Partito da Southampton per il viaggio inaugurale con un carico di 2223 tra passeggeri e membri dell'equipaggio, era pronto a sfidare irriverente l'oceano, forte dei suoi 269 m di lunghezza. Era la 'Nave dei sogni'.
Soltanto dopo pochi giorni, il sogno si è infranto nelle gelide acque del Nord Atlantico: dopo aver urtato un iceberg, nella notte senza luna del 15 aprile 1914, il Titanic si è spento lentamente, trascinando con sè più di 1500 anime.
Per ricreare un'atmosfera il più possibile realistica, il regista ha fatto ricorso a tutti i mezzi offerti al cinema dalla tecnologia digitale. Risultato di tutto ciò è un autentico e raro capolavoro -su cui tuttavia non sono mancate le polemiche - che tenterò di analizzare nelle prossime pagine.
Ha detto James Cameron: "L'obiettivo che mi sono posto nella realizzazione di questo film era mostrare non soltanto la drammatica fine del tristemente celebre piroscafo, ma anche la sua breve e gloriosa esistenza. Catturare la bellezza, l'esuberanza, l'ottimismo e le speranze del Titanic, dei suoi passeggeri e dell'equipaggio, e celebrare le illimitate potenzialità dello spirito umano.
Perchè Titanic non è solo una storia che vuole essere da monito, un mito, una parabola, una metafora dei guasti della razza umana. E' anche una storia fatta di fede, di coraggio e, soprattutto, d'amore."
L'intento di Cameron è quello di "portare lo spettatore a bordo del Titanic". A tale scopo, il regista deve necessariamente far rivivere il Mito, e deve riprodurre le suggestioni di un complesso periodo storico. La nave, le luci, i colori tenui dell'età edoardiana sono ricostruiti nel minimo dettaglio, sempre per amore del realismo.
Il Titanic era la nave dei sogni, quindi un sogno è al centro dell'intera vicenda: altrove l'amore tra Jack e Rose sarebbe stato impensabile. Sul Titanic, invece, tutto è realizzabile, anche un intenso legame che trascende le insormontabili barriere che in quel periodo dividevano le varie classi sociali.
Ad un tratto, l'armonioso affresco dipinto nel film si infrange contro un immenso iceberg: gli spettatori assistono impotenti ad un grandioso e terrificante spettacolo di dolore e morte.
Per ricreare la nave e dare allo spettatore questa straordinaria impressione di stare vivendo un'esperienza reale, Cameron ha adoperato le più avanzate tecnologie digitali; la critica mossa da
più parti al suo lavoro è quella di aver abusato di questi interventi tralasciando la cura per la trama ed il messaggio.
A parte qualche dialogo un po' zoppicante, infatti, in Titanic c'è tutto:fedele ricostruzione storica, pathos, ironia, dramma, paura, poesia, amore, morte... il tutto accompagnato dalla splendida colonna sonora firmata da un maestro come James Horner. Come si può negare che un film del genere sia un autentico capolavoro?
La vicenda ha inizio ai nostri giorni, a largo delle coste del Canada orientale: Brock Lovett (Bill Paxton) è a capo di una squadra di ricercatori impegnata in una delicata missione: rivisitare il relitto del Titanic alla ricerca di un diamante blu di inestimabile valore, chiamato 'Cuore dell'Oceano'. Durante una delle tante immersioni, il gruppo riporta in luce una cassaforte contenente il ritratto di una giovane donna che indossa il gioiello: la donna, ormai ultracentenaria, è Rose Calvert (Gloria Stuart), sopravvissuta alla notte del disastro.
Invitata dai ricercatori a bordo della loro nave allo scopo di ottenere informazioni, Rose ritrova alcuni degli oggetti che più di ottant'anni prima l'avevano accompagnata sulla nave inaffondabile e, sopraffatta dall'emozione dei ricordi, comincia a narrare la sua avventura sul Titanic.
Inizia così un viaggio nel tempo che ci riporta al 1912, sul molo di Southampton, dove una folla di gente attende per imbarcarsi alla volta degli Stati Uniti.
La giovane Rose (Kate Winslet), appartenente ad una famiglia dell'alta borghesia di Philadelphia, è in viaggio con la madre (Frances Fisher) e il fidanzato, il facoltoso Cal Hockley (Billy Zane), personaggio arrogante e classista. Giunti negli Stati Uniti, i due si sposeranno.
Sul Titanic, però, la vita della ragazza subisce una svolta profonda: l'incontro con Jack Dawson (Leonardo di Caprio), giovane - e bello - pittore vagabondo, imbarcatosi dopo aver vinto il biglietto giocando una mano fortunata di poker, fa esplodere in lei un desiderio di vita fino ad allora sopito sotto il peso delle convenzioni e delle etichette. Rose si avvede dell'ipocrisia del mondo aristocratico in cui fino allora è vissuta e, dopo alcuni momenti di esitazioni, si lascia travolgere dall'amore per Jack, suscitando l'ira del fidanzato ed il disprezzo della madre.
Questo amore dura soltanto poche ore, ma è così intenso da legare indissolubilmente le anime dei due giovani, che non esitano a rischiare la vita l'uno per l'altra durante i tragici momenti dell'affondamento.
Alla fine, il destino interviene a dividere i due amanti: Jack muore da eroe, assiderato nelle acque dell'Atlantico mentre veglia sulla sua Rose, nella vana attesa di veder tornare indietro le scialuppe di salvataggio.
Preparazione: la raccolta dei documenti e l'allestimento del set
In ambienti holliwoodiani, Cameron è noto per la completa dedizione e la cura maniacale dei dettagli, elementi che caratterizzano fortemente il suo approccio al lavoro. E' ovvio dunque che il regista, prima di iniziare le riprese, si sia impegnato in una meticolosa ricostruzione storica di usi e costumi dell'epoca, di tutti i dettagli riguardanti la nave (a tal fine aiutato dall'illustratore Ken Marschall e dallo storico Don Linch), e soprattutto della dinamica dell'affondamento.
A quest'ultimo proposito, Cameron ha imposto come condizione necessaria per la realizzazione del film quella di poter scendere personalmente a 4000 metri di profondità per filmare il relitto. Nel corso di dodici successive immersioni, il regista ha ottenuto una documentazione del relitto sufficientemente dettagliata da poter approntare i preparativi per le riprese del film, iniziate nel luglio 1996.
Alcune delle suggestive immagini filmate durante le spedizioni sono state inserite nelle scene iniziali del film.
Per girare la parte contemporanea di Titanic, la troupe ha allestito un set sul Keldysh, la nave usata come base per le immersioni subacquee; ci troviamo ad Halifax, Nova Scotia, non lontano dal relitto del Titanic.
Per realizzare la parte centrale del film, quella ambientata a bordo del Titanic, Cameron ha scelto di allestire un enorme set a Rosarito, Baja California, lungo una fascia di costa di circa 16 ettari. I lavori per la costruzione del set son iniziati il 30 maggio 1996 e, nel tempo record di 100 giorni, hanno portato alla realizzazione di un 'modellino' della nave, sospeso a quattordici metri sopra il livello del mare, della lunghezza di 236 m (poco meno di quanto misurasse realmente il Titanic, 268 m) e di due grandi vasche piene di acqua dell'oceano depurata: la prima, dalla capacità di ben 65 milioni di litri, sarebbe servita per simulare l'affondamento. La seconda, più piccola (poteva contenere fino a 19 milioni di litri...), era alloggiata all'interno di un teatro di posa e vi sarebbero state girate le riprese con gli attori. Un solo set però si è rivelato insufficiente per simulare le fasi dell'affondamento della nave, e sono stati costruiti tre set con diversa inclinazione.Il numero complessivo di sequenze digitali utilizzate per riportare il Titanic sugli schermi ammonta a 550. Il lavoro in CG è però talmente accurato, che la differenza tra riprese reali ed effetti digitali è impercettibile: in questo modo lo spettatore avverte il dramma che si consuma sul transatlantico come un'esperienza vissuta quasi in prima persona. In realtà, tutto (più o meno) sul Titanic di Cameron è frutto del paziente lavoro degli impiegati della Digital Domain, a cominciare dal background notturno dell'affondamento (gli attori sono stati ripresi su sfondo verde), dai gabbiani che volano nel cielo o dai delfini che sfruttano la rotta della nave, per concludere con le centinaia di comparse che affollano i ponti alla partenza da Southampton, o che precipitano da 60 m di altezza durante l'affondamento.
Per realizzarle, un team di artisti ha catturato i movimenti di alcuni stuntman reali; i modelli, archiviati nelle memorie dei computer, sono stati animati digitalmente prendendo come riferimento gli scheletri in wireframe; apportando loro alcune variazioni nei movimenti, o semplicemente cambiandone gli abiti, è stato possibile creare l'elevato numero di stunt virtuali che vediamo affollare tranquillamente i ponti.
Animare le comparse durante le fasi dell'inabissamento è stata, per vari motivi, un'impresa più complessa; in primo luogo, perchè gli artisti non disponevano di modelli dei movimenti da catturare come era avvenuto per le tranquille sequenze della prima parte di film. Come simulare la caduta disordinata di un uomo, ad esempio un sessantenne, che lungo il tragitto urta contro oggetti o altre comparse? Il problema è stato risolto mettendo a punto una nuova tecnica, denominata Rotocap (rotocapture): in pratica, dei movimenti catturati da stuntman reali (che si lanciavano da set inclinati a 45 o 90 gradi), sono state considerate soltanto le pose estreme; il modello è stato poi animato in cinematica inversa nelle stesse posizioni e l'effetto ottenuto è stato di un sorprendente realismo.
Per filmare il Titanic, invece, è stato usato in parte l'enorme set (di cui i tecnici hanno ricostruito in CG la parte sinistra, mancante), in parte un modellino. Per realizzare le riprese notturne dei ponti e della prua, Cameron si è servito di un'imponente gru (che in alcune scene ha raggiunto i 60 m di altezza) al cui braccio meccanico estendibile è stato applicato un alloggio per una telecamera girevole: in tal modo si potevano effettuare riprese lungo tutta l'estensione del set.
Anche l'oceano in cui naviga il Titanic o nuotano le comparse è sintetico: per la sua creazione è stata implementata una versione aggiornata dello stesso software Aretè sfruttato in Waterworld, di Kevin Costner; il team che si occupava di questo incarico ha dovuto creare parametri per l'ora del giorno, la velocità del vento, la posizione del sole ed i riflessi, in modo da far corrispondere il mare in CG alle riprese dal vivo.
La sequenza dell'impatto con l'iceberg è stata affrontata da Cameron e Carpenter quasi con religiosa dedizione, utilizzando la stessa tecnica sperimentata per simulare l'incidente dell'Apollo13. Venne utilizzato un modello in grande scala del blocco di ghiaccio, sul quale fu fatta schiantare la chiglia laterale in sottile stagno di un modellino; una cinepresa posta all'interno di una custodia stagna correva sott'acqua insieme alla nave per riprendere il momento dell'impatto. Gli artisti hanno poi dovuto affrontare il delicato lavoro di ritoccare le tinte dell'acqua, eliminare le bollicine che inevitabilmente si formavano al momento dell'impatto e che avrebbero alterato le immagini, ricostruire i frammenti di iceberg staccatisi in seguito all'urto. Ma il problema più complesso è stato quello di ricostruire un sistema di illuminazione credibile: nella notte in cui il Titanic si inabissò, infatti, la visibilità era nulla a causa dell'assenza della Luna.
Per creare lo spaventoso effetto dell'acqua che irrompe nelle paratie stagne, Cameron e la sua troupe si sono serviti di un sistema antincendio che si attivava automaticamente nel momento in cui avveniva l'impatto tra il modellino e l'iceberg: l'acqua, 'sparata' a 40 litri al secondo, lacerava le sottili pareti in stagno della chiglia.
Per simulare la giusta dinamica dell'affondamento,alcune inquadrature sono state filmate riprendendo da un elicottero un modellino. Per girare le scene in cui si vedono gli attori aggrappati al parapetto della poppa, invece, il set principale è stato letteralmente spezzato in due tronconi; la poppa, che nel film galleggia qualche minuto prima di sprofondare nell'Oceano, è stata montata su una speciale piattaforma idraulica che ha permesso di girare le riprese finali dell'inabissamento.
Il salone della prima classe e la celebre scalinata, infine, sono state ricreate a grandezza naturale su un'altra piattaforma idraulica costruita all'interno della seconda vasca, profonda nove metri e progettata per essere inclinata e progressivamente riempita d'acqua.
Ma quando gli artisti della Digital Domain si sono resi conto che non avrebbero potuto realizzare tutti gli effetti speciali rispettando le scadenze imposte dalla produzione, hanno deciso di affidare alcuni incarichi (per un totale di 150 sequenze) alla VIFX, già nota per aver lavorato a Relic o Speed.
I compiti assegnati alla VIFX includevano la creazione di un cielo stellato, l'inserimento di alcuni operai negli ambienti della sala macchine, nonchè l'elaborazione delle nuvolette di vapore generate dal respiro dei naufraghi quando giungevano in prossimità dell'acqua gelida.
Il cielo stellato non è stato fonte di grandi problemi: è stato sufficiente usare del software apposito, il Chalice 2-D della Silicon Grail.
Per le sequenze della sala macchine le riprese degli operai, effettuate su sfondo verde, sono state inserite tramite fotomontaggi all'interno della sala macchine della Liberty, una fregata statunitense che presenta press'a poco le stesse caratteristiche del Titanic. Tuttavia, le dimensioni della sala della Liberty erano tre volte inferiori rispetto a quelle del transatlantico; per conferire a queste scene le giuste proporzioni, quindi, la VIFX ha messo a punto uno strategico sistema di illuminazioni e ha proceduto alla riduzione in scala degli operai.
La realizzazione delle nuvolette di vapore è stata la più difficile sfida affrontata dallaVIFX; inizialmente, gli esperti avevano pensato di catturare le immagini del fumo di sigaretta, ma l'idea è stata soppiantata da un sistema meno dispendioso in termini di costi e tempi di realizzazione, che consisteva nel porre un uomo in una cella frigorifera con background rivestito di velluto nero e filmarne da più angolazioni il respiro; tuttavia, i tecnici hanno dovuto superare il problema, ben più complesso, derivante dalla necessità di sincronizzare (in più di cento riprese!) il 'respiro digitale' agli effettivi dialoghi degli attori.
(la poppa si solleva grazie ad una potente pompa idraulica)
Per portare a termine Titanic la produzione (20th Century Fox) ha speso più di 360 miliardi di lire, a cui vanno aggiunti gli altri 180 impiegati per pubblicizzare il prodotto.
Tuttavia il film, record d'incassi a livello mondiale (sembra abbia riscosso grande successo anche in Giappone, nonostante le ragazze preferiscano i lottatori di sumo a di Caprio...), ha incassato in Italia più di 81.220.022.000 (campione di 173 città, fonte: Giornale dello spettacolo/Agis).
Sembra che ad un certo punto Cameron, accortosi di aver bisogno di un budget superiore a quello inizialmente stabilito, abbia sacrificato gli 85 miliardi di compenso che gli spettavano come autore, regista e produttore pur di portare a termine il film senza tagliare neppure una scena.
La ricostruzione degli interni del Titanic è in gran parte basata sui dati disponibili relativi alla nave gemella Olympic, che ha navigato per 25 anni. Per realizzare le migliaia di elementi di arredamento presenti nel film, è stato necessario un lavoro di quattro anni che ha visto impegnati diversi studi di design.
Ultimata la costruzione del set di Rosarito, la troupe si accorse con orrore che il modello in scala 9/10 della nave mancava di realismo, poichè dagli oblò della fiancata fuoriusciva una luce tenue ed uniforme; gli artisti hanno proceduto allora ad un paziente lavoro di ricostruzione digitale degli interni delle cabine; le immagini ottenute sono state poi ingrandite ed inserite, una alla volta, dentro gli oblò, con l'aggiunta di una leggera curvatura per aumentarne il realismo.
I movimenti delle comparse digitali catturati per girare le riprese di vita quotidiana sui ponti del transatlantico sono quelli di dodici impiegati della Digital Domain con mogli e figli.
Durante la scena del ballo in terza classe, viene inquadrato un insolito Cameron che si diverte nei panni di una comparsa.
Il regista è inoltre l'autore del ritratto di Rose sul divano: per dipingerlo, Cameron ha tratto ispirazione da alcune foto di Kate Winslet.
Per illuminare l'intero set durante le riprese è stato impiegato un impianto elettrico da 40.000 ampère.
Nella notte in cui il Titanic si inabissò la temperatura dell'acqua era di alcuni gradi inferiore allo zero ed in una simile situazione chuunque avrebbe esalato intense nuvolette di vapore. In un primo momento il regista pensò di girare le scene in cui gli attori nuotavano nelle acque dell'Oceano in una piscina a 10 gradi, in modo da simulare le stesse condizioni; gli attori avevano accettato, pensando che la loro interpretazione sarebbe risultata più reale.
Ma dopo le prime riprese, fu chiaro che quella soluzione avrebbe sensibilmente rallentato i tempi di produzione: nessuno poteva restare immerso nella piscina per più di dieci minuti consecutivi ed inoltre bisognava attendere un quarto d'ora (durante il quale gli attori si riscaldavano in vasche ad una temperatura più umana) prima di poter dare il ciak successivo.
Fu allora che Cameron e Legato pensarono ad una soluzione alternativa: effettuare le riprese in piscine a temperatura ambiente ed aggiungere le nuvolette di vapore in post-produzione.
Questa tesina è stata discussa da Licia Barreca
durante l'appello di Informatica generale del 31/07/98