La luce ha una funzione rivelatrice, non solamente delle caratteristiche fisiche dei soggetti (forma, dimensione, colore,…) ma anche di atmosfere, stati d'animo, tempi e luoghi.
Questa inquadratura da La Stangata, film del 1973 diretto da George Roy Hill con la fotografia di Robert L. Surtees, illustra in modo esemplare come affrontare l'illuminazione di una scena.
Paul Newman è illuminato da una luce principale da sinistra (per lo spettatore), mentre il lato in ombra del viso è rischiarato da una luce di riempimento, più a destra. Questi due punti luce si notano chiaramente riflessi nell'occhio dell'attore.
Posteriormente al soggetto, qui in posizione alta, è posta una luce d'effetto che rischiara i capelli e le spalle della giacca, aiutando lo stacco dal fondo ed aggiungendo un senso di maggiore presenza alla figura.
Altra illuminazione poi costituisce la luce del fondo, necessaria per ambientare tutta la scena.
Lo schema a 3 luci (4 considerando lo sfondo), qui sopra tratteggiato, è fondamentale per imparare ad illuminare una scena.
---> Perché non basta una sola luce
Quando si fotografa, accade spesso di non volere o non potere far conto, in tutto o anche in parte, sulla sola luce naturale. Le ragioni possono essere le più varie, ma di solito si riconducono a tre fattori:
- La luce naturale (solare) potrebbe semplicemente non essere disponibile (meteo avverso, ore del giorno non adatte,...)
- La luce solare cambia continuamente mentre l'illuminazione artificiale rimane costante, permettendo di lavorare su una scena con i tempi e l'agio necessari.
- La visione umana gode di un'adattabilità ed una flessibilità non presente sui mezzi di registrazione fotografica (pellicola o sensore): occorre quindi a volte adattare l'illuminazione in modo appropriato (spesso ad esempio riducendo il contrasto).
Il sole è infinitamente forte e capace d'illuminare ovunque, producendo qualsiasi effetto di luce.
La ragione principale per cui in alternativa si adoperano numerose luci, piazzate in punti strategici, è che non disponiamo di una fonte luminosa altrettanto potente.
In fotografia è certamente il flash, spesso già presente nei corpi delle macchine fotografiche digitali, il sostituto più pratico al posto delle lampade da illuminazione.
Schema di luci a 3 e 4 punti
Praticamente qualsiasi illuminazione artificiale, anche di semplice ausilio alla luce solare, rientra nello schema qui illustrato.1
Vediamo le luci nella loro funzione e disposizione di massima:
1) Luce principale
La luce principale è quella che crea il tono e serve da chiave di lettura per l'interpretazione dell'immagine. È la luce più intensa e l'unica necessaria. Di norma la luce principale "ha ragione di essere" ossia agli occhi di chi guarda si spiega con quanto appare o si presume faccia parte della scena inquadrata (sole diretto, finestra, lampada, fuoco, candela,...).
2) Luce di riempimento
La luce di riempimento schiarisce/ammorbidisce le ombre troppo chiuse. Le ombre, al pari della luce, hanno molta importanza2 e si possono dosare o "riempire" appunto con la luce di riempimento, che in qualche modo simula la luce diffusa dal cielo, riflessa dalle superfici di un'ambiente oppure generata da fonti secondarie (ad esempio lumi in una stanza).
Anche il rapporto d'illuminazione fra la luce principale e quella di riempimento ha un forte impatto sul tono dell'immagine: quanto è più accentuato il riempimento, tanto più è leggero il tono, che invece è massimamente drammatico in assenza di riempimento.
3) Luce d'effetto
La luce d'effetto stacca il soggetto dal fondo; posta di controluce, disegna spesso un contorno che genera enfasi sul soggetto, esaltandolo e contribuendo al senso di presenza e tridimensionalità dell'immagine. Un tono particolarmente drammatico è ottenuto quando la luce d'effetto assume il ruolo di principale.
4) Luce del fondo
La luce del fondo illumina il fondo della scena. È importante per dare il senso del luogo e della profondità.
Particolare e molto forte è il caso in cui la luce di fondo è adoperata come luce principale.
Qualsiasi punto luce può essere rappresentato da luce naturale (sole), luce flash oppure luce artificiale continua (es. lampadina, candela,..). In modo particolare, ed è bene sottolinearlo, quasiasi punto luce può essere spesso sostituito da elementi riflettenti adoperando specchi, pannelli riflettenti oppure superfici di varia natura. Quando è il caso, s'intende.
Se in principio lo schema di luce qui illustrato si ritrova quasi ovunque, nella pratica non basta piazzare quattro lampade e scattare: occorre dosare la quantità di luce per ognuna, posizionare il fascio luminoso perché provenga dal punto giusto ed illumini la giusta porzione della scena, aggiustare il colore e la durezza (o meno) di ogni fonte.
Intensità, angolazione, distribuzione, colore e qualità sono tutti elementi da considerare con attenzione.
Occorre far caso all'intensità di ogni luce, in particolar modo in rapporto al resto dell'illuminazione. È utile per questo chiedersi quale sia la funzione di ogni specifica luce; ognuna può avere più funzioni (esempio: luce d'effetto può essere adoperata come principale). Altrettanto è da seguire la posizione/angolazione (anche in altezza) di ogni punto luce (ad esempio: il riempimento può essere collocato prossimo all'asse ottico oppure da un lato). Colore e durezza di ogni luce sono gli altri due elementi da non dimenticare.
Non è necessario illuminare tutto: a volte conviene lasciare in ombra qualcosa: la visibilità selettiva è un ottimo strumento espressivo.
Da ultimo, ma forse il punto principale: l'importante è fare esperienza.
A volte la scelta d'illuminare la scena con luci artificiali, escludendo l'illuminazione solare, è deliberata, dettata magari dal soggetto della ripresa. Lo schema di luci esposto in questa pagina esemplifica ed analizza le diverse funzioni svolte da ogni punto luce. Una volta assorbiti i concetti di base sarà poi possibile applicarli in tutte le variazioni del caso.