Mi è capitato tante volte di farmi la stessa domanda: se i miei film preferiti non fossero stati accompagnati da quella particolare colonna sonora, li avrei amati allo stesso modo? Chissà, credo sia impossibile stabilirlo. Una cosa, però, è certa: la componente musicale di ogni film, per me, fa la differenza. Moltissima differenza. Ecco perché ho deciso di stilare una lista, assolutamente soggettiva! Ho dovuto necessariamente fare una scelta (ardua) basata ovviamente sulla mia esperienza e sui miei gusti, escludendo i Musical.
E allora, in ordine assolutamente casuale, ecco le prime 5!
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Mi chiamo Sam(I Am Sam)(Jessie Nelson, 2001)
Un’incredibile interpretazione di Sean Penn, nei panni di un quarantenne con un ritardo mentale che vive con la figlia Lucy (interpretato dall’allora piccolissima Dakota Fanning), con la partecipazione di Michelle Pfeiffer. Film commovente, delicato e profondo, che non si dimentica.
LA COLONNA SONORA: UN PICCOLO GIOIELLINO.
Sì, la colonna sonora è stupenda (lo ammetto: sono di parte) e l’ho regalata molte volte, ma a dirla tutta vince a mani basse: la sua particolarità sta nel fatto di essere composta esclusivamente da cover dei Beatles. Inizialmente si volevano includere le versioni originali ma dato che Sean Penn (attore protagonista del film) non è riuscito ad ottenere i diritti per l’uso dei brani originali, ha ingaggiato dei nuovi artisti per incidere queste cover: un tributo riuscitissimo!
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Forrest Gump (Robert Zemeckis, 1994)
Cosa si può dire di questo film che non sia già stato detto?
Ormai un classico del Cinema, il film descrive la vita di Forrest Gump, un uomo dotato di uno sviluppo cognitivo inferiore alla norma, nato negli Stati Uniti d’America a metà degli anni quaranta, attraverso la cui storia il regista Robert Zemeckis trova il pretesto per raccontare i più importanti avvenimenti della storia statunitense.
LA COLONNA SONORA: UN MUST.
I titoli iniziali si aprono col famosissimo tema “The Feather Theme”, composto da Alan Silvestri (con cui Zemeckis aveva già lavorato in Ritorno al futuro) che ha scritto anche tutti i pezzi musicali strumentali che accompagnano il film.
Per Forrest Gump sono stati scelti brani dal vastissimo repertorio musicale dal dopoguerra fino agli anni ’90: spaziando da Elvis Presley a Simon e Garfunkel, dai Doors a Bob Dylan, la colonna sonora di Forrest Gump è costellata da perle musicali che hanno accompagnato tutte le fasi storiche e culturali della storia americana. È stato uno degli album più venduti negli Stati Uniti, arrivando a 12 milioni di copie vendute.
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Il buono, il brutto, il cattivo (Sergio Leone, 1966)
Uno dei capolavori di Sergio Leone, è considerato la quintessenza del genere spaghetti western. Ambientato nel 1862 negli Stati Confederati d’America, dove infuria la guerra di secessione tra la Confederazione sudista e l’Unione nordista, racconta di una vera e propria caccia al tesoro da parte dei tre protagonisti, appunto “Il Buono (Clint Eastwood), il Brutto (Eli Wallach), il Cattivo (Lee van Cleef).
Mi ricordo ancora quando, ancora piccola, mio papà aspettava con trepidazione la messa in onda del film in questione, prevista “alle 20:30 su Rai Uno” (vi ricordate? si andava a letto prima, evidentemente, negli anni ’80!). Allora non capivo la trama, ma di certo mi ricordo quanto fascino esercitasse su di me quella musica così suggestiva!
Piccola curiosità: il brano “L’estasi dell’oro”, viene spesso utilizzato dai Metallica per aprire i loro concerti.
LA COLONNA SONORA: CAPOLAVORO.
La colonna sonora è affidata a Ennio Morricone, amico d’infanzia di Sergio Leone: un capolavoro musicale al servizio di ogni singola immagine, incredibilmente innovativo. Morricone si avvale di spari, fischi, cori sovrapposti, grida e jodel, che contribuiscono a ricreare l’atmosfera suggestiva che caratterizza il film. Il motivo principale, somigliante all’ululato del coyote, è una melodia composta solamente da due, riconoscibilissime note e viene utilizzata per i tre personaggi principali del film, ma con un differente strumento usato per ognuno: flauto soprano per il Buono, la voce umana per il Brutto e l’ocarina per il cattivo.
Durante la famosissima scena del “Triello” (o stallo messicano) trascorrono ben 7 minuti senza alcun dialogo: l’unica a parlare è la musica che arriva dritta al cuore, mentre gli sguardi dei protagonisti creano una tensione che sembra quasi si possa tagliare col coltello.
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Ritorno al futuro (Robert Zemeckis, 1985)
Indubbiamente il mio film preferito di sempre! Chi mi conosce bene sa perfettamente che non c’è cosa peggiore di guardare questo film in mia compagnia: anticipo ogni singola battuta, mi emoziono e trattengo il respiro ancora oggi!
È forse il più significativo film sui viaggi nel tempo e sicuramente, malgrado gli effetti speciali siano considerevolmente migliorati nel corso degli anni, non dimostra l’età che ha.
Marty è un diciassettenne del 1985 che, grazie all’incredibile invenzione del suo amico scienziato Doc, si ritrova catapultato nel 1955 con una macchina del tempo costruita modificando una Delorean: dovrà sistemare qualche paradosso temporale in cui si ritrova suo malgrado, che potrebbe irrimediabilmente interferire con la tessitura del continuum spazio-tempo e che potrebbe distruggere l’intero Universo. Grazie al suo amico Doc dell’anno 1955 Marty riuscirà a tornare nel 1985, sistemando il passato ma anche (soprattutto) il nuovo futuro.
LA COLONNA SONORA: SUGGESTIVO.
La complessa trama del film ha offerto la possibilità di creare una colonna sonora davvero eterogenea: la parte orchestrale, maestosa ed intensa, venne affidata ad Alan Silvestri, che fu in grado di sottolineare ogni sfumatura del film grazie al bellissimo tema musicale così riconoscibile già dalle prime due note, che compare anche nei due film successivi, che completarono la trilogia di “Back to the Future”.
“The Power of Love” è il singolo che Huey Lewis scrisse proprio per il film; stranamente, però, la canzone non ha precisi riferimenti alla trama del film, poiché di fatto è sostanzialmente una canzone d’amore (ma forse è perfetta proprio per questo!). Huey Lewis and the News (il suo gruppo) firmò anche la canzone “Back in time”, che accompagna i titoli di coda. Tra i brani che compaiono del film spiccano ovviamente le hit degli anni ’50, come la celeberrima “Johnny B. Goode” scritta da Chuck Berry (che nel film viene suonata e cantata proprio da Marty durante il ballo scolastico nel 1955), “The Ballad of Davy Crockett”, Pledging My Love e “Mr. Sandman”.
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Bianco, rosso e Verdone (Carlo Verdone, 1981)
Il film è un comico road movie ambientato in Italia nei primi anni ottanta diretto da Carlo Verdone. I protagonisti sono tre uomini, tutti interpretati da Carlo Verdone, che si mettono in viaggio per raggiungere i rispettivi seggi elettorali: Furio, un funzionario statale estremamente logorroico e paranoicamente pignolo in viaggio con moglie e figli; Mimmo, un giovane ingenuo e goffo ma allo stesso tempo affettuoso e premuroso con sua nonna e Pasquale, un emigrato del Sud Italia residente a Monaco di Baviera, che tornando in Italia dopo tanto tempo, trova un’accoglienza tutt’altro che calorosa.
La bravura di Verdone come attore è pari alla sua capacità di regista: è bravissimo infatti a “caricaturizzare” i tre personaggi e a racchiudere in essi (che sono diventati un cult per gli amanti del cinema italiano) e nelle loro storie i cliché, le contraddizioni e le peculiarità del nostro Paese di quegli anni, un’Italia di cui, forse, abbiamo addirittura un po’ di nostalgia.
LA COLONNA SONORA: INTRAMONTABILE.
Ebbene sì, sono ripetitiva e noiosa: ancora una volta, ecco una colonna sonora interamente firmata da Ennio Morricone, che si misura questa volta in una pellicola comica, con estremo successo, non deludendoci neanche questa volta.
Morricone è bravissimo a sottolineare i tre personaggi e le loro spiccatissime caratteristiche: per farlo, per esempio, si avvale di strumenti quali mandolino e fisarmonica, tipici della tradizione italiana, che danno voce all’emigrante Pasquale nella “Marcetta popolare” o della bravura del whistler Alessandro Alessandroni che col suo fischio accompagna il corteggiamento quasi danzante in autostrada da parte del musicista bello e dannato verso la “desperate housewife” Magda, moglie esasperata del pignolo Furio. Struggente e perfetta la musica che accompagna il finale a sorpresa, scena in cui finalmente l’ingenuo Mimmo riesce a raggiungere il seggio elettorale in cui dovrà votare la nonna, la bravissima e compianta Sora Lella (Elena Fabrizi).
Vi aspetto per la seconda parte di questo articolo, in cui parlerò delle altre 6 colonne sonore che ho amato.
E voi? Quali sono le colonne sonore che avete amato?
di Ilenia Soprano da yamahamusicclub.it