Vi conosco come sito e come concorso da molti anni. Una vostra caratteristica è che non chiedete contributi economici per partecipare al vostro concorso. Ho visto che molti concorsi hanno una quota di iscrizione per poter partecipare, in media dai 10 ai 20€ a cortometraggio. Ho davanti la pagina di un concorso nazionale, di cui non faccio il nome ma che voi chiaramente conoscete, che si presenta subito con la scritta: Con il contributo di: Regione Marche, Ministero della Cultura, Comune di Ancona. Ma dovendo scrivere Con il contributo di: non significa che prendono dei soldi? Altrimenti scriverebbero con il Patrocinio gratuito di… o no?

Andiamo avanti. 
Leggo anche che: La partecipazione al concorso richiede una quota di iscrizione di: € 20,00 (venti euro/00) per la Late Deadline ovvero per chi presenta una sua opera dopo il 15 settembre. Per chi la presenta subito la quota è di € 8,00 mentre dopo il 14 luglio (tra pochi giorni) è di € 10,00.

Leggo poi che: Il montepremi complessivo dell’edizione 2023 sarà di € 6.000,00. 
Mi chiedo: Ma quanti soldi entrano nelle tasche dell’associazione che organizza il concorso?
Come vengono spesi? Dato che molti (quanti?) sono presi dalle tasse di noi contribuenti?
Forse perché pagano la partecipazione e l’uso dei nomi di importanti registi, sceneggiatori, ecc…?
Forse perché un concorso in cui si pubblicizzano certi importanti nomi fanno gola e così registi principianti abboccano, cioè pagano per partecipare? 
E’ pure vero che al ristretto numero di finalisti premiati sabato 9 dicembre viene dato vitto ed alloggio, ma se impossibilitati a partecipare, pur iscritti tra i vincitori, non prendono il premio in denaro (vincono 0€).

Questi sono i miei dubbi. E non mi riferisco solo a questo concorso in particolare ma a tutti quelli che richiedono una tassa di partecipazione.
Io sono stato un regista esordiente ed ho creato i miei cortometraggi con sacrificio e passione per l’arte del cinema. Penso che così fanno anche tantissimi giovani che vogliono divulgare le loro idee.

Capisco che organizzare un concorso non è facile, ma allora perché associazioni come la vostra non chiedono per partecipare nemmeno un euro?

M. B.

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La risposta potrebbe essere molto lunga, cerco di sintetizzarla. La prima cosa che scrivo è che “noi lo facciamo solo per amore del cinema breve”, siamo patiti del cinema e sappiamo che i cortometraggi sono la prima base di partenza per chi vuole entrare a far parte attiva di questa nobile arte che è il Cinema. La nostra è una passione, non un lavoro che deve essere retribuito.

Quando abbiamo avuto produttori, registi, attori presenti alle nostre premiazioni, nessuno di loro è stato pagato. Certo servono soldi per organizzare un buon concorso (come pensiamo sia il nostro), servono soldi per le targhe, per affittare la sala, per pagare la Siae… noi lo facciamo di tasca nostra.

Noi riceviamo i cortometraggi e li scarichiamo ed effettuiamo un primo controllo, non usiamo sistemi generalizzati. Accettiamo cortometraggi con durata fino a 75 minuti, chi altri lo fa? Sono anche quelli cortometraggi. Cerchiamo anche di proiettarne molti durante tutto l’anno: con le maratonine di 1 giorno e con la maratona di ottobre che quest’anno dura 12 giorni… perché lo facciamo? Per mostrare al pubblico le opere dei giovani nuovi registi…

Arte: non si fa vera arte per soldi… i soldi vengono solo dopo, se sei bravo e diventi famoso, e non bisogna, per noi, pagare per far vedere le nostre nuove opere. Un esempio? Leggete questo articolo: Sydney Sibilia e Edoardo Leo: due che hanno incominciato con i cortometraggi e sono esplosi al cinema con la saga "Smetto quando voglio"

Voi cosa ne pensate? Scriveteci a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e pubblicheremo le vostre lettere.

 

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