"Il regista è il regista: tutto deve passare per le sue mani e sta a lui dire sì o no, e suggerire miglioramenti. Questo è un vero regista. (...) Viene un momento in cui si deve gridare, picchiare il pugno sul tavolo e dire: «Silenzio! È così che si farà, e sarò io che me ne occuperò". Ridley Scott
"Io lavoro con i miei sogni o incubi..." David Cronenberg
"Voglio visualizzare le mie fantasie, belle o brutte che siano" John Carpenter
"Mi piace soprattutto prendere il pubblico alla sprovvista" Brian De Palma
"Le originalità sono obbligatorie per un cineasta europeo che voglia far spettacolo competitivo rispetto al cinema americano" Jean-Jacques Annaud
"Tutto ciò che viene detto ma non viene mostrato è perduto, per il pubblico" alfred Hitchock
"Ho cominciato a fare regia proprio per caso, per non dover sottostare all'idea che un regista leggeva quello che io scrivevo senza capirlo" Massimo Troisi
"Credo alla mutazione del genere umano e alle continue trasformazioni e ricerche, soprattutto a quelle più ardite del cinema" David Cronenberg
"Oggi sono per un cinema e per un pubblico che non abbiano paura delle emozioni, e lo spettatore che cerco è quello capace di abbandonarsi al lavoro inconscio svolto dal film, e di parteciparvi" Bernardo Bertolucci
"Grazie al rock'n'roll ho cominciato a pensare all'immaginario, alla creatività come uniti alla gioia. L'idea di avere il diritto di godere di qualcosa". Wim Wenders
"Io voglio mostrare a cosa può assomigliare un albero quando lo si vede per la prima volta nella vita" Werner Herzog
"... perché al cinema è permesso di eccitarsi, accumulare adrenalina, sfogarsi, urlare e sentirsi come uomini primitivi" Wes Craven
"Trovo che il thrilling è uno dei modi più selvaggi di fare il cinema, uno dei generi che permettono all'autore di far volare in sala, sulla testa degli spettatori, per molti minuti, grandi vele di irrazionale e di delirio" Dario Argento
"Ho la sensazione che è qualcosa da vedere più che da ascoltare. Ciò che si vede è l'aspetto principale; ciò che si ascolta è l'ornamento" James Ivory
"È opinione diffusa che il film stia un piano più alto della pubblicità. Io non l'ho mai pensato. La pubblicità mi ha portato dove sono, è stata la vera scuola per la tecnica filmica" Ridley Scott
"Il pubblico vuole vedere sempre gli stessi film. Invece bisogna deluderlo, altrimenti non si farebbe nulla di interessante nell'arte" Woody Allen
"Il film è la storia di un conflitto fra ragione e sentimento e l'idea è quella del rifiuto del corpo, della difficoltà che ha la mente di accettare la naturalità e l'istintività del desiderio". Jean-Jacques Annaud
"Il cinema vivrà una grande trasformazione, che lo aiuterà a scavare di nuovo dentro gli uomini, a guardare nella società proprio per la paura che a volte genera la tecnica; penso anche alla genetica, e a molti rami della scienza. Andiamo verso anni di grandissimo interesse scientifico, emotivo e culturale e il cinema saprà farne tesoro se analizzerà lo smarrimento degli uomini, degli artisti e degli scienziati. La tecnica dona all'uomo infinite possibilità" David Cronenberg
"Lavorare con molti soldi o pochissimi soldi è la stessa cosa... è tutta una questione di saper raccontare una storia". John Carpenter
"Ho deciso di diventare regista quando in televisione ho visto «C'era una volta il west». Guardare quel film è stato come aprire un libro sull'arte della regia". Quentin Tarantino
"Quello che voglio mostrare è che i problemi non sono mai pratici o politici. I veri problemi sono sempre dentro di noi". Krzysztof Kiesslowski
"Cerchiamo di non angosciarci per i raccordi tra una sequenza e l'altra. Facciamo quello di cui abbiamo voglia e dimentichiamoci di tutto quello che non riguarda strettamente il contenuto del film" Woody Allen
"La spontaneità è molto importante per me, al punto che non uso più lo storyboard, preferisco l'istante da cercare sul set; l'intensità della luce deciderà le inquadrature". John Carpenter
"Nei miei films vi trovate una vita profonda, una sensazione di forza, un'intensità che non riscontrate nei film hollywoodiani in cui la natura ha qualcosa di artificiale". Werner Herzog