I sogni, le paure e le speranze, le vasche in centro e la voglia di fuggire, di andare lontano verso un futuro chiamato indipendenza: gli studenti delle scuole di Ostia si raccontano nel film “Era Prima, scritto e girato interamente da loro tra il Pontile, il lungomare e la pineta di Castelfusano.
Il lungometraggio, nato da un progetto del liceo classico Anco Marzio finanziato da un bando del ministero dell’istruzione, sarà proiettato per la prima volta lunedì mattina presso il cinema Troisi in via Induno.

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Il film ‘Era Prima’

Prodotto dal documentarista Franco Carrozzino con l’associazione Off-Ostia Film Factory, il lungometraggio dura 30 minuti: il progetto ha coinvolto 100 studenti di cui 40 come attori, costumisti, sceneggiatori, truccatori, fonici, guidati dal regista Roberto Orazi. Capofila il liceo Anco Marzio, che ha coinvolto anche il liceo scientifico Enriques, l’istituto commerciale Toscanelli e tre scuole medie fra cui una di Acilia.

Un’esperienza corale, che ha riunito per la prima volta ragazzi tra i 14 e i 18 anni per raccontare e raccontarsi attraverso la settima arte: alcuni hanno concluso la maturità e quest’anno si affacciano per la prima all’università o al mondo del lavoro, ma nel complesso la maggior parte dei ragazzi di “Era Prima” va ancora a scuola.

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Fanno tutti parte della generazione dei postmillennial, nati dopo il 2000 e la rivoluzione digitale: ragazzi che in fondo hanno gli stessi dubbi, paure e sogni di chi è nato quando ancora esisteva il tubo catodico e termini come tablet e digital device sembravano tratti dalle scene di “Ritorno al Futuro”. Non a caso, il lungometraggio dei ragazzi di Ostia si chiama “Era Prima”.

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La trama del film

Il film narra la storia di Luca, un ragazzo sbandato e di strada, che sta per abbandonare la scuola prima della maturità. Rischia di essere bocciato, lo sa e fa poco per cambiare. Anzi, vive disilluso ai margini della società e accetta i rischi della strada. È il destino di chi vive in periferia, pensa. Per evitare la bocciatura la sua professoressa gli chiede di frequentare uno dei laboratori della scuola ma l’unico posto rimasto è nel corso di teatro. Roba da intellettualoidi, pensa Luca: la cultura non dà mica i soldi per vivere.

Invece la recitazione sarà la sua svolta. Luca decide di iscriversi senza farsi troppe illusioni e al corso incontra Marta, la sua nemesi: la ragazza ha appena realizzato “Pampuelo”, un’area autogestita con altri studenti in un parco di Ostia dove ragazzi e adulti possono incontrarsi e scambiarsi libri, idee, iniziative.

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La cultura batte l’emarginazione, ma Luca deve fare i conti con la sua rabbia di strada e un giorno, prima della maturità, vandalizza Pampuelo di nascosto. La vita va avanti, a diciotto anni ci si rialza facilmente e Marta, che non conosce l’autore del gesto, offre a Luca lezioni private e lo aiuta a prendere la maturità. Salvo poi scoprire l’amara verità alla vigilia del saggio finale di teatro: dramma e delusione, ma il lieto fine è assicurato.

Un film autobiografico: “E un percorso bellissimo”

Nonostante i nomi di fantasia, il film è autobiografico e i ragazzi raccontano se stessi: fra gli attori c’erano non pochi studenti a rischio di dispersione scolastica e le lezioni private in quel di Pampuelo, oasi che esiste davvero al centro di Ostia, sono realmente avvenute.

“È stato un percorso bellissimo, dalla sceneggiatura alla post produzione”, spiega Nicoletta Di Simone professoressa al liceo Anco Marzio e referente del progetto. “I ragazzi si sono divisi i compiti come una troupe ed è stato interessante vedere come hanno lavorato così bene insieme: si sono motivati fra loro anche nello studio e continuano a supportarsi anche nella vita reale. Sono diventati amici”.

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