IL PARRUCCHIERE

SOGGETTO DI LORENZO POMPEO

SCENEGGIATURA DI LORENZO POMPEO E MARCO BELOCCHI

SCENA 1
SALONE PARRUCCHIERE
INTERNO GIORNO
Mentre la musica dei titoli di testa si spegne lentamente, si vede l’interno di un salone di parrucchiere, è mattina c’è movimento, alcune signore stanno aspettando il loro turno leggendo una rivista, altre sono sotto il casco, qualcuna è al lavaggio o al taglio.
Jean Philippe, il parrucchiere si aggira per il salone controllando l’operato delle sue lavoranti, dando ora un consiglio, ora rivolgendo qualche parola alle clienti abituali.
Entra Simona, una signora di un’età tra i 45 e i 50, una buona cliente. Jean Philippe l’accoglie con molto calore e la fa accomodare.
JEAN
Ah signora Paola, che piacere rivederla. Come va, tutto bene?
SIMONA
Si, bene grazie.
JEAN
Si accomodi pure, cinque minuti e cominciamo.
Squilla il telefono. Un assistente risponde e passa il cordless a Jean, il quale chiede con la mimica chi è. L’assistente risponde, sempre a gesti, che non lo sa. Per un attimo Jean scompare nel retrobottega per rispondere al telefono.
JEAN (al telefono)
Buongiorno signora, ha detto per giovedì? Attenda un attimo… Mi scusi, ho un attimo da fare, se mi lascia il suo numero la richiamo tra qualche minuto. Sì… sì… (mentre trascrive il numero su un’agenda) Perfetto, allora tra cinque minuti la richiamo, va bene?… Tra un paio d’ore? Non c’è problema.… Non c’è di che, a dopo.
Jean va da una signora seduta, Francesca, pronta per il taglio.
JEAN
Allora, signora, come li facciamo oggi questi capelli? Facciamo le solite meche? O facciamo uno schiaffo che ringiovanisce un pochino?
FRANCESCA (mesta)
No, rimaniamo sul classico.
JEAN
Qualcosa che non va, signora?
FRANCESCA
Sa, Jean Philippe, domani devo andare a un funerale.
JEAN
Oh, mi dispiace…
FRANCESCA
Il fratello di mio marito, era da tanto che era malato…
JEAN
Forse ha smesso di soffrire.
FRANCESCA
Chissà…
JEAN
Eh, tanto prima o poi tocca a tutti, belli e brutti.
FRANCESCA
Quando succedono queste cose, ci si fa tante domande… si fa finta di non pensarci, ma poi…
JEAN
Bisogna farsi forza, signora, a queste cose non c’è rimedio e colpiscono quando meno te l’aspetti.
FRANCESCA
Parole sante. Sembra sempre che debbano capitare agli altri… E poi succedono tutte insieme. L’anno scorso se n’è andata mia suocera… sembra quasi che una disgrazia ne chiami un’altra.
JEAN
Signora, sono cose che succedono e basta, non ci possiamo fare nulla.
Intanto ha finito il taglio, prende uno specchietto e le mostra il risultato anche sulla nuca.
JEAN
Allora signora può andare?
FRANCESCA
Sì, mi sembra molto buono, sobrio ed elegante.
Francesca si alza e si reca alla cassa per pagare, un ragazzo di bottega le porge il cappotto. Jean Philippe, la saluta con i soliti salamelecchi.
Appena Francesca è uscita, Jean si reca nel retrobottega con un atteggiamento totalmente diverso da quello che gli abbiamo visto finora. Compone un numero.
JEAN (al telefono)
Il dottor Finocchi, per favore… Aldo caro, da quanto tempo che non ci sentiamo? A quando una partita a tennis?… Lunedì della prossima settimana? Benissimo!… Senti, ti chiamavo per un affaruccio. Una cliente qui, gli è morto ora il cognato e poco tempo fa la suocera… con quella si va sul sicuro… Francesca Tomassucci, il marito è architetto, stanno bene. Tu chiamala la mattina,
domani no che c’ha il funerale… sì, dopodomani va benissimo… Ma ti dico che è una cosa sicura! Ti pago la pizza lunedì se non ci riesci!… Perfetto, fammi sapere poi, eh?… Come? Ah sta per scadere la polizza? Di già! E vabbè, la settimana prossima regoliamo tutto, sconto per gli amici, però!… Ora ti saluto che ci sono un po’ di clienti di là. A presto, ciao, ciao.
Jean Philippe riattacca e mormora tra sé.
JEAN
Sto pezzente morto de fame!
Torna nel salone e si avvicina alla signora Paola cui una sciampista sta raccogliendo i capelli in un asciugamano.
JEAN
Allora signora, siamo pronti?
PAOLA
Stavolta facciamo due meche bionde, proprio qua sulla fronte.
JEAN
Benissimo, allora facciamo anche un taglio sbarazzino! Suo marito che ne dirà?
PAOLA
Mio marito non se ne accorgerà nemmeno, figuriamoci se ci fa caso!
JEAN
Eh, questi mariti, non sanno cosa si perdono.
PAOLA
Ma quello che si perde da un parte si trova da un’altra.
JEAN
Questi uomini, che mascalzoni!
PAOLA
Ma prima o poi anch’io la trovo un distrazione, da qualche altra parte…
JEAN
Fa bene, signora, un po’ di distrazione ci vuole ogni tanto.
Stacco musicale.
Jean mostra il taglio allo specchio, Paola, fa qualche smorfia, Jean le aggiusta un ciuffo, la signora sorride, si alza va alla cassa, paga, il ragazzo la aiuta a infilarsi una pelliccia, Jean la saluta calorosamente.
SCENA 2
SALONE PARRUCCHIERE RETROBOTTEGA
INTERNO GIORNO
Jean Philippe al telefono attende di parlare con qualcuno.
JEAN (al telefono)
Giovanni, sei tu? Per quelle forniture è pronto il preventivo?… Ti volevo dire un’altra cosa, c’è una cliente, una certa Paola, che è proprio il tipo tuo, trentacinque anni, piccolina, una miniatura cinese, sposata, annoiata, insomma facile facile.… Aspetta, fammi finire: la trovi al bar del circolo la domenica mattina… Si capisce che ci va da sola.… Poi mi fai sapere, eh? Allora per il preventivo magari ci vediamo lunedì, così mi racconti tutto. Ciao.
Jean riattacca e bofonchia.
JEAN
Mah, che ci troveranno le donne in questo carciofo!
Si avvia nel salone.
SCENA 3
SALONE PARRUCCHIERE
INTERNO GIORNO
Jean si avvicina alla signora Simona che sta seduta sfogliando delle riviste femminili.
JEAN
Signora, prego…
Simona si alza e si accomoda su una delle poltrone.
JEAN
Mi dispiace se l’ho fatta aspettare, ma oggi è una di quelle giornate…
SIMONA
Non fa niente, oggi non ho fretta.
JEAN
Allora, signora, come li facciamo questi capelli?
SIMONA
Vorrei una tintura un po’ più ramata e un taglio leggero e un po’ serioso, che domani devo far colpo sul direttore della banca.
JEAN
Lasci fare a me e vedrà che il direttore apprezzerà.
SIMONA
Eh… Speriamo! Ho un affaruccio in sospeso e tutto dipende se lui mi fa avere un prestito.
JEAN
Anch’io qui per aprire, mi ricordo, quanto ho penato…
SIMONA
Perché sarebbe veramente un peccato… ho adocchiato un negozio che tra l’altro è proprio qua dietro l’angolo, un affarone! Il portiere mi ha detto che il proprietario del negozio accanto se lo
vuole comprare a tutti i costi per allargarsi, ma che in questo momento non ha i soldi. Quindi se lo compro adesso, tra un po’ glielo rivendo al doppio.
JEAN
Certo sarebbe un bell’affare. Ma se poi quello non se lo compra?
SIMONA
Comunque rimane un buon affare, e poi il portiere mi ha garantito che quello è veramente interessato.
JEAN
Bè, allora buona fortuna col direttore della banca!
Squilla il telefono. L’assistente porge il cordless a Jean con una strizzando l’occhio per far capire che si tratta di una persona ben nota e di un affare un po’ losco. Jean fa un cenno a un suo assistente di finire il taglio e va nel retrobottega a rispondere.
SCENA 4
SALONE PARRUCCHIERE RETROBOTTEGA
INTERNO GIORNO
Jean Philippe risponde al telefono.
JEAN (al telefono)
Pronto… Ah, signora Moscato, come sta? Quando passa a trovarmi?… Sì, sì, non c’è problema… Mi lasci il numero…
Scrive il numero su un taccuino.
JEAN
Il signor? (scrivendo) Paolo. Benissimo. Provvedo subito… Non c’è di che, signora, se posso aiutare le mie clienti sono qui sempre a sua disposizione, signora… Arrivederla.
Riaggancia.
JEAN (tra sé)
Che schifo, ‘sta zoccolona!
Compone il numero che aveva appuntato sul taccuino.
JEAN (al telefono)
Buongiorno, potrei parlare col signor Moscato?… Buongiorno qui è il parrucchiere Jean Philippe, la chiamo da parte di sua moglie. La signora mi ha detto di avvertirla che tarderà una mezz’oretta, è qui che sta terminando la messa in piega sotto il casco… sì, sì riferirò… di nulla, arrivederci.
Riaggancia.
JEAN (tra sé)
E anche il cornuto è sistemato.
SCENA 5
SALONE PARRUCCHIERE
INTERNO GIORNO
Musica.
Jean ha terminato il taglio e la tintura a Simona e con uno specchio le mostra il lavoro. Lei fa una smorfia di soddisfazione. Si alza, va alla cassa, paga ed esce.
La musica sfuma.
Jean si rivolge al suo assistente.
JEAN
Esco un attimo. Pensaci un po’ tu qui, eh?
SCENA 6
STRADA. NEGOZIO IN VENDITA
ESTERNO GIORNO
Jean si avvicina con curiosità davanti ad un negozio con la serranda abbassata. Si annota sul taccuino il numero di telefono che compare sul cartello dell’immobiliare.
SCENA 7
UFFICIO AGENZIA IMMOBILIARE
INTERNO GIORNO
Jean è seduto davanti ad una scrivania di un agente immobiliare e sta firmando delle carte.
AGENTE IMMOBILIARE
Bene, signor Esposito, non rimane che firmare un assegno per la caparra e siamo a posto. Poi le presento subito il proprietario, così per i dettagli potete accordarvi tra di voi.
JEAN
A chi lo intesto l’assegno?
L’agente gli porge il suo biglietto da visita.
AGENTE
Può copiare l’intestazione.
JEAN
Grazie.
Jean firma l’assegno, lo stacca dal libretto e glielo porge.
AGENTE
Allora, tanti auguri. Adesso le chiamo il proprietario, anzi la proprietaria.
L’agente si alza e va ad aprire la porta di una stanza contigua.
AGENTE
Prego, si accomodi.
Dalla stanza contigua appare Simona, entra nell’ufficio con un gran sorriso.
SIMONA
Ma noi ci conosciamo, non è vero?
Jean stupito per l’improvvisa e inaspettata apparizione, balbetta in evidente imbarazzo.
JEAN
Credo… credo di sì.

Musica
Titoli di coda.

FINE

 recapiti dell’autore: Lorenzo Pompeo, Via della Farnesina 150 (00194 Roma), cell.: 3289060811, casa: 0664590259, e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

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