MATILDE
Matilde è una bimba non udente, vispa ed intelligente, ma a scuola sembra che qualcosa la turbi. Lei però non si perde d’animo e con le forbici della mamma e delle palline da tennis, trova una soluzione geniale per i suoi problemi…
Con la delicatezza e la dolcezza che gli sono congeniali, Vito Palmieri indaga ancora una volta le dinamiche infantili entrando nel mondo di Matilde, una bimba sorda dalle mille risorse. Grazie ad un uso magistrale di fotografia, montaggio e musiche (cui d’altronde il regista ci ha abituati già nei lavori precedenti), si resta affascinati dalla storia e dai modi di fare della piccola protagonista, straordinariamente interpretata dalla giovanissima Matilde De Silva.
LE DOMANDE AL REGISTA
Ciao Vito, bentornato su cinemio. Iniziamo dal tema del corto di cui sei autore del soggetto e della sceneggiatura. Come sei arrivato a questa idea?
E’ stata l’Agfa/Fiadda a chiedermi di realizzarlo. Volevano un corto per i non udenti interpretato da persone sorde. Nei miei lavori ho spesso raccontato storie di bambini. Rappresentare il quotidiano di una bambina sorda, però, è stata un’esperienza nuova. Inizialmente avevo qualche perplessità. Non sapevo se avrei trovato il linguaggio appropriato per raccontare questa vicenda legata alla sordità. Poi ho trovato la chiave giusta dalle storie dei membri dell’Agfa. In primis dal padre di Matilde che mi ha raccontato un episodio sulle palline da tennis che mi ha colpito e che ho voluto inserito nel corto.
Un altro ragazzo sordo mi ha raccontato che da bambino aveva chiesto al maestro di tagliarsi i baffi perché non riusciva a capire ciò che diceva. Nei giorni in cui abbiamo sviluppato l’idea del corto ho anche frequentato il Senza nome, un bar di Bologna aperto da poco, gestito e frequentato da sordi. Lì ho avuto modo di conoscere molti ragazzi che mi hanno raccontato le loro esperienze sin dai banchi di scuola e a cui mi sono ispirato per altri dettagli del film.
Alla fine del corto tieni a precisare che tutti gli attori protagonisti e non che hanno recitato sono sordi. Immagino sia stata una novità per te. Com’è andata?
Sotto consiglio dell’Agfa, ho scelto di lavorare esclusivamente con attori sordi per testimoniare che anche loro possono interpretare un film. L’Agfa mi ha anche chiesto che il film venisse sempre distribuito con i sottotitoli in italiano o nella lingua del paese in cui verrà proiettato. “Matilde” è un film fatto per i non udenti. Ho voluto inserire una scena in cui anche gli spettatori udenti sono obbligati a leggere il labiale perché non sentono le battute dei personaggi, in quanto la scena si svolge in un interno mentre la macchina da presa è posizionata al di là di un vetro e dunque in esterno.
La piccola Matilde de silva, protagonista del corto, è veramente molto brava. Come l’hai scelta?
Riguardo la scelta della protagonista, non ho dovuto fare dei casting. Quando mi hanno suggerito di scegliere Matilde, che è il vero nome della bambina che recita, sono andato nella sua classe. Tra tutti i ragazzi spiccava il suo sguardo acuto e il taglio degli occhi. Non avevo dubbi riguardo alla scelta. Matilde era perfetta.
Nella tua filmografia i bambini ed i ragazzi la fanno da padrone. Come mai questa voglia di raccontare il loro mondo?
Tutto è nato grazie a Tana libera tutti dove ho raccontato il mondo dell’infanzia, poi ho insegnato nelle scuole medie e molti soggetti li ho scritti con i miei stessi alunni. Poi ho capito che il percorso che stavo seguendo era quello giusto, anche perché in qualche modo mi è stato confermato dalle selezione al festival di Berlino proprio nella sezione Generation, dove selezionano film rivolti o interpretati da bambini.
Non ho potuto non notare la collaborazione, alla sceneggiatura e alla regia, di Francesco Niccolai, regista che è stato anche ospite di questa rubrica. Vuoi parlarci del tuo rapporto con lui e di com’è andata la collaborazione durante la preparazione del corto?
Francesco Niccolai l’ho conosciuto a Bologna, la nostra collaborazione è iniziata nel 2009, dove mi ha aiutato per la realizzazione del mio documentario Il valzer dello zecchino, poi abbiamo scritto insieme un corto tributo a Lucio Dalla Anna bello sguardo e subito dopo abbiamo scritto Matilde. Sul corto Matilde è stato anche assistente alla regia, quindi ha seguito molto anche il lavoro della piccola prtagonista sul set.
Il tuo corto ha partecipato e continua a farlo, a numerosi festival nazionali ed internazionali ed ha già vinto al Riff ed al festival del cinema europeo. Qual è la tua impressione a riguardo? c’è un complimento che più di altri ti è rimasto nel cuore?
C’è da dire che è stato tutto inaspettato. Il corto è nato come un progetto molto semplice e non pensavo avesse questo tipo di distribuzione e attenzione in vari Festival stranieri e Italiani. Spero continui così. Ogni motivazione di una giuria mi conferma che siamo riusciti a fare un buon lavoro e di conseguenza li considero dei bei complimenti.
Ed ora uno sguardo al futuro. Mentre Matilde prosegue il suo percorso vittorioso tra festival stai già pensando ad un nuovo progetto? magari un lungometraggio che vede protagonisti i ragazzi…
Ho scritto un soggetto per un film e spero di avere la possibilità di realizzarlo, soprattutto dopo questa partecipazione al Festival di Berlino e i vari premi che sta ricevendo il mio corto. Posso solo dire che segue il mio percorso registico e avrà come protagonisti i bambini.
Ringrazio Vito Palmieri per la disponibilità e lo saluto in attesa di conoscere novità riguardo questo suo nuovo interessante progetto.