film Viale del tramonto Quarta pareteBilly Wilder, nel suo film "Viale del tramonto" (Sunset Boulevard) del 1950, rompe la quarta parete in modo innovativo e potente, usando questo dispositivo narrativo per creare una connessione diretta tra il protagonista e il pubblico, e per sottolineare temi di illusione, disillusione e la crudele realtà di Hollywood.

La rottura della quarta parete avviene principalmente attraverso la voce narrante del personaggio principale, Joe Gillis, interpretato da William Holden. La particolarità di questa narrazione è che viene fatta da Gillis dopo la sua morte. Il film si apre con una scena in cui vediamo il corpo di Gillis galleggiare in una piscina, mentre lui inizia a raccontare in voice-over gli eventi che hanno portato a quella situazione. Questa scelta di far narrare la storia da un personaggio deceduto non solo rompe la quarta parete tradizionale tra il pubblico e il film, ma stabilisce anche un tono di fatalismo e di critica verso il mondo dello spettacolo.

Wilder utilizza questa tecnica per diversi scopi:

  1. Connessione emotiva: La voce di Gillis crea un'intimità con il pubblico. Gli spettatori sono direttamente coinvolti nella storia, ascoltando i pensieri più intimi del protagonista. Questo aiuta a costruire un rapporto di empatia e comprensione profonda per il suo personaggio e le sue scelte.

  2. Commento sociale: Attraverso Gillis, Wilder critica l'industria cinematografica di Hollywood, che spesso usa e scarta le persone. La narrazione espone la disillusione di chi è dentro l'industria e il prezzo spesso devastante del successo e della fama. La narrazione post-mortem di Gillis evidenzia inoltre l'ironia e la tragicità della sua situazione, e la futilità delle sue azioni e ambizioni.

  3. Struttura narrativa innovativa: L'uso della narrazione postuma permette a Wilder di giocare con la suspense e la curiosità dello spettatore, rivelando gradualmente come Gillis sia arrivato a quel fatale epilogo. Questo invita lo spettatore a riflettere sulla inevitabilità e le cause della tragedia personale del protagonista.

Il messaggio che Wilder vuole trasmettere è quindi multistrato: da una parte, c'è una critica mordente alla natura predatrice di Hollywood, che consuma i suoi talenti senza riguardo per il loro benessere personale; dall'altra, c'è un commento sulla fragilità dell'ego e sull'illusione della gloria, che possono portare alla rovina tanto quanto al successo. In questo modo, la rottura della quarta parete non è solo un trucco narrativo, ma diventa un mezzo essenziale per esprimere il tema centrale del film e per coinvolgere lo spettatore in una riflessione più ampia sulla natura dell'arte, della fama e dell'autodistruzione.

Da ricordare che il film ottenne ben 11 candidature agli Oscar, vincendo tre statuette:  Miglior sceneggiatura originale a Billy Wilder, Charles Brackett e D.M. Marshman Jr.; Miglior scenografia ad Hans Dreier, John Meehan, Sam Comer e Ray Moyer; Miglior colonna sonora a Franz Waxman. Le altre candidature furono per: miglior film alla Paramount Pictures, miglior regista a Billy Wilder, miglior attore a William Holden, miglior attrice a Gloria Swanson, miglior attore non protagonista a Erich Von Stroheim, miglior attrice non protagonista a Nancy Olson, miglior fotografia a John F. Seitz, miglior montaggio ad Arthur P. Schmidt.

 

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