Riso amaro è un film drammatico del 1949 diretto da Giuseppe De Santis. Fu presentato in concorso al 3º Festival di Cannes e ricevette una candidatura ai Premi Oscar del 1951 per il miglior soggetto
Il Film si apre con una voce fuori campo radiofonica, da cronaca, con tono solenne descrive il mondo delle mondine, la macchina da presa entra quindi nella cronaca mediatica, anzi in competizione con essa

Riso Amaro Francesca e Walter 11(immagine di Francesca e Walter)

Siamo nel Torinese Francesca istigata dal suo fidanzato (Walter-Gassman) ruba una collana ad un cliente di un albergo dove la ragazza lavora in qualità di cameriera (intrigo poliziesco). La collana indica molto bene il rapporto realtà finzione, sogno, realtà.

Per far perdere le proprie tracce i due si inseriscono nella folla delle Mondine (ragazze che lavorano nelle risaie) impiegate come stagionali nel Vercellese.

Nel dormitorio delle Mondine, Silvana (Silvana Manganoderuba Francesca della collana (l'oggetto del desiderio si sposta), la Mangano si presenta con tratti di grande erotismo, la sua immagine ha un grande impatto visivo di vitalità, sogno e ingenuità. Walter sospettando che la bella figliola molto probabilmente ha preso la collana (Francesca scopre il furto e lo dice a Walter) comincia a girarle intorno e a farle la corte, alla presenza fisica della Mangano fa coppia adesso la prestanza fisica del giovane Gassman che nel film è terribilmente cattivo, ma ovviamente piace alle donne.

RISO AMARO ballo (immagine del ballo di Silvana)

Sublime a questo punto il ballo a ritmo di Boogie dei due attori - Le mondine non ballano i ritmi americani e soprattutto è un ballo licenzioso perche Gassman quando balla sbircia con libidine sulle tette e le gambe della Mangano (un critico disse che De Santis nei suoi film ci metteva sempre gambe femminili) che risponde con sguardi troppo licenziosi. Questa vicenda del ballo che ha, ripetiamo, un grande impatto visivo-fotografico oltre che simbolico e ci sembra una sintesi di grande cinema, si scontra sostanzialmente con un Paese bacchettone, non ci si riferisce tanto al pubblico, un Paese che censurava i film di Totò o addirittura li vietava ai minori di 14 anni! Ma attenzione il regista in tutto il film filtra questa dimensione dello spettacolo che più colpisce il pubblico, con altre dimensioni che non si soffermano alla descrizione puramente decorativa fine a se stessa e che arriveranno alla tragedia finale ... insomma il ballo è la sintesi visiva di un discorso più ricco.

Tra le persone presenti nel campo non a caso ad iniziare il ballo con passione sono Silvana e Walter, quest'ultimo subito risponde al desiderio della ragazza, di muoversi, percepire un sentimento di libertà, modernità che però poi condurrà ambedue alla tragedia. 

Francesca pentita si è legata ad un giovane (Raf Vallone) in precedenza attratto da Silvana, che viene presentato dal regista come opposto a Gassman: senso del reale, cosciente delle illusioni un passato pieno di esperienze vere e significative, il giovane, in occasione del famoso ballo (in realtà ve ne sono due) vedendo la ragazza indossare la collana fa a pugni con Walter-Gassman e dice alla ragazza di stare lontana dalla collana perchè rubata, (la ragazza la indossa durante il ballo) ma ormai la bella Silvana è nelle mani di Walter.

RisoAMARO Raf Vallone e Mangano 44(immagine di Raf Vallone con la Mangano)

L'Intrigo si intreccia con maestria con i sentimenti dei protagonisti (abile il regista in un gioco di inquadrature sui volti dei quattro contendenti), il pubblico è attratto, guidato abilmente dal grande Regista che con questa tecnica fa da contrappunto passo passo e in modo critico alla cultura popolare femminile dell'epoca senza ignorarla. Ma soprattutto dopo il ballo immaginate il pubblico nel cinema invece di alzarsi (un film neorealista non lo deve vedere nessuno ) continua a seguirlo ...

Walter scopre dai giornali che la collana è fasulla ma non lo dice a Silvana, più cattivo di così, anzi rimbambisce così tanto la povera Mangano che le propone una rapina.

Ad un certo punto la Mangano chiede a Walter: "ma quando fai il ladro ti metti la Calzamagia (dice grosso modo) sul viso?" roba da fotoromanzi dicevano i critici (invece di prendere la tessera del sindacato o andare in chiesa). Il regista ciociaro individuava molto bene tra Boogie e Fotoromanzi la cultura di massa di tantissime ragazze, un insieme di segni che poi confluirono nel boom economico degli anni successivi.

La ''Rapina'' proposta  da Walter ha del canagliesco, rubare il riso appena lavorato dalle compagne di Silvana.

Non a caso la Mangano sin dal principio si è differenziata dalle sue povere amiche che sembrano accettare senza riserve il lavoro duro che toglie ogni sogno.

Il regista poi non tralascia la condizione del lavoro delle ragazze.

Una delle sequenze di grande impatto scenografico, è data quando il regista riprende le mondine che cantano secondo la migliore tradizione dei canti di lavoro (uso della tecnica Botta e Risposta, Chiamo e Richiamo) attaccando un gruppo di ragazze "clandestine" colpevoli di aumentare il ritmo, unico modo forse di essere assunte. Raf Vallone (il buono) poi suggerisce alle mondine di non scontrarsi tra di loro ma di essere unite così alla fine riescono comunque a lavorare tutte.

La pioggia poi per giorni impedisce alle lavoratrici di continuare il lavoro, in una sequenza tragica le mondine decidono di lavorare lo stesso aiutandosi ancora con il canto, ma non tutte ci riescono una ragazza crolla perchè incinta, in parallelo Walter-Gassman violenta la povera Silvana  completamente in mano ormai del delinquente, un momento fondamentale questo del film, Silvana paga il primo grave prezzo al suo sogno proprio mentre le Mondine che ''non sognano'' lavorano sotto la pioggia, il tutto in un turbine di canti e grida che ha del religioso.

Walter così mette in atto il suo piano illudendo completamente la ragazza, mentre le Mondine festeggiano il raccolto, Gassman convince Silvana ad immettere  acqua nelle risaie per distrarre l'attenzione, nel frattempo Francesca e il suo amico Raf Vallone intuiscono il tutto e beccano il ladro sul fatto. L'intrigo con sentimento, come un Western (altra parolaccia) giunge quasi al termine, la situazione è seria, non è proprio un drammone e forse il pubblico lo capisce.

Nella macelleria del posto abbiamo lo scontro finale tra la ''coppia di ladri'' e la coppia che ha compreso il gioco di Walter e che in fondo vuole salvare Silvana ritenendola ingenua. Silvana viene a sapere che la collana è fasulla che Walter è un imbroglione e nella colluttazione gli spara, poi come se avesse percepito tutto il dramma vissuto, lo spessore del tradimento fatto alle povere compagne, corre sulla torre del campo e si uccide, e nessuno riesce a fermarla .

Il sogno da fotoromanzo  si rivela per quello che è.

Nel film ci sono anche echi della letteratura americana (Furore) ma soprattutto un linguaggio di grande impatto e spessore, la parabola della ragazza che ingenua, tradisce le proprie compagne per un sogno fittizio viene descritta con grande maestria. Il Film aggrappa il pubblico ad una trama e ad una scenografia sino alla tragedia finale. Le amare risaie delle Mondine per lo spettatore non sono facili da dimenticare. Un film Nazional-popolare ci sembra nelle intenzioni dell'autore, che più di altri cerca di confrontarsi con grane rigore con il concetto di Antonio Gramsci.

La recitazione della Mangano è più che convincente nel delineare una ragazza dell'epoca e rimane come un segno indelebile  dei film ed al di là di tante legittime chiacchiere rimangono alcune immagini, pochissime le battute, e per questo Riso Amaro è insuperabile e modernissimo.

Riso amaro Silvana ManganoL'attrice divenne una diva internazionale, il film ebbe un successo in tutto il mondo. Anche V.Gassman deve molto a questo film, la parte di mascalzone viene recitata al meglio, priva ovviamente degli elementi da commedia che lo caratterizzeranno in seguito.
La bella e brava Silvana Mangano, venne scelta dal regista in modo fortuito a causa di alcuni fiori che aveva in mano durante una candida e chiara domanda di poter recitare fatta a De Santis per strada; i fiori in mano alla ragazza sollecitarono nella memoria del regista un film di Chaplin: la Mangano fece centro e venne ammessa al provino.

Nota: nella Mangano l'uso della gomma da masticare simbolo, moda e sogno di una modernità prossima anticipata con spavalderia.

Riso amaro lavorazione del film(immagine  Silvana durante la lavorazione del film)

Riso Amaro è un film fondamentale in una ricostruzione  che vuole leggere la nostra Storia attraverso il cinema, in prossimità di quello  che poi sarà chiamato Boom Economico.

Note a margine: 
La condizione precaria del lavoro è delineata con nettezza dal regista, l'assenza di sicurezza, il dramma della ragazza che deve partorire, della mondina anziana che  in modo perentorio spiega che con la pioggia c'e il rischio della fame, perchè si è schiavi della Natura! Nella Storia del Movimento operaio sin dalla prima descrizione di Engels è questo un motivo costante  e continuo, il timore della precarietà, avere una protezione anche nel caso di impedimenti non previsti, crisi del mercato temporanea, pioggia nel caso degli edili o delle mondine ecc.

Infine  per quanto riguarda il film: Collabora alla Regia Gianni Puccini mentre alla sceneggiatura troviamo Carlo Lizzani, lo scrittore Corrado Alvaro e lo stesso regista, la musica vede l'intervento oltre che del maestro Trovaioli di un grande musicista come Goffredo Petrassi esponente di primo piano della musica contemporanea.

G. De Santis

RISO AMARO
(Italia 1949, bianco e nero, 108m); regia: Giuseppe De Santis; produzione: Dino De Laurentiis per Lux Film; soggetto: Giuseppe De Santis, Carlo Lizzani, Gianni Puccini; sceneggiatura: Corrado Alvaro, Giuseppe De Santis, Carlo Lizzani, Carlo Musso, Ivo Perilli, Gianni Puccini; fotografia: Otello Martelli; montaggio Gabriele Variale; scenografia: Carlo Egidi; costumi: Anna Gobbi; musica: Goffredo Petrassi, Roman Batrov [Armando Trovajoli].

 

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