Il Piano Sequenza nel cinema è una tecnica di ripresa in cui una scena viene girata in un unico, continuo take senza tagli. Questa tecnica permette di catturare azioni complesse e dialoghi in tempo reale, offrendo una rappresentazione fluida e spesso intensamente coinvolgente della narrazione. Il piano sequenza richiede un'accurata pianificazione, con movimenti di camera studiati e attori che devono eseguire le loro azioni e recitazione senza interruzioni. L'uso del piano sequenza può variare da brevi momenti all'interno di un film a interi lungometraggi girati come se fossero un unico take.
Ecco alcuni esempi di piani sequenza in film italiani ed europei:
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"Le quattro volte" (2010, Italia) - Un film di Michelangelo Frammartino che utilizza lunghi piani sequenza per raccontare la storia di un pastore calabrese, i paesaggi e il ciclo della vita.
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"L'angelo ubriaco" (1948, Italia) - Regia di Luchino Visconti, questo film contiene sequenze lunghe e complesse che riflettono lo stile neorealista del regista.
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"Victoria" (2015, Germania) - Regia di Sebastian Schipper, noto per essere stato girato in un unico piano sequenza di 138 minuti, seguendo una giovane donna nelle strade di Berlino durante una notte piena di eventi.
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"La Terra Trema" (1948, Italia) - Un altro classico del neorealismo italiano diretto da Luchino Visconti, che utilizza piani sequenza per catturare la vita quotidiana dei pescatori siciliani.
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"I soliti ignoti" (1958, Italia) - Diretto da Mario Monicelli, questo film contiene scene girate in piano sequenza che contribuiscono al ritmo della narrazione e alla costruzione dei personaggi.
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"L'ultimo bacio" (2001, Italia) - Gabriele Muccino utilizza piani sequenza per intensificare momenti emotivi tra i personaggi, esplorando le dinamiche relazionali.
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"Il grande silenzio" (1968, Italia/Francia) - Un western diretto da Sergio Corbucci, che fa uso di piani sequenza per aumentare la tensione e l'atmosfera.
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"Russian Ark" (2002, Russia) - Diretto da Aleksandr Sokurov, è famoso per essere stato girato interamente in un singolo piano sequenza di 96 minuti attraverso il Museo dell'Ermitage a San Pietroburgo.
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"Le conseguenze dell'amore" (2004, Italia) - Paolo Sorrentino usa piani sequenza per approfondire la complessità del protagonista e della narrazione.
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"Sacro GRA" (2013, Italia) - Un documentario di Gianfranco Rosi che utilizza piani sequenza per catturare momenti di vita lungo il Grande Raccordo Anulare di Roma.
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"Youth - La giovinezza" (2015, Italia/Francia/Svizzera/Regno Unito) - Paolo Sorrentino abbina piani sequenza a una narrazione visivamente ricca per esplorare temi di invecchiamento, memoria e bellezza.
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"Dogman" (2018, Italia) - Matteo Garrone utilizza questa tecnica per creare tensione e sviluppare profondamente i suoi personaggi in questo dramma criminale.
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"La vita è bella" (1997, Italia) - Roberto Benigni integra piani sequenza per accentuare momenti di commedia e tragedia in questo film acclamato.
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"8½" (1963, Italia) - Federico Fellini utilizza piani sequenza per immergere lo spettatore nel mondo interiore del protagonista, un regista in crisi.
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"Stealing Beauty" (Bellezza rubata, 1996, Italia/Regno Unito/Francia) - Diretto da Bernardo Bertolucci, questo film presenta piani sequenza che catturano l'essenza della campagna toscana e la ricerca interiore della protagonista.
Questi esempi dimostrano la versatilità del piano sequenza nell'esplorare temi, personaggi e ambientazioni in modo diretto e coinvolgente, arricchendo l'esperienza cinematografica attraverso un uso consapevole del tempo e dello spazio all'interno della narrazione.
