film Il teorema di MargheritaLa regista dimostra che il mondo molto particolare della matematica d'élite può far ridere e persino diventare una commedia romantica. "Non volevo cadere in un cliché o in una caricatura del genio matematico autistico".
Il terzo lungometraggio di Anna NovionIl teorema di Margherita, presentato in Special Screenings al Festival di Cannes 2023, si occupa di un campo piuttosto elitario, quello della matematica ad alti livelli. La protagonista, che dà il titolo al film, piuttosto introversa, ci guida in questo mondo molto speciale, ed è interpretata con maestria da Ella Rumpf che, insieme alla sceneggiatrice e regista franco-svedese del film, ha dovuto studiare a fondo per prepararsi quella che alla fine è diventata una commedia romantica.

Cineuropa: Si tratta di un comedy-drama romantico, o forse di una drama-comedy, in cui la matematica ha un ruolo importante. Era un tema che volevi affrontare fin dall'inizio?
Anna Novion
: In realtà all'inizio la matematica non faceva affatto parte della storia. Il mio punto di partenza era piuttosto un'emozione. A 20 anni mi sono ammalata e ho dovuto passare sei mesi a letto, in isolamento. Dopo essere rientrata nel mondo normale, ho sentito improvvisamente un grande divario tra me e gli altri coetanei - soprattutto per la loro leggerezza e spensieratezza. Ho quindi iniziato a pensare ad altri giovani in mondi chiusi. Non quelli malati, ma quelli che frequentano scuole d'élite, che passano le loro giornate a lavorare e lavorare, senza incontrare davvero nessuno. Ho poi conosciuto Ariane Mézard, una delle più grandi matematiche francesi. Quando ha iniziato a parlare del suo lavoro, mi ha ricordato molto il mio mondo: la passione, gli obblighi, i rischi che si corrono quando si fa ricerca e non si è certi di ottenere o dimostrare ciò che si sta cercando. Come regista, si scrivono sceneggiature su sceneggiature che non diventano mai film. Comunque, a poco a poco, attraverso le nostre conversazioni, ho immaginato un parallelo tra la matematica e le arti, quindi si vede molto di me in Marguerite. Il motivo per cui il film è diventato una commedia romantica è che la scrittura lo ha portato in quella direzione. Volevo mostrare che Marguerite aveva altre passioni oltre alla matematica, non ultime le relazioni romantiche interumane.

Non deve essere stato facile per Ella Rumpf interpretare Marguerite, che per tutto il film scrive con grande energia le sue elaborate equazioni sulle lavagne. C'è anche la parte in cui diventa un'esperta giocatrice di mahjong. Deve esserci stato un lungo periodo di preparazione per questo.
Anche in questo caso, Ariane Mézard ci ha aiutato. Per quattro ore alla settimana, per quattro mesi, Ella ha imparato a scrivere quei numeri. All'inizio Ella ha anche cercato di dare un senso alle equazioni stesse, ma giustamente ci abbiamo rinunciato: si tratta di matematica ad alto livello. Tuttavia, Ella fa sentire allo spettatore che lei maneggia la matematica da sempre, in modo del tutto naturale, quindi ho potuto riprenderla da qualsiasi angolazione senza alcun trucco. Ella si è divertita molto. Adora le sfide, in questo caso imparare la matematica e il mahjong, e anche imparare il giusto tipo di francese. Ella è svizzero-tedesca, il che significa che il suo accento è diverso, quindi ha dovuto dedicare quattro ore in più al mese per imparare bene il francese. Era una studentessa molto brava.

Avete mai discusso se darle una sorta di disturbo neurologico? Il suo comportamento fa pensare a questo, o magari no...
Per un po' abbiamo preso in considerazione l'ipotesi di un leggero Asperger, ma abbiamo deciso di non farlo. Non volevo cadere in un cliché o in una caricatura del genio matematico autistico. Ovviamente, Marguerite ha un rapporto molto esclusivo con la matematica; è piuttosto solitaria, non ha tanta fiducia negli altri e non presta molta attenzione al suo aspetto. Quando si inventa un personaggio del genere, ovviamente il suo aspetto è molto diverso dall'immagine generale di un tipico giovane adulto. Preferisco definirla particolare, e anche piuttosto divertente in questa sua profonda serietà sulle cose che le interessano.

Intervista di Anna Novion da cineuropa.org

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