euro.
Beaulieu 708 EL Stereo.Porta bob. da 700 mt. Molto celebrato. A mio avviso fin troppo. Difetti: testine di burro (sono le Woelke, le stesse dei Bauer); se "salta" una giunta in proiezione puoi metterti in anticipo col lavoro per la preparazione dei coriandoli di Carnevale! L'audio è discreto, fors'anche buono . Qualche assurdità alla francese: ad esempio le uscite per l'amplificatore esterno sono comandate dal cursore del volume, e per avere sufficiente segnale devi mettere il volume al massimo: assordante! La quotazione è in calo, forse a causa della chiusura nel 2002 della Beaulieu France.
Fumeo 9119/9120 (AVS 1030). Porta bob. da 700 mt. Applicazione estrema del principio "ciò che non c'è non si rompe". Molto affidabile e robusto: perciò molto longevo. Eccellente nitidezza dell'immagine; "digerisce" qualunque pellicola, anche malconcia. Caricamento manuale, con percorso tutto aperto: se salta una giunta il film sguscia via senza danno. Audio voto 8: particolarmente apprezzato da chi ama la classica timbrica da sala cinematografica! Testine molto robuste (ancora in produzione: sono prodotte dalla Photovox di Torino. Questo il link http://www.photovox.it/index.html).
E' una macchina esclusivamente da proiezione (pochi e rari modelli registrano e comunque la macchina mal si presta a questo scopo). E' il proiettore d'elezione dei collezionisti di film. Audio monofonico, ma qualche tecnico è in grado di costruire un preamplificatore stereo. Talvolta si riesce a trovare per 700/800 euro, ma il suo valore è di almeno 1000 euro. (vedi articolo ne "La Soffitta di Maurizio Di Cintio").
Elmo GS1200 stereo. Porta bob. da 360 mt. Il mio preferito. Costruito secondo una filosofia ben diversa da quella alla base del Fumeo: perciò le due macchine non sono paragonabili. Molto amato da chi usa proiettare i film girati in proprio; però gli inglesi adorano usarlo per la proiezione delle copie pregiate (Derann, CHC ecc.).
Molto sofisticato: ben quattro motori, ma comunque affidabile e robusto. Tra l'altro ha la possibilità di proiettare sincronizzato con un CD!! Tutti i componenti elettronici sono ancora reperibili: può sempre essere riparato (difficile che si renda necessario). Le testine non sono più in produzione, però ogni tanto qualcuna di ricambio si trova su ebay.de. Sono comunque molto resistenti ed è raro che sia necessaria la sostituzione. Deve essere messo a punto, altrimenti graffia le pellicole. Eseguiti due o tre interventi correttivi non crea più alcun problema. Eccellente nitidezza dell'immagine, soprattutto se si ha la fortuna di trovare un raro Elmo 1.0, il più bell'obiettivo mai costruito per il super 8. Audio 10+: caldo e presente, pari ad una normale cassetta a nastro. Prezzo: ahimè in salita: circa 1200 euro (se non di più).
da La Soffitta di Maurizio Di Cintio