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Lunedì13 marzo la rassegna itinerante "Visioni Sarde" sarà a Dublino. I cortometraggi in giro per il mondo questa volta si fermano presso la sala cinematografica UCD Cinema, all'interno del campus universitario dell'University College Dublin.
Le sette pellicole proposte offrono panoramiche sul cinema breve prodotto nell'isola che, pur con differenti declinazioni stilistiche e temi diversi, sono in grado di suscitare un grande interesse universale.
Le opere saranno presentate nella versione originale con sottotitoli in inglese. Due sono in lingua sarda.
Organizza l'evento Marco Gioacchini, Direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Dublino. La Fondazione Sardegna Film Commission sarà rappresentata da Gemma Lynch.
La serata si apre con il corto "12 Aprile" di Antonello Deidda che offre due versioni diametralmente opposte della città di Cagliari, in un affascinante viaggio ai confini della realtà. Una, datata 1970, vede la città in festa e unita dal senso di appartenenza sportiva e comunitaria per la conquista dello scudetto e l’altra, del 2020, con Cagliari completamente vuota, desolata, dove prevale la distanza di sicurezza e la paura del virus.
Simone Contu con "Fradi miu" consegna al pubblico una storia ambientata nel mondo agro-pastorale del centro Sardegna con una morale esemplare: il delitto di sangue non serve a ripristinare l’onore leso né a riequilibrare un ordine incrinato. Esso danneggia e pregiudica gravemente la vita degli uomini, trasformando il presunto giustiziere nel male stesso che intende combattere. Antonio è un pastore che vive in montagna con il suo gregge di capre. L'apparente tranquillità dei suoi giorni viene sconvolta quando ha finalmente la possibilità di vendicare il fratello, ucciso tanti anni prima davanti ai suoi occhi.
"Mammarranca” di Francesco Piras racconta, invece, una storia ambientata in un sobborgo di Cagliari ma che potrebbe benissimo calarsi in qualsiasi periferia del mondo. Giovanni e Michele di undici e nove anni vivono a Sant’Elia, un anello di palazzoni ai margini della città lambito da un canale, dalla torbide acque, chiamato Mammarranca. La vita dei due bambini sembra improvvisamente poter cambiare quando il biglietto di un gioco a premi finisce in modo rocambolesco nelle loro mani.
"Santamaria" di Andrea Deidda è la commovente vicenda umana di Raimondo Gaviano, che da Seui si sposta a Cagliari per studiare, lavorare e sognare una vita da pugile. Negli anni d’oro della boxe il giovane si prepara al primo incontro della sua carriera: la scalata all’Olimpo del pugilato che inizia sul ring di un piccolo paese dove finte, diretti e montanti svelano la potenza dei sogni di un boxeur ragazzino.
Sergio Falchi con "Senza te" affronta con delicatezza il tema della solitudine e dell'amore in tempi di Covid. Un uomo molto vecchio, interpretato dal commovente Giampaolo Loddo, vive da solo seguendo una precisa ritualità che lo porta, tra le altre cose, a disporsi per i pasti come se l'amata moglie fosse ancora con lui. L'uomo è assistito da una nipote indaffarata e distratta che non sopporta tutto questo; un giorno realtà e sogno si incontreranno sotto gli occhi della nipote che, commossa, comprenderà e infine, riserverà all'uomo una indimenticabile sorpresa.
"La Venere di Milis" di Giorgia Puliga Milis è una commedia giallo-rosa che prende le mosse dal ritrovamento di una "Venere sarda". La storia si dipana tra tentativi di imboscamento da parte di Tonio, agricoltore rassegnato interpretato da Angelo Orlando, equivoci e momenti di suspense, con le donne del passato lontano e quelle del presente, sempre forze motrici del destino degli uomini.
Protagonista del film "Una splendida felicità" di Simeone Latini è una giovanissima studentessa schiacciata dalle tante brutte notizie propagate dai media in tempo di pandemia. Eleonora ha sedici anni ed è terrorizzata da ciò che la circonda: non riesce ad uscire dalla propria camera. Troverà infine forza e nuovo coraggio nella poesia e nelle chiamate su skype con la nonna.
La rassegna itinerante Visioni Sarde nel mondo è co-organizzata dalla Cineteca di Bologna e dalla Fondazione Sardegna Film Commission. La distribuzione in Italia e all'estero è assicurata dal circolo "A. Gramsci" di Torino e dall'associazione bolognese "Visioni da Ichnussa".
Dopo il successo dell'anno scorso, il TFF ripropone la rassegna Mezzogiorno di fuoco dedicata al western americano con un omaggio a John Wayne, il più grande attore western di tutti i tempi, nel 60° anniversario dell'uscita del suo film Donovan's Reef (I tre della croce del sud), il film che meglio di tutti riassume il perfetto sodalizio tra Wayne e John Ford, il suo regista di riferimento.
In collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale sarà proposta una retrospettiva dedicata a Sergio Citti, di cui quest'anno ricorre il novantesimo anno dalla nascita. Consulente, collaboratore e amico di Pier Paolo Pasolini, Sergio Citti ha proposto un cinema fortemente connotato nella compresenza tra popolarità e ricerca, un cinema in cui l'impegno non è mai disgiunto dalla semplicità e leggerezza del racconto.
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Marion Michael Morrison, in arte John Wayne. Soprannominato Duke, Duca. Anzi, Little Duke, da quando era ancora un ragazzo. Duke Morrison era il nome che compariva sui titoli di coda delle sue prime prove attoriali. Per l’American Film Institute è al tredicesimo posto tra le più grandi star della storia del cinema di tutti i tempi.
Sex symbol, cowboy, aviatore, marinaio, combattente della Seconda guerra mondiale. Di ruoli John Wayne ne ha interpretati tanti, fin dai tempi del cinema muto degli anni ’20 quando la Film Fox Corporation gli dava 75 dollari a comparsata. Ma il suo successo si chiama western ed il suo pigmalione Raoul Walsh che, nel 1930, gli affidò la parte del protagonista del western Il grande sentiero, decidendo anche che il suo nome d’arte, da quel momento in poi, sarebbe stato John Wayne, in onore del generale "Mad Anthony" Wayne, combattente della guerra d’indipendenza americana.
Ma fu sotto la direzione dell’amico John Ford che l’attore interpretò i suoi ruoli più celebri, a partire da Ringo Kid di Ombre Rosse nel 1939. Con il regista irlandese Duke girò ben 20 pellicole in un lasso di tempo di 35 anni e diventò uno dei divi più amati di Hollywood.
Nonostante, nella sua lunga carriera, abbia interpretato più di 170 film, vinse un unico Oscar nel 1970, quasi a fine carriera, con la pellicola di Henry Hathaway Il Grinta. Poche anche le sue prove registiche: La battaglia di Alamo (1960) e Berretti Verdi (1968).
L’11 giugno in tutto il mondo si commemora la sua scomparsa, avvenuta nel 1979. La sua tomba, nel cimitero di Corona del Mar in California, continua ad essere méta di pellegrinaggi da parte dei suoi numerosi fan di tutte le età.
da raicultura.it
Elena Semina è una interessante pittrice russa, nata a Kazan, con cittadinanza italiana, che sta rapidamente facendosi conoscere a livello internazionale per la originalità e la freschezza delle sue opere.
Il suo percorso artistico è forgiato e si nutre dei suoi studi e delle sue esperienze professionali: laureata in regia teatrale e con alle spalle un lungo ed importante percorso nel settore pubblicitario, per circa 15 anni si è occupata della realizzazione di programmi televisivi e spot per aziende leader di settore nel corso di eventi internazionali.
Ma cosa “semina” di così coinvolgente e artisticamente valido questa artista?
Sin dal primo sguardo alle sue opere (soprattutto quelle realizzate con la tecnica marker) si può tranquillamente affermare che Elena semina trasmette allegria e voglia di vivere.
L’uso dei colori è estremamente acceso, in particolare il suo caratteristico verde è pieno di energia solare “clorofilliana”.
La realtà al limite di finzioni incredibili, l’assenza di segnali percepibili di stress, ansia o depressione nei messaggi che trasmette, la voglia di esplorare il mondo nelle sue manifestazioni più inaspettate, tutto questo si riflette nella sua arte pittorica. Dietro ciascuna opera c’è un attento studio e una storia, avvincente, ricca di suggestioni: l’artista e la sceneggiatrice viaggiano su binari che si incontrano e intersecano continuamente e lo storytelling diventa parte integrante del processo artistico. La modalità di espressione attraverso l’arte pittorica ne è una diretta conseguenza.
Cosi, per esempio, in una collezione dedicata al mondo delle spezie, l’artista ha immaginato e realizzato un percorso tra fatti storici, miti e leggende.
L’idea è nata a Vicenza di fronte al palazzo rinascimentale conosciuto nel mondo come la casa di Pigafetta. La storia del famoso geografo e scrittore Antonio Pigafetta che insieme con Ferdinando Magellano ha circumnavigato il mondo per raggiungere le isole delle spezie ha fornito lo spunto per creare una serie di disegni a esse dedicate.
Il risultato: 22 splendide opere con la tecnica marker e carboncino sono esposte in una originale mostra personale “Battaglia per le spezie” nel museo del presente a Rende (Cosenza) dal 16 febbraio sino all’ 11 marzo 2023. Ogni disegno è un estratto di importanti fatti storici famosi, ma talvolta anche di storie incredibili e affascinanti ma poco conosciute, di miti e leggende.
Osservare le opere è come sfogliare un bel romanzo storico d’avventura con illustrazioni luminose ed emozionanti. Le immagini catturano l’attenzione del visitatore come ipnotizzandolo e trattenendolo a lungo di fronte a ciascuna opera, e le espressioni facciali di volta in volta cangianti, meravigliate, estasiate, corrucciate, denotano la immedesimazione nelle storie tratteggiate mirabilmente, anche perché la concentrazione di eventi, fatti e personaggi in un disegno dimensione 50x70cm è molto alta.
Ogni opera di Elena Semina racconta una storia o un frammento di essa, e come dice l’artista stessa “ogni mia opera si può trasformare in un film”.
E non importa di chi o di cosa tratti questa storia, se la storia non c’è, o si intuisce solo nebulosamente, lei le da comunque vita facendole assumere contorni nitidi.
Per esempio, in due opere dell’artista il protagonista è uno specchio: nel dipinto olio su tela “salotto lampone con lo specchio” del 2021 il riflesso di quest’ultimo contrasta duramente con l’interno, l’aggressivo colore lampone delle pareti cerca di sopprimere anche il riflesso dello specchio, nel quale si può intravedere un campo infinito con un orizzonte nebbioso. In primo piano anche una sedia vuota: chissà, forse la persona che un tempo vi si è seduta ha lasciato per sempre la casa alla ricerca di un’altra vita.
Nella seconda opera “transizione” olio su tela, 70x50cm, del 2022, uno specchio funge da elemento, momento, gate. Ciascuno spettatore può decidere quali realtà e mondi collegano questa transizione. La innata curiosità dell’artista per il mondo dell’archeologia e dei miti, per il fascino e il mistero che circonda le grandi scoperte e il ritrovamento di leggendari tesori, le hanno fornito lo spunto per dare vita ad altre due opere dedicate alla scoperta della città di Troia, a opera del famoso archeologo Heinrich Schliemann, che ha riportato alla luce la antica città e un tesoro di monili e oggetti preziosi che essa custodiva, conosciuto come “il tesoro di Priamo”.
In una celebre foto la moglie di Schliemann indossa alcuni stupendi gioielli facenti parte del tesoro che, dopo molte traversie, si trova attualmente presso il museo di Puskin a Mosca, museo che espone tra l’altro il cosiddetto “Grande Diadema”. Questo affascinante tema viene riproposto da Elena Semina nella sua opera “Le donne di Schliemann”, olio su tela , 70x50cm del 2021; nel mentre nella opera “10 vite di Troia”, olio su tela, 70x50cm del 2021, si fa riferimento alla scoperta progressiva di ben dieci diversi strati della città.
L’artista ha visualizzato dieci colori attribuendoli di volta in volta a ciascuno strato e alla vita che vi si svolgeva in ogni epoca. In entrambe le opere l’artista rappresenta la bellezza intrinseca di tutte le donne nel mondo e in ogni tempo. La sua continua incessante ricerca di temi suggestivi, la sua capacità di creare storie e immagini che rimangono impresse nella mente e nel cuore di chi le può ammirare, e di chi sceglie di possedere le sue opere, fa si che l’artista sia destinata a un importante percorso ancora in gran parte da decifrare, perché come lei stessa afferma gli stereotipi non le appartengono, la voglia di esplorare tecniche, stili e tematiche la contraddistinguono, e noi tutti ci auguriamo possa continuare a portare gioia, spensieratezza, capacità di stupire, voglia di approfondire e scoprire il suo mondo. Elena Semina, nome e cognome italiano per una artista russa di grande cuore, notevole spessore artistico e visione del mondo cosmopolita: continua a ”seminare”, continua a sperimentare, vogliamo sentire parlare ancora molto di te.
da puoidirloqui.com
"Ci si può trovare tra il canto di una mondina e il coro di cento raccoglitrici, tra un solista e un’orchestra, tra un samba di una nota sola e una sinfonia, tra un vicolo e un’autostrada, tra un’onda e uno tsunami, tra un palco e un retropalco. Basta sognare a ripetizione.
Ma ci si può trovare anche tra risate e fatica durante le discese ardite e le risalite, quelle fatte per davvero, nel corso di interminabili transumanze in bicicletta.
Oppure tra musica e storie di un mondo intossicato, mentre si pedala in cento da fermi e si genera musica nitida, energia buona.
Oppure tra i canti di lavoro nei luoghi di lavoro. O tra i canti di lotta mentre si lotta.
Oppure immersi in racconti di viaggio mentre si è in viaggio: parole e note sul treno, sul tram, sul pullman, sul camioncino, nei borghi, nelle periferie, durante i trekking, tra i pendolari.
Oppure tra i colori e i sapori mentre ci si scambia favole antiche.
Oppure si può fare arte mentre si generano situazioni.
In quel mentre ci sono i Têtes de Bois. La band mai di moda che ha compiuto 30 anni."
Sarà presto in libreria ma è sin da ora preordinabile con uno sconto sul sito dell'editore www.squilibri.it.
La prima presentazione sarà a Roma nell'ambito del Festival "Libri Come. Festa del libro e della lettura".
Venerdì 24 Marzo 2023 alle 21,00 Auditorium Parco della Musica, Teatro Studio Borgna.
Ci saranno musica (live) e immagini...
Canon annuncia la sua partecipazione alla Fiera Didacta Italia, il principale evento fieristico dedicato all'innovazione nel mondo della scuola, che si svolgerà dall'8 al 10 marzo presso la Fortezza da Basso di Firenze. La sesta edizione dell'evento offrirà importanti opportunità di approfondimento e scambio, con l'obiettivo di favorire il dialogo tra enti pubblici, associazioni, e aziende a tutti i livelli di istruzione e formazione.
Canon presenterà tecnologie in ottica EASY EDUCATION, ovvero soluzioni volte a rendere più dinamica e fluida l'interazione con la tecnologia negli ambienti scolastici, parte della più ampia offerta di EASY EXPERIENCE (E2X). La tecnologia digitale e l'imaging sono le chiavi fondamentali dell'evoluzione dell'istruzione digitale, partendo da una visione di ecosistema tecnologico che sia collaborativo e integrato. Dalla scansione alla gestione digitale dell'informazione, fino alla stampa di documenti, ogni passaggio di dati e contenuti diventa smart e abilita nuove forme di apprendimento.
Canon si propone di supportare il processo di trasformazione digitale degli istituti scolastici con prodotti, soluzioni e servizi che indirizzino l'evoluzione dell'istruzione. La presenza di Canon alla fiera è in linea con il costante impegno dell'azienda nel mondo della formazione, offrendo soluzioni tecnologiche innovative per la Scuola 4.0, un nuovo modello di cultura digitale per studenti, docenti, e personale scolastico.
La partecipazione di Canon alla fiera sarà insieme a C2 Group, leader in Italia per la consulenza e la fornitura alle scuole e alla pubblica amministrazione di dispositivi informatici, soluzioni tecnologiche integrate, e ambienti di apprendimento innovativi. La collaborazione con C2 Group rafforza ancor più il comune obiettivo di supportare e promuovere lo sviluppo dell'istruzione attraverso l'utilizzo di soluzioni tecnologiche innovative.
Il cortometraggio ‘Una mela al giorno’, girato a Casole d’Elsa con protagonista la giovanissima casolese Nina Pittaluga in occasione della mostra Uffizi Diffusi, sarà proiettato in concorso il 5 marzo al ‘Lucid Dream Festival’ di Pisa. "Il film è stato diretto da Simone Vacca, con la collaborazione in scrittura di Alberto Vianello e Rosanna Reccia e la fotografia di Matteo Vanni – commenta l’assessore alla cultura Vittoria Panichi - L’amministrazione comunale li ringrazia per l’ottimo lavoro svolto".
Dall'Africa al Giappone. Prosegue da un continente all'altro l'avventura di Visioni Sarde nel mondo. In Giappone i cortometraggi della rassegna saranno proiettati al Seadas Flower Caffe di Jiyugaoka, quartiere nel sud di Meguro - Tokyo, il 5 marzo dalle ore 17:00. L'evento è organizzato dall’Associazione sardo giapponese "Isola Sardegna-Giappone", presieduto da Giovanni Piliarvu, affermato fotografo sassarese trapiantato a Tokyo da oltre quindici anni.
Visioni Sarde torna nella capitale nipponica per la seconda volta. Dopo il successo delle proiezioni di luglio 2022 ha già registrato il tutto esaurito con l'impossibilità, per il Circolo "Isola", di accogliere altre prenotazioni.
Saranno proposti sette film in lingua originale (due in sardo) tutti sottotitolati in inglese.
Essi rappresentano un veicolo formidabile per far conoscere nel paese del Sol Levante la Sardegna e le sue eccellenze: lingua, cultura e incomparabile bellezza del territorio. Sette cortometraggi in grado di valorizzare l'isola sotto ogni suo profilo: ambientale, storico, culturale e di costume. Eccoli in rigoroso ordine alfabetico:
● “12 Aprile” di Antonello Deidda. Un ironico viaggio nel tempo che unisce il mitico giorno, in cui nel 1970 la squadra di calcio del Cagliari vinse lo scudetto con il 2020, in pieno lockdown, in una città deserta e inquietante;
● “Fradi miu” di Simone Contu. Un pastore deve vendicare la morte del fratello maggiore, ucciso molti anni prima sotto i suoi occhi di adolescente. La vendetta però non si addice alla sua indole pacifica, o almeno così sembra;
● “La Venere di Milis” di Giorgia Puliga. La storia si dipana tra tentativi di imboscamento da parte di Toni agricoltore rassegnato, equivoci e momenti di suspense, con le donne del passato lontano o quelle del presente sempre forze motrici del destino degli uomini;
● “Mammaranca” di Francesco Piras. Giovanni e Michele, di undici e nove anni vivono in un quartiere popolare della periferia di Cagliari. La vita dei due bambini sembra cambiare dopo l'arrivo improvviso di un gratta e vinci;
● “Santamaria” di Andrea Deidda. Negli anni d'oro della boxe un giovane si prepara al primo incontro della sua carriera: la scalata all'Olimpo del pugilato inizia sul ring di un piccolo paese dove finte, diretti e montanti svelano la potenza dei sogni di un boxeur ragazzino;
● “Senza te- Without you” di Sergio Falchi. Un anziano che ha perso la moglie vive da solo il 1° periodo della pandemia. A causa del Covid non può avere rapporti neppure con la nipote che gli porta da mangiare e vive nel ricordo dell'amore della sua vita;
● “Una splendida felicità” di Simeone Latini. Eleonora ha 16 anni ed è pietrificata da ciò che sta accadendo. Più il virus si diffonde, più la paura paralizza la sua vita di adolescente, con la famiglia e gli amici. Troverà la forza rifugiandosi nella poesia e in lei risuoneranno le parole di conforto e incoraggiamento della nonna.
Il progetto "Visioni Sarde nel mondo" è stato promosso dalla Cineteca di Bologna ed è reso possibile grazie al sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission. Gli impegni organizzativi del tour in Italia e all’estero sono assolti dall’Associazione cinematografica bolognese "Visioni da Ichnussa" e dal circolo torinese "A. Gramsci".
Il Cinema Insegna. Prima di essere il nome di un sito e di una grande idea, è la realtà del Cinema. Da sempre, fin da quel 28 dicembre 1895, quando i due francesi fecero scappare gli spettatori dalla sala del primo film che ritraeva una locomotiva che entrava in stazione.
Certo per capire l’importanza educativa ed evocativa del cinema bisogna essere intelligenti, ma per imparare dal cinema non è necessario. Il cinema insegna sottopelle, mentre piangi o ridi per una scena, stai imparando. Anche se non sei intelligente.
E allora a che cosa serve Virginio De Maio se il cinema bacia tutti, anche i meno intelligenti? L’intelligenza di Virginio serve a spiegare a noi tutti i risvolti che ogni scena ha nella vita di ciascuno di noi. Una visione lucida, smagata, mai moralista che ci accompagna non tanto e soltanto nel vedere (o rivedere) una certa scena, ma nell’individuare una cornice ideologica nella quale inserire ciò che viene raccontato. Crea un ponte tra l’immagine e il vissuto. Adoro i ponti!
Che sia una grande convention o un corso in aula, per pochi o per tanti…non c’è una sola persona nella mia lunghissima esperienza di utilizzo del cinema in formazione, che non colga il senso, che non accenda una lampadina nella mente, aprendo nuovi spazi, nuove connessioni, nuove idee. O magari confermando idee già presenti. Non importa neppure che si conosca il film: se lo si conosce acquisisce una nuova dimensione, se non lo si conosce, si creano nuove connessioni neuronali, collegando immagini alla propria vita vissuta. Personale o professionale. Nuove connessioni neuronali: adoro i ponti!
Bravo Virginio: un’idea da invidiare per la semplicità, l’efficacia, l’intelligenza e la profonda conoscenza che sostengono come pilastri il tuo IL CINEMA INSEGNA. Grazie.
Max Damioli – www.ScuolaSkills.com
Fioccano critiche feroci in Francia e in tutto il mondo per l'evidente discriminazione strisciante delle donne registe ai Cesar, l'equivalente francese degli Oscar. La rassegna arrivata al suo quarantottesimo anno di attività non mostra di voler cambiare la tendenza. Possibile che in tutta la sua storia solo una regista donna abbia vinto il premio per la miglior conduzione? Un paradosso che sta infiammando i dibattiti sulla cultura maschilista che ancora alberga nel mondo del cinema, al netto delle grandi dichiarazioni di fair play e parità.
La prestigiosa accademia cinematografica francese anche quest'anno non ha nominato nessuna donna nonostante le accuse di sessismo fioccate l'anno scorso. Eppure in Francia c'è chi ricorda che già tre anni fa l'accademia dei César aveva ammesso di avere qualche problema sul fronte della parità e aveva riflettuto di voler correggere il tiro, aprendo ai criteri di parità di genere in tutti i suoi organi decisionali. Un po' quello che era accaduto anche negli Stati Uniti dopo che nessuna donna era stata nominata per l'Oscar nonostante il riconoscimento esterno della bravura di alcune registe con maggior successo dell'anno.
L'omissione delle registe francesi, anche se erano state elogiate dalla critica dominando diversi festival, ha riacceso il dibattito sul sessismo e sull'uguaglianza nell'industria cinematografica del Paese. La quarantottesima cerimonia di premiazione dei César prevede cinque candidati alla regia scelti dai 4.705 membri votanti: Cédric Klapisch (En Corps), Louis Garrel (L'innocent), Cédrik Jiminez (Novembre), Dominik Moll (La Nuit du 12) e Albert Serra (Pacifiction).
Sono stati ignorati Revoir Paris di Alice Winocour, Les Enfants des Autres di Rebecca Zlotowski e Saint Omer di Alice Diop, tutti film favoriti dai festival e che hanno guadagnato parecchio ai botteghini nel 2022. Solo una donna è entrata nella rosa dei candidati a un premio importante: Valeria Bruni Tedeschi, il cui Les Amandiers è stato candidato come miglior film.
Articolo di Franca Giansoldati per IlMessaggero.it
Da Cassino agli Oscar del cinema. Una passione nata in un villaggio turistico, dove da animatore era stato messo in "produzione". «Ero balbuziente, difficilmente potevo relazionarmi con gli ospiti - racconta Andrea Iervolino - e così mi misero diciamo nelle retrovie. Lì ho scoperto che c'era una sorta di copione della serata da seguire, fino a quando non mi dissero di organizzare una produzione serale. Mi appassionai tanto, avevo 15 anni, tornai a Cassino e organizzammo il primo film». Insieme a lui, gli amici storici Benedetto e Rinaldo. Costituirono l'associazione "Noi siamo il futuro" e da lì avviarono una raccolta fondi per produrre "Il cavaliere innamorato" girato, fra l'altro, nell'Abbazia di Montecassino. Tra sponsor e servizi misero insieme 100.000 euro e ci fu la prima produzione: «Oggi si chiamerebbe crowfunding - dice - noi facemmo quella che allora era una vera e propria questua». Soprattutto era una produzione in digitale. «Nessuno ci credeva, era un sistema che nel 70% dei casi si utilizzava per i matrimoni - aggiunge - si girava ancora in pellicola ed era molto più costoso, se lo proponevamo ci prendevano per matti, invece oggi è realtà».
CHI È
Guardare al futuro era un po' una fissazione, i tre amici già a Cassino proponevano nel 2002 siti internet alle aziende del territorio. Non è che fossero accolti così bene, ma loro erano "visionari". Oggi Andrea Iervolino di anni ne ha 35, è il primo produttore italiano ad essere candidato agli Oscar così giovane, è alla guida della "Ilbe" ovvero della Iervolino & Lady Bacardi Entertainment una compagnia attiva nella produzione di contenuti cinematografici e televisivi tra cui, principalmente, film, Tv-show, web series animate. Con lui lavorano 200 persone fisse e circa 1500 ogni volta che c'è una produzione, nell'indotto. La società opera anche attraverso le controllate Arte Video, Red Carpet, Ies Serbia e Iexchange. Da allora ha prodotto e distribuito quasi novanta film, molti focalizzati su storie italiane. La Ilbe è quotata al mercato Aim (alternative investment market) di borsa italiana da agosto 2019. Nel 2020 ha registrato ricavi per 120,7 milioni di euro e un risultato netto di 19,5 milioni di euro.
L'EVENTO
Iervolino volerà a Los Angeles per la notte degli Oscar il 12 marzo grazie al film "Tell it like a Woman", una raccolta di 7 cortometraggi che raccontano la forza delle donne in tutto il mondo. I cortometraggi sono stati girati da registe come Maria Sole Tognazzi e attrici del calibro di Eva Longoria, Cara Delevingne e Margherita Buy. La canzone Applause, scritta da Diane Warren e interpretata da Sofia Carson, è la colonna sonora del film candidata come miglior canzone originale. Tra gli attori che hanno collaborato con Iervolino Johnny Depp, Eva Longoria, Cara Delevingne, Frank Grillo.
IL CANADA
Nato e cresciuto a Cassino, il giovane produttore si è trasferito a Toronto da qualche anno perché la mamma è originaria del Canada. Adesso però c'è un traguardo rilevante da raggiungere, quello di Los Angeles e dei premi più ambiti nel mondo del cinema. «Essere agli Oscar è già un riconoscimento - aggiunge Andrea - sono molto curioso di capire come andrà a finire». I legami con Cassino sono rimasti intatti, anche se la città è lontana «Non ho dimenticato le mie origini, sento ancora gli amici, non potrei mai disconoscere quello che è stato. In Canada, comunque, c'è una folta comunità della zona». Non si sente solo, quindi, mentre prima degli Oscar è già stato premiato come miglior produttore e imprenditore all'Italian contemporary film festival (Icff). Il 18 giugno 2018, Iervolino è stato insignito del cavalierato della Repubblica italiana dal Presidente Sergio Mattarella e dal consolato italiano del Canada per i suoi eccellenti risultati nei campi dell'imprenditoria e della cultura mediatica.
di Giovanni Del Giaccio per IlMessaggero
Sul poster Il silenzio degli innocenti, c'è una farfalla sulla bocca di Jodie Foster.
E sembra che ci sia un teschio sulla farfalla.
Ma se guardi più da vicino, ecco di cosa è fatto questo teschio...
Ovvero.... Il teschio di Salvador Dalì.
Il 29 settembre esce nelle sale cinematografiche “Indivisibili” di Edoardo De Angelis. Per buona parte della critica, dei registi e del pubblico che già ha avuto l’opportunità di vederlo è forse il film italiano più bello di un 2016, che pure ha riservato piacevoli sorprese al nostro panorama cinematografico nazionale. Edoardo De Angelis è un regista che il festival Inventa un Film conosce bene avendolo selezionato per ben quattro volte con i suoi cortometraggi: “Mors tua” nel 2002, “Quanta donna vuoi” nel 2005, “La merendina tropicale” nel 2006, “Fisico da spiaggia” nel 2009.
Edoardo De Angelis
Trascorre l’infanzia a Portici, comune ai piedi del Vesuvio (il più sovrappopolato del mondo dopo Hong Kong). Coinvolto, suo malgrado, nel flusso migratorio di fine anni ottanta, si trasferisce a Caserta. Allevato da tre donne, cresce e diventa un promettente giocatore di pallanuoto, ma a 19 anni scopre il cinema e si diploma in regia presso il Centro Sperimentale di Cinematografia.
Il suo primo lungometraggio di finzione è Mozzarella Stories. Il maestro serbo Emir Kusturica in un’intervista rilasciata a Il Venerdì di Repubblica ha definito Edoardo De Angelis un “talento visionario”.
Tra il 2000 e il 2002 gira i suoi primi cortometraggi: Okappa e Kappao (prodotto dal regista Angelo Antonucci e Menzione speciale al Mitreo Film Festival), Lo Scambio (Premio Pulci nella Mente) e Mors Tua (Portobello Film Festival a Londra, Mitreo Film Festival e Lenola Inventa un Film).
Nel 2003 gira il documentario Not my way. Ciao Alberto che partecipa al Bellaria Film Festival e partecipa alla realizzazione di Gabbiani. Studio su “Il Gabbiano” di Anton Čechov, film collettivo coordinato da Francesca Archibugi selezionato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2004.
Nel 2004 realizza il cortometraggio Quanta donna vuoi con cui vince il Premio Massimo Troisi e il Premio del pubblico al Sonar International Film Festival. Il cortometraggio prende parte a numerosi festival nazionali ed internazionali tra cui il Big Screen Italia a Yunnan (Cina), al Festival del Cinema Latino a L’Avana (Cuba), al Manaki Brothers International Film Festival (Repubblica di Macedonia), all’Izmir Iza International Film Festival (Turchia), al Napoli Film Festival e a numerosi altri festival nazionali.
Nel 2005 gira Tropical Snack (La merendina tropicale), cortometraggio tratto da Le notti bianche di Dostoevskij, vincitore dell’Efebo d’oro (Agrigento).
Nel 2006 realizza il cortometraggio Mistero e Passione di Gino Pacino che riceve il Premio della Critica al Kustendorf Film and Music Festival diretto dal regista serbo Emir Kusturica [2]. Il cortometraggio partecipa e riceve diversi riconoscimenti al Festival Nonsolobarocco (Modica), al 41º Parallelo Film Festival (New York), al Napoli Film Festival, al Sonar International Film Festival, al Festival Internazionale del Cortometraggio (Siena), al Valsusa Film Fest (Torino), al Festival del Cinema Europeo (Lecce) e diversi altri festival nazionali ed internazionali.
Nel 2007 si cimenta nuovamente nel genere documentario realizzando Il futuro che vorrei e Siamo in ascolto, prodotti con il sostegno del Ministero per le Politiche Giovanili. Inoltre sempre nel 2007 scrive la sceneggiatura per il lungometraggio Caserta Stories che viene selezionato tra i finalisti al Premio Solinas.
Nel 2008 realizza Fisico da Spiaggia con cui cattura nuovamente l’attenzione di Emir Kusturica che lo seleziona per il suo Kustendorf Film Festiva. Tra gli altri riceve il Premio del Pubblico all’Overlook Festival, il Premio per la Miglior Sceneggiatura al Napoli Film Festival, il Premio per la Miglior Regia al Forteto Film Festivale il Primo Premio del Caffè Fandango.
Il suo lungometraggio di esordio è Mozzarella Stories. Prodotto da Bavaria Media Italia, Eagle Pictures e Centro Sperimentale di Cinematografia Production. Emir Kusturica è executive producer. Tra gli interpreti, Aida Turturro, Luisa Ranieri, Giampaolo Fabrizio, Massimiliano Gallo, Andrea Renzi, Luca Zingaretti.
Francesco Alberoni, sul Corriere della Sera, scrive: “gli artisti spesso intuiscono il senso dei tempi. Lo ha fatto Edoardo De Angelis nel suo bellissimo e divertente film”[3].
In occasione del Gran Galà del Cinema e della Fiction in Campania, Edoardo De Angelis riceve il premio come “miglior regista esordiente”, mentre il premio al “miglior attore protagonista” va all’intero cast maschile di Mozzarella Stories.
Nell’ Aprile 2012, viene invitato dalla Oxford University a partecipare ad una masterclass nell’ambito di un ciclo di convegni intitolato “Destination Italy”.
Nell’ Aprile 2012, la doc. Laura di Bianco della City University of New York dedica uno studio al suo film Mozzarella Stories, intitolato “The ‘Other’ in the Commedia Malavitosa”.
Nel 2014 realizza il suo secondo lungometraggio: Perez. presentato fuori concorso alla 71° Mostra del Cinema di Venezia.
da medioera.it
Articolo di Ermete Labbadia - Ideatore e Direttore Artistico Festival internazionale Inventa un Film
Libera Accademia Cinematografica in collaborazione con Ass. Culturale Improvvivo promuove a MACERATA nei giorni
6 e 7 giugno 2009
WORKSHOP DI PREPARAZIONE AL PROVINO SU PARTE
Con STEFANIA DE SANTIS Casting Director Regista - Attrice e Acting Coach “DAL CORPO ALLA VOCE”
Lo stage sarà impostato proprio sui due aspetti del lavoro sull'attore e cioè sul corpo e sulla voce.Due aspetti per me imprescindibili... Credo sia difficile dimenticarsi il corpo, spesso il punto è proprio lì, mi piace molto dire che: il corpo spesso ci viene in soccorso nell'interpretazione di un personaggio! Cosa che dico sempre, anche durante un provino, perché spesso gli attori di cinema, dimenticano il corpo, soprattutto quando sono in primo piano, credono di poterselo dimenticare, senza sapere che, la differenza sta proprio, nel corpo attivo e che, gli occhi da soli,non bastano mai per far arrivare una vera emozione!
S. De Santis
Nel corso dello stage, il cui fine è pedagogico e formativo, si lavorerà sia su testi da sceneggiature di cinema e fiction precedentemente forniti che su letture e improvvisazioni.
In due giornate di intenso lavoro si percorreranno le tappe che conducono ad una buona audizione, lavorando sulle debolezze e le difficoltà che si possono incontrare nel corso dei provini.
Il WORKSHOP si terrà presso la Mediateca provinciale, nei giorni e nei seguenti orari:
- 06 GIUGNO dalle 15.00 alle 20.00
- 07 GIUGNO dalle 10.00 alle 17.00
* E’ prevista la pausa pranzo nelle lezione della domenica
Per prenotazioni telefonare al numero 349.8619721
Foto e curriculum da inviare a
NUMERO CHIUSO a 16 ATTORI e ALLIEVI DI SCUOLE DI RECITAZIONE SELEZIONATI
STEFANIA DE SANTIS
Casting Director - Regista - Attrice e Acting Coach.
Si forma presso la Scuola Internazionale di teatro di Lecoq a Parigi negli anni 1981/82/83. E’ assistente alla regia del M° Carmelo Bene. Ricordiamo: PINOCCHIO, ADELCHI, PENTESILEA. Attrice per Carmelo Bene negli spettacoli: LA CENA DELLE BEFFE, HOMMELETTE FOR HAMLET. Firma numerose regie teatrali.
Lavora in teatro con registi quali: C. Bene, L. Ronconi, C.Quartucci, G. Frigerio, S. Giupponi, M. Prosperi, P. Castel.
DIALOGUE COACH DEL FILM “Romanzo Criminale” regia M. Placido, ACTING COACH del film “La SIGNORINA EFFE” regia W. Labate, ACTING COACH del film “VINCERE” regia M. Bellocchio.
E’ stata docente in qualità di ACTING COACH in occasione del Corso di regia tenuto dal M° M. Bellocchio presso la Scuola Nazionale di Cinema
Principali CASTING curati negli ultimi anni: LA SIGNORINA EFFE regia di W. Labate, VINCERE regia di M. Bellocchio, NESSUNA QUALITA’ AGLI EROI regia P. Franchi, MARY regia di A. Ferrara, L’AMORE RITROVATO regia di C. Mazzacurati, LA SPETTATRICE regia P. Franchi, RIPRENDIMI regia A. Negri, IL RESTO DI NIENTE regia A . De Lillo, QUASI QUASI regia di G. Fumagalli, DUE COME NOI NON DEI MIGLIORI regia S. Grossi.
In preparazione Casting del film IL MONDO FUORI regia A. Celli
E’ stata Coach di AMBRA ANGIOLINI
Principali regie teatrali: I NEGRI di J. Jeunet co-regia con G. Frigerio, IL GIUOCO DELL’EPIDEMIA di E. Ionesco, L’ORA (tratto da VITE A SCADENZA di E. Canetti), STATO D’ASSEDIO di A. Camus, LE TENTAZIONI DI GIROLAMO di E. Cavazioni, CASSANDRA con Ille Strazza.
- Videomaker con la passione per la politica, cercasi
- L’appello di Silvano Agosti per sostenere e tenere viva l’attività dell’Azzurro Scipioni a Roma... Proteggiamo la vita del Cinema!
- Associazione Scenografi e Costumisti italiani - il Mediometraggio
- NUOVE DISPOSIZIONI IN MATERIA DI ATTIVITA’ CINEMATOGRAFICHE
- SOGNATE I VOSTRI FILM