♥ dalle Idee alle Sceneggiature • Generi
Non è semplice scrivere una sceneggiatura per una commedia comica, divertente, scherzosa, che possa strappare una risata allo spettatore. Ecco alcune idee per sviluppare una sceneggiatura comica ed allegra:
Leggi tutto: Idee per sviluppare una sceneggiatura di commedia comica
Un cartone animato, o cartoon, è un disegno a tutta pagina realizzato su carta, ripetendo foglio per foglio la stessa immagine precedente, ma con piccole variazioni, in modo da dare l'illusione del movimento al momento della proiezione di una immagine dietro l'altra.
Il cinema, appena nato alla fine dell’Ottocento, ha dispiegato durante il secolo scorso tutto il suo potenziale innovativo di industria e di linguaggio. Ma prima ancora di questo non possiamo non definire il cinema come il frutto dell’applicazione tecnica di una ricerca scientifica. E questo rapporto, cinema e scienza, ha percorso, fra alti e bassi, oltre 100 anni di storia a partire dal 1885.
Far ridere è sempre stata una delle principali prerogative di qualsiasi forma teatrale o cinematografica. Il riso è sempre più spesso contagioso del pianto, si adatta a qualsiasi pubblico o platea perché il linguaggio con cui parla è universale, si trasmette a velocità incredibili anche quando lo spettacolo finisce (fateci caso, tra amici è più facile che ci si racconti la scena comica di un film, piuttosto di quelle sentimentali o drammatiche che per essere spiegate necessitano di descrivere l'intera storia e la psicologia dei personaggi). La comicità ha la capacità di ritagliarsi uno spazio all'interno di uno spettacolo e di vivere autonomamente.
La nascita del cinema comico risale ai primi anni XX secolo e deriva da alcuni stili teatrali esistenti molti secoli prima, tra cui la Commedia dell'Arte. Nel 700 sui palcoscenici teatrali si diffonde lo stile splastick (lett. Bastone e Schiaffo) basato su esercizi acrobatici, rincorse a gogò inseguimenti perdifiato, salti mortali e piroette. L'attore spesso deve riuscire a far divertire una piazza enorme, i microfoni non esistono e l'unico modo che hanno per intrattiene la folla è indossare una maschera e fare acrobazie.
Il cinema degli anni venti e trenta è un cinema muto e per questo deve usare gli stratagemmi teatrali per poter comunicare in modo efficace. I comici di quel tempo sono anche atleti che compiono le più svariate acrobazie per sopperire alla mancanza della voce. E là dove il movimento non è sufficiente, l'espressività del comico deve fare il resto. Con il tempo la comicità cinematografica è cambiata radicalmente, diventando sempre più verbale e psicologica, ma il cinema di quegli anni rimane un punto di riferimento indelebile e senza tempo se vogliamo iniziare da zero una nuova avventura cinematografica.
Nell'affrontare la realizzazione di un corto di natura comica è necessario seguire le tradizionali regole già esposte nella sezione “IL CORTO – come realizzarlo” - facendo però attenzione a una serie di elementi.
Innanzitutto la storia non deve essere per forza una storia comica, anzi di solito non lo è mai. La comicità risiede nelle singole scene di un plot drammatico o sentimentale. Se pensiamo alle storie raccontate da Chaplin, ci troviamo di fronte a veri e propri drammoni sentimentali.
Si pensa perciò ad una storia comune adatta ad essere arricchita da elementi comici.
Gli elementi comici da utilizzare sono essenzialmente riconducibili a tre tipi di gag:
- la gag meccanica
- la gag narrativa
- la gag a tormentone
La gag meccanica è quella più facile da realizzare perché non ha alcuna influenza sulla storia che si sta raccontando (cadere dentro una pozzanghera , scivolare su una buccia di banana..)
Nella gag narrativa invece gli elementi comici sono essenziali ai fini della narrazione, Uno dei meccanismi più usati è quello della “Sposa e della Vacca.” E' la situazione in cui uno parla della moglie e un altro pensa stia parlando della vacca. Su questo equivoco le risate si susseguono uno dopo l'altro perché solo il pubblico conosce interamente la situazione mentre gli attori sono completamente ignari.
Infine nella gag a tormentone l'evento diventa comico proprio a causa del suo ripetersi, es. in 4 matrimoni funerali il protagonista per tre volte consecutive si sveglia in ritardo per il matrimonio e ogni volta la scena diventa sempre più ridicola. La gag a tormentone, tuttavia, non può durare all'infinito poiché diventerebbe prevedibile e noiosa. Si ricorre allora, nella ripetizione delle scene, all'inserimento di eventi inaspettati che sorprendono non solo l'attore ma anche il pubblico stesso.
Tutti questi elementi diventano via via sempre più comici quanto più elevata è la capacità di collocarli nel giusto momento. Spesso le gag sono comiche perché sono legate fra loro. (Si pensi ad un signore che dice: parto domani mattina alle 4 così non troverò traffico. Nella scena immediatamente successiva si vede lo stesso signore che, in coda, impreca come un forsennato. Il lato comico che apparentemente è dato dalla gestualità dell'attore, in realtà è il frutto di una perfetta correlazione tra due scene. Se si inserisse un'altra scena di mezzo, l'effetto sarebbe senz'altro meno convincente).
Il regista deve inoltre dare importanza all'utilizzo del giusto ritmo. Se cade una buccia di banana per terra e immediatamente la persona che sta camminando vi scivola sopra, forse non abbiamo nemmeno il tempo di capire cosa è successo. Viceversa se lascio passare un tempo troppo lungo, lo spettatore capirà quello che deve accadere e il divertimento sarà ridotto. La comicità è, come si usa dire, una questione di pause.
Un'altra aspetto particolarmente importante riguarda la vera e propria ripresa: evitate l'oscurità e giochi di luce particolari. L'importante è cogliere i movimenti del corpo, più ancora degli sguardi.
Contrasti luminosi, effetti particolare servono per dare una psicologia maggiore al personaggio. L'attore comico pèrò è svuotato da qualsiasi profondità, non si indaga sul suo carattere perché egli è semplicemente una maschera. Egli non possiede altri valori se non la vita che improvvisa di giorno in giorno. Non si sa cosa voglia, da dove venga, dove voglia andare. L'importante è inquadrare come si muove nel mondo. (Si pensi ai personaggi interpretati da Bustor keaton e Charlie Chaplin).
Spesso il comico interpreta un personaggio che cerca di somigliare alla gente comune facendo le loro stesse azioni ma nonostante i suoi tentativi non ci riesce. Il comico difficilmente prende in giro una nuova moda ma anzi accusa fenomeno sociali ripetuti di cui però la gente non si accorge più ( o di cui si accorge ma non vuole cambiare)..Tutto si concentra attorno a luoghi comuni conosciuti da tutti.
Recitare in modo comico non è affatto facile, a volte bisogna prendere le cose molto più seriamente di quanto non accada in altri generi di film. Anche se si potrebbe pensare diversamente, ridere in una scena comica può contribuire a diminuire le risate del pubblico. L'attore deve riuscire a mantenere uno stato di ignoranza sulla propria identità, sulle proprie azioni e sui risvolti che ne derivano permettendo così di creare una invisibile “complicità” con lo spettatore.
E se proprio vi scappa da ridere, allora non nascondetevi e date animo ad una vostra improvvisazione inserendo logicamente la risata in quel contesto…se non è buona la prima..si può sempre ripetere!
di Stefano Piantanida
Film comici come questi....
Che cosa è un documentario? lo dice la parola stessa, un qualcosa che documenta la realtà.
Alla base di un documentario c'è la voglia di portare agli altri le immagini che noi vediamo e quindi le riprendiamo nei nostri viaggi, nei reportage in giro per il mondo, od anche semplicemente quando ci guardiamo attorno e scopiamo cose a cui non avremmo mai pensato.
Un documentario può essere naturalistico (flora e fauna), scientifico, turistico, pubblicitario, culturale (d'arte), industriale, antropologico, di costume, storico, eccetera fino al tipo giornalistico: anche un cine/telegiornale è composto da spezzoni di documentari, quindi spezzoni di documentari di vario genere.
Oggi vanno di moda i docu-dramma e le docu-fiction, dove si intrecciano reltà e finzione.
Si parla di Documentario anche se analizziamo la vita di una persona, come un attore e la sua vita artistica, oppure la vita di tutti i giorni di una persona "normale". Non è importante solo il soggetto ma soprattutto il modo in cui cerchiamo di inquadrare il nostro argomento e come lo realizziamo.
Il dramma può essere meglio definito come uno stato, una situazione o una serie di eventi che comportano un conflitto di forze interessante o intenso. Sebbene si possano trovare altre definizioni, questa è meglio applicata al contesto cinematografico del cinema e della televisione. Sceneggiature e sceneggiature si concentrano su situazioni o serie di eventi che comportano conflitti interessanti, con il miglior tipo di dramma che contiene conflitti intensi e catartici. Il conflitto è tutto nei film e in televisione. Senza di esso, non c'è storia da raccontare. Niente è interessante in un personaggio che non lotta in qualche modo, forma o forma.
Il dramma è anche riconosciuto come un genere specifico di narrazione con personaggi realistici costretti ad affrontare problemi e conflitti reali. Sì, c'è del dramma nei film di supereroi, nei thriller di spionaggio e nelle storie dell'orrore piene di suspense. Tuttavia, un dramma - come definito dalle definizioni di genere - è una storia che è incorporata esplicitamente nella realtà, spesso coinvolgendo personaggi con cui il pubblico può identificarsi perché i conflitti che affrontano sono lotte quotidiane.
di Ken Miyamoto per https://screencraft.org/
Il film d’azione possiede le caratteristiche del romanzo epico: la celebrazione delle gesta dell’eroe contro il destino. L’ambiente avventuroso può essere spostato, invece di un mondo antico o fantastico, nella realtà, dove avvengono azioni al di fuori dell’ordinario.
Leggi tutto: Il film di AZIONE: caratteristiche e struttura narrativa
I "cinepanettoni" sono un genere cinematografico tipicamente italiano, noti per essere commedie leggere incentrate sulle vacanze di Natale o su viaggi estivi, spesso caratterizzati da umorismo slapstick, situazioni comiche e talvolta volgarità. Questo genere ha visto la sua massima popolarità dai primi anni '80 fino agli anni 2000. Ecco una lista di alcuni famosi cinepanettoni
Per farsi una cultura sul genere Giallo, dovremmo aver visionato i film con i personaggi di Maigret (creato dal francese George Simenon negli anni '30), Nero Wolfe (dell'americano Rex Stout), Sherlock Holmes (dell'inglese Artur Conan Doyle, alla fine degli anni 1890), fino alle creazioni della notissima Agatha Christie, Miss Marple e Poirot, per restare nel classico.
In realtà sarebbe meglio di parlare di “hard–boiled”, quel genere di giallo che si sviluppò negli Usa dagli anni '30 con i romanzi di Dashiell Hammett e Raymond Chandler (da cui poi furono tratti i film di John Huston e Howard Hawks) e che oggi annoverano tra le loro file scrittori come James Ellroy
Gli spettatori assistono ad un horror per provare l'emozione della paura e/o del ribrezzo. Il termine orrore in effetti riassume le due emozioni e si differenzia dall'ansia, che è una emozione più tenue, tipica di altri generi, come il thriller. Vi sono molti film che in determinati momenti della narrazione puntano a suscitare paura e/o ribrezzo, ma ciò non fa di essi degli horror.
"Hilary Kingsley, in un suo libro, sostiene che una soap-opera deve essere una storia che continua, di ambiente familiare, mirata soprattutto alle donne. Non deve trattare di idee, ma di sentimenti ed emozioni. Soprattutto dovrebbe essere senza cuciture, né fine. Problemi che sorgono, problemi che vengono risolti.
Molte sono le particolarità da tenere presente nello scrivere una sceneggiatura per un film di fantascienza che può risultare particolarmente complesso per vari motivi:
-
Creazione di un mondo coerente: La fantascienza spesso coinvolge mondi, tecnologie e realtà alternative che richiedono una coerenza interna. Gli sceneggiatori devono sviluppare regole e logiche per il proprio universo fantastico e assicurarsi che queste regole siano rispettate in tutto il film.
Leggi tutto: Particolarità da considerare in una sceneggiatura di Fantascienza
Scrivere una sceneggiatura per una commedia è una sfida perché richiede una profonda comprensione dell'umorismo e delle dinamiche umane. Ecco alcune ragioni per cui può risultare difficile:
-
Sottigliezze dell'Umore ed Ampiezza dell'Audience: L'umorismo è spesso basato su sottigliezze linguistiche, giochi di parole, situazioni imbarazzanti o absurdità. Catturare questi elementi in modo che la commedia sia divertente per un'ampia varietà di persone richiede una grande abilità nella scrittura.
Leggi tutto: Perchè è difficile scrivere la sceneggiatura di un film comedy
Scrivere la sceneggiatura di un film di fantascienza può essere una sfida impegnativa per molte ragioni:
-
Coerenza Interna: La fantascienza spesso introduce elementi fantastici o futuristici, come tecnologie avanzate o mondi alieni. Mantenere la coerenza interna del mondo immaginario è essenziale per far sì che la storia sia credibile e coinvolgente. Le regole di questo mondo immaginario devono essere ben definite e rispettate per evitare incoerenze nella trama.
Leggi tutto: Perchè è difficile scrivere la sceneggiatura di un film di Fantascienza
Scrivere una sceneggiatura di genere commedia è un progetto articolato e composito che richiede una comprensione profonda delle dinamiche umoristiche, dei tempi comici e delle aspettative del pubblico. Questo articolo esplorerà le ragioni per cui la scrittura di una sceneggiatura comica è particolarmente difficile, fornendo consigli e suggerimenti per affrontare con successo questa sfida creativa.
Leggi tutto: Perché è difficile scrivere una Sceneggiatura di genere Commedia
La percezione che creare cortometraggi drammatici sia più semplice delle commedie dipende da diversi fattori e può variare da persona a persona. Tuttavia, ecco alcune ragioni per cui alcuni potrebbero considerare la realizzazione di corti drammatici più accessibile rispetto alle commedie
Leggi tutto: Perchè è più semplice creare Cortometraggi Drammatici che Commedie
Gli horror ci spaventano perché fanno leva sulle nostre paure ancestrali, come la morte, la violenza, il dolore; perché ci mostrano immagini crudeli e scioccanti; e perché, grazie a tecniche di regia particolari, scatenano nello spettatore empatia con la vittima (dal greco empátheia: en = dentro + páthos = sofferenza, sentimento). I neuroscienziati, infatti, utilizzano spesso i film horror per le loro ricerche, perché sanno “accendere” una parte del cervello, l’amigdala (o corpo amigdaloideo), che gestisce le emozioni e in particolare la sensazione di paura.
La mancanza di risate o sorrisi in molti film comici può essere attribuita a diverse ragioni:
-
Soggettività dell'umorismo: L'umorismo è altamente soggettivo, e ciò che fa ridere una persona potrebbe non far ridere un'altra. Quindi, anche se un film è classificato come commedia, il suo stile di comicità potrebbe non essere in sintonia con il senso dell'umorismo di alcune persone.
Leggi tutto: Perchè in molti film commedia non si ride o sorride
Sono SuperEroi le persone dotate di poteri ed abilità speciali. Sono personaggi creati dalla fantasia, ecco che così abbiamo Super Man, Hulk, Spider-Man, ecc., personaggi che deliziano bambini, ragazzi ed adulti. Lo vogliamo pure noi creare un supereroe? I superpoteri che il nostro eroe potrebbe avere dipendono dall'atmosfera e dal tono della storia che volete raccontare.
Leggi tutto: Quali sono i superpoteri che il nostro eroe potrebbe avere
I cortometraggi di animazione sono opere brevi che utilizzano la tecnica dell'animazione per raccontare una storia. Questo genere di film possono variare notevolmente in stile, tono e tecnica, le caratteristiche di un cortometraggio di animazione possono variare, ma spesso includono:
-
Durata breve: I cortometraggi di animazione sono, per definizione, brevi. La loro durata può variare, ma generalmente si collocano in un intervallo compreso tra pochi minuti e 20 o 30 di minuti. Questa brevità richiede una narrazione condensata e un'efficace comunicazione visiva.
Leggi tutto: Quali sono le caratteristiche di un Cortometraggio di Animazione
Un cortometraggio di fantascienza (Sci-Fi abbreviaione di science fiction) è un'opera breve che esplora temi, concetti e scenari legati alla scienza, alla tecnologia e al futuro. Ecco alcune delle caratteristiche tipiche di un cortometraggio di fantascienza:
-
Scenario Futuristico o Alternativo: I cortometraggi di fantascienza spesso si svolgono in un futuro lontano o in un mondo alternativo, presentando tecnologie avanzate, società diverse o cambiamenti significativi nell'ambiente. Un cortometraggio di fantascienza quindi è ambientato in un mondo diverso, futuro o alternativo a quello in cui viviamo. Questa ambientazione crea una sensazione di novità e apre la porta a possibilità narrative uniche.
Leggi tutto: Quali sono le caratteristiche di un cortometraggio Sci-Fi
I documentari sono opere cinematografiche o televisive che presentano fatti, eventi, persone o argomenti reali. Le caratteristiche di un documentario possono variare a seconda dello stile del regista e del soggetto trattato, ma ci sono alcune caratteristiche comuni che spesso si ritrovano in questo genere di film:
-
Realtà e Obiettività: I documentari si concentrano sulla rappresentazione oggettiva della realtà. Gli eventi sono generalmente filmati o registrati senza l'influenza del regista. Tuttavia, è importante notare che la realtà può essere interpretata in modi diversi a seconda della prospettiva del regista.
Leggi tutto: Quali sono le caratteristiche di un Documentario
Un filmato può essere considerato un documentario quando è realizzato con l'intento di rappresentare la realtà, fornire informazioni o indagare su un determinato argomento o evento. Ci sono alcune caratteristiche distintive che definiscono il genere documentario:
Chiediamoci innazi tutto quali sono le caratteristiche di base di un fantasy: è un mondo di fantasia dove tutto è possibile, dai luoghi immaginari, alle strane creature che li abitano. Quindi lo scopo di un corto fantasy è affascinare e divertire lo spettatore mostrandogli perà anche l'importanza dei valori come lealtà, onestà e giustizia. La realizzazione di un cortometraggio di genere fantasy a basso costo richiede creatività, pianificazione e l'abilità di lavorare con risorse limitate.
Leggi tutto: Realizzare un cortometraggio Fantasy a low budget
Il genere delle storie fantasy incorpora la magia e altri elementi soprannaturali nella narrativa, nei temi e nello sfondo principali. Numerosi libri, serie e film di questo genere sono ambientati in regni fittizi in cui prevalgono esseri magici e mistici. E quegli esseri solitamente popolano mondi diversi lontani dalla nostra realtà.
Scrivere un cortometraggio con tanta ironia può essere una sfida entusiasmante e gratificante. L'ironia è uno strumento potente che, se usato correttamente, può aggiungere profondità e umorismo alla narrazione. Questo articolo esplorerà come pensare e cosa scrivere per creare un cortometraggio ironico, offrendo anche alcuni esempi di idee ironiche da sviluppare.
Nel corso della storia del cinema, il genere horror ha conosciuto grandi trasformazioni, con grandi successi rimasti nella memoria degli spettatori, pellicole che sono rimaste nell’immaginario collettivo facendo leva solamente su una delle emozioni più potenti per l’uomo: la paura. Ed è proprio la paura di essere perseguitati, talvolta inseguiti da un killer, che vuole colpire e uccidere le sue vittime con le armi più improbabili, a caratterizzare uno dei sottogeneri dell’horror più amato di sempre, ovvero quello dello slasher. In questo speciale vedremo di capire com’è nata questa importantissima declinazione del genere horror.
Dalla genesi italiana a Non aprite quella porta
Ebbene sì, il genere slasher affonda le sue radici nel Bel Paese. Ve lo aspettavate?
Se la risposta è no, avete sottovalutato l’influenza del popolo italico: Riccardo Freda, Renato Polselli, Pupi Avati, Mario Bava e Dario Argento, sono i grandi padri del cinema horror italiano, che hanno però fatto scuola in tutto il mondo. E tra questi grandi, si riconosce proprio il merito di aver dato i natali al genere slasher. Era il 1971, quando uscì nelle sale Reazione a catena, diretto da Mario Bava, quello che da molti critici ed esperti di storia del cinema è riconosciuto come la pietra angolare del genere slasher, mettendo in scena, in quello che doveva essere un “giallo” a tinte horror, buona parte degli elementi che da lì in avanti avrebbero caratterizzato un nuovo sottogenere, come quello di un serial killer autore di grandi massacri. Dunque, una vera e propria nascita tutta Made in Italy.
L’effettiva consacrazione della nascita di un genere a livello mondiale, però, si ebbe solo nel 1974, grazie a Black Christmas (Un Natale rosso sangue) diretto da Bob Clark, che riprende un assassino autore di una serie di delitti in una confraternita universitaria. L’impronta di questa pellicola è così forte nel genere horror tutto, al punto che sono stati realizzati ben due remake (uno nel 2006 di Glen Morgan, e il secondo nel 2019 diretto da Sophia Takal).
I tratti particolarmente crudi e cruenti del genere nacquero sempre ’74, grazie al debutto di Non aprite quella porta (The Texas Chainsaw Massacre) di Tobe Hooper, un film che avvalendosi di un’America desolata e rurale narra la storia di un gruppo di cinque ragazzi texani che finiscono nelle grinfie di una famiglia di assassini cannibali, tra i cui componenti spicca Leatherface, lo spietato assassino noto per la sua maschera di pelle umana e l’iconica motosega. La pellicola, come tanti horror che hanno suscitato scalpore, è in parte ispirata ai reali fatti di cronaca legati a Ed Gein, un assassino statunitense.
Ad oggi, il franchise di Non aprite quella porta, conta ben 9 film tra sequel e remake, di cui uno previsto proprio nel 2022 sulla piattaforma di Netflix.
Halloween di John Carpenter, la pietra di volta
Nel 1978 l’elemento della maschera viene nuovamente ripreso da John Carpenter, che gira una pellicola a bassissimo costo con soli 300.000 dollari, ma sarà capace di incassarne oltre 70 milioni. Lui indossa una maschera bianca, è invaso da furia assassina implacabile (e quasi invulnerabile), incarna il terrore di tutti gli abitanti di Haddonfield e il suo coltello è stato affondato su centinaia di vittime. Nato dalla mente creativa di John Carpenter e Debra Hill, signore e signori: Michael Myers, un vero e proprio concentrato di male.
Secondo la trama del film originale, Michael Myers, alla tenera età di 6 anni, uccide a coltellate la sorella Judith durante la notte di Halloween e viene recluso nel manicomio di Smith’s Grove. Esattamente dopo 15 anni, ancora nel giorno di Halloween, riesce a fuggire e tornare a Haddonfield per uccidere tutti coloro che si metteranno sulla sua strada che lo porta a ricongiungersi con Laurie Strode interpretata da una giovane e sensuale più che mai Jamie Lee Curtis.
Inoltre, a contribuire all’incredibile successo della pellicola, vi fu la colonna sonora composta dallo stesso Carpenter: un ormai iconico giro di pianoforte in 5/4, che da oltre 40 anni accompagna tutti i 12 film della serie (curiosamente è stata usata anche nel film Non aprite quella porta – L’inizio del 2006).
- Su Amazon è disponibile la saga completa di Halloween in Edizione da Collezione
Halloween rappresenta un’autentica chiave di volta per il genere, non solo per aver dato vita a uno dei franchise horror più longevi, o a uno dei personaggi più cupi e memorabili della storia del cinema, ma per aver dato prova della buona riuscita (anzi, più che ottima ci dicono gli incassi) di un progetto low budget e di un genere con forti riserve sul pubblico.
Tutto ciò porterà ad un’autentica rivoluzione del genere horror, che darà forte linfa vitale a questo nuovo sottogenere e non solo. Si traduce in un fiume di denaro da parte delle major, ormai ansiose di investire e fare il colpaccio alla stregua di quando fatto con Halloween.
Questa strada tracciata da Carpenter verrà subito percorsa nel 1980 da Venerdì 13 di Sean Cunningham, che sarà il primo capitolo di un altro dei franchise horror più di successo e longevi. Chi sta mietendo vittime nel camping Crystal Lake? Una serie di efferati omicidi vengono messi a segno da un misterioso serial killer, legato alla morte per annegamento di un ragazzino Jason Voorhees. Come uno spirito demoniaco, sarà proprio Jason Voorhees a tornare dall’aldilà (anche se in realtà non era morto nell’annegamento) e divenire in seguito il tremendo assassino mascherato dalla celebre maschera da hockey…
Avete capito bene. Curiosamente, nel primo film, il feroce Jason Voorhees non si vede “in attività”, anzi non è nemmeno lui il vero killer di Crystal Lake, ma prenderà in mano il suo machete a partire dalla seconda pellicola diretta da Steve Miner L’assassino ti siede accanto (Friday the 13th Part 2) nel 1981. Però fate bene attenzione: la mitica maschera da hockey entrerà in scena solo dal terzo film in poi Week-end di terrore (Friday the 13th Part III) sempre diretto da Miner del 1982.
Venerdì 13 conoscerà ben 12 pellicole, che riusciranno a far incontrare Jason con Freddy Krueger (protagonista della serie di Nightmare On Elm Street) in Freddy vs. Jason (2003), e a portare perfino Jason nello spazio con il decimo capitolo della saga Jason X (2001).
Due serial killer mascherati e due delle più grandi saghe cinematografiche. C’è ancora spazio per qualcosa di ancora più inquietante, al punto da tenervi svegli tutta la notte?
Uno, due, tre… Wes Craven sta arrivando da te!
Dopo aver realizzato L’ultima casa a sinistra (1972) e Le colline hanno gli occhi (1977), Wes Craven torna sul luogo del delitto nel 1984 firmando Nightmare – Dal Profondo della Notte (A Nightmare On Elm Street). È la nascita di Freddy Krueger, un nuovo villain destinato anch’esso a seguire il sentiero fortunato già tracciato dai suoi “colleghi”, ma Craven sperimenta e lo fa molto bene in questa pellicola, sfruttando degli espedienti del tutto inediti.
Infatti, Freddy Krueger (interpretato magistralmente da Robert Englund) è un killer slasher come Jason Voorhees e Michael Myers, ma differisce da questi grazie a una forte caratterizzazione estetica e del suo modus operandi. Freddy non indossa una maschera, ha un volto spaventoso a causa delle cicatrici procurate dalle ustioni, indossa sempre un maglione a righe verdi e rosse e un cappello borsalino marrone… ma l’elemento che lo rende memorabile è il suo terribile guanto. Si tratta di un guanto di sua costruzione che usava per terrorizzare e torturare le sue vittime. In pelle, con alla fine di ogni dito una lunga e affilata lama. Ma non finisce qui.
Rispetto agli altri serial killer, Krueger ha delle capacità che lo rendono quanto più simile a un vero e proprio demone invincibile, un demone dei sogni che lui riesce a manipolare, colpendo quindi in sogno le sue vittime, uccidendole però anche nella realtà.
La prima pellicola ebbe un incredibile successo (qui trovate la nostra recensione dell’ultima edizione in blu-ray), e a Hollywood si sa: successo fa rima con sequel, e poi ancora sequel. Ben 9 film appartengono al franchise di Nightmare On Elm Street, includendo anche il crossover di Freddy vs. Jason di cui vi abbiamo parlato poco sopra e il recente remake del 2010, che però non ha incontrato il favore del pubblico e della critica. Chissà se lo rivedremo ancora in un nuovo progetto, come accaduto col recente nuovo ciclo di Halloween.
Con Freddy Krueger si oltrepassa definitivamente la barriera del soprannaturale, dando spazio ad altri villain di questo genere. Nel 1988 prosegue questa deriva demoniaca La bambola assassina (Child’s Play) di Tom Holland. Nel film, un serial-killer ha riversato la propria anima in una bambola, Chucky appunto, mentre era in punto di morte; l’assassino potrà rientrare in un corpo umano solo dopo essere riuscito a rivelargli la sua vera identità. Ma seppur trovandosi nella sua forma “bambolesca” Chucky si lascerà travolgere dalla sua natura omicida prima ancora di portare a compimento la sua missione di reincarnazione. Anche la pericolosissima bambola assassina ha avuto il suo ciclo più o meno fortunato, annoverando al franchise ben 8 pellicole, che includono anche il recente remake del 2019.
Si prosegue ancora nel soprannaturale con Candyman –Terrore dietro lo specchio (1992) di Bernard Rose, che tanto attinge dalla creatura artigliata di Wes Craven. Infatti, Candyman (interpretato da Tony Todd) è lo spirito di un uomo di colore che appare a chiunque lo invochi ripetendo il suo nome 5 volte davanti allo specchio per poi ucciderlo con l’uncino che ha al posto di una mano. Ecco quindi il forte parallelismo con la serie di Nightmare, grazie a un villain-protagonista molto ispirato e appartenente a una dimensione ultraterrena, senza contare la peculiarità dell’arma utilizzata sulle sue vittime.
Il film originale, seppur molto apprezzato dal pubblico e soprattutto dalla critica di settore (al Saturn Awards For Science Fiction, Fantasy And Horror Films, la pellicola vinse 4 premi: Miglior Attrice per Virginia Madsen, Miglior sceneggiatore per Bernard Rose, Miglior Trucco per Bob Keen, e anche come Miglior Film Horror), ebbe minor seguito rispetto alle altre saghe cinematografiche qui affrontate, ricevendo due sequel e un remake nel 2021.
Nel 1996 sarà Wes Craven, che ancora una volta porterà un’innovazione sul genere horror slasher, creando addirittura un ulteriore sottogenere in grado di rappresentare, in modo inaspettato, una perfetta commistione tra horror e commedia, dando alla luce (o al buio, se preferite) Scream sulla sceneggiatura di Kevin Williamson.
Il nuovo villain-protagonista dello slasher è Ghostface, un maniaco omicida che ama chiamare la sua vittima al telefono prima di ucciderla, porgendo la domanda «qual è il tuo film horror preferito?». L’innovazione portata da Wes Craven è stata l’inclusione dei toni della commedia in un contesto prettamente e dichiaratamente horror, strizzando quindi l’occhio alla satira del genere horror stesso.
Scream ha avuto quattro sequel – Scream 2, Scream 3 e Scream 4 – tutti diretti dallo stesso Wes Craven, contrariamente a ciò che avviene nelle lunghe saghe cinematografiche. Un esempio lampante è proprio la “creatura” di Craven, Nightmare On Elm Street, di cui il regista ha diretto solo il primo e il settimo capitolo della saga.
................................
dall'articolo di Massimo Costante per tomshw.it/culturapop/slasher/
Scrivere un cortometraggio di genere commedia può essere molto divertente, ma richiede un'attenzione particolare alla struttura delle battute e al ritmo. Ecco alcuni suggerimenti per scrivere un cortometraggio comico efficace:
-
Scegli un concetto comico forte: La commedia si basa spesso su situazioni strane, contraddizioni o personaggi eccentrici. Inizia con un concetto comico solido che possa generare situazioni divertenti.
Leggi tutto: Suggerimenti per scrivere un cortometraggio di genere commedia
Quando parliamo e leggiamo di Horror parliamo di fanta horror, di horror psicologico, ecc. Ma ne conosciamo la differenza?
Analogamente quando parliamo di Thriller facciamo un pò di confusione... e spesso ci mettiamo in mezzo anche il Giallo !
Il Thriller (che possiamo tradurre come Brivido) è il genere in cui c'è qualcosa di molto spaventoso, che non ti fa dormire la notte..
Nel Giallo (o Detective story) c'è spesso di mezzo almeno un omicidio, quindi un risolutore del caso.
E l'Horror (od Orrore in italiano) ha personaggi come i morti viventi, gli zombie, ecc... è uno spavento diverso dal thriller...
Ma, molto spesso questi generi si intersecano e quindi è più difficile definire il risultato.
E spesso si abbonda anche col sangue....
Shining e Signs sono thrillers? E l'Esorcista? E Profondo rosso suscitano ancora i vostri incubi notturni?
E tutta la lunga serie dei film di Vampiri? e di Dracula?
The sixth sense e The others? dove li posizionate? Ed Il silenzio degli innocenti è un Thriller?
Per non parlare poi del Giallo e del nero (noir in inglese, anche se poi i francesi traducono thriller come noir...) !!!!
Possiamo dire che i generi e le categorie sono, talvolta, definizioni molto personali?