♥ Tutto sulla Tecnica
Le tecniche di ripresa con il drone sono fondamentali per ottenere immagini aeree di alta qualità e creative. Ecco alcune delle principali tecniche da tenere in considerazione durante le riprese con il drone:
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Inquadrature dinamiche: Utilizza il drone per creare inquadrature dinamiche e fluide. Prova diverse angolazioni, movimenti e velocità per aggiungere dinamismo alle tue riprese.
Le riprese aeree con il drone offrono numerosi vantaggi e opportunità creative per registi e filmmaker. Ecco alcuni dei principali vantaggi delle riprese aeree con il drone:
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Prospettiva Unica: Le riprese aeree offrono una prospettiva unica e spettacolare che è difficile da ottenere con altre tecniche di ripresa. I droni possono volare ad altezze diverse e angolazioni diverse, permettendo di catturare immagini mozzafiato dal cielo.
I colori in un film hanno un ruolo significativo nel comunicare emozioni, atmosfere e temi della storia. I cineasti utilizzano la psicologia dei colori per creare un impatto emotivo sul pubblico e guidare l'interpretazione delle scene. Ogni colore ha caratteristiche specifiche che enfatizzano le emozioni che vengono trasmesse nella scena. Ecco alcuni esempi dei significati comuni dei colori in un film:
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Rosso: Il rosso è spesso associato a emozioni intense come passione, amore, rabbia e pericolo. Può essere utilizzato per enfatizzare momenti di tensione, romanticismo o violenza.
La "Sceneggiatura Tecnica" è una versione specifica della sceneggiatura di un film o di un cortometraggio, che fornisce dettagli e istruzioni specifiche per la realizzazione pratica delle scene durante la produzione. È una forma di sceneggiatura più dettagliata e orientata agli aspetti tecnici della produzione cinematografica.
La Sceneggiatura Tecnica viene preparata, dal regista insieme all'aiuto regista, dopo aver scritto la sceneggiatura letteraria (o narrativa), che è la versione più completa e descrittiva della storia, dei personaggi e delle azioni. La sceneggiatura letteraria fornisce il nucleo della storia e serve da base per la Sceneggiatura Tecnica.
Nel contesto del cinema, la parola "tecnica" si riferisce a una vasta gamma di elementi e strumenti utilizzati nella produzione cinematografica per realizzare e trasmettere la narrazione visiva e sonora di un film. Questi aspetti tecnici includono:
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Fotografia: La fotografia cinematografica riguarda l'illuminazione, l'inquadratura e l'uso della cinepresa per catturare le immagini su pellicola o in formato digitale. La fotografia contribuisce a creare l'aspetto visivo del film e a trasmettere l'atmosfera e le emozioni delle scene.
Se hai a disposizione solo tre luci, puoi comunque ottenere un'illuminazione efficace sul set del tuo cortometraggio. La chiave per sfruttare al meglio queste luci è la creatività e la capacità di adattarsi alle esigenze di ogni scena. Ecco come puoi sistemare le tre luci per ottenere risultati professionali:
La direzione delle luci sul set è un aspetto cruciale nella produzione cinematografica e nel cortometraggio, poiché influisce notevolmente sull'aspetto visivo e sull'atmosfera delle scene. La direzione delle luci è una delle principali tecniche utilizzate dai cinematografi e dai lighting designer per creare l'illuminazione desiderata e dare vita alla storia.
Gli effetti speciali nel cinema sono tecniche utilizzate per creare illusioni visive o situazioni impossibili da realizzare nella vita reale. Questi effetti sono utilizzati per arricchire la narrazione, creare mondi fantastici, veicolare emozioni e intrattenere il pubblico.
Leggi tutto: Gli effetti speciali in produzione ed in post-produzione
L'illuminazione in chiave alta e in chiave bassa sono due approcci contrastanti nell'illuminazione cinematografica, utilizzati per creare diverse atmosfere e sensazioni visive nei film.
Vediamo cosa significano:
- Illuminazione in chiave alta (High-Key Lighting): L'illuminazione in chiave alta è caratterizzata da una distribuzione uniforme e intensa della luce nella scena. In questa tecnica, la maggior parte della scena è ben illuminata, con poche o nessuna area di ombra. Questo stile di illuminazione è spesso utilizzato per creare un'atmosfera chiara, aperta, gioiosa e rassicurante.
Leggi tutto: L'illuminazione in chiave alta o bassa nel cinema
La tonalità, la saturazione e la luminosità (detta anche "value" o "brightness") sono tre componenti fondamentali del colore. Questi tre elementi aiutano a definire e a descrivere le caratteristiche di un colore specifico.
La luminosità e il contrasto sono due elementi chiave nella fotografia e nella cinematografia che influenzano l'aspetto e l'atmosfera di un'immagine o di un film. Vediamo di cosa si tratta:
- Luminosità: La luminosità si riferisce al livello di illuminazione generale presente in un'immagine o in una scena cinematografica. Una scena luminosa avrà una maggiore quantità di luce, mentre una scena scura avrà meno luce. La luminosità è influenzata dalla quantità di luce naturale presente nella scena o dalla luce artificiale utilizzata dal regista o dal direttore della fotografia.
É lo studio delle luci finalizzato all’illuminazione, alla resa coloristica e in generale al cosiddetto “look & feel” di un film, che comprende oltre alle cose sopracitate anche altre caratteristiche di un’immagine (che sia fissa o in movimento), per esempio la scala di grigio (massimo nero e massimo bianco), la caduta della luce, quanto é morbida o dura, la temperatura del colore e altri aspetti.
La sezione aurea, nota anche come rapporto aureo o proporzione divina, è un concetto matematico e estetico che si basa su una proporzione particolare, indicata approssimativamente dal numero φ (phi), che è pari a circa 1,6180339887. Questa proporzione è considerata esteticamente piacevole e armoniosa ed è stata utilizzata in diversi campi artistici, compreso il cinema.
I binari cinematografici, noti anche come binari di dolly o binari di tracciamento, sono una struttura metallica su cui viene montato un dolly (un carrello su cui poggia la videocamera) per effettuare movimenti fluidi e stabili della telecamera durante le riprese cinematografiche.
Ecco come vengono utilizzati i binari cinematografici:
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Preparazione: Prima di iniziare le riprese, è necessario installare i binari cinematografici sulla superficie desiderata. I binari possono essere posizionati su supporti speciali o montati su treppiedi per garantire stabilità. È importante assicurarsi che i binari siano saldamente fissati al suolo o agli supporti in modo da evitare movimenti indesiderati durante le riprese.
Leggi tutto: Binari cinematografici, cosa sono e come si usano
Nella ripresa cinematografica, l'audio di alta qualità è fondamentale per accompagnare le immagini. Ecco alcuni tipi di microfoni comunemente utilizzati per la ripresa cinematografica:
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Microfono a condensatore shotgun: Questo tipo di microfono è molto comune nella ripresa cinematografica. È direttivo, cattura principalmente il suono dalla direzione in cui è puntato e riduce i suoni indesiderati provenienti dalle altre direzioni. Il microfono a condensatore shotgun può essere montato sulla videocamera o su un boom pole (asta telescopica) tenuto dall'operatore del suono.
Il crane, noto anche come gru cinematografica o jib, è un dispositivo meccanico utilizzato nell'industria cinematografica per realizzare riprese aeree fluide e dinamiche. Il crane è essenzialmente una struttura a braccio che permette di sollevare la telecamera in altezza, estendendo il suo raggio d'azione e consentendo movimenti fluidi e precisi in tutte le direzioni.
Il crane può essere utilizzato per ottenere diversi effetti visivi e narrativi:
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Riprese panoramiche: Il crane può effettuare ampi movimenti di panoramica (movimenti orizzontali) che coprono un vasto campo visivo. Questo permette di catturare scene di paesaggi, spettacoli o eventi in modo immersivo.
La regola dei terzi è un principio di composizione visiva utilizzato nella fotografia e nel cinema per creare inquadrature bilanciate e interessanti. La regola dei terzi suddivide l'immagine in nove parti uguali, utilizzando due linee orizzontali e due linee verticali immaginarie. Gli elementi chiave dell'immagine sono posizionati lungo queste linee o nei loro punti di intersezione, noti come "punti di forza". Ecco come puoi applicare la regola dei terzi:
Il "ciak" è un termine comune nell'industria cinematografica che si riferisce alla clapperboard o slateboard, un dispositivo utilizzato per sincronizzare l'audio e il video durante le riprese. È un elemento essenziale per segnare l'inizio di una scena o di una ripresa e fornisce informazioni cruciali per la fase di montaggio. Ecco alcune informazioni sull'uso del ciak:
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Identificazione della scena: Il ciak viene utilizzato per identificare in modo univoco ogni scena o sequenza che viene ripresa. Solitamente viene scritto il numero della scena, il numero della ripresa e una breve descrizione della scena stessa.
PRIMA ANALISI DELLA SCENEGGIATURA
Serve una prima lettura per determinare le location di registrazione del film e per elencare tutti i fabbisogni delle varie scene: presenza degli attori, materiali occorrenti, costumi e trucchi necessari, ecc...
SCENEGGIATURA TECNICA
E' la versione della sceneggiatura rivista sotto forma di inquadrature. Contiene tutte le informazioni dettagliate di tipo tecnico sui movimenti di macchina e sul tipo di inquadrature da effettuare (dai primi piani ai campi lunghi). Molto spesso è di aiuto lo storyboard, ovvero le vignette che visualizzano questi dettagli.
PIANO DI LAVORAZIONE PER LE RIPRESE
E' la rappresentazione grafica (fatta anche con programmi tipo excel) del calendario delle riprese del film o del cortometraggio. Contiene informazioni importanti come: data di inizio e di fine delle riprese, numero di giorni previsti (compresi od esclusi i giorni festivi), date ed orari degli impegni dei singoli attori principali e delle comparse.
ORGANIZZAZIONE DELLE RIPRESE
L'organizzazione generale è alla base delle riprese, e comprende attività come le prenotazione degli alberghi per la troupe e per gli attori, prenotazione treni od aerei per arrivo e partenza, auto o camioncini per portare tutti sul set, la scelta di un catering per i pasti sul set (considerando i vegetariani o problemi vari), per finire con il noleggio od acquisto dei materiali necessari alle riprese.
RIPRESE
Sul set, dapprima i tecnici devono preparare i macchinari vari, dalle luci ai binari se servono; la ripresa vera e propria delle scene e delle inquadrature con la telecamera inizia con delle prove per dar modo agli attori di provare la scena ed al regista di aggiustare luci, posizioni, inquadrature, ecc. La ripresa comincia con il controllo finale dell’esposizione, la battuta del Ciak ed il comando “Azione” e termina con il comando di Stop dato dal regista, per finire con una prima analisi della corretta ripresa.
Questa tecnica di ripresa deve il suo nome al regista Alfred Hitchcock che la utilizzò per la prima volta nel suo film "La donna che visse due volte" (1958) col titolo originario emblematico: Vertigo (Vertigine), per creare un senso di vertigine all'attore protagonista James Steward, che soffre di acrofobia (ovvero di vertigini).
L’effetto Vertigo (chiamato pure dolly zoom, ed anche brevemente zolly) è la tecnica cinematografica che consiste in una struttura di alternanza di uno zoom in avanti e di una carrellata all'indietro. Permette di ottenere un forte effetto visivo e psicologico di destabilizzazione. L'effetto può essere costruito pure all'incontrario con uno zoom all’indietro e di una carrellata in avanti,
L'effetto contrario fu utilizzato dal regista Steven Spielberg nel film "Lo squalo" (1975): il capo della polizia Martin Brody interpretato da Roy Scheider è sulla spiaggia affollata e quando l'acqua del mare diventa rossa la sua paura viene visualizzata un potente dolly zoom sul suo volto.
Per dare tridimensionalità a una ripresa cinematografica, è possibile sfruttare una serie di tecniche e strategie per creare una percezione di profondità e spazialità nell'immagine. Ecco alcune delle tecniche principali:
Leggi tutto: Come dare tridimensionalità ad una ripresa cinematografica
Il Ciak è quella tavoletta di legno, oggi anche in plastica, dove si scrivono tante informazioni, come: il nome del regista, il titolo del film, il nome del direttore della fotografia, il nome della produzione, la data di quando si gira la scena, se si sta girando in un interno od esterno, se la scena è ambientata di giorno o di notte, ma soprattutto il numero di scena che si sta girando, e quante volte quella scena è stata girata. Tutte queste informazioni servono al montatore quando si trova tante di scene da montare, prima prese da molte pizze di pellicole, oggi da molti hard disk o schede di memoria, che vengono numerate con un numero che appare pure sul Ciak.
Il compito del ciakkista è quello di gestire la compilazione della tavoletta annotando le cifre riguardanti il numero di scena che si sta girando, l'inquadratura ed il numero di volte che è stata effettuata quella ripresa. Se sentiamo il ciakkista dire "Dieci, due" significa che si sta riprendendo la scena 10 per la seconda volta. SE il regista non è contento del risultato o se uno degli attori si ferma, sbaglia una battuta, bisogna ripetere la scena ed il ciakkista annucerà: "Dieci, tre". E così via.
A volte, una scena deve essere ripresa con 2 o più inquadrature diverse, allora il ciakkista inserisce anche il numero dell'inquadratura che si deve girare, e dirà, ad esempio: "Dieci, due, due", intendendo che si sta riprendendo per la Scena 10, la seconda inquadratura per la seconda volta. SE la ripresa deve essere ripetura, dirà: "Dieci, due, tre", mentre se è perfetta, probabilmente (a secondo di quanto prevede la sceneggiatura) dirà: "Dieci, tre, uno". Semplice, no?
Una figura che è sempre presente in collegamento col ciakkista, oltre che con il regista, è la segretaria di edizione... cioè la figura professionale che si occupa di registrare il risultato di ogni singola ripresa del film (utilizzando il bollettino di edizione), riportando per ogni ciak effettuato il commento del regista (come "buona" o "da riserva") che sarà poi utile nella fase di montaggio.
I "jump cuts" sono una tecnica di montaggio video in cui due o più inquadrature simili o quasi identiche vengono unite, creando un effetto di salto o discontinuità visiva. Questa tecnica può essere utilizzata per creare un senso di dinamismo o per enfatizzare una transizione temporale o emotiva nel video.
Leggi tutto: Aggiungere dinamismo nei video con la tecnica dei jump cuts
La tecnica del "time-lapse" è una tecnica cinematografica che consiste nell'accelerare la riproduzione di un evento che si verifica nel corso del tempo, creando un effetto di passaggio temporale rapido. Questa tecnica è ampiamente utilizzata per mostrare processi lunghi o eventi che normalmente si svolgono molto lentamente, come il sorgere e il tramontare del sole, la crescita di una pianta o il movimento delle nuvole nel cielo.
Ecco come puoi utilizzare la tecnica del time-lapse:
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Attrezzatura necessaria: Avrai bisogno di una fotocamera (ideale una reflex digitale o una mirrorless) che consenta di impostare manualmente le impostazioni dell'otturatore, un treppiede stabile per mantenere la fotocamera ferma durante le riprese e, preferibilmente, un intervalometro o un telecomando per scattare foto in modo programmato.
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Scelta del soggetto: Scegli un soggetto interessante o un evento che si svolge nel corso del tempo. Puoi optare per soggetti naturali come il movimento delle stelle nel cielo, il cambiamento delle stagioni o il traffico in una città, oppure puoi creare scene artificiali come la costruzione di un edificio o la preparazione di un pasto.
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Impostazioni della fotocamera: Configura la fotocamera in modalità manuale per avere il controllo completo delle impostazioni. Imposta la sensibilità ISO al livello più basso (solitamente 100 o 200) per ridurre il rumore nell'immagine. Seleziona un'apertura dell'obiettivo adeguata (solitamente tra f/8 e f/16) per ottenere una profondità di campo sufficiente. Imposta un tempo di esposizione più lungo per catturare la luce nel corso del tempo (tipicamente da 1 a 30 secondi, a seconda della velocità dell'evento).
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Intervallo di scatto: Decide l'intervallo tra uno scatto e l'altro. Questo dipende dalla durata dell'evento e da quanto veloce desideri che sia il time-lapse. Ad esempio, se vuoi registrare il movimento delle stelle, potresti scattare una foto ogni 20-30 secondi. Se stai catturando il movimento delle nuvole, potresti scattare una foto ogni 2-5 secondi.
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Stabilità: Assicurati che la fotocamera sia stabile su un treppiede solido e che non venga disturbata durante le riprese. Utilizza anche un telecomando o un intervalometro per evitare di toccare la fotocamera durante lo scatto.
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Riprese continue: Inizia il processo di ripresa e lascia la fotocamera scattare foto in modo continuo per il periodo desiderato. Può richiedere molto tempo, quindi assicurati di avere batterie sufficienti e spazio di archiviazione per le foto.
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Post-produzione: Dopo aver catturato tutte le foto, importale in un software di editing video come Adobe Premiere Pro o Final Cut Pro. Organizza le immagini in sequenza e crea un video time-lapse. Puoi regolare la velocità del time-lapse durante la post-produzione per ottenere l'effetto desiderato.
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Aggiungi musica o suoni: Puoi arricchire il tuo time-lapse aggiungendo una colonna sonora o effetti sonori che si adattano al tuo soggetto.
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Rendering e condivisione: Una volta completato il montaggio, rendi il tuo video time-lapse in alta risoluzione ed inseriscilo nel tuo cortometraggio per mostrare, ad esempio, il passaggio di tempo tra due scene, oppure l'avvenimento di un fatto particolare... vi ricordate del fiore nel film E.T. L'extraterrestre?
Il time-lapse è una tecnica cinematografica affascinante che può trasformare eventi apparentemente banali in sequenze visivamente sorprendenti e coinvolgenti. Sperimenta con soggetti diversi e tempi di scatto per creare i tuoi impressionanti time-lapse.
Nella realizzazione del nostro cortometraggio, la registrazione del sonoro, più fedele possibile, è decisiva nella realizzazione di un film. Se realizzata in modo negativo, essa può rendere il vostro corto non valido od addirittura inutilizzabile.
Si dice che una corretta realizzazione del sonoro rappresenta quasi il 50% della riuscita di un film. Il fonico è il tecnico che ha il ruolo di registrare i rumori e i dialoghi che accompagnano le azioni che si svolgono sul set.
L'aiuto del fonico è chiamato microfonista, che solitamente attacca i microfoni sugli abiti degli attori, oppure indirizza la Giraffa o Canna, cioè il microfono (direzionale o ambientale) tenuto in alto da una staffa.
Per un fonico è importante anche la registrazione di sottofondo (i rumori). Se stiamo girando in una stanza chiusa, e in un momento di vuoto (in cui gli attori non parlano), viene aperta una finestra, può verificarsi una situazione sonora irreale poiché dal vivo è difficile captare eventualmente il sottofondo del traffico proveniente dall esterno. Infatti spesso i suoni vengono registrati successivamente in sala, dai cosidetti rumoristi.
In produzioni con scarso budget, spesso si tralascia questo aspetto, ma se vogliamo un risultato professionale i rumori o la registrazione di sottofondo diventano determinanti per ottenere un sonoro perfetto.
Solitamente la colonna sonora è registrata in presa diretta, ma alcune volte la registrazione dal vivo può servire solamente come guida per il doppiaggio effettuato successivamente al montaggio delle scene.
dal sito www.mgvideoproduction.it
Un bravo regista si riconosce dalla capacità di trasformare semplici inquadrature di un paio di attori sul set in qualcosa di cinematografico, evocativo e talvolta addirittura iconico. Un’operazione questa piena di fascino, quasi un sortilegio. In realtà, queste tecniche sono il risultato della applicazione rigorosa di una serie di principi, per così dire, scientifici con cui il Direttore della Fotografia aiuta il Regista.
Leggi tutto: Le tecniche di ripresa che ogni buon Direttore della Fotografia dovrebbe conoscere
Il ciak dà il “la” alle riprese, ad ogni singola ripresa di ogni singola scena ed è affascinante che una cosa quasi insignificante come un ciak sia in realtà di vitale importanza per capire come assemblare le scene girate.
Un po’ di storia
Il nome “ciak” deriva semplicemente dal suono che produce l’asticella mobile quando viene battuta sulla tavoletta (o lavagna) sulla quale sono riportati i dati principali della scena che sta per essere girata. In origine veniva chiamato clapperboard e la sua paternità viene fatta risalire a Frank Thring che lo utilizzò per la prima volta negli anni 30 nei suoi studi a Melbourne. Come tutte le cose anche il ciak si è evoluto nel corso degli anni: da tavola in legno scritta con il gesso a lavagna nera sempre scritta con il gesso fino ad arrivare alle lavagne in plexiglass scritte con i pennarelli per poi culminare con il ciak “elettronico” con tanto di led luminosi. Le scritte sul ciak sono rimaste praticamente invariate e quindi su questa tavoletta vediamo riportato il titolo della produzione (film, serie TV o cortometraggio che sia), il numero della scena, il numero di volte in cui è stata ripetuta, la macchina -o le macchine- da presa che sono incaricate di riprendere la scena, il nome del regista e del tecnico che riprende, la data della ripresa e l’ambientazione (interno giorno, esterno giorno ecc…).
Motore, ciak, azione!
È questo il grido di rito prima dell’inizio delle riprese di una scena, è questo ciò che risuona in un set per far capire che si sta registrando. Successivamente al grido “Motore!” esclamato dal regista, il ciacchista batte il ciak nell’inquadratura della macchina da presa in modo che si sappia qual è la scena e quante volte è già stata registrata. Facciamo un esempio: 130 quarta vuol dire che di quella serie tv o di quel film si sta girando la 130esima scena e lo si sta facendo per la quarta volta. Sembrerà assurdo ma il numero di volte che viene ripetuto il ciak per una stessa scena dipende da molti fattori: il budget, il regista, le condizioni meteo, gli attori… Il budget e il regista sono, in linea di massima, i due punti principali: con un budget ristretto non ci si può permettere di girare numerose volte una scena, al contrario con un regista puntiglioso si potrebbero fare moltissimi ciak per una stessa scena.
Analizziamo alcuni ciak
Sulla base di ciò che ho illustrato nei due paragrafi precedenti volevo analizzare due foto di ciak che ho trovato su internet. Premetto che uno dei due è di un film spagnolo e l’altro è di una serie TV che deve ancora andare in onda. Sono stata costretta a fare queste scelte riguardo i ciak da analizzare perché, sebbene in rete ce ne siano molti, molto spesso sono difficili da leggere perché poco nitidi o per nulla a favore di camera.
Ciak numero uno:
Partiamo subito con l’analisi del primo ciak: la produzione si intitola “Tu hijo” (prod.) ed è diretta da Miguel Ángel Vivas (director). Il tecnico addetto alle riprese è Pedro J. Márquez (camera), il ciak è stato battuto il 12-2-18 ed è un esterno giorno (day ext., nell’angolo in basso a destra). Passando alle informazioni che riguardano la scena: è la numero 53-3 (scene) ed è la terza volta che viene ripetuto il ciak (take). L’ultima informazione che abbiamo è che la pellicola su cui si sta registrando è la numero due (roll).
Ciak numero due:
Proseguiamo ora con il secondo ciak: si tratta de “Il commissario Ricciardi” (prod.), diretta da Alessandro D’Alatri (director). L’addetto alle riprese è Davide Sondelli (camera), la scena è stata girata il 23-05 del 2019 (date) ed è un esterno giorno (ext day). Passando alle informazioni sulla scena: è la numero 1084-1 (scene), è la prima volta che viene registrata (take) e la camera addetta alle riprese è la A, con il rullino numero uno (roll). Questo ciak ci dà un’altra informazione: la casa di produzione, ovvero la “Clemart s.r.l.”.
Com’è stato analizzare questi ciak? Spero sia stato utile e divertente, per me lo è stato!
Alcune curiosità
- Esistono due tipi di ciak, uno italiano e uno statunitense. Il primo ha l’asticella posizionata in basso mentre il secondo ha l’asticella posizionata in alto.
- La frase completa prima di iniziare le riprese prevede anche l’inserimento della parola “partito” tra “motore” e “ciak” in modo da far capire che si sta effettivamente registrando, nonché l’inserimento della parola “luci” prima ancora di gridare “motore”. In generale, però, il grido più conosciuto prevede solo “motore, ciak, azione!”.
- Alle volte può rendersi necessario un ciak in coda e, quindi, il ciacchista deve attendere la fine della ripresa di quella scena prima di poter battere il ciak nell’inquadratura.
Cosa ne pensate? Conoscevate la storia di questo utilissimo strumento?
Articolo di Ilaria per sarascrive.com
Ciak in coda
Per vari motivi, in certe inquadrature può essere impossibile battere il ciak all'inizio; si effettua allora il ciak in coda, cioè alla fine dell'inquadratura, dopo che è stato dato l'ordine di "Stop": questa variazione è caratterizzata dal ciak tenuto capovolto davanti all'obiettivo.
Se vuoi entrare a far parte del mondo dei filmmaker devi sapere da subito che le riprese realizzate usando uno sfondo verde o blu fanno la differenza, perché ad esso puoi sostituire sfondi personalizzati degni di Hollywood. Segui i consigli di due registi come Martin Vavra e Mitch Apley e poi affidati ad Ultra Key di Adobe Premiere Pro per un risultato da urlo.
Cosa imparerai:
- Cosa si intende per green screen e chroma keying
- Perché usare un green screen
- Breve storia dello schermo verde
- Come funziona il green screen
- Come usare il green screen: suggerimenti e trucchi
- Schermo verde: domande ricorrenti
Cosa si intende per green screen e chroma keying.
Il green screen o schermo verde, detto anche chroma key (che si potrebbe tradurre con intarsio a chiave colore), è una tecnica che viene utilizzata per sostituire lo sfondo di un video. Si gira una scena usando come sfondo un telo di un colore compatto e uniforme, in modo che il soggetto in primo piano sia poi facilmente separabile in fase di postproduzione e lo sfondo possa essere sostituito con ciò che si preferisce.
La scelta del verde dipende dal fatto che in genere non ci sono toni di carnagione o colori naturali di capelli che siano verdi, quindi si rischia meno di cancellare parti essenziali dei soggetti in primo piano durante la fase di ritocco. Si tratta anche di un colore che contrasta con la maggior parte dei nostri oggetti quotidiani. In alternativa si può utilizzare uno schermo blu, che risulta più adatto specialmente quando lo sfondo è scuro, come ad esempio in una scena notturna.
Perché usare un green screen.
Usare uno schermo verde consente di effettuare riprese di persone e azioni e di aggiungere in una fase successiva sfondi, effetti visivi, dettagli che sono difficili da trovare o che magari neppure esistono nella realtà.
Tu giri la tua scena con lo schermo verde e poi, grazie a programmi e software, rimuovi il verde attraverso la tecnica del chroma keying, che è un sistema ormai integrato nella maggior parte dei software di video montaggio e streaming. In fase di post produzione puoi sostituire lo schermo verde con un’immagine fissa oppure con immagini in movimento, come un video, che può persino essere in presa diretta.
Per spiegare meglio di cosa si tratti, possiamo affidarci a una definizione della Infocus Film School, secondo la quale il green screen è una tecnica di effetti visivi, grazie alla quale due immagini o video vengono sovrapposti per ottenere effetti migliori.
I vantaggi di questo sistema sono numerosi:
- Girare in studio con un green screen costa decisamente meno che organizzare viaggi e trasferimenti per una intera troupe.
- Si possono “ambientare” le riprese anche in luoghi normalmente non aperti al pubblico, visto che basta aggiungere in post produzione uno sfondo che ritragga questi luoghi, che siano musei, sedi militari, palazzi privati.
- Con il green screen puoi collocare la tua storia in un mondo avveniristico e basta pensare ai film della serie Matrix per rendersene conto.
- Si riescono a creare personaggi irreali, come animali antropomorfi oppure esseri mitologici, facendo indossare agli attori alcuni abiti del colore del green screen, che poi vengono rimossi in postproduzione e sostituiti da sagome paurose e fantascientifiche elaborate al computer. Per farti un’idea, pensa solo ai draghi e alle creature mostruose del Signore degli Anelli.
Breve storia dello schermo verde.
La tecnica del green screen o chroma keying è nata molti anni fa con l’obiettivo di poter ricreare in studio una qualsiasi ambientazione, che sia reale, come una foresta tropicale, oppure visionaria come un pianeta dello spazio profondo. Il primo ad utilizzarla è stato Larry Butler nel 1940 per il film “Il ladro di Bagdad”, grazie a quale ha vinto l’Oscar per gli effetti speciali.
Anche “L’impero colpisce ancora” di George Lucas ha usato la stessa tecnica e vinto agli Oscar. Dopo i primi successi, questo sistema è stato utilizzata spessissimo nell’industria cinematografica, per simulare il volo di Superman, ad esempio, o per realizzare più velocemente e a costi ridotti alcune delle scene corali di combattimento dei film della Marvel.
Anche la televisione, poi, si è convertita al green screen, che viene sfruttato, ad esempio, per le previsioni del tempo, sostituendo allo schermo verde la mappa con le perturbazioni, oppure nei dibattiti televisivi.
Di recente, infine, molti influencer, youtuber e twitcher hanno iniziato a sfruttare questo sistema per rendere i loro video più interessanti, ponendo sullo sfondo immagini, se non addirittura video degli sponsor che rappresentano.
Come funziona il green screen.
Se la teoria è chiara, passiamo ora all’aspetto pratico. Come funziona il green screen? Quando avrai completato le riprese, devi importare i file nel computer, che dovrà avere un programma per il montaggio come ad esempio Adobe Premiere Pro, che è uno dei più usati anche in ambito green screen. Cerca di procedere secondo questi passaggi.
1. Per prima cosa controlla il colore del tuo video e se necessario procedi a lavorare sulla nitidezza, il contrasto e la saturazione.
2. Il secondo momento prevede di cancellare il verde, usando appunto la funziona del Chroma Keying. Attraverso questo comando, qualsiasi cosa con la specifica tonalità di colore verde viene separata da tutto il resto della cornice e diventa trasparente.
3. L’ultima fase è quella della scelta del nuovo sfondo, che può essere un’immagine fissa oppure un video e che va posizionata sotto la clip video che hai “ripulito” dal verde. In questo modo il nuovo sfondo apparirà dietro il soggetto, che si trova in primo piano.
Come usare il green screen: suggerimenti e trucchi.
Per usare al meglio il green screen devi tenere conto anche di una serie di accorgimenti, che potrebbero contribuire a rendere migliore il risultato dei tuoi video. I “trucchi” che seguono sono stati definiti dai nostri esperti Martin Vavra, Mitch Aplin e Gerry Holtz
Crea un perfetto green screen.
Se vuoi creare uno schermo verde perfetto, hai diverse possibilità. Puoi usare una parete, un pannello mobile, un telo a tinta unica che vengono collocati dietro ad uno o più dei soggetti che hai intenzione di filmare.
Alcuni creativi hanno anche pensato di riprendere i loro protagonisti davanti a un green screen prodotto con liquido verde: una scelta originale! Va detto che in commercio esistono una serie di kit per il green screen cui ci si può affidare, ma non sempre si tratta di strumenti di qualità elevata.
Per tale ragione, se decidi di percorrere questa strada, il consiglio è quello di puntare su strumentazioni di buon livello. Qualunque sfondo tu scelga, ricorda che il colore verde che lo caratterizza deve nascondere tutto il resto e diventare uniforme, quasi piatto, senza nessuna ruga o increspatura, ma anche senza riflessi o luci che possano modificare il suo effetto.
Illumina la scena.
Secondo Martin Vavra conviene affittare due luci da 1000 watt per illuminare un qualunque schermo verde. Ti conviene anche procurarti un sistema di diffusione, come ad esempio Softbox, perché la luce prodotta sia omogenea. Se vuoi potenziare l’effetto nel tuo set, devi utilizzare anche una lampada da 650 watt e una da 500 watt, sempre abbinate a un sistema di diffusione.
Chi ha intenzione di spendere meno, potrebbe provare ad usare delle lenzuola bianche per cancellare le ombre e mantenere la luce uniforme. Con questi strumenti, il soggetto del video sarà illuminato meglio, in modo da distaccarsi a pieno dallo sfondo e rendere più semplice la sua sostituzione.
“Come principiante, vale la pena prendere in affitto luci per un centinaio di dollari. Il solo fatto di prendere questa decisione salverà il tuo progetto”. Martin Vavra
Prepara e metti in luce il tuo soggetto.
Il più grande errore che si può fare quando si lavora con un green screen è illuminare lo schermo e il soggetto come una cosa sola. L’attenzione deve invece essere posta soprattutto sullo schermo, che va illuminato in modo uniforme. Per riuscirci, puoi usare luci diffuse e non direzionali, che vadano a colpire lo schermo dall’alto.
L’importante, come già accennato, è che queste lampade siano davvewro di alta qualità e professionali. Un sistema utile per misurare l’illuminazione sullo schermo è quello di utilizzare monitor specifici che percepiscano il livello nei diversi punti del set e consentano di renderlo omogeneo.
Controlla la prospettiva.
Quando organizzi la scena da riprendere, tieni conto del fatto che il soggetto in primo piano dovrà essere in prospettiva anche nel momento in cui lo schermo verde viene sostituito da un’immagine o da un video diverso.
Per evitare che sia sfasato rispetto ad esso, prova a disporre il soggetto il più lontano possibile dallo schermo verde in modo da non avere sovrapposizioni ridicole, ma anche da differenziare l’impatto della luce e da prevenire che i toni verdi si riversino fuori dallo schermo e sui bordi delle persone in primo piano .
Attento a vestiti e accessori.
Fai attenzione agli abiti e agli accessori. Ricordati che se sono verdi devono essere allontanati dall’immagine, altrimenti ci saranno ripercussioni sul risultato finale, nel momento in cui con il chroma key verrà eliminati il green screen ma anche tutto ciò che è verde e lo circonda.
Se qualcuno si presenta sul set con una cravatta verde, per esempio, l’utilizzo dell’Ultra Key nel software di editing finirà per creargli un buco al centro del petto. Anche colori che assomigliano un po’ al verde possono rivelarsi rischiosi. Infine, devi tenere a mente che gli oggetti riflettenti o gli specchi possono diventare un problema, visto che riverberano il verde e creano nell’immagine aloni di un colore destinato a scomparire.
“Ho visto persone presentarsi con dei pantaloni cachi leggermente verdognoli. Quello che succede è che sembrano semi-trasparenti”. Mitch Apley
Aggiungi uno sfondo.
Una volta che il tuo videoclip su schermo verde o blu è stato filmato, sei pronto a usare un programma di editing video o un software per lo schermo verde per rimuovere lo sfondo colorato e aggiungere la tua nuova scena. Segui questi consigli per garantire un montaggio senza problemi in Adobe Premiere Pro.
- Blocca il tuo contenuto prima di inserire il filmato. Prima di dedicare del tempo a modificare lo sfondo dello schermo verde o anche a fare la correzione del colore sul tuo filmato, completa un montaggio di massima. Non avrebbe davvero nessun senso procedere a queste operazioni complesse su fotogrammi che poi verranno tagliati.
- Usa lo strumento Ultra Key. Una volta che le tue riprese sono state scelte e i fotogrammi inutili eliminati, usa lo strumento Ultra Key di Adobe Premiere Pro per far scomparire lo sfondo verde. Apri il pannello Effetti e poi la scheda Chiave ultra. Usa lo strumento contagocce per scegliere il tuo colore chiave, selezionando un’area sullo schermo verde o blu.
Di regola, il programma dovrebbe cancellare automaticamente tutto il verde, ma nel caso questo non accadesse o rimanessero delle sbavature ricordati che ci sono i cursori Matte Generation, Matte Cleanup, Spill Suppression e Color Correction, che possono essere utilizzati per regolare eventuali macchie e problemi.
Come ritoccare sfondo e il video.
Quando il nuovo sfondo è stato posizionato, esistono ancora spazi di movimento per adattarlo meglio alle tue esigenze. Come? Ad esempio, si può aggiungere maggiore profondità al campo, rendendo lo sfondo un po’ meno nitido e più “morbido”.
Oltre che sulla messa a fuoco, poi, si può lavorare sul colore. Gli strumenti a disposizione sono davvero tanti e occorre solo riflettere su come ottenere l’effetto che sognavi e poi “giocare” un po’ con il programma per ottenerlo.
“C’è solo una cosa a cui pensare: come sarebbe quello sfondo se fosse davvero lì quando l’ho girato? Come faccio a regolarlo?” Gerry Holtz
Green screen: domande ricorrenti.
Le informazioni fornite sino ad ora sono numerose, ma di certo ci sono altri dubbi che stanno sorgendo nella tua mente, che ormai ha voglia di mettersi alla prova con questa tecnica. Ecco alcune dei dubbi più comuni.
Come si elimina uno sfondo usando il green screen?
Per riuscire ad eliminare uno sfondo usando il green screen devi affidarti alla funzione Chiave cromatica, che si trova nel pannello di comando del tuo programma e seguire pochi passaggi.
Seleziona un video di sovrapposizione, usa la chiave cromatica, scegli il colore da eliminare e poi giustapponi il nuovo sfondo che avrai prescelto. La qualità del software cui ti affidi renderà più semplice tutta l’operazione, dunque meglio affidarsi a chi ha maggiore esperienza in questo settore, come Adobe Premiere Pro.
Cosa posso usare in alternativa a un green screen?
Nel caso in cui tu abbia un oggetto di scena o una persona verde in primo piano, l’uso del green screen diventa difficile. L’alternativa è uno schermo blu. Quest’ultima opzione, tra l’altro, funziona meglio anche nel caso in cui si abbia uno sfondo a bassa luminosità.
Lo schermo blu viene utilizzato nello stesso identico modo di quello verde. Non c’è da stupirsi: in fondo l’importante è che si tratta di uno sfondo che utilizza un colore compatto, che non vada in conflitto con le tonalità prevalenti del primo piano.
I collaboratori di Adobe per il green screen.
Martin Vavra è un regista, produttore e sceneggiatore. Ha conseguito premi in diversi festival internazionali
Mitch Apley è un filmalker e regista di lunga esperienza. Cresciuto in Nebraska, adora viaggiare
Gerry Holtz è un produttore e regista di video, esperto nella cura del colore e nel montaggio. Famosi i suoi video musicali
Articolo dal sito adobe.com
Da “Il Ladro di Bagdad” (1940), fino ai recentissimi Star Wars e The Avengers, gli effetti cinematografici realizzati tramite Green e Blue Screen hanno caratterizzato le storie più incredibili arrivate sul piccolo e grande schermo.
Oggi vogliamo introdurvi a questa fondamentale tecnica. Vi spiegheremo come funziona il Green Screen e come potrete applicarlo ai vostri progetti.
I meno esperti potrebbe pensare che con i propri mezzi sia difficile ottenere dei buoni risultati, non è così. Con la giusta conoscenza, tempo e dedizione chiunque può creare effetti credibili tramite questa tecnica.Prima che vi gettiate a capofitto nella realizzazione di effetti epici e mirabolanti vogliamo spiegarvi come funziona esattamente lo screening.
La Tecnica del green screen
Il Green Screen è una scorciatoia del settore utilizzata per facilitare un processo chiamato Chroma Keying o chiave cromatica. Questo processo viene utilizzato per unire due sorgenti video attraverso una precisa tonalità del colore. Esso consente di rimuovere un colore (il Chroma Key) da una clip permettendo così all’immagine in secondo piano di venire in superficie. Questa immagine di sfondo viene chiamata Plate e più essa si fonde con il tuo filmato superiore, più credibile risulterà l’effetto.
Potete utilizzare qualsiasi colore come Chroma Key, il blu e il verde sono i più utilizzati in quanto non sono presenti nelle tonalità della pelle umana. Questo è molto importante poiché la maggior parte dei video si concentra sulle persone come soggetto principale. L’utilizzo di una tonalità più calda come il rosso o l’arancione potrebbe causare alcuni effetti indesiderati.
Ricordate che qualsiasi oggetto in scena che corrisponda al Chroma Key scomparirà in fase di post produzione.
La tecnica con schermo verde può essere utilizzata anche in applicazioni più pratiche, ad esempio quando si desidera sovrapporre una grafica ad un soggetto – si pensi alle previsioni del tempo o per un semplice mantello dell’invisibilità. Se vi diciamo Harry Potter vi viene in mente qualcosa?
La Storia del green screen
Nonostante il Chroma Keying moderno si basi su software per computer, la tecnica nasce già agli inizi del 1900. Quando il cinema era ancora ai suoi albori, i primi registi sperimentarono effetti di compositing (la combinazione di elementi visivi provenienti da fonti separate in singole immagini) utilizzando esposizioni multiple. La naturale evoluzione di questa tecnica fu il “black matte”, mascherine prima nere e poi blu che permisero di separare il soggetto dallo sfondo come nel classico di John P. Fulton del 1933, “The Invisible Man”.
Man mano che la tecnica maturava, divenne un pilastro fondamentale per le produzioni cinematografiche. Il film del 1951 di John Huston, La Regina d’Africa, ad esempio, utilizzava lo schermo blu per rappresentare alcuni dei momenti più strazianti del film. La tecnica era però ancora grezza, un contorno luminoso rivelava inequivocabilmente l’artificio sul viso di Bogart in alcune scene.
Oggi la tecnica del Green Screen è stata perfezionata, il filmato con il Chroma Key si fonde perfettamente con il Plate di sfondo grazie a miglioramenti tecnologici e tecniche di acquisizione più sofisticate. Le fotocamere digitali moderne possono acquisire le immagini con maggiore fedeltà dei colori e il software dedicato al chroma keying consente un maggiore controllo della gamma cromatica. Con questi strumenti i registi odierni possono raccontare storie incredibili, storie con un elaborazione pazzesca. Sappiamo benissimo che gli attori de “Lo Hobbit” non visiteranno mai Rivendell, ma i nostri occhi ci raccontano qualcosa di diverso.
Le problematiche del green screen
Il Green Screen è una tecnica chiave nelle produzioni cinematografiche contemporanee ma esistono anche alcune situazioni per le quali l’utilizzo di questa tecnica ha qualche controindicazione. Ci vuole molta pianificazione, tempo e sforzi per ottenere un chroma keying efficace, per non parlare della grande mole di lavoro in post-produzione.
Se avete l’opportunità di girare la vostra scena senza l’utilizzo di un Green Screen, questa è la strada che vi consigliamo di percorrere. Se avete bisogno di un soggetto sulla spiaggia e vivete nei pressi di una località marittima andate a girare direttamente sulla costa. Mentre se la vostra necessità è quella di riprendere un personaggio che cammini sulla superficie lunare, il Green Screen è l’unica opzione viabile. Ci sono tantissimi esempio di cattivo utilizzo anche nelle produzioni ad alto budget. Utilizzate questa tecnica solamente quando sentirete di padroneggiarla in tutte le sue componenti.
Articolo da travelmediahouse.com
Come comporre un’immagine cinematografica?
‘Ogni singola inquadratura nel Cinema usa la composizione. Ma quelle immagini che ci colpiscono, che ci stupiscono, ci evocano emozioni non solo perché sono belle, ma perché sono portatrici di significato.’
Oggi parliamo di composizione.
Ma cos’è la composizione?
Quando scattiamo una foto guardiamo nel mirino della macchina fotografica e “componiamo” l’immagine. Ovvero ci preoccupiamo di includere ed escludere alcuni elementi per meglio guidare lo sguardo del pubblico verso ciò che vogliamo far vedere. In questo caso si parla di inquadrature fotografiche.
Questo avviene anche nel cinema, dove si parla invece di inquadrature cinematografiche e, più in generale, nel mondo dell’audiovisivo.
Non da meno, nel video per matrimonio, è importantissimo l’uso che facciamo della composizione.
Non basta inquadrare i soggetti e tenerli sempre al centro dell’inquadratura, dobbiamo sapere come una determitata composizione influenzarà il pubblico a seconda di dove decidiamo di mettere la camera.
Agli albori del cinema la composizione ha tratto ispirazione dal teatro.
I registi infatti componevano le inquadrature (che fosse una commedia o un dramma) basandosi nel modo in cui erano abituati a fare in teatro, con un’esposizione basilare degli attori e degli oggetti, in un piano bidimensionale, dove tutto era esposto in un modo elementare.
Ma la composizione deve essere intesa come uno strumento per accentuare gli elementi più importanti di un’immagine, che guida l’attenzione dello spettatore nel posto giusto.
Si può dire infatti che attrarre l’attenzione dello spettatore è l’intento principale della composizione.
Come comporre un’immagine cinematografica quindi?
Vediamo quali sono gli elementi fondamentali che caratterizzano la composizione:
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I movimenti
Ciò che si muove attira l’attenzione dello spettatore. Il movimento infatti vince sempre su tutti gli altri elementi. E’ proprio una reazione istintiva, l’occhio segue ciò che si muove. In questa famosa inquadratura cinematografica lo sguardo va subito sul bambino che vola sulla bici, mentre tutto il resto rimane fermo e fa da semplice sfondo.
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La grandezza
Ciò che è più grande viene messo in risalto e acquista maggiore importanza all’interno della scena. Hitchcock a tal proposito ha detto: “La dimensione di un oggetto nell’inquadratura deve essere uguale alla sua importanza nella storia”. In questo esempio vediamo un’inquadratura dall’alto, in cui il soggetto è molto più vicino alla macchina da presa rispetto alle figure sullo sfondo. Così facendo il regista sta sottolineando l’importanza di questa figura, che probabilmente sarà uno dei protagonisti della storia.
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La luminosità
Le figure più chiare e luminose attirano l’attenzione, soprattutto se lo sfondo è scuro. Nel cinema infatti una figura importantissima è il direttore della fotografia, che si occupa esclusivamente di “illuminare” le scene. Qui possiamo notare che la luce che viene dall’alto fa emergere i visi dei personaggi, mentre lo sfondo è in penombra, aiutando lo spettatore a seguire meglio il dialogo.
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Il colore
Altro elemento fondamentale, il colore influenza moltissimo l’attenzione dello spettatore. L’occhio infatti è attratto dalle figure che hanno dei colori più caldi se il contesto ha delle tonalità prevalentemente fredde. In molti film si sceglie l’uso di colori complementari o opposti per meglio veicolare la storia e le sensazioni volute al pubblico. In questa inquadratura tutto è blu, tranne il colore della pelle della donna e la sedia rossa, siamo sicuri che la spettatore li noterà entrambi.
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La nitidezza
Ciò che è “a fuoco” prevale su ciò che è sfocato e poco nitido. In termini tecnici si parla di “profondità di campo” e si può notare in tutte le scene in cui un soggetto è in primo piamo e lo sfondo è sfocato. In questa inquadratura il regista vuole farci soffermare sul viso del personaggio, per meglio apprezzarne le emozioni. Basta sfocare tutto ciò che c’è dietro e il gioco è fatto!
Altro elemento fondamentale è la disposizione, ovvero dove sono posizionate le figure all’interno del nostro quadro.
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La disposizione accentrata
Viene usata quando mettiamo il soggetto al centro, spesso usando delle simmetrie. Così facendo il soggetto attrae subito l’attenzione e la mantiene sempre, dando all’inquadratura una certa stabilità.
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La disposizione gerarchica
Si ha quando vi sono più personaggi all’interno di una inquadratura e ognuno ha un suo “peso”. E’ possibile infatti comporre l’immagine facendo sì che un personaggio sia più vicino alla camera o si muova rispetto ad un altro/altri che sta sullo sfondo o che sia fermo. In questo modo stabiliamo una gerarchia di importanza tra le figure.
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La disposizione equilibrata
In questo caso le figure hanno la stessa importanza e lo spettatore può passare da una all’altra in modo indifferente. Spesso questo si ha nei dialoghi, dove non c’è una predominanza netta di un personaggio sull’altro.
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La disposizione sbilanciata
In questo caso si ha che volutamente il vuoto, o lo sfondo o altri elementi hanno più spazio del personaggio. Componendo per esempio l’inquadratura in modo che la figura sia relegata in un angolo o in un lato estremo del quadro si ottiene una sensazione di “squilibrio”, di instabilità, di oppressione.
Decidere il posizionamento dei soggetti (ad esempio degli sposi in un video di matrimonio) attraverso il mirino di una videocamera non è semplicemente una decisione tecnica, è un una decisione espressiva.
Come dice Lewis, comporre un’immagine cinematografica equivale a creare una metafora eterna, infatti il cinema nella sua forma più pura è narrazione visiva, basata sul processo di evocare sentimenti e sensazioni mediante immagini in movimento.
Se vuoi approfondire ti segnalo questo video di Lewis Bond, che spiega molto bene alcuni concetti fondamentali sulla composizione e il suo utilizzo (in inglese).
In questo video Lewis ci parla di Controllo Artificiale-> Controllo estetico (dove dovremmo guardare) e Controllo Primario-> Come guidare le dinamiche di potere (quale soggetto detiene più peso nella narrazione in quel momento temporale).
Se vuoi invece imparare come comporre un’immagine cinematografica in modo efficace per i tuoi video contattami, ti saprò guidare passo passo alla comprensione e all’utilizzo della composizione per i tuoi lavori.
Puoi dare un’occhiata ai miei corsi di videomaking a Roma cliccando qui. Sono specializzato in video per matrimonio, ma i concetti che insegno sono generici e valgono per tutti i tipi di produzioni audiovisive.
Credo che sia per un videomaker di matrimonio che per un filmmmaker è importante padroneggiare l’arte della composizione per poterne sfruttare al massimo la potenza e produrre immagini ‘efficaci’ in termini sia estetici che narrativi.
Articolo di doweddingfilms.com email: