LA LUNA E SVEGLIA 2Gli attori protagonisti sono Totò Onnis, interprete di numerosi film diretti da maestri del grande schermo come Fellini e Benigni, e Nadia Kibout, attrice francese di origini algerine con alle spalle molte esperienze internazionali in ambito cinematografico, teatrale e televisivo.

 Sepalone, come è nata questa storia? Parliamo della sua genesi.

Desideravo girare un cortometraggio riguardante la notte e i suoi mille volti. La notte può essere dolce ma allo stesso tempo fredda, può essere materna ed anche estranea. Con il passare del tempo sono nati Raul e Laura, i due protagonisti del film. Alla fine ho girato un film che racconta l’incontro notturno di due solitudini.

 Calarsi poi sul set, nel personaggio, nella storia, a 360° gradi: come avete vissuto questa nuova esperienza di lavoro e passione, e cosa, in questo nuovo film, vi ha presi coinvolti in maggior modo?

LORENZO SEPALONE: Il set è un luogo magico, una dimensione difficile da raccontare e meravigliosa da vivere. Ci sono i sogni del regista (e non solo) che si animano davanti alla macchina da presa. Il set è poesia in movimento. Essendo anche il produttore sono stato coinvolto in ogni fase del progetto.

NADIA KIBOUT: Il set è la mia passione maggiore. Cuore, anima e corpo vengono coinvolti pienamente. È sempre una nuova esperienza arrivare su un set. Per questo film è stata una bella sorpresa vedere un gruppo di lavoratori così compatti. Tutte le iniziali preoccupazioni, i primi timori sono scomparsi subito. Dal primo momento mi sono sentita “a casa”.

TOTÒ ONNIS: Sicuramente il personaggio arriva in un momento in cui qualunque uomo della mia età fa dei bilanci. Non ho dovuto interpretare nulla di diverso da quello che sono io in questo momento. Mi incuriosiva invece che un regista giovane come Lorenzo Sepalone volesse affrontare anzitempo questo aspetto della vita che prima o poi coglierà tutti. Perché tanta fretta…

La Luna e sveglia 3La nascita di un film è sempre una grande emozione, a lavoro terminato si ha come la nostalgia dei giorni trascorsi sul set. Vorrei domandarvi: dai vostri esordi a oggi, come vi percepite?

LORENZO SEPALONE: I giorni che seguono la fine del set sono malinconici. È come se all’improvviso terminasse un incantesimo. Durante le riprese riesco ad esprimere completamente la mia personalità, ossessioni comprese.In questo progetto molti membri del cast mi hanno detto di aver vissuto un’esperienza magica. C’è stato un clima di festa e allo stesso tempo di intenso lavoro. Abbiamo lavorato, quasi sempre di notte, con gli occhi gonfi per il sonno e lucidi per l’emozione.

NADIA KIBOUT: Per me arrivare sul set di un nuovo film è come se fosse sempre la prima volta in assoluto: quindi agitazione, paura, timori, tremori in fondo sono quasi il mio motore. Cerco sempre di entrare nel mondo del regista. Mi incuriosisce l’universo che il regista si porta dentro ed il viaggio che mi porterà a fare. Oggi ogni volta che sono su un set mi ritengo, per prima cosa, fortunata e poi onorata per essere stata scelta. Amo osservare da lontano il regista, come si muove, come si relaziona con gli altri. In questo film in particolare c’è stata da subito una gran sintonia tra tutti noi. Tutti insieme avevamo voglia di fare un bel lavoro, che ci toccasse e ci facesse fare un bel viaggio. Ed in più ci siamo pure divertiti, malgrado le lunghe ore notturne! Tutto questo ha fatto sì che alla fine delle riprese sia stato difficile il distacco.

TOTÒ ONNIS: Ai miei esordi ero molto preoccupato della mia interpretazione, di fare al meglio possibile, con l’unico risultato spesso di fare peggio. Faccio sempre tutto con la stessa passione ma con molto più distacco di prima. Sono quasi spettatore di me stesso e di quello che succede. Non ho più nessuna ambizione (e in questo senso sono come il protagonista del corto ) e questo paradossalmente mi fa stare molto più tranquillo sul set e in qualunque altra situazione.  (le foto sono di Mimmo Brunetti)

Ogni film è un microcosmo a sé stante. Come affrontate, ogni volta, una nuova storia, un nuovo personaggio?

LORENZO SEPALONE: Con felicità e dolore. Sono, a dir poco, lunatico e paranoico nei confronti dei miei progetti. Provo felicità quando trovo collaboratori straordinari e quando mi riconosco completamente nell’opera che sto realizzando. Provo dolore quando non riesco a trovare un equilibro tra i miei desideri e le cose realizzabili, quando cresce in me un fastidioso bovarismo.

NADIA KIBOUT: Prima di tutto la curiosità di capire il più possibile il copione che ho davanti, tante letture dell’insieme, poi preparo le mie domande al regista, chiedo di parlarmi del personaggio, di dirmi tutto quello che si aspetta. Infine faccio delle mie proposte e comincio a lavorare sulla vita del personaggio in questione per trovare il modo migliore per renderlo mio.

TOTÒ ONNIS: Prima di tutto vedo se ed in cosa assomiglia a me, se poi il personaggio è particolarmente distante da me parto da come si muove nello spazio , qual è la sua postura, come vestirebbe. Capito tutto questo, il resto viene da sé.

Il cinema italiano attuale. La vostra opinione.

LORENZO SEPALONE: Una parte del cinema italiano è distrutta da alcune regole produttive ed è ancorata a convenzionali scelte narrative e stilistiche.Le produzioni non rischiano, non realizzano un cinema diverso perché non vogliono allontanarsi dalle abitudini dello spettatore medio e così la qualità viene accantonata. Alcuni registi girano subendo questi problemi e realizzano pellicole anonime dove la poetica e lo stile diventano invisibili. Non voglio generalizzare. Da sempre amo e difendo il nostro cinema. Esistono anche produttori intelligenti e spettatori curiosi.
Nel mondo dei cortometraggi, ad esempio, risiede molta libertà creativa. Non essendoci un mercato dei corti in Italia gli autori dei film brevi non sono vittime di determinate logiche commerciali.

NADIA KIBOUT: Oggi tutto è reso più difficile. A parte la crisi che stiamo vivendo, bisogna ammettere che sono anni che il cinema italiano soffre. Soffre per un mercato che non c’è, per una politica della cultura che non esiste e per voler emulare altri paesi, altri mercati difficilmente raggiungibili. Io mi auguro solo che tutto ciò non uccida la creatività dei giovani talenti che malgrado tutto portano avanti i loro sogni.

TOTÒ ONNIS: A questa domanda non so rispondere, perché onestamente è come parlare di una festa alla quale non si è invitati. A 50 anni posso dire che non ho capito come funziona. Noi attori siamo gli ultimi a sapere della produzione di un film ed anche gli ultimi a dover dare un’opinione. Una volta gli attori incontravano i registi senza il filtro dei casting o delle agenzie. In questo modo ho avuto la fortuna di lavorare con Fellini, con Giuseppe Bertolucci, con lo stesso Roberto Benigni, ma ricordo con molto, e se possibile, più affetto gli incontri nei quali non sono stato poi preso, incontri che sono stati per me esaltanti: Marco Ferreri, Dino Risi, Luciano Salce. Era un’esperienza solo poterli incontrare. Ora ti trovi un ragazzino con una videocamera, quando ti va bene, pure un po’ rotto di palle. Il regista quando lo vedi mai!!!

Il rapporto fra regista e attore.

LORENZO SEPALONE: Un attore può migliorare o peggiorare il personaggio presente in sceneggiatura. Totò e Nadia sono stati bravissimi ed hanno regalato a Raul e Laura volti, voci, corpi, silenzi che mi hanno emozionato. Solitamente, prima delle riprese scrivo agli attori una serie di appunti sui personaggi e poi, ovviamente, sul set fornisco le indicazioni necessarie. Ogni interprete ha il suo modo di approcciarsi al lavoro.

NADIA KIBOUT: È la cosa che preferisco in assoluto. Mi piace l’idea di fare un tutt’uno con il regista, mettermi a sua disposizione e farmi guidare. Noi siamo lo strumento che lui suonerà. Lorenzo Sepalone in questo è stato una bella scoperta, avendo le idee chiarissime su ciò che voleva. Penso di poter dire che abbiamo suonato insieme una bella musica. Ha una sensibilità che non ti aspetti da un ragazzo cosi giovane. È stato bello vedere come il suo entusiasmo contagia la troupe.

TOTÒ ONNIS: Gli appunti? E chi li ha letti? Confesso che vedere Sepalone spiegarmi i problemi della “mia” senilità incipiente, lui che è questo giovane di “60 anni”, mi faceva molto ridere. Ho amato il suo set, la sua troupe e tutta la festa mobile intorno a lui di familiari, amici, nonni, compagni di scuola. Fantastico! È  nato per girare e vedevo nei suoi occhi il terrore di quando tutto questo sarebbe finito. Ho un unico rimpianto: avrei voluto girare con lui almeno per un altro mese. Lo aspetto al suo lungometraggio che gli auguro al più presto.

Progetti in campo?

LORENZO SEPALONE: Attualmente il mio unico progetto reale è finire “La Luna è sveglia” e presentarlo nei vari festival. Poi, probabilmente, il prossimo anno mi dedicherò alla lavorazione di un nuovo cortometraggio. È ancora prematuro parlarne soprattutto per questioni economiche. È davvero arduo in questo paese reperire fondi per la cultura.

NADIA KIBOUT: Attualmente va in onda sulla Rai una fiction alla quale ho lavorato, “Sposami”. Poi il 21-22 novembre sarò a Berlino per l’uscita di un film lungometraggio tedesco girato qualche mese fa. Il prossimo set sarà di un film in Francia del quale non posso dire nulla al momento. Un mio desiderio è quello di tornare a recitare in teatro ed un sogno grande è lavorare di più in Italia.

TOTÒ ONNIS: Sono impegnato in teatro con il regista Mario Martone nel testo di Elsa Morante “Serata a Colono” al fianco di Carlo Cecchi ed altri attori fantastici. Tutto questo sino ad Aprile. Cosa potrei desiderare di più?

di Marco Mazzanti per periodicodaily.com

“La Luna è sveglia” è il cortometraggio scritto e diretto da Lorenzo Sepalone, regista foggiano di soli 22 anni con alle spalle già diversi progetti e molti premi nazionali. La pellicola è prodotta dal Movimento ArteLuna, casa di produzione fondata dallo stesso Sepalone, con il sostegno dell’Apulia Film Commission e con il patrocinio della Provincia di Foggia.
La Luna è sveglia” racconta l’incontro notturno di due solitudini. I protagonisti intraprendono un viaggio esistenziale sospeso tra passato e presente. Personaggi principali della vicenda sono Raul, cantautore cinquantenne entrato nel dimenticatoio, e Laura, giovane prostituta di origini africane.

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