Titolo: "LA BUSSOLA"

Genere: Drammatico

Tema Centrale: La lotta contro la dipendenza e la ricerca di una direzione nella vita.
Logline: Un giovane, intrappolato nel vortice della dipendenza di una nuova sostanza stupefacente, si ritrova a combattere una battaglia interiore tra la voglia di fuggire dalla realtà e la speranza di un futuro migliore. 
Personaggi principali: Marco un tossicodipendente, Giulia giovane donna forse ex tossica, Lucaamici veri e falsi di Marco, il Consulente terapeuta.


Atto 1: Introduzione


Scena 1: Il Presente - Marco si sveglia nel disordine

Ambientazione: Appartamento disordinato e cupo, luce tenue che filtra dalle finestre chiuse.
Azione: Marco si sveglia stordito, circondato da pillole e bottiglie. È visibilmente provato fisicamente. Si guarda allo specchio e vede un riflesso che non riconosce più.
Dialogo interno


MARCO
(voiceover, sconvolto)

Come sono arrivato a questo punto?
Quando tutto è cambiato?


Scena  2: Flashback - L'inizio della dipendenza

Ambientazione: Festa universitaria, musica alta, luci soffuse, risate e persone che si divertono. Marco è circondato dai suoi amici, ride bevendo e scherzando. L'atmosfera è leggera e festosa, la serata sembra una di quelle in cui nulla potrebbe andare storto.


Azione: Marco è al centro del gruppo, animato e felice, sorride apertamente, pieno di vita. Uno dei suoi amici, Luca, si avvicina con fare complice, tirando fuori una piccola bustina contenente delle pillole colorate.


Dialogo:

LUCA
(con tono scherzoso, ammiccando)

Ehi Marco, vuoi provare qualcosa di veramente speciale?
Fidati, ti farà volare.

MARCO
(ridendo, leggermente sorpreso)

Cosa sarebbe?
Una di quelle pillole magiche di cui parlate sempre?

LUCA
(ridacchiando, mentre scuote la bustina davanti a lui)

Magiche è dir poco, fratello!
Questa roba ti apre la mente, ti fa vedere il mondo da un’altra prospettiva.
Basta una e ti sentirai libero, senza pensieri.

AMICO 1
(incuriosito, sorseggiando una birra)

Sì, Marco. L’ho provata la settimana scorsa, è fantastica.
Ti senti leggero, come se tutto fosse possibile.

MARCO
(un po’ perplesso ma incuriosito)

Non so ragazzi, non sono uno che si lancia così facilmente...

LUCA
(spingendo delicatamente la pillola nella mano di Marco, sussurrando)

Dai, per una volta non succede niente.
Guardati intorno, siamo tutti qui, tutti bene.
Una sola, per staccare un po’.
Fidati di me.

AMICO 2
(sorridendo, con tono giocoso)

Solo per stasera, non diventerai mica un drogato, no?
Sei il nostro Marco perfetto.

MARCO
(esitando, guardando la pillola tra le dita,
poi guardando Luca e ridendo nervosamente)

Solo per stasera, giusto? Non diventerò schiavo di questa roba.

(Marco guarda i suoi amici che annuiscono sorridendo,
poi butta giù la pillola con un sorso di birra)
Beh, vediamo cosa sa fare questa magia.

LUCA
(con un largo sorriso, battendogli una pacca sulla spalla)

Bravo, fratello.
Ora rilassati e preparati, vedrai che sarà una notte da ricordare.


Azione: Marco si siede su un divano, la musica che pulsa in sottofondo, le risate che si mescolano all’euforia. I suoi amici continuano a ridere e scherzare, mentre lui si rilassa, cominciando a sentire gli effetti della pillola. Un leggero sorriso si dipinge sul suo volto, mentre la sua visione del mondo inizia a cambiare, i colori sembrano più vividi, i suoni più intensi. La camera si avvicina al suo viso, mostrando la sua trasformazione mentre la droga inizia a fare effetto.


Dialogo interno

MARCO
(voiceover, rilassato, quasi trasportato)

Forse avevano ragione...
è come se tutti i miei problemi fossero svaniti...
Tutto sembra così... perfetto.
Ma cos’è che sto lasciando dietro di me?


Azione: La festa continua, ma Marco si perde lentamente in una sensazione di euforia, ignorando le prime avvisaglie del pericolo che si cela dietro la sua decisione.


Scena 3: Il presente - Marco nel mondo reale

Ambientazione: Strada affollata, rumore di traffico, persone che camminano velocemente con le loro vite quotidiane. Marco cammina tra la folla, ma sembra completamente distaccato, come se fosse un’ombra che attraversa il mondo senza essere notata. Le voci, i suoni, e le immagini intorno a lui appaiono sfocate, lontane. Il suo sguardo è vuoto, stanco, come se ogni passo richiedesse uno sforzo sovrumano.


Azione: Marco si ferma al semaforo, osserva le persone intorno a lui: coppie felici, persone che parlano al telefono, bambini che corrono. La sua espressione non cambia, resta immobile mentre il mondo continua a muoversi frenetico. Il traffico passa veloce, i suoni delle auto e i clacson sembrano ovattati nelle sue orecchie.


Pensieri interni (voiceover di Marco)

MARCO
(voiceover, confuso e distante)

Guardo queste persone... vivono, ridono, si muovono come se tutto avesse un senso.
Hanno uno scopo, una direzione. E io?
Io cosa sono diventato?
Ogni giorno sembra uguale, un ciclo senza fine di vuoto.

(pausa, la sua espressione si fa più malinconica
mentre continua a camminare spaesato tra la folla)

Una volta facevo parte di tutto questo... ridevo, sognavo, avevo amici.
Ora... ora è come se fossi uno spettatore della mia stessa vita.
Tutto ciò che desideravo, tutto ciò che pensavo di essere... dov'è finito?

(si ferma di nuovo e guarda il suo riflesso in una vetrina,
osservando la propria immagine deteriorata e stanca)

Guarda come mi sono ridotto.
Nemmeno io mi riconosco più.
Questo sono davvero io? Questo... questo zombie che vaga senza meta?
È così che finirà tutto? Intrappolato in questo ciclo narcotico maledetto?

(la camera si avvicina lentamente al volto di Marco,
mentre i suoni della città diventano sempre più ovattati,
come se il mondo intorno a lui stesse lentamente svanendo)

Ogni giorno mi dico che è l'ultimo. Che smetterò, che riprenderò il controllo.
Ma poi il buio ritorna.
La tentazione è sempre lì, pronta a divorarmi di nuovo. E io?
Io cado. Sempre.
Cosa c'è di sbagliato in me?

(pausa, Marco continua a camminare,
il mondo sembra diventare più distante, quasi irreale)

Mi sento come se fossi... invisibile. Nessuno mi vede davvero.
Nessuno capisce quello che sto provando.
È come se fossi in una stanza chiusa, urlando, ma nessuno può sentirmi.
La solitudine...
è questa la mia vita adesso?
Solo con i miei demoni?

(la sua camminata diventa più lenta,
le spalle si curvano leggermente,
mentre il peso della realtà sembra schiacciarlo)

Vorrei solo...
Vorrei solo poter tornare indietro.
Prima che tutto andasse in pezzi. Prima che questa dipendenza... mi divorasse.
Ma è troppo tardi, vero?
Non c'è via d'uscita?... non c'è speranza per me.
Sono solo una bussola rotta, incapace di trovare la mia direzione.


Azione: Marco continua a camminare, ma ogni passo sembra più pesante del precedente. Il mondo attorno a lui si muove, ma lui è come bloccato in una realtà diversa, separato dagli altri. I suoi pensieri lo avvolgono, e il suo volto è segnato dalla fatica e dal dolore. Le persone che passano accanto a lui sembrano lontane, sfuggenti, come ombre in un sogno che non riesce più a comprendere.


Punto di Svolta nel Primo Atto:

Marco inizia a rendersi conto di quanto la droga abbia preso il controllo della sua vita. Inizia a perdere il lavoro e i legami con gli amici e la famiglia diventano sempre più distanti. Questa consapevolezza segna l’inizio del suo desiderio di cambiare, ma la dipendenza lo tiene ancora intrappolato.


Atto 2: Il Conflitto


Scena 4: Flashback - La prima ricaduta

Ambientazione: L'appartamento di Marco è buio, disordinato, con luci soffuse e ombre che si allungano sui muri. La stanza è in un disordine totale: bottiglie vuote, vestiti sparsi, e sul tavolo, tra cartacce e vecchi giornali, una bustina di droga. Marco è seduto sul divano, la testa china, le mani che tremano leggermente mentre guarda la bustina di pillole che tiene in mano. Ha lo sguardo fisso su di essa, il peso della decisione che deve prendere lo schiaccia.


Pensieri interni (voiceover di Marco)

MARCO
(voce ansiosa, interna)

Non dovrei farlo... no, non questa volta.
Avevo promesso, mi ero promesso che non sarei tornato qui.
Eppure...
eccola qui, di nuovo, come una vecchia amica che non riesci a lasciarti alle spalle.

(la camera si avvicina lentamente alla sua mano tremante mentre stringe la bustina)

Ogni volta è la stessa storia.
Ogni volta dico che sarà l'ultima. Ma non è mai l'ultima, vero?
È solo un'altra bugia che racconto a me stesso.
Mi dico che posso controllarla, che posso fermarmi quando voglio...
ma è questa roba che ha il controllo su di me.
E io... io non ho più forza.

(pausa, Marco prende un respiro profondo,
cercando di calmarsi, ma la sua ansia cresce)

Non dovrei farlo... lo so.
Ho visto cosa mi ha fatto, come mi ha distrutto.
Ho perso tutto... il lavoro, gli amici... la mia famiglia non mi parla nemmeno più.
E io?
Io continuo a scendere sempre più in basso, senza saper smettere.
Questa cosa... mi sta divorando dall'interno,
eppure... eccola qui, pronta ad accogliermi di nuovo.

(pausa, il volto di Marco si contrae mentre cerca di lottare contro l’impulso,
ma lo sguardo si posa sulla bustina come se avesse una forza magnetica)

Perché è così difficile resistere?
Perché sento questo vuoto, questo bisogno di riempirlo, anche solo per un momento?
Solo per pochi minuti... pochi minuti senza sentire il dolore,
senza ricordare quello che ho perso.
Smettere di pensare a quanto sono diventato patetico.

(la camera si sposta lentamente verso il volto di Marco,
mostrando la sua espressione tormentata,
mentre la sua mente continua a vacillare tra il desiderio di fermarsi
e la tentazione di cedere)

Forse è più facile arrendersi.
Forse... forse sono troppo debole.
Non posso vincere contro questa cosa.
È troppo potente, è troppo radicata dentro di me.
E se mi arrendo... almeno per un po', smetterò di combattere.
La battaglia... è così stancante.
Ogni giorno, la stessa guerra dentro la mia testa.
Non ne posso più.

(pausa, i suoi occhi si abbassano di nuovo sulla droga,
il respiro diventa più rapido mentre la tentazione lo consuma lentamente)

Solo una volta. Un'ultima volta.
Non sarà la fine del mondo, no? Solo per oggi.
Domani... domani sarà diverso. Domani sarò più forte.
Ma stasera, ho bisogno di pace.
Ho bisogno di sentirmi... normale, almeno per qualche ora.

(la sua mano si avvicina lentamente alla bustina,
quasi come se fosse un atto meccanico, inevitabile)

La verità è che... non so chi sono senza questa roba.
Non mi ricordo nemmeno com'era la mia vita prima.
Mi fa paura pensare di dover affrontare tutto questo da solo, senza di lei...
questa maledetta illusione di sollievo.
È l'unica cosa che riesce a calmare il rumore nella mia testa, il vuoto che mi porto dentro.

(pausa, Marco chiude gli occhi per un attimo,
come se cercasse di trovare una forza interiore, ma poi li riapre, sconfitti)

Domani, sì... domani sarà diverso.
Ma adesso... adesso non posso farcela da solo.


Azione: Marco prende la pillola con mani tremanti e la ingoia. Un’espressione di sollievo misto a disperazione appare sul suo volto. Il sollievo temporaneo si riflette nei suoi occhi, ma un'ombra di colpa lo segue immediatamente. Si lascia cadere indietro sul divano, il suo corpo rilassandosi, mentre il peso della sua ricaduta lo schiaccia.


Pensieri interni (voiceover di Marco, quasi sussurrando)


MARCO
(voce debole, colpevole)

Ecco... ci risiamo.
Forse è questo che sono destinato a essere.
Forse non posso più fuggire.


MARCO
(voce tremante)

Solo questa volta.
L'ultima, lo giuro.


Scena 5: Incontro con Giulia

Ambientazione: Un parco pubblico in una giornata luminosa. Il sole filtra tra gli alberi, il rumore lontano del traffico cittadino è appena percettibile. Famiglie con bambini, persone che fanno jogging, ciclisti e coppie che passeggiano si mescolano nel paesaggio. Su una panchina un po' isolata, Marco è seduto, con lo sguardo perso nel vuoto, stanco e consumato. Nonostante la bellezza del parco, sembra fuori posto, come se non appartenesse più a quel mondo.


Azione: Giulia, una giovane donna dall’aspetto energico e determinato, passa vicino alla panchina. Nota Marco seduto da solo e, dopo un breve istante di osservazione, decide di avvicinarsi. Il suo volto è solare, il contrasto con l’atteggiamento cupo di Marco è evidente. Si ferma di fronte a lui, leggermente incuriosita.


 

GIULIA
(sorridendo con calore)

Ehi, ciao! Posso sedermi qui?

MARCO
(sollevando appena lo sguardo, un po' sorpreso, quasi indifferente)

Sì... certo. È un parco pubblico.

GIULIA
(sedendosi con tranquillità, osserva Marco per un attimo)

Sembri un po' perso nei tuoi pensieri.
Scusa se mi intrometto, ma stai bene?

MARCO
(scuote la testa con un leggero sorriso ironico, abbassando lo sguardo)

Sto bene... o almeno così dico a me stesso.
Non so nemmeno se abbia più senso dire se va tutto bene o no.

GIULIA
(con un tono sincero e leggermente preoccupato)

A volte dire "sto bene" è solo un modo per evitare di dire tutto il resto.

MARCO
(con un'espressione amara, fissando il terreno)

Già... dire tutto il resto sarebbe complicato.
Troppe cose che non vanno.

GIULIA
(incuriosita, con delicatezza)

Capisco.
Se ti va di parlarne, io sono qui.
Anche solo per ascoltare.

MARCO
(guardando Giulia per la prima volta con una certa attenzione,
leggermente confuso)

Non ci conosciamo nemmeno.
Perché dovresti ascoltare i problemi di uno sconosciuto?

GIULIA
(sorridendo, con un tono scherzoso ma sincero)

A volte parlare con uno sconosciuto è più facile.
Non c’è nessuna aspettativa, nessun giudizio. Solo ascolto.

MARCO
(esitando, con una leggera risata amara)

Forse... ma non so nemmeno da dove cominciare.
Sono stato in un tunnel... un tunnel senza uscita.
Ho perso il controllo.

GIULIA
(facendo un respiro profondo, cercando di capire)

Posso immaginare.
Ma sai, anche i tunnel più bui hanno un'uscita,
anche se a volte sembra impossibile trovarla.

MARCO
(scuote la testa, con uno sguardo distante)

Sì, beh... a me sembra che la mia uscita sia crollata molto tempo fa.
Ora sono solo intrappolato qui, cercando di non farmi schiacciare del tutto.

GIULIA
(con voce ferma, ma gentile)

Non sembri il tipo di persona che si lascia schiacciare così facilmente.

MARCO
(sorpreso dalla sua osservazione,
la guarda con uno sguardo interrogativo)

E cosa te lo fa pensare?

GIULIA
(sorridendo dolcemente, fissandolo negli occhi)

Il fatto che sei ancora qui.
Che sei seduto su questa panchina, in questo parco.
Potresti essere ovunque, eppure sei qui.
Non è un segno di debolezza, è il segno che stai ancora lottando,
anche se non lo vuoi ammettere.

MARCO
(resta in silenzio per qualche istante, sorpreso dalle sue parole,
poi sospira)

Lottare... sembra una parola troppo grande per quello che sto facendo.
Ogni giorno è una battaglia persa.

GIULIA
(con dolcezza, ma determinata)

Ma continui a combattere, nonostante tutto.
E questo significa che dentro di te c’è ancora qualcosa che vale la pena salvare.
Forse non riesci a vederlo ora, ma c’è.


Azione: Marco la guarda per un lungo momento, come se cercasse di capire se lei stia dicendo quelle parole per cortesia o se ci creda davvero. C’è una scintilla di speranza nei suoi occhi, seppur fievole, qualcosa che non provava da tempo. Giulia sorride di nuovo, con quella semplicità che rende il suo atteggiamento genuino e disarmante.


MARCO
(con un filo di voce, quasi parlando a se stesso)

Non so nemmeno chi sono più...
non ricordo l’ultima volta che ho fatto qualcosa di buono per me stesso.

GIULIA
(serena, ma con una profondità nei suoi occhi)

Forse è tempo di iniziare a ricordare.
Non devi avere tutte le risposte subito.
A volte, basta un passo alla volta,
basta prendere una direzione, anche se non sai dove ti porterà.

MARCO
(guardandola con una lieve curiosità)

E tu? Che ne sai di tutto questo?
Parli come se avessi vissuto qualcosa di simile.

GIULIA
(con un sorriso triste, ma consapevole)

Diciamo che anche io ho avuto i miei momenti bui.
Forse non esattamente come i tuoi, ma so cosa significa sentirsi persi.
E so anche cosa significa trovare la bussola per uscirne.

MARCO
(riflettendo, guarda di nuovo davanti a sé)

La bussola, eh?
Non so se ne ho ancora una.

GIULIA
(estraendo qualcosa dalla sua borsa, lo porge a Marco)

Magari ti serve solo qualcuno che ti aiuti a trovarla.
Prendi questa...


Azione: Giulia gli porge una piccola bussola d’ottone, usurata ma funzionante. Marco la osserva, sorpreso dal gesto.


MARCO
(guardando la bussola tra le mani, perplesso)

Cos’è?

GIULIA
(con un sorriso rassicurante)

È solo un simbolo.
Qualcosa che ti ricordi che, anche quando tutto sembra perso,
puoi sempre scegliere una direzione.
Anche nei momenti più bui, c’è sempre un nord da seguire.

MARCO
(scuotendo la testa, con un sorriso stanco)

Non so se sono pronto per tutto questo...

GIULIA
(ferma ma gentile)

Non devi esserlo.
Nessuno è mai davvero pronto.
Ma il primo passo è scegliere di camminare, anche se hai paura.


Azione: Marco guarda ancora la bussola nelle sue mani, riflette a lungo. La camera si avvicina lentamente al suo viso, mostrando la sua espressione incerta ma colpita dalle parole di Giulia. Una piccola scintilla di speranza inizia a illuminare il suo sguardo, anche se velata da una profonda esitazione.


MARCO
(a bassa voce, quasi in un sussurro)

Forse... forse hai ragione.


Azione: Giulia sorride dolcemente, senza fare pressione, lasciando che Marco rifletta. La scena si chiude con un’immagine di Marco che tiene stretta la bussola, mentre osserva il parco attorno a sé, come se per la prima volta vedesse una via d’uscita dal suo tunnel oscuro.

GIULIA
(determinata)

Forse sono proprio la persona che devi incontrare.


Scena 6: Il peggioramento della dipendenza

Ambientazione: Un vecchio scantinato buio e umido, pieno di persone dall'aspetto trasandato. Luci soffuse illuminano l'ambiente in modo instabile, creando ombre inquietanti sui volti dei presenti. L’aria è densa di fumo, il suono di conversazioni ovattate e risate vuote si mescola con la musica di sottofondo. Marco è seduto su una sedia malconcia in un angolo della stanza. Davanti a lui, un piccolo tavolo con aghi e polveri. La sua mano trema mentre prepara la dose. Il suo volto è tirato, la pelle pallida e segnata dalle notti insonni. Il suo sguardo è distante, quasi morto.


Azione: Marco osserva le sue mani mentre preparano meccanicamente la dose di droga, come se stesse eseguendo un’azione ripetuta mille volte. La sua mente, però, è altrove, persa nei pensieri che lo tormentano.


Pensieri interni (voiceover di Marco)

MARCO
(voce distaccata, rassegnata)

Sono tornato qui. Di nuovo.
Non volevo, lo giuro... ma sono tornato.
Che cosa sono diventato? Un'ombra di quello che ero, uno schiavo...
questa roba è l'unica cosa che mi fa sentire ancora qualcosa,
anche se quel qualcosa mi distrugge ogni volta.

(pausa, il suo sguardo si posa sulle altre persone nello scantinato,
tutte intrappolate nello stesso ciclo)

Guardali. Siamo tutti qui, tutti uguali.
Volti spenti, corpi che si trascinano giorno dopo giorno.
Mi sono detto tante volte che avrei smesso, che non sarei finito come loro.
Ma ora?
Sono uno di loro. Non c’è più differenza.

(pausa, Marco inizia a iniettarsi la dose,
il volto si contrae per un attimo, poi si rilassa lentamente)

Ogni volta mi dico che sarà l'ultima, che troverò una via d'uscita.
Ma quella via... sembra così lontana, quasi irraggiungibile.
E forse non voglio davvero trovarla.
Perché, senza questa sensazione... cos'altro mi resta?

(il suo corpo inizia a rilassarsi mentre la droga entra in circolo,
i suoi pensieri diventano più confusi ma non meno dolorosi)

Mi sento vuoto. La mia vita è vuota.
Non ricordo nemmeno più chi ero prima di tutto questo.
Quando è stato che ho perso il controllo?
Era solo per divertimento all'inizio...
un modo per fuggire dalla realtà, per dimenticare i problemi, per sentirsi... libero.
Ma ora sono prigioniero. Intrappolato in questo ciclo che sembra non avere fine.

(pausa, Marco guarda la stanza con sguardo vuoto, il suo volto è rilassato,
ma c'è un'ombra di disperazione nei suoi occhi)

Mi sono detto che potevo smettere quando volevo.
Che avevo il controllo. Ma guardami ora.
Non ho più nulla. Ho perso il lavoro, gli amici... i miei genitori non mi parlano più.
Sono solo. Completamente solo.
Eppure, continuo a tornare qui, come se non ci fosse altro posto al mondo per me.

(Marco osserva una persona vicino a lui che sta facendo la stessa cosa,
i volti attorno a lui sembrano sfocati, lontani)

Che fine faremo tutti noi?
Moriremo qui, in questo scantinato, come fantasmi che nessuno ricorderà.
E forse... forse è meglio così.
Almeno non dovrò più lottare, non dovrò più provare a fingere che posso farcela.
Forse è più facile lasciarsi andare, smettere di combattere.

(il suo sguardo si fa sempre più spento mentre la droga prende il controllo)

Mi sento intorpidito.
È meglio così, vero? Non sento più niente.
Nessun dolore, nessuna paura, nessun rimpianto.
Solo... vuoto. Un vuoto che per un attimo sembra quasi... confortante.
Ma so che non durerà.
È sempre così.
Un momento di sollievo, e poi... il baratro.

(pausa, Marco chiude gli occhi, il suo volto rilassato
ma con un’espressione di dolore latente)

Eppure, ogni volta ci ricasco.
Non posso farne a meno.
Mi dico che questa sarà l’ultima volta, ma è una bugia.
Una bugia che mi racconto per non sentirmi troppo colpevole.
Non c’è via d’uscita, vero? Non per uno come me.
Forse questo è il mio destino...
scomparire, lentamente, consumato da questa cosa che mi distrugge
e mi dà vita allo stesso tempo.


Azione: Marco rimane seduto, immobile, il suo corpo rilassato dalla droga ma il suo spirito oppresso dalla consapevolezza di essere in un ciclo infinito. Le luci dello scantinato diventano più fioche, e il rumore delle voci attorno a lui si fa lontano, mentre i suoi pensieri continuano a fluttuare in un mare di disperazione e rassegnazione.


Pensieri interni (voiceover di Marco, debolmente)


MARCO
(sussurrando a se stesso)

Non posso continuare così... ma non riesco a fermarmi.

MARCO
(voce distaccata)

Non c'è più niente... solo questo.


Punto Medio:

Marco è nel punto più basso della sua vita. Si rende conto che ha perso completamente il controllo. La relazione con Giulia sembra l'unico legame reale che gli rimane, ma la sua dipendenza continua a trascinarlo sempre più a fondo.


Scena 7: L'illuminazione di Marco - La Bussola

Ambientazione: Parco pubblico, una giornata serena con il sole che inizia a scendere verso l’orizzonte, colorando il cielo di sfumature dorate. Marco e Giulia sono seduti su una panchina. Il parco è meno affollato rispetto a prima, il silenzio è rotto solo dal canto degli uccelli e dal leggero rumore del vento tra le foglie. L’atmosfera è calma, ma c’è una tensione emotiva nel volto di Marco, che guarda Giulia con un misto di curiosità e incredulità.


Azione: Giulia prende la piccola bussola d’ottone dalle mani di Marco e la tiene e la rigira tra le sue mani, osservandola attentamente. Il movimento cattura l'attenzione di Marco, che si volta verso di lei, leggermente confuso.


GIULIA
(con un leggero sorriso, guardando la bussola)

Sai, ho portato questa bussola con me per anni.
Mi ha sempre ricordato che, anche quando ti senti perso, c’è sempre una direzione da seguire. Non importa quanto buia sia la strada, c’è sempre un nord che puoi trovare.

MARCO
(guardandola con una leggera perplessità, sorride amaramente)

Non so, Giulia.
Mi sento come se la mia bussola fosse rotta da tempo.
Non so più da che parte andare... ogni direzione sembra portarmi nello stesso posto.

GIULIA
(sorride con dolcezza, passando la bussola a Marco)

Forse non è rotta, forse hai solo dimenticato come usarla.
A volte ci vuole qualcuno che ti ricordi come funzionano le cose semplici.


Azione: Marco prende la bussola con mani esitanti, la osserva con un’espressione pensierosa. La tiene tra le mani, passando il pollice sopra il vetro, come se stesse cercando di comprendere il significato più profondo di quel piccolo oggetto.


MARCO
(con voce bassa, quasi parlando a se stesso)

Una bussola...
cosa può fare davvero una bussola quando sei così perso
da non sapere neanche dove vuoi andare?

GIULIA
(osservandolo con intensità)

Non ti dirà dove andare, ma ti ricorderà che puoi scegliere.
Ogni giorno, ogni momento, puoi fare una scelta.
A volte, basta un passo nella giusta direzione per cambiare tutto.

MARCO
(scuote la testa, con un leggero sorriso di disillusione)

Parli come se fosse facile.
Ma non sai cosa significa essere qui dentro, in questo vuoto, sentire di non avere più forze.
Io ho perso tutto... il lavoro, la fiducia di chi mi stava vicino, persino me stesso.
Come posso trovare una direzione quando non so nemmeno più chi sono?

GIULIA
(con voce calma, ma decisa)

Non è facile, Marco. Non lo è per nessuno.
Ma non devi avere tutte le risposte subito.
Nessuno di noi le ha.
Tutto quello che devi fare è scegliere di iniziare.
La bussola non ti dice cosa troverai lungo il cammino,
ma ti aiuta a non perderti mentre lo percorri.


Azione: Marco osserva la bussola tra le sue mani, il suo sguardo è fisso, concentrato, mentre le parole di Giulia sembrano lentamente trovare spazio nella sua mente. Si ferma per un momento, riflette su ciò che ha detto, ma la sua espressione è ancora velata da dubbio e dolore.


MARCO
(sospirando, con voce spezzata)

E se fallisco? Se torno indietro...
se non ce la faccio a trovare questa strada di cui parli?
Ho già provato, Giulia... ci ho provato così tante volte.
Ogni volta pensavo di poter smettere, di potermi riprendere, ma poi... ci ricado.
È come un ciclo senza fine.
Ogni volta che cerco di uscirne, qualcosa mi riporta dentro.

GIULIA
(guardandolo negli occhi, con sincerità)

Ci sarà sempre il rischio di fallire.
È parte della vita, parte del processo.
Ma il fallimento non è la fine.
Ogni volta che ti rialzi, diventi più forte.
Anche se ricadi, puoi rialzarti ancora.
Non importa quante volte cadi, importa quante volte scegli di rialzarti e di continuare.


Azione: Marco abbassa lo sguardo, pensieroso. Le parole di Giulia sembrano avere un impatto su di lui, ma è ancora combattuto tra il desiderio di credere e la paura di fallire ancora. Stringe la bussola tra le mani, come se volesse sentire la sua solidità, la sua realtà.


MARCO
(con voce tremante, quasi implorante)

Non so se posso farcela da solo.
Mi sento... troppo debole.
Ogni volta che provo a uscire da questa gabbia, c’è sempre qualcosa che mi tira giù.
Non so nemmeno più se ho la forza per continuare a combattere.

GIULIA
(con voce dolce, ma ferma)

Non devi farcela da solo.
A volte, avere qualcuno accanto che ti ricordi chi sei davvero,
chi puoi ancora essere, fa tutta la differenza.
Puoi sempre chiedere aiuto.
Io non sono qui per salvarti, ma per ricordarti che tu puoi farcela.
La forza è già dentro di te, devi solo riscoprirla.


Azione: Marco la guarda, sorpreso dalla sua fermezza, e per un attimo sembra trovare un barlume di speranza nelle sue parole. C’è un lungo silenzio, mentre il vento soffia leggermente tra gli alberi e il sole continua a calare, tingendo il parco di una luce calda. Marco si alza lentamente dalla panchina, stringendo ancora la bussola nella sua mano, come se fosse diventata una sorta di talismano.


MARCO
(con un filo di voce, come se stesse iniziando a credere, ma ancora insicuro)

Forse...
forse c’è una possibilità, anche per me.

GIULIA
(sorridendo con calore)

C’è sempre una possibilità, Marco.
Non importa quanto tu possa sentirti perso.
La tua bussola funzionerà, finché sarai disposto a guardarla.


Azione: Marco si allontana lentamente, con la bussola in mano, guardando il cielo che si tinge di arancione e rosso. La camera si concentra sulla sua figura mentre cammina nel parco a fianco di Giulia, una nuova determinazione nascosta sotto lo strato di insicurezza e dolore. Giulia lo osserva, vede il suo sorriso tranquillo, sapendo che ha piantato il seme di un cambiamento.


GIULIA
(sorridente, sincera)

Questa bussola ti ricorderà che puoi sempre scegliere dove andare.

MARCO
(guardandola con un filo di speranza)

Ma cosa succede se non so più quale direzione prendere?

GIULIA
(con dolcezza)

Inizia col primo passo, il resto verrà.


Scena 8: La decisione di riabilitarsi

Ambientazione: Centro di riabilitazione. La stanza d’attesa è spoglia, con pareti bianche e fredde. Le sedie sono disposte in fila, alcune occupate da persone silenziose e pensierose, volti segnati da storie di lotta e sofferenza. Marco è seduto in fondo alla stanza, le mani intrecciate, lo sguardo rivolto al pavimento. Ha l’aria stanca, consapevole di essere giunto a un punto di svolta, ma visibilmente nervoso e combattuto.


Azione: Marco tamburella le dita sulle ginocchia, incapace di stare fermo. La tensione è palpabile nei suoi gesti. Ogni rumore della stanza, il ticchettio dell’orologio, i passi degli operatori che passano, sembra amplificato nella sua mente. Si guarda intorno, osservando le altre persone, e per un momento il suo sguardo si perde. I pensieri iniziano a travolgerlo.


Pensieri interni (voiceover di Marco):

MARCO
(voce tremante, ansiosa)

Cosa sto facendo qui?
Davvero sono arrivato a questo punto?
Questo è il fondo, vero?
Seduto in una sala d'attesa,
aspettando che qualcuno mi dica come rimettere insieme i pezzi della mia vita...

(pausa, Marco si guarda intorno,
osservando gli altri pazienti, tutti con espressioni simili,
segnati dal dolore e dalla stanchezza)

Guarda queste persone... sembrano spezzate.
Sono come me.
Siamo tutti qui per lo stesso motivo, perché non siamo riusciti a farcela da soli.
E ora siamo qui, seduti, in attesa di un miracolo.
Ma io... posso davvero cambiare?
Dopo tutto quello che ho fatto, dopo tutto quello che ho perso?

(pausa, si guarda le mani, notando le sue dita tremanti)

Forse è già troppo tardi.
Forse sono troppo lontano per tornare indietro.
Sono stato qui prima, in questo esatto punto, con la speranza di poterne uscire.
Ma ogni volta ci sono ricaduto.
Cosa mi rende diverso questa volta?
Sono sempre lo stesso, non importa quanto ci provi.

(pausa, il suo sguardo si perde di nuovo,
una sensazione di disperazione lo avvolge)

E se fallisco ancora? Se non riesco a farcela?
Quanto dolore posso sopportare prima che mi spezzi del tutto?
La tentazione è sempre lì, in agguato, pronta a riportarmi nel baratro.
Non importa quanto ci provi, la dipendenza ha sempre avuto la meglio su di me.
Che differenza farà questa volta?

(la camera si concentra sul volto di Marco, che riflette,
gli occhi vuoti ma anche pieni di una speranza appena percepibile)

Giulia crede in me... ma io?
Io non so se ci credo davvero.
Tutti continuano a dire che è possibile uscirne, che basta volerlo.
Ma il problema è che non basta.
La volontà si spezza, si consuma, e poi ti ritrovi di nuovo nel buio.
Non c’è un manuale per affrontare questo...

(pausa, la sua mano va alla tasca, dove tiene la bussola che Giulia gli ha dato.
La tocca con le dita, quasi cercando conforto)

Questa bussola... è solo un oggetto, eppure rappresenta qualcosa.
Giulia mi ha detto che posso scegliere, che posso prendere una direzione diversa.
Ma e se non avessi la forza per continuare?
E se il nord che cerco non esistesse?

(silenzio per un attimo, mentre la sua mente combatte con sé stessa)

Devo provarci... non posso continuare così.
Non posso continuare a essere questa versione spezzata di me stesso.
Ho visto cosa mi fa la droga, come mi consuma, come mi distrugge.
Ed ogni volta è peggio, ogni volta mi lascia con meno di quello che avevo.
Se non faccio qualcosa adesso, so dove finirò.

(pausa, Marco stringe la bussola nella mano, cercando un barlume di speranza)

Forse non sarò mai lo stesso Marco che ero prima, forse non tornerò mai ad avere quella vita.
Ma forse, posso essere qualcun altro.
Qualcuno che lotta per qualcosa, qualcuno che non si arrende.
Anche se cado, devo rialzarmi.
Giulia ha ragione.
Non importa quante volte fallisco, l'importante è che continui a cercare di rialzarmi.


Azione: Marco si alza dalla sedia, visibilmente nervoso, ma con una determinazione crescente. Fa un passo verso la porta della sala di terapia. Il suo corpo è teso, ma il suo volto esprime una nuova risolutezza.


Pensieri interni (voiceover di Marco)

MARCO
(voce più ferma, con un filo di speranza)

È ora di smettere di scappare.
È ora di affrontare questo inferno che ho dentro.
Non sarà facile, non sarà immediato... ma devo provarci.
Devo farlo per me stesso, per la persona che potrei ancora diventare.
Non sarà l’ultima battaglia, ma almeno è un inizio.


Azione: Marco apre la porta della stanza di terapia e la camera lo segue mentre entra, un uomo in bilico tra la disperazione e la speranza. L’inizio del suo percorso di guarigione è incerto, ma ciò che conta è che ha fatto il primo passo.


Pensieri interni (voiceover di Marco, sussurrando a se stesso)


MARCO
(voce riflessiva, quasi pacata)

Forse... forse c’è ancora una strada per me.


MARCO
(voce nervosa)

Non so se posso farcela, ma non posso continuare così.
Devo provarci.


Secondo Punto di Svolta:

Marco prende la decisione di entrare in riabilitazione, un passo che rappresenta il suo primo vero tentativo di riprendere il controllo sulla sua vita.


Atto 3: Il Climax e la Risoluzione


Scena 9: La lotta durante la riabilitazione

Ambientazione: Sala di terapia di gruppo in un centro di riabilitazione. Le pareti sono semplici, con qualche poster motivazionale appeso qua e là. Attorno a un tavolo siedono diversi partecipanti alla terapia, tutti segnati dalle proprie lotte contro la dipendenza. Alcuni sono più avanti nel loro percorso, altri sembrano essere ancora agli inizi. Marco è seduto accanto al consulente, visibilmente nervoso, con le mani che tremano leggermente mentre si strofina il viso.


Azione: Il consulente, un uomo sulla cinquantina con un’aria calma e rassicurante, osserva il gruppo mentre parla. I suoi occhi si posano su Marco, che non ha ancora detto nulla, ma che chiaramente sta lottando con qualcosa dentro di sé. La stanza è silenziosa, l’atmosfera è tesa, ma c’è una sensazione di comprensione reciproca tra i partecipanti.


Dialogo:

CONSULENTE
(con voce calma e invitante)

Marco, hai detto di voler condividere qualcosa oggi.
Prenditi il tempo che ti serve, siamo qui per ascoltarti, senza giudizio.

Azione: Marco si muove a disagio sulla sedia, le mani intrecciate. Guarda il consulente per un momento, poi abbassa lo sguardo, prendendo un respiro profondo. Sa che è giunto il momento di aprirsi, ma la paura e la vergogna lo frenano.


MARCO
(con voce esitante, a bassa voce)

Non so nemmeno da dove cominciare.
È... difficile parlare di certe cose. Non sono abituato.
Ho sempre pensato di poter gestire tutto da solo, di non aver bisogno di nessuno...
ma, beh, eccomi qui.

CONSULENTE
(con un sorriso gentile)

Prendere coscienza di questo è già un grande passo, Marco.
Non è facile ammettere di aver bisogno di aiuto.
Raccontaci quello che senti, non devi avere tutte le risposte. Questo è un luogo sicuro.


MARCO
(visibilmente emozionato)

Non volevo ammetterlo, ma sono diventato prigioniero di qualcosa
che pensavo potesse darmi la libertà.

CONSULENTE
(annuisce)

Il primo passo è riconoscerlo.


Azione: Marco si guarda intorno, osserva i volti delle persone sedute accanto a lui. Non sono estranei al dolore, capisce che anche loro sono passati attraverso le stesse lotte. Questo lo fa sentire un po’ meno solo.


MARCO
(prendendo un altro respiro profondo, la voce tremante)

Ho... ho perso tutto. Ero qualcuno, sapete?
Avevo amici, una famiglia che credeva in me, un lavoro che amavo.
Ma poi... ho iniziato a usarla.
Pensavo che fosse solo un modo per rilassarmi, per sfuggire allo stress.
Ma quella roba ha iniziato a divorarmi... lentamente, fino a che non mi sono più riconosciuto.

(pausa, si ferma, la voce diventa più spezzata)

Ho provato a smettere... tante volte.
Ho giurato a me stesso, ho fatto promesse...
ma ogni volta che mi sembrava di essere a un passo dall’uscita, qualcosa mi risucchiava di nuovo.
E adesso? Beh... guardatemi.
Sono qui, distrutto, come una versione distorta di me stesso.


Azione: Marco si passa una mano tra i capelli, il volto contorto dalla frustrazione. Il consulente lo osserva con attenzione, lasciandogli lo spazio necessario per elaborare le sue emozioni.


CONSULENTE
(con voce empatica)

Quello che stai dicendo, Marco, è qualcosa che tutti qui hanno provato.
La dipendenza ci spinge a credere che siamo soli in questa battaglia,
ma la verità è che siamo in tanti a lottare contro di essa.
Non c’è vergogna nel cadere.
La vergogna sta solo nel non provare a rialzarsi.
Tu sei qui, e questo significa che hai ancora la forza per continuare.


Azione: Marco lo guarda, cercando di trovare conforto in quelle parole, ma la sua mente è ancora piena di dubbi e rimpianti. Si passa una mano sul viso, visibilmente scosso.


MARCO
(con voce spezzata)

Non lo so... non lo so se ho ancora la forza.
Ogni volta che cado, mi sembra di sprofondare sempre di più.
C’è una parte di me che vuole combattere,
ma c’è un’altra parte che mi dice di lasciar perdere, che è più facile arrendersi.
E questa parte sembra sempre più forte.

(pausa, la voce si abbassa, quasi un sussurro)

Non so se ce la posso fare.

CONSULENTE
(con tono fermo ma gentile)

La parte di te che vuole combattere è quella che ti ha portato qui oggi, Marco.
Non dimenticare questo.
Nessuno può dirti che sarà facile,
e ci saranno giorni in cui tutto sembrerà senza speranza.
Ma ricordati che sei più forte di quanto credi.
Tu sei più forte della tua dipendenza.


Azione: Marco alza lo sguardo verso il consulente, e per un momento c’è un silenzio carico di significato. Le parole del consulente cominciano a penetrare nei suoi pensieri.


MARCO
(con voce incrinata, cercando di trattenere le lacrime)

E se fallisco di nuovo?
Se ricado?
Non voglio più sentirmi così... così inutile.
Ho fatto del male a tutti quelli che amavo.
Non posso tornare indietro.

CONSULENTE
(con tono rassicurante)

Non puoi cambiare il passato, Marco.
Ma puoi decidere cosa fare da ora in avanti.
Ricadere fa parte del percorso per molte persone.
Non si tratta di non fallire mai, ma di imparare da ogni passo falso.
È un cammino lungo e pieno di ostacoli, ma non lo percorrerai da solo.


Azione: Marco abbassa la testa, la voce del consulente sembra alleviare un po' il peso che porta sulle spalle, ma la paura del futuro e del fallimento è ancora lì, ben presente.


MARCO
(con voce più calma, ma ancora carica di dubbi)

Non lo so.
Tutto questo... sembra troppo grande da affrontare.
Come faccio a continuare a lottare se ogni giorno è una guerra contro me stesso?

CONSULENTE
(con tono fermo, cercando di infondere coraggio)

Un passo alla volta, Marco.
Un giorno alla volta.
Non devi affrontare tutto insieme.
Oggi sei qui, hai scelto di essere qui, e questo è un grande passo.
Il resto... lo affronterai man mano.
Ma non devi farlo da solo.
Noi tutti siamo qui per sostenerti.


Azione: Marco resta in silenzio per un lungo momento, poi annuisce lentamente, cercando di accettare quelle parole. La telecamera si avvicina al suo volto, mostrando una vulnerabilità mista a una nuova, piccola speranza.


Pensieri interni (voiceover di Marco)


MARCO
(riflessivo, con una lieve speranza)

Un giorno alla volta... forse è l'unico modo.
Non posso tornare indietro, ma forse... posso trovare un modo per andare avanti.


Azione: Marco alza di nuovo lo sguardo, incrociando quello del consulente, e per la prima volta, c'è una scintilla di determinazione nei suoi occhi, anche se tenue.



Scena 10: Flashback - I bei tempi passati

Ambientazione: Spiaggia durante una giornata d’estate, il cielo è azzurro e limpido, il sole splende alto. L’aria è piena di risate, grida di gioia e il suono delle onde che si infrangono sulla riva. Marco è con un gruppo di amici. Sono tutti giovani, spensierati, senza preoccupazioni visibili. Il tempo sembra perfetto, come se nulla potesse intaccare quella felicità.


Azione: Marco corre sulla spiaggia insieme ai suoi amici, la sabbia calda sotto i piedi. Il suo sorriso è aperto, sincero, pieno di vita. Le loro risate sono genuine, l’atmosfera è di pura libertà. Sono i ricordi di un tempo in cui tutto sembrava possibile, prima che le ombre della dipendenza iniziassero a oscurare la sua vita.


Ricordi interni (voiceover di Marco)

MARCO
(voce nostalgica, riflessiva)

Dio, quanto ero felice in quei giorni...
Mi sembra così lontano ora, come se fosse un’altra vita.
Eppure, eravamo lì, sulla spiaggia, senza nessuna preoccupazione,
senza pensare che tutto sarebbe cambiato così in fretta.
Ridevamo, scherzavamo, e non c’era nulla che ci facesse pensare al futuro...
perché il futuro sembrava luminoso, perfetto.

(pausa, il ricordo diventa più vivido,
mentre Marco osserva sé stesso e i suoi amici ridere e giocare, come se fossero invincibili)

Era tutto così facile allora.
Non c’erano decisioni difficili da prendere, nessun peso sulle spalle.
Solo noi, il sole, il mare... e la sensazione che quella felicità non sarebbe mai finita.
Che ingenui eravamo.
Credevo di avere tutto sotto controllo, di sapere esattamente cosa fare della mia vita.
Mi sentivo invincibile, come se nulla potesse spezzare quel ciclo di felicità.


Azione: Il flashback mostra Marco mentre si butta in mare insieme ai suoi amici. Le onde lo accolgono, mentre si immerge e risale, ridendo, sentendosi vivo. Il suo viso è illuminato da una gioia pura, senza ombre.


Ricordi interni (voiceover di Marco):

MARCO
(voce malinconica, con un tocco di rimpianto)

Non pensavo che tutto potesse cambiare così velocemente.
Ero sicuro di me, certo di avere il controllo.
E ora guardami...
non sono nemmeno un’ombra di quel ragazzo che sorrideva, che rideva senza preoccupazioni.
Come ho potuto lasciarmi cadere così in basso?

(pausa, il suo pensiero si fa più intenso, carico di emozione)

Mi manca quella sensazione... quella leggerezza, quella libertà.
Il mondo era pieno di possibilità.
Tutto sembrava facile, tutto sembrava perfetto.
Non avevo paura del futuro, non c’era ombra nella mia mente.
Era come vivere in un sogno, un sogno che pensavo non sarebbe mai finito.


Azione: La scena mostra Marco e i suoi amici seduti attorno a un falò sulla spiaggia, il sole che cala all'orizzonte, tingendo il cielo di arancione e rosso. Ridono, parlano di sogni e progetti futuri. Marco è il più animato del gruppo, parla del suo futuro con entusiasmo, con un viso che brilla di speranza.


Ricordi interni (voiceover di Marco):

MARCO
(voce incrinata dal rimpianto)

Ero così pieno di sogni.
Parlavamo di viaggi, di carriere, di amori.
Avevamo tutto davanti a noi, o almeno così credevamo.
Non c’erano problemi che non potessimo risolvere.
E io... io ero sicuro che niente potesse fermarmi.
Ma guardami adesso... quei sogni si sono infranti così in fretta.
La vita reale è arrivata, e io non ero pronto.
Non sapevo che quel sorriso, quella gioia, potessero svanire così facilmente.


Azione: La camera si avvicina a Marco, che guarda il fuoco con occhi pieni di speranza. Sorride, parlando con i suoi amici di come vuole cambiare il mondo, di come costruirà qualcosa di grande. C’è una luce nei suoi occhi, una determinazione che sembra invincibile.


Ricordi interni (voiceover di Marco):

MARCO
(con un tono più amaro, quasi sconfitto)

Ero pieno di certezze.
Ero convinto che tutto sarebbe andato secondo i miei piani.
Ma nessuno ti prepara a quello che succede quando le cose vanno male.
Nessuno ti dice quanto può essere difficile quando perdi il controllo.
E ora mi chiedo... dov’è finito quel ragazzo?
Dov’è finita quella luce, quella speranza?


Azione: La scena mostra Marco disteso sulla sabbia, guardando le stelle. La camera si alza, mostrando il vasto cielo stellato sopra di lui. I suoi amici sono accanto a lui, tutti immersi nel silenzio, affascinati dalla bellezza del cielo notturno. Marco sorride, si sente in pace, come se tutto fosse possibile.


Ricordi interni (voiceover di Marco):

MARCO
(voce incrinata dalla tristezza)

Quel momento... guardando le stelle... sembrava eterno.
Come se tutto fosse a portata di mano, come se il mondo fosse pieno di promesse.
E ora?
Ora non vedo più quelle stelle.
Non riesco nemmeno a immaginare come potrei tornare a sentirmi così.
Mi manca quella parte di me, quella parte che credeva nel futuro.
Mi sento come se l’avessi persa per sempre.


Azione: La scena si sfuma lentamente, riportando Marco al presente. Il suo viso è segnato dalla tristezza, la consapevolezza di quanto è cambiato lo pesa come un macigno. Le risate, la gioia e la speranza sono ormai un ricordo lontano.


Pensieri interni (voiceover di Marco, con un tono più risoluto, ma ancora carico di dolore)


MARCO
(voce malinconica)
Cosa darei per tornare a quei giorni...

MARCO:
Ma forse... forse posso ancora trovare una parte di quel ragazzo.
Forse non tutto è perduto.
Non sarà mai come allora, ma... forse posso ancora recuperare qualcosa.


Azione: Marco chiude gli occhi per un momento, lasciando che i ricordi svaniscano lentamente, sostituiti dalla realtà del presente. Ma qualcosa, una piccola scintilla, sembra ancora bruciare dentro di lui, una speranza, anche se debole, che forse non tutto è perduto.


Scena 11: Il Climax - La tentazione finale

Ambientazione: È notte, una strada silenziosa, illuminata solo dai lampioni che proiettano lunghe ombre sull’asfalto. Marco cammina da solo, con lo sguardo basso, stanco ma determinato a resistere alle tentazioni che lo circondano. È da poco uscito da una seduta di terapia e ha ancora la bussola di Giulia in tasca. La tiene stretta, come se fosse un'ancora. Ma, nel buio, una figura familiare emerge. È Luca, un vecchio amico, uno dei compagni di abuso di droga con cui Marco si era perso. Luca lo riconosce subito e si avvicina, con un sorriso complice, quasi beffardo.


Azione: Luca si avvicina con passo sicuro e una bottiglia in mano, chiaramente sotto l’effetto di qualche sostanza. Marco si irrigidisce appena lo vede, ma non può evitare l’incontro.


Dialogo:

LUCA
(con tono spavaldo, ammiccando)

Marco! Guarda chi si vede.
È un bel po' che non ci si incrocia, eh? Dove sei finito, amico?
Mi manchi nelle nostre serate di festa.


Azione: Marco si ferma, il volto teso, ma cerca di mantenere la calma. Gli occhi di Luca brillano di euforia, come se tutto fosse un gioco. Marco, invece, è chiaramente in bilico, combattuto tra il passato e il presente.


MARCO
(con voce calma ma forzata, cercando di tenere il controllo)

Luca... non sono più in quel mondo.
Ho cercato di uscirne... sto provando a rimettere insieme i pezzi.

LUCA
(ridacchiando, prendendo un sorso dalla bottiglia)

Rimettere insieme i pezzi? Ah, andiamo, Marco!
Lo sai meglio di me, quel mondo non ti lascia mai davvero.
Noi siamo fatti per divertirci, per fregarcene di tutto.
È troppo noioso vivere senza un po' di... evasione, no?


Azione: Luca tira fuori una bustina dalla tasca, lo stesso tipo di droga che Marco usava in passato. La agita davanti a lui, con un sorriso malizioso, come se fosse un gioco che entrambi conoscono bene.


LUCA
(tentandolo)

Solo per stasera, dai. Come ai vecchi tempi.
Niente di serio, solo noi, la roba... e il resto sparisce.


Azione: Marco osserva la bustina, il suo respiro si fa più pesante. Il suo sguardo vacilla, indeciso. Dentro di lui, la lotta è palpabile. La tentazione è forte, la promessa di evasione, di non sentire più il dolore, è allettante. Ma qualcosa lo trattiene.


MARCO
(con voce tremante, quasi parlando a sé stesso)

Non posso... non voglio tornare lì.
Ho già perso troppo...
troppo per colpa di questa roba.

LUCA
(ridendo, con tono sarcastico)

Per favore, Marco. Non fare il moralista ora.
Non eri tu quello che diceva che la vita è breve e bisogna godersela al massimo?
Cosa c’è di male a divertirsi un po’?
Una sera, una dose... e domani ti senti meglio.
Non vuoi sentirti meglio, Marco?


Azione: Marco prende un respiro profondo, chiude gli occhi per un momento. La bussola nella sua tasca sembra pesare di più, come un simbolo della lotta che sta combattendo. Le parole di Giulia riecheggiano nella sua mente, ma la voce di Luca sembra più forte, più vicina, più tangibile.


Pensieri interni (voiceover di Marco):

MARCO
(con voce turbata)

Solo una volta... una volta sola e poi basta.
Ma è così che comincia sempre, no?
Una volta, e poi un'altra... e un'altra ancora.
Ho detto le stesse cose mille volte.
Posso davvero fermarmi questa volta?


LUCA
(con tono persuasivo)

Dai, amico. Guarda, ce l’ho qui, pronta.
Ti senti già meglio, vero?
Lo sai che questa roba ti fa dimenticare tutto il resto.
Non ci pensare troppo.
Solo un sorso... solo una tirata, e poi sei libero per un po'.


Azione: Luca si avvicina di più, la bustina a pochi centimetri dal viso di Marco. Marco lo guarda, la tentazione è forte, quasi travolgente. Le mani di Marco tremano, e per un istante sembra che stia per cedere. Ma poi infila la mano in tasca, stringendo la bussola che Giulia gli ha dato. Il suo respiro diventa più regolare.


MARCO
(con voce più decisa, ma ancora tremante)

No... non posso. Non questa volta.
Devo... devo andare avanti.

LUCA
(con tono beffardo, facendo un passo indietro)

Oh, dai. Non farmi ridere, Marco.
"Andare avanti"? E dove pensi di andare?
Non sei fatto per questa vita noiosa, non sei un tipo da riabilitazione.
Noi siamo fatti per vivere al limite. Sai che ho ragione.


Azione: Marco stringe ancora di più la bussola, chiudendo gli occhi. Il silenzio cade per un attimo.

Sente le parole di Giulia nella sua mente: "Non importa quante volte cadi, importa quante volte scegli di rialzarti."


Pensieri interni (voiceover di Marco):

MARCO
(con voce più risoluta)

Non posso continuare così.
Non posso lasciare che sia questa roba a decidere chi sono.
Se cedo adesso, tornerò indietro, e non riuscirò mai a risalire.
Ho ancora una scelta. Ho ancora una direzione.


Azione: Marco finalmente alza lo sguardo, con una nuova determinazione. Fa un passo indietro, allontanandosi da Luca e dalla droga.


MARCO
(con voce più ferma)

No, Luca. Non questa volta. Non tornerò indietro.
Ho fatto la mia scelta.

LUCA
(sorpreso, ma ancora ironico)

Scelta? Ma di che parli, Marco?
Non far finta di essere qualcuno che non sei. Sai che tornerai, sempre lo fai.
Non esiste via d'uscita per noi.

MARCO
(guardandolo dritto negli occhi, con una calma nuova)

Forse una volta era così.
Ma adesso... non lo è più. Devo cercare un'altra strada.


Azione: Marco si allontana, lasciando Luca con la bustina ancora in mano, mentre il suo sorriso spavaldo si spegne lentamente. Il rumore dei suoi passi che si allontanano risuona nel silenzio della notte.


Pensieri interni (voiceover di Marco):

MARCO
(con voce riflessiva, ma determinata)

Ce l’ho fatta.
Ho detto no.
Non so se sarà sempre così facile...
ma stasera, ho scelto di camminare verso una direzione diversa.
Forse posso davvero farcela.


Scena 12: La Risoluzione - La nuova direzione

Ambientazione: Spiaggia all’alba. Il cielo è sfumato di rosa e arancione mentre il sole inizia a sorgere sull'orizzonte. L'acqua calma riflette i colori del cielo, creando un’atmosfera di quiete e pace. Marco cammina lentamente sulla riva, le scarpe in mano, sentendo la sabbia fredda sotto i piedi. Il mare è tranquillo, e il suono delle onde che si infrangono sulla spiaggia riempie l'aria. La sua espressione è serena, ma il suo volto porta ancora i segni di una lotta recente. La bussola che Giulia gli ha dato è nella sua tasca, e ogni tanto la stringe tra le dita.


Azione: Marco si ferma e osserva il mare, lasciando che il vento gli accarezzi il viso. La sua mente è piena di pensieri, ma per la prima volta dopo tanto tempo, c’è una sensazione di pace dentro di lui. Il sole inizia a riscaldare il suo volto, e lui chiude gli occhi, riflettendo su tutto ciò che ha vissuto.


Pensieri interni (voiceover di Marco):

MARCO
(voce calma, riflessiva)

Per la prima volta, da tanto tempo, sento di avere di nuovo il controllo.
Non è perfetto... non è facile, ma almeno sento di essere io a decidere.
Non c’è più quella morsa che mi soffocava ogni giorno, quel peso costante che mi schiacciava.
Oggi, il mondo sembra diverso... come se ci fosse ancora speranza.

(pausa, il suono delle onde si intensifica, mentre Marco cammina lungo la riva)

Mi chiedo perché ci ho messo tanto a capire...
a capire che non dovevo combattere da solo.
Ho passato troppo tempo credendo di essere forte abbastanza, di non aver bisogno di nessuno.
E invece, ero solo perso.
Così tanto tempo sprecato, lontano da tutto e da tutti... ma ora è diverso.
Ora vedo una via d'uscita.


Azione: Marco si ferma di nuovo, guardando il mare infinito. I suoi pensieri cominciano a concentrarsi su chi ha fatto parte della sua vita, su chi lo ha accompagnato lungo il suo viaggio, sia nelle cadute che nei momenti di speranza.


Pensieri interni (voiceover di Marco):

MARCO
(voce più malinconica)

Luca... gli altri... erano amici?
O erano solo compagni di distruzione?
Forse all'inizio eravamo davvero amici, forse ci divertivamo davvero insieme.
Ma col tempo, è diventato tutto tossico, come una gabbia che ci intrappolava tutti.
Eravamo legati dalla dipendenza, non dall'amicizia.
Non mi hanno mai aiutato, non hanno mai cercato di tirarmi fuori dal buio.
Eravamo solo complici della nostra stessa rovina.

(pausa, Marco scuote la testa leggermente, un sorriso amaro sul suo volto)

Ma non posso dare la colpa solo a loro.
Anche io ero complice.
Mi sono aggrappato a quel mondo, a quella falsa sensazione di libertà, di divertimento.
Ho scelto di affondare insieme a loro... ma ora, finalmente, ho scelto di salvarmi.


Azione: Marco continua a camminare, ma questa volta il suo pensiero si sposta su Giulia. Il suo volto si illumina leggermente mentre pensa a lei, a ciò che ha fatto per lui.


Pensieri interni (voiceover di Marco):

MARCO
(voce più dolce, con un filo di gratitudine)

E poi c'è Giulia... lei è diversa.
Non mi ha mai trattato come un caso perso, come qualcuno da evitare.
Mi ha visto per quello che potevo ancora essere, non solo per quello che ero diventato.
Quando tutti mi avevano abbandonato, lei è stata lì, con quella calma, quella bussola...
Mi ha dato speranza quando io stesso non ne avevo più.

(pausa, un respiro più profondo, mentre il suo volto si distende)

Mi chiedo perché lo abbia fatto.
Perché una persona come lei avrebbe dovuto preoccuparsi per qualcuno come me?
Eppure l’ha fatto.
E ora, grazie a lei, sono qui... in piedi.
Ho ancora molto da fare, ancora molte battaglie da combattere, ma so che non sono solo.

(sorriso leggero)
Giulia mi ha ricordato che non è una questione di combattere da soli...
ma di avere qualcuno che ti sostenga lungo la strada.
Forse non le ho mai detto abbastanza quanto questo abbia significato per me.
Forse dovrei farlo.
Forse dovrei dirle grazie... per avermi salvato,
per avermi dato la bussola per trovare la mia strada.


Azione: Marco si ferma, estrae la bussola dalla tasca e la osserva attentamente. La tiene nel palmo della mano, sentendo il suo peso, simbolo di una nuova direzione nella sua vita. La bussola non gli dice esattamente dove andare, ma gli ricorda che c’è sempre una direzione da seguire, sempre una scelta da fare.


Pensieri interni (voiceover di Marco)

MARCO
(voce serena, con un misto di risolutezza e speranza)

Non sarà facile. Lo so.
Ci saranno giorni in cui la tentazione tornerà, in cui sentirò la morsa della dipendenza ancora una volta.
Ma questa volta... sono pronto.
So cosa devo fare.
Non è una questione di essere perfetti,
ma di continuare a fare la scelta giusta, un giorno alla volta.

MARCO
(voce riflessiva)

Ogni giorno è una battaglia, ma ora so dove voglio andare.
La strada è lunga, ma non cammino più al buio.

Non sarà sempre facile, e forse cadrò ancora.
Ma questa volta, so che posso rialzarmi.


Azione: Marco sorride leggermente, guardando l'orizzonte. Il sole è ormai alto, illuminando la spiaggia e riflettendosi sull'acqua. La camera si allontana lentamente da Marco, mentre lui continua a camminare lungo la riva, con la bussola stretta in mano e lo sguardo rivolto verso l'orizzonte.


Pensieri interni (voiceover di Marco)

MARCO
(con voce decisa e pacata)

Ho una strada da seguire.
Non so dove mi porterà, ma ho deciso di camminare.
Non per loro, non per il passato... ma per me.
Perché questa è la mia vita.
Ed io ho il diritto di viverla.
E viverla felice.


Il film termina con Marco che continua il suo cammino, con la bussola stretta in mano, segno della sua determinazione a non lasciarsi più sopraffare dalla dipendenza. Non c’è una fine certa, ma una promessa di lotta e speranza per il futuro.

FINE


Che tipo di storia viene raccontata?

"La Bussola" è una storia di redenzione, lotta e rinascita. Racconta il viaggio doloroso di Marco, che si ritrova intrappolato nella dipendenza da droghe, e la sua difficile battaglia per riconquistare la propria vita. Il tema centrale è la ricerca della direzione, simboleggiata dalla bussola che rappresenta la scelta di riprendere il controllo della propria esistenza.


Temi Affrontati nella Sceneggiatura

  1. Dipendenza: La storia esplora gli effetti devastanti della dipendenza sulle relazioni, sulla psiche e sul corpo.
  2. Redenzione: Il desiderio di Marco di riconquistare la propria vita diventa un viaggio di riscatto personale.
  3. Speranza: Nonostante le difficoltà, la speranza di un cambiamento è costantemente presente nel viaggio di Marco.
  4. Tentazione: La tentazione di ricadere nella dipendenza è un tema chiave, rappresentato dal conflitto interiore di Marco.
  5. Forza interiore: Marco scopre una forza dentro di sé, spinto dall’incontro con Giulia, che gli permette di intraprendere il percorso verso la guarigione.

Consigli su Possibili Sviluppi della Storia e Soluzioni Alternative

  • Sviluppo emotivo di Giulia: Potrebbe essere interessante sviluppare di più il personaggio di Giulia, esplorando il suo passato e il motivo per cui decide di aiutare Marco.
  • Finale alternativo: Il finale aperto potrebbe lasciare più spazio a una seconda parte della storia, in cui Marco potrebbe ricadere o superare definitivamente la sua dipendenza.
  • Focus su altri personaggi: Si potrebbe ampliare il coinvolgimento di altri personaggi, come familiari o amici di Marco, che potrebbero giocare un ruolo chiave nel suo percorso di guarigione.

Ecco alcune proposte di TITOLI per la sceneggiatura del cortometraggio sulla dipendenza, ispirati alla trama e ai temi delineati:

Titoli che enfatizzano il ciclo della dipendenza:

  • L'Oscillazione (sottolinea il continuo movimento tra desiderio e paura, tra risalita e ricaduta)
  • Il Loop (evidenzia la natura ripetitiva e circolare della dipendenza)
  • Il Baratro (mette in luce la profondità e la gravità della situazione)

Titoli che si concentrano sulla lotta interiore:

  • La Battaglia Interiore (esprime chiaramente il conflitto che si svolge nella mente del protagonista)
  • L'Ombra (si riferisce alla parte oscura e distruttiva di sé che il personaggio deve affrontare)
  • La Resa dei Conti (sottolinea il momento in cui Marco deve confrontarsi con le conseguenze delle sue azioni)

Titoli più poetici o suggestivi:

  • Frammenti (si riferisce alla vita di Marco, spezzata dalla dipendenza)
  • Cenere e Fuoco (contrappone la distruzione causata dalla droga alla speranza di rinascita)
  • La Bussola (suggerisce la ricerca di una direzione, di una via d'uscita)

Altri titoli che potresti considerare:

  • Sostanza (focalizza l'attenzione sulla droga come protagonista negativa)
  • Liberazione (anticipa la possibile risoluzione positiva della storia)
  • Il Prezzo (sottolinea il costo umano della dipendenza)

La scelta del titolo dipenderà molto dallo stile narrativo che vuoi adottare e dall'atmosfera che vuoi creare. Potresti anche pensare di coinvolgere altre persone, come amici, familiari o colleghi, per avere un feedback e trovare il titolo perfetto.

Consigli aggiuntivi:

  • Il titolo deve essere evocativo e intrigante: Deve incuriosire lo spettatore e spingerlo a scoprire di cosa tratta il cortometraggio.
  • Il titolo deve essere breve e facile da ricordare: Evita titoli troppo lunghi o complicati.
  • Il titolo deve essere coerente con il tono e lo stile del cortometraggio: Se il cortometraggio ha un tono drammatico, il titolo dovrà essere altrettanto intenso. Se invece ha un tono più sperimentale, il titolo potrà essere più originale e audace.

Conclusione:

"La Bussola" è una storia che mette al centro il tema della lotta contro la dipendenza, esplorando le sue sfaccettature emotive e psicologiche. La struttura narrativa, arricchita da flashback, crea un ritmo che permette allo spettatore di vivere il conflitto interno di Marco e il suo desiderio di redenzione, lasciando alla fine una riflessione profonda su quanto la volontà e la speranza possano davvero cambiare il corso di una vita.

 

ATTENZIONE: Questa è solo una bozza iniziale. Puoi personalizzarla ulteriormente aggiungendo dettagli, personaggi secondari e sviluppando ulteriormente le scene oppure riducendo alcuni dialoghi introspettivi. Se qualcuno la modifica o la amplia e poi la realizza, è pregato di comunicarcelo in modo da poter pubblicizzare nel nostro sito la nuova sceneggiatura ampliata e poi realizzata.

 Bozza di Sceneggiatura scritta il giorno 9 settembre 2024

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