♥ Tutto il Resto
La visione degli schermi condivisa con i bambini può diventare occasione di confronto e riflessione sui sentimenti, le emozioni e le situazioni ricorrenti nei loro percorsi di crescita. Il cinema d’animazione, in particolare, ha saputo intrattenere e sedurre più generazioni, dando vita a storie di alto valore non solo estetico, ma anche educativo.
Con i più piccoli, i cortometraggi d’animazione possono essere un ottimo punto di partenza per avviare attività di restituzione, come ci spiega Cosimo Di Bari nell’intervista:
Cortometraggi, occasione di confronto e crescita per i bambini
Ovviamente occorre scegliere un buon titolo… ecco quindi una selezione di cortometraggi la cui visione con i più piccoli è altamente consigliata.
For the birds (Pixar, 2000)
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Un cortometraggio divertente, che sfrutta l’ironia per mostrare quanto poco saggi siano i pregiudizi legati alle differenze. Ancora una volta sono gli animali protagonisti del corto Pixar: alcuni uccellini petulanti appollaiati su un filo elettrico si fanno scherno di un gentile uccello di grossa taglia appena approdato sul vicino palo della luce. I tentativi di inserirsi nel gruppo da parte del nuovo arrivato non otterranno grande successo, anzi la sua presenza non è gradita. Ma i tentativi di allontanarlo avranno un esito esilarante.
Consigliato: per spiegare che lo spirito di gruppo funziona se non esclude qualcuno. E per dimostrare con ironia e buon umore che non conviene allontanare chi è diverso da noi…. perché così facendo rischieremmo di perdere qualcosa!
E' partita la petizione sul sito di Change.org che riguarda la richiesta, indirizzata ai distributori italiani e al circuito cinema, di inserire nelle sale cinematografiche film che mantengano la lingua originale invece di essere doppiati. “Non è una battaglia contro i doppiatori, ma una battaglia per la diversificazione e il rispetto del pubblico. La tecnologia lo permette, si può almeno provare, facciamoci sentire” scrive Christian Carmosino, primo firmatario della petizione.
“Secondo noi il pubblico che desidera i film in lingua originale in queste sale è ampiamente maggioritario e potrebbe dunque aumentare sensibilmente. Non sono solo gli spettatori stranieri a fruire il cinema in lingua originale, sono (siamo) soprattutto italiani che amano conoscere altre culture, imparare nuove lingue, rispettare le opere e gli autori che le hanno realizzate.”
Sempre più persone, specialmente tra i giovani, richiedono film in lingua originale e i motivi sono dei più svariati. Le persone sono ben consce del lavoro svolto dai nostri doppiatori e dell'importanza storica del doppiaggio italiano ed è per questo che si chiede l'inserimento solo un minimo garantito di proiezioni in lingua originale con i sottotitoli in tutte le sale, almeno in quelle di città e d'essai.
Secondo Carmosino si tratterebbe anche di una questione artistica “che riguarda il profondo snaturamento dell'opera con l'inserimento coatto di voci in lingua diversa e con l'utilizzo di una colonna internazionale che penalizza pesantemente il suono e gli effetti sonori del film, appiattendo tutta l'esperienza percettiva dello stesso.” Oltre a questo il regista e produttore Carmosino tira in ballo una questione che da tempo si discute e che ancora non è stata risolta, quella della pirateria:
“Ci sono migliaia di persone che andrebbero al cinema se avessero il film che cercano in originale e invece sono "costrette" a scaricarlo illegalmente perché la sala sotto casa lo proietta doppiato. Sono sempre di più coloro che cercano contenuti in lingua originale e l'offerta non si è mai (sufficientemente) adeguata.”
In poche ore la petizione ha già raggiunto più di 1.000 firme e sta spopolando su Facebook, tra condivisioni e like. Change.org ancora una volta permette di dar spazio a una coro popolare e speriamo che questa petizione possa essere ascoltata come è successo nei mesi scorsi per Cinema2Day.
Domenica 24 aprile i Mamutzones di Samugheo invaderanno La Spezia per irrompere, alle 16.30, nel pieno della Fiera di San Giuseppe.
Le maschere antropomorfe tipiche del paese della Barbagia del Mandrolisai, sfileranno quindi per il centro e insceneranno i riti dionisiaci sotto gli occhi delle decine di migliaia di turisti e visitatori della più grande fiera d'Italia.
La fiera di San Giuseppe, le cui origini risalgono al 1654 è una delle tradizioni spezzine più sentite ed uno degli elementi che caratterizza la città insieme al Lungomare, al Museo Navale e al Monumento a Garibaldi.
Dopo uno stop di due anni imposto dalla pandemia, la fiera ritorna dal 22 al 24 aprile a ridosso della Pasqua non nei tradizionali giorni, attorno al 19 marzo, ricorrenza di S. Giuseppe patrono della città.
In questi tre giorni di festa gli spezzini impazziscono letteralmente. I 500 banchetti, provenienti da tutta Italia, sparsi lungo le strade del centro vengono presi d'assalto da tutti i cittadini nessuno dei quali rinuncia alla tentazione di tuffarsi tra le miriadi di bancarelle e bighellonare tra la folla per incontrarsi e scambiare due chiacchere con amici e conoscenti. La città viene avvolta da una singolare aria di festa e da una frenesia che coinvolge e contagia anche i forestieri che accorrono numerosissimi da ogni angolo della regione.
"Saranno una ventina i figuranti che in una città invasa da migliaia di persone in festa vestiranno i panni dei 'Mamutzones', di 'S'Urtzu' e de 'Su Omadore' per farsi largo tra la folla in un'atavica danza ritmata dall'incalzante suono dei campanacci - spiega Roberta Porceddu, responsabile culturale del Circolo sardo- spezzino "Grazia Deledda" - Il contrasto fra le maschere che rievocano culti ancestrali e l'atmosfera di festa che invaderà la città sarà indubbiamente forte. Ma la Fiera di San Giuseppe è un'occasione che non potevamo perdere per far conoscere fuori dall'isola il nostro ineguagliabile patrimonio storico culturale. L'accensione di un falò, alle 16.30, nella centralissima Piazza Cavour, darà inizio alla nostra manifestazione".
La maschera "de su Mamutzone" è una maschera che ha origini antichissime, con il suo rito dionisiaco ripercorre il ciclo della vita stessa. Ovvero vita, inseminazione, morte e rinascita. "Questo è ciò che ci hanno tramandato i nostri anziani del paese di Samugheo - spiega Andrea Macis storico componente dell' associazione culturale "I' Mamutzones" - Appartenenti ad una cultura agro pastorale, essi eseguivano questo rito dionisiaco la notte di sant'Antonio Abate che da noi a Samugheo si festeggia il 16 gennaio. Il rito si svolgeva intorno al fuoco come segno di buon auspicio per le colture, il bestiame e per tutto quello che riguardava la vita stessa".
"Le figure della maschera sono tre - continua Macis - La prima è "Su Mamutzone". È vestita con una mastrucca di pelle di capra lunga sino alle ginocchia, un copricapo fatto in sughero, sormontato con delle corna caprine e rivestito di pelle di capra che prende il nome " su casiddu ". Sulla schiena porta un grappolo di campanacci che gli avvolgono tutto il busto, usa gambali di cuoio e scarponi pesanti fatti a mano detti "cazzolasa de orroppu". "Su Mamutzone" porta con sé anche un bastone chiamato "sa mazzola". Sul viso si spalma della fuliggine ottenuta dal sughero bruciato e bagnato con acqua, in modo da nascondere le sue sembianze.
La seconda figura è quella de "Su Omadore". Indossa un cappotto di orbace nero con un cappuccio abbassato sul viso, anch'esso annerito dalla fuliggine. Porta pantaloni in velluto, gambali di cuoio e scarponi "cazzolasa de orroppu". Ha con sé una zucca, lavorata e utilizzata come contenitore, colma di vino. Anche lui è munito di un bastone detto "mazzola".
La terza figura è quella de "S’Urtzu" che come le altre due ha il viso annerito dalla fuliggine. Indossa una intera pelle di capro, completa della stessa testa del caprone. Ha un grosso campanaccio intorno al collo, dei gambali in pelle di pecora, una pettorina sempre in pelle di pecora, scarponi "cazzollasa de orroppu" e, alla vita, esibisce una corda in pelle detta "sa soghitta".
I "Mamutzones così addobbati sono pronti a dare inizio al rito dionisiaco. Esso prevede che "S’Urtzu", quale anima sacrificale prescelta per il sacrificio a Dionisio, venga tenuto a bada lungo il suo percorso sacrificale da "Su Omadore". "S’Urtzu" viene accompagnato nel suo percorso dai "Mamutzones" che lo seguono con un passo cadenzato in modo da creare con i campanacci un rumore stringente, unico e forte. Questo rumore serve per tenere lontani gli spiriti del male durante tutto il rito.
"S’Urtzu", il prescelto, corre all'impazzata cercando di sfuggire a "Su Omadore" che, invece, lo tiene stretto con "sa soghitta", finché non arriva al punto del sacrificio. Qui i "Mamutzones" lo circondano, girano in senso orario e proseguono a danzare con l'incalzante ritmo cadenzato dai campanacci. "S'Urtzu" giunto al momento sacrificale sceglie tra la folla una giovane donna, la porta con sé al centro del cerchio e simula l'atto sessuale, "l'inseminazione"; dopo di che, lascia andare la donna e cade a terra morto. A questo punto i "Mamutzones" uno ad uno si levano il copricapo (casiddu). Quando tutti lo hanno tolto "Su Omadore" versa davanti a "S’Urtzu" il vino contenuto nella "cruccuriga". "S’Urtzu" rinasce e torna a correre in mezzo alla folla.
Ha termine così il rito arcaico rappresentante il completo ciclo dell'esistenza: vita, inseminazione, morte e rinascita ".
La sfilata dell'Associazione culturale “I' Mamutzones de Samugheo”, guidata dal presidente Igor Saderi, partirà da Piazza Cavour alle 16.30, per percorrere via Chiodo, Via del Prione, Via Dei Mille e rientrare, infine, su Piazza Cavour.
La Spezia farà così da palcoscenico ad una manifestazione che è riduttivo definire folkloristica: per chi non li ha mai visti dal vivo, i Mamutzones di Samugheo riservano con la loro danza trascinante e arcaica irripetibili momenti di emozione, coinvolgimento e magia.
È un evento da non perdere assolutamente.
di Saverio Coghe
L'altro sguardo - rassegna cinematografica e mostre fotografiche
> dal 13 ottobre al 13 dicembre 2011, circolo ARCI Arcobaleno di Roma
Sei registe hanno raccontato, intervenendo in sala a presentare le loro opere, il mondo degli adulti visto attraverso gli occhi degli adolescenti.
La rassegna, a cura di Elena Tenga e sotto la direzione artistica di Fabrizio Caldarelli è stata accompagnata per tutta la sua durata dalle mostre fotografiche di quattro artiste. Ogni film è stato introdotto dalle registe stesse, con la presentazione di Valentina Leotta, conduttrice di Ogni Maledetta domenica, programma dedicato al cinema d'autore su Radio Città Aperta.
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13 ottobre inaugurazione della mostra fotografica di Sara Di Turo
16 ottobre proiezione del film Il segreto di Rahil, di Cinzia Bomoll
interpreti: Ons Ben Raies, Lorenza Indovina, Jamil Hammoudi
86 min. - 2005 - Italia
La storia di una dodicenne ragazzina araba che strappata alla sua terra si ritrova a vivere nella periferia romana, e deve confrontarsi con una realtà dura che la farà crescere più in fretta e non le darà la possibilità di essere solo una bambina.
23 ottobre proiezione del film L'isola, di Costanza Quatriglio
interpreti: Veronica Guarassi, Ignaco Ernandes, Marcello mazzarella
103 min. - 2003 - Italia
La storia di Turi e Teresa, figli di un pescatore di una piccola isola siciliana, si svolge lungo l’arco di un anno. L’adolescenza dei due fratelli s’intreccia con la vita dell’isola: il lavoro, la fatica, i rituali e le abitudini. Attraverso i turbamenti, le emozioni, i nuovi amori, i conflitti, nel passare delle stagioni, i due fratelli navigano verso un inevitabile cambiamento
3 novembre inaugurazione della mostra fotografica di NIlde Guiducci e Maria Letizia Melone
6 novembre proiezione del film Animali che attraversano la strada, di Isabella Sandri
interpreti: Francesca Rallo, Enrica Maria Modugno, Salvatore Grasso
91 min. - 2000 - Italia
Martina è una quattordicenne che abita nella periferia di Roma. Lei è circondata da una situazione di degrado, che non le lascia spazio ad immaginare un futuro migliore. quindi come una Pinocchietta, salta la scuola e va in giro per la città con ragazzi più grandi di lei e vive alla giornata.
13 novembre proiezione del film Domenica, di Wilma Labate
interpreti: Domenica Giuliano, Claudio Amendola, Annabella Sciorra
95 min. - 2001 - Italia
Domenica è una bambina che vive in un istituto. Un commissario di polizia la segue per tutta Napoli, perché lei deve riconoscere il cadavere di una persona. Ma è poi così giusto per una ragazzina?
24 novembre inaugurazione della mostra fotografica di Anna Basciu
27 novembre proiezione del film Non è giusto, di Antonietta De Lillo
interpreti: Daniel Prodomo, Maddalena Polistina, Antonio Manzini
100 min. - 2002 - Italia
A Napoli, durante una torrida estate, Sofia e Valerio, due ragazzini quasi coetanei, entrambi diffidenti e con delle famiglie disgregate di cui sopportano il peso, imparano a conoscersi, ad accettarsi, e ad affrontare insieme il mondo senza paura.
4 dicembre proiezione del film Biuti Quin Olivia, di Federica Martino
interpreti: Carolina Felline, Elena Bonelli, Eleonora Materazzo
94 min. - 2002 - Italia
E’ la storia di un amicizia tra due bambine, Olivia e Lilli, nell’ età più difficile quella in cui si diventa più consapevoli, intraprenderanno una fuga da un universo ostile e la loro voglia di cambiare, andando incontro ad un futuro migliore.
E’ morto a Firenze Silvano “Nano” Campeggi, uno dei più importanti artisti grafici della storia di Hollywood. Il pittore aveva 95 anni: nel dopoguerra volò negli Usa e disegnò i cartelloni dei più importanti film della storia del cinema: Via col vento, Ben Hur, Casablanca, Singing in the rain, Colazione da Tiffany, Exodus, West side story. Fece innamorare Hollywood, quando le recensioni su internet erano fantascienza ed il successo di un film era in gran parte decretato dalla bellezza del suo cartellone: niente computer ed effetti speciali, solo pennello e colori. Campeggi, prima di volare a Hollywood, aveva studiato all’Istituto d’Arte di Porta Romana a Firenze, con Ottone Rosai e Ardengo Soffici.
Dall'articolo di Claudio Bozza per corriere.it
È a tutti noto lo stretto legame che ha unito Santa Marinella e il territorio circostante al grande cinema italiano del passato (ambientazione di svariati film tra cui “Il sorpasso”, nonchè residenza estiva di Rosselini e Bergman), e proprio qui nasce, all’interno dell’ex Casetta Rosa, sul lungo mare di Santa Marinella, la Casa Degli Autori del Cinema, dove alle ore 21 di sabato 21 luglio si ricorderà l'attività di Renato De Carmine, grande attore internazionale di teatro, cinema e televisione oltre che di doppiaggio, ad 8 anni dalla sua scomparsa. Secondo il Dizionario dello spettacolo del Novecento, è un artista "di grande mestiere, di duttile sensibilità, capace di abbandoni trasognati e di grande statura scenica".
Sarà presentata un sunto della sua carriera artistica, gli interventi del suo lato umano, saranno fatte letture di alcune sue interpretazioni da parte di Leonardo De Carmine, con accompagnamento di chitarra dal vivo. Seguirà la proiezione di alcuni video tratti da sue interpretazioni nel cinema, in televisione e riprese Rai di alcuni suoi lavori teatrali.
Il sabato successivo (28 luglio) alle ore 18, avverrà la proiezione del film in versione italiana del Frizcarraldo in cui ha doppiato il protagonista; di seguito, alle ore 21 la proiezione della ripresa televisiva Rai della Grande Magia.
Tra le molte opere cinematografiche da lui interpretate, ricordiamo solamente: Romanzo di un giovane povero, regia di Ettore Scola (1995), In nome del Papa Re, regia di Luigi Magni (1977), Il ritorno di Zanna Bianca, regia di Lucio Fulci (1974), Per amore, solo per amore, regia di Giovanni Veronesi (1993), Allonsanfàn, regia dei Fratelli Taviani (1973). Ha dato la sua entusiastica interpretazione anche ad alcuni cortometraggi. A livello teatrale ricordiamo: Il giardino dei ciliegi di Anton Čechov, regia teatrale di Giorgio Strehler, Puccini (1973, RAI, sceneggiato, regia di Sandro Bolchi), Piccole donne, sceneggiato televisivo, regia di Anton Giulio Majano, Ho incontrato un'ombra, regia di Daniele D'Anza.
Molti capolavori del cinema sono rimasti impressi nella nostra mente anche grazie alle colonne sonore. Fondazione Ambrosianeum organizza un ciclo in cinque incontri sul tema: Storia della colonna sonora nel cinema L’evoluzione della musica da film dalle origini ad oggi a cura del Maestro Adriano Bassi Fondazione Ambrosianeum Via delle Ore, 3 – Milano (MM Duomo) Calendario: Martedì 15 febbraio 2022 ore 18.00 Dagli inizi alle prime registrazioni passando per l’accompagnamento al piano. Martedì 22 febbraio 2022 ore 18.00. Dal 1930 al 1955: musiche per lo star-system Via col vento, Casablanca, Ladri di biciclette Martedì 1 marzo 2022 ore 18.00.
Dal 1955 al 1980: note da colossal Moon River, Dottor Zivago, Il Gattopardo, 8 ½, Anonimo Veneziano, Il Padrino, Alfie, Giù la testa. Martedì 15 marzo 2022 ore 18.00 Dal 1980 al 2000: i pentagrammi della memoria Schindler’s list, Mission, Titanic, La vita è bella. Martedì 22 marzo 2022 ore 18.00. Dal 2000 al 2022: le colonne sonore di oggi Harry Potter, Il gladiatore, Joker.
Nel corso di ogni incontro il maestro Bassi eseguirà al pianoforte brani tratti dalle colonne sonore in esame
Con la partecipazione di numerosi personaggi del mondo dello spettacolo, dal regista Carlo Lizzani ad Ugo Gregoretti fino al produttore Luca Barbareschi, si è inaugurata la mostra “Il Lazio ricorda WALTER CHIARI”, organizzata dall’ Associazione Culturale “Cineteca Lucana” con la collaborazione de "IlCorto.it". La mostra, allestita fino al 16 luglio negli spazi dell’Ex Gil di Largo Ascianghi n. 5 a Trastevere, vuole rendere omaggio alla lunga carriera cinematografica di Walter Chiari nel ventennale della scomparsa.
Oltre 100 foto di scena in bianco e nero, quindici manifesti originali che pubblicizzarono i film di Walter Chiari all’epoca della loro uscita nelle sale cinematografiche e una straordinaria collezione di macchine da presa e proiettori originali, perfettamente funzionati e in grado di offrire al visitatore la suggestione della creazione cinematografica degli anni ’40 e ’50, permetteranno di ricostruire la vita, i successi, gli amori e le amicizie dello straordinario interprete degli anni della Dolce Vita che fu Walter Chiari.
La mostra curata dal presidente dell’associazione “Cineteca Lucana” Gaetano Martino e con il sostegno dell’assessorato alla Cultura, Arte e Sport della Regione Lazio, è stata già presentata a Marino e Subiaco ed arriva a Roma arricchita ulteriormente di immagini e materiali, proponendo una ricchissima rassegna delle più belle foto di scena dei film di cui Chiari è stato interprete, provenienti per la maggior parte dal fondo della Collezione Gambetti, oggi di proprietà dell’associazione “Cineteca Lucana”.
All’inaugurazione sarà presente il figlio Simone Annicchiarico, conduttore televisivo di LA7 (“La valigia dei sogni”) e Mediaset (“Italia’s Got Talent”), curatore di rubriche cinematografiche su canali satellitari e autore del documentario "Meglio esser Chiari", un viaggio alla scoperta del padre Walter.
Di origini pugliesi (Andria) ma milanese di adozione, Walter Chiari è stato il primo show-man a “matare” le serate di varietà della Rai degli anni '50, riuscendo a incantare il pubblico con i suoi brillanti e torrenziali monologhi venati di comicità spesso surreale. Appare in oltre cento film, alcuni dei quali girati con registi di rango quali Luchino Visconti (Bellissima - 1951), Dino Risi (Il giovedì -1963) e Alessandro Blasetti (Io, io, io... e gli altri -1965). Tra i grandi attori del dopoguerra è stato quello con la più significativa esperienza internazionale: tratteggiò in modo straordinario il personaggio di Silenzio nel Falstaff (1966) di Orson Welles e fu tra gli interpreti di Sono strana gente (1966) di Michael Powell, girato in Australia, terra che Chiari amò molto e che considerava la sua seconda patria. Walter Chiari, uomo colto e curioso di tutto, sapeva anche recitare in inglese, tanto che fu l'unico attore italiano a debuttare a Broadway, dove per alcuni mesi portò in scena The Gay Life diretto da Herbert Ross.
L’Associazione Culturale “Cineteca Lucana”, che ha curato la realizzazione della mostra, conserva un vastissimo patrimonio di materiali: oltre 24.000 pellicole, 18.000 documentari, circa 150.000 manifesti e locandine, 400 macchine da proiezione, 120 macchine da presa funzionanti e corredate di obiettivi originali, decine di macchine fotografiche dell’Ottocento in poi, decine di macchine del suono, libri e fotografie che provengono da archivi e collezioni diverse. La Cineteca Lucana, nata a Oppido Lucano, ha oggi sedi a Roma ed a Potenza, determinante la collaborazione ed organizzazione tecnica/logistica di Renato Francisci e Carlo Bassoli, rispettivamente presidente e segretario dell'associazione culturale "ILCORTO.IT".
Inaugurazione: Martedì 5 luglio 2011 ore 18,00 presso ex GIL di Trastevere, largo Ascianghi, 5 Roma
La mostra resterà aperta fino al 16 luglio. L'ingresso è libero.
Breve sunto della serata di inaugurazione
Fra le foto dei numerosi film interpretati da Walter Chiari, oltre a quelle che presentano la sua straordinaria mimica espressiva, quelle di Gli uomini che mascalzoni, Se permettete parliamo di donne, Il giovedì, Ragazza sotto il lenzuolo, Sono tornate a fiorire le rose, L’amico del giaguaro, La capannina ed I maniaci. Sono presenti anche numerosi manifesti originali d'epoca. Walter Chiari ha lavorato con tutti i più grandi attori come Totò, Anna Magnani, Vittorio De Sica, Vittorio Gassman, Aldo Fabrizi, Ugo Tognazzi, Rita Pavone, Sofia Loren, Anita Ekberg e Raimondo Vianello.
Tra gli intervenuti, a ricordare Walter Chiari c’erano amici, collaboratori, colleghi, personaggi come Carlo Lizzani, Ugo Gregoretti, Carlo Carlei, Enzo G. Castellari, Francesco Massaro e Ivana Monti.
Enzo G. Castellari ha ricordato "Walter Chiari per me era un mito. Mio padre fece con lui tanti film di successo negli anni ’50 e '60, io sono cresciuto con una persona straordinaria a casa mia. Quando avevo 12 anni, per me Walter era bello, era il ‘fusto’, l’uomo più bello del mondo e con un grande senso dell’umorismo”.
Carlo Carlei è stato l’ultimo regista che l’ha diretto, in Capitan Cosmo del 1991, ed ha detto di Walter Chiari: “Era una persona eccezionale, lungimirante e generosa con me che ero fresco di scuola di cinema. Lo chiamai per proporgli un nuovo film per la Rai che voleva sperimentare le nuove macchine della Sony in alta definizone, che allora nessuno sapeva cosa fosse. Walter accettò subito, e quando gli dissi che era un film di fantascienza scoprimmo di amare gli stessi autori del genere. Fece un’interpretazione pazzesca e io ero sicuro che sarebbe stato bravissimo anche ad indossare la maschera tragica”. Carlei continua ricordando una frase di Walter: “Mi disse che l’alta definizione era il futuro e così fu e poi che il nostro paese non ha memoria e, purtroppo è vero, Walter è stato dimenticato troppo in fretta”.
Per Ivana Monti, Chiari è stato “un maestro per me nell’arte del comico. Rimasi folgorata quando un giorno in sala giocò con un eco e ci fece un personaggio, uscendo dal copione, inventando e creando, per poi tornare dentro al copione in modo naturale”.
Ugo Gregoretti ha lavorato con Walter Chiari, quand’era direttore del Teatro Stabile di Torino, per la commedia settecentesca “Il critico” ed ha ricordato che “Per ‘Il critico’ ci voleva un attore insolito, inedito per il grande teatro pubblico e con un umorismo surreale che solo Walter aveva”. Gregoretti ha portato e regalato un manifesto e una locandina della commedia che si aggiungeranno al già numeroso materiale della mostra.
Infine, Luca Barbareschi ha ricordato l'episodio della Coppa Volpi a Venezia, dove fu presentato il film Romance di Massimo Mazzucco che dalla giuria era stato dato per vincitore per l'interpretazione di Walter Chiari, mentre il premio alla fine gli fu "rubato" per solo problemi di politica (per volontà di DeMita) ed andò a Carlo Delle Piane per Regalo di Natale di Avati. Barbareschi ha concluso il suo intervento dichiarando: “Walter era un anarchico, come dovrebbero essere tutti gli artisti. Era un provocatore, era libero e ha pagato di persona. Diceva che quando sarebbe morto molti sarebbero stati contenti e forse davvero è stato così. La sua scomparsa è passata in silenzio ma per fortuna iniziative come questa mostra e la fiction Rai gli hanno ridato memoria”.
Infatti Luca Barbareschi ha prodotto per Rai Fiction con la regia di Enzo Monteleone, una miniserie in 2 puntate dal titolo: "Il nostro amico Walter" con Alessio Boni che interpreta Walter Chari, mentre Bianca Guaccero ha il ruolo di Valeria Fabrizi, sua amica di lunga data che non l’ha mai abbandonato, e Dajana Roncione interpreta Alida Chelli, che è stata la sua compagna per tanti anni e madre del suo unico figlio Simone Annichiarico, conduttore televisivo di LA7 e Mediaset, regista del documentario "Meglio esser Chiari", che è un viaggio alla scoperta del padre.
Qui l'articolo completo di filmati
La Movie Orchestra è lieta di presentare per il 2009, in occasione del ventennale della morte e degli ottant'anni dalla nascita di Sergio Leone (3 gennaio 1929 - 30 aprile 1989), un nuovo spettacolo dal titolo C'era una volta... il mito, ispirato alle indimenticabili colonne sonore dei film più famosi del grande regista. Titoli quali Il buono, il brutto e il cattivo; C'era una volta in America; Per un pugno di dollari,... firmate dalla impareggiabile penna del maestro Ennio Morricone (Oscar alla carriera) e qui riproposte nel classico stile Movie Orchestra, accompagnate dalle sequenze dei film, che hanno fatto la storia della cinematografia, e dalle parole dello stesso regista attraverso una voce recitante. La seconda parte del concerto sarà dedicata più nello specifico a Morricone, che con Leone aveva allacciato una strettissima collaborazione, e alla sua musica da film con brani tratti da film come Metti una sera a cena, Il pianista sull'oceano, Nuovo Cinema Paradiso, Mission,...
Bellissima serata di Cinema Sardo a Roma. Lo scorso 6 aprile nella stupenda cornice della Casa del Cinema di Roma, all’interno di Villa Borghese, ha avuto luogo la tanto attesa proiezione romana di “Visioni Sarde”.
La serata organizzata in maniera impeccabile dal Presidente del Circolo Sardo IL GREMIO Antonio Maria Masia, coadiuvato dalla preziosa collaborazione di Franca Farina, ha visto la presenza di numerosi ospiti e personalità del mondo del cinema.
Ha portato il proprio saluto Anna di Martino, direttrice di Visioni Italiane al cui interno è collocata Visioni Sarde. Nevina Satta e Giorgio Ariu rispettivamente direttrice e consigliere di amministrazione della Fondazione Sardegna Film Commmission, hanno sottolineato l’ importanza raggiunta da Visioni Sarde, proiettata nel 2021 in oltre 120 istituti di Cultura e Circoli Sardi nel mondo, che attraverso i cortometraggi potrà essere un volano per la conoscenza e la valorizzazione del Cinema Sardo nella sua interezza.
Particolarmente applaudito l’ intervento del critico cinematografico Raffaele Rivieccio che ha avuto parole lusinghiere per ognuno degli otto cortometraggi finalisti ha detto che:
“Gli otto cortometraggi selezionati per Visioni Sarde a Roma sono una dimostrazione omogenea ed eclettica per generi, contenuti e forme delle recentissime e giovani produzioni ed autorialità sarde. Registi e produttori che hanno scelto una strada difficile che riuscisse a mantenere un’identità sarda riconoscibile, al di fuori dalla facile strada del dialetto o dell’accento dialettale degli attori, ma che, allo stesso tempo, crei dei prodotti internazionali, che potrebbero essere stati girati a Cagliari come a Roma, come a New York, per i contenuti locali e globali e per lo stile contemporaneo.”
Applauditissimi dal pubblico i registi presenti : Alice Murgia regista di Margherita, Paola Cireddu con il coprotagonista del suo film L’uomo del mercato Alessio Arrais, Carlo Licheri regista de “L’ultima Habanera" e Luca Melis produttore de "Il volo di Acquilino".
Alla fine della rassegna il pubblico presente è stato chiamato ad esprimere la sua preferenza per determinare il vincitore del Premio del Pubblico che quest’ anno è stato assegnato ad "UN PIANO PERFETTO" di Roberto Achenza. Del film Rivieccio ha sottolineato quanto il film di Achenza rappresenti un omaggio al grande cinema italiano, soprattutto alla Commedia all’Italiana immersa in contesti poveri e neorealisti come ad esempio I soliti Ignoti di Mario Monicelli. Nel film di Achenza poveri diavoli sono solo due ma anche in questo caso il finale ripiego consolatorio è rappresentato dal cibo.
Da ringraziare infine anche Enzo Cugusi per il suo fondamentale contributo alla riuscita della manifestazione.
di Bruno Mossa
È risaputo ormai: a causa della pandemia da Covid-19 il mondo delle arti è risultato gravemente colpito a livello mondiale. Specialmente quello dei film e della loro fruizione.
Se nella sola Italia sono stati persi almeno 125 milioni di Euro a livello di esercenti (dati dell’Anec aggiornati al 1 maggio), il problema non è solo delle sale.
In questo nuovo mondo dove la distanza sociale impedisce di passare tempo a stretto contatto, non è possibile girare film o allestire set: anche se ci sono state alcune eccezioni, un intero comparto è fermo. E chissà quando si potrà tornare a lavorare.
La soluzione: dai drive-in ai film on-demand
La speranza però è l’ultima a morire, e alcuni interessanti esperimenti per la fruizione dei film stanno comunque venendo portati avanti.
Erano molti i film pronti a uscire nel momento in cui la situazione Coronavirus è degenerata, e altrettanti studi cinematografici hanno cambiato al volo il loro modello distributivo per non perdere spettatori.
Un esempio è quello dei film on-demand: Trolls World Tour, per fare un solo nome, è stato campione d’incassi nonostante sia stato lanciato come noleggio digitale on-demand. Piattaforme come Prime Video hanno poi lanciato un servizio che permette di vedere film che sarebbero dovuti uscire al cinema.
Fruire di queste opzioni non è complicato, basta solo un computer. Molti di noi hanno rinunciato ad averne uno per una vita minimalista tra tablet e telefoni, che però non permettono di godere di uno spettacolo del genere: per questo si può pensare a comprare dei macbook che sono stati e attentamente ricondizionati, cosa ormai facile e alla portata di tutte le tasche, anche in questo periodo di crisi.
Ma se preferite uno schermo davvero grande, nessuna paura: quando il tempo lo consentirà, torneremo a guardare i film come negli anni Cinquanta, al drive-in: ci sono diversi progetti annunciati. Per salvare il cinema si fa di tutto!
da herothemovie.com
“Corto Officine” è l'iniziativa di Cineway per svelare il dietro le quinte di un film a tutti gli appassionati di cinema. 22 appuntamenti da non perdere per scoprire il processo produttivo di un film dalla sceneggiatura alla colonna sonora, a partire da settembre a giugno 2009.
Gli eventi porteranno il cinema fuori dalle sale e il pubblico sarà coinvolto in prima persona negli eventi.
Un sguardo dall'interno, un punto di vista sul cinema raccontato da chi il cinema lo fa per mestiere.
Registi, direttori della fotografia, scrittori, e scenografi vi seguiranno in un percorso che condurrà gli appassionati a capire come scegliere un soggetto, trarne una sceneggiatura. Cogliere l'importanza della scelte registiche nella trasposizione di un testo in immagini, vedere come si realizza uno storyboard. Imparare a scegliere una buona storia. Partecipare alla scelta stilistica di un'inquadratura. Carpire i segreti della luce e l'efficacia di una buona scenografia. Vedere sul set come si realizza un vero corto.
Il primo appuntamento di “Corto Officine”, è dedicato alla proiezione e alla analisi da parte dei docenti dei migliori lavori realizzati dai giovani studenti. L'appuntamento è fissato per Venerdì 11 Settembre 2009 , alle ore 20:00, Presso Cineway, in via Piranesi 43. Evento accompagnato da rinfresco. INGRESSO LIBERO
Il fotografo di Luciano Ligabue svela i segreti del backstage
'Camera Oscura', grande festa all’Alexander Palace Museum. Tra mostre e workshop è partita la grande kermesse sull’immagine
Pesaro, 9 maggio 2009 - Dopo la visione dei portfolio e l’apertura delle mostre, entrerà nel vivo questa sera, il PesaroPhotoFestival. La rassegna, giunta alla sua seconda edizione, proporrà infatti l’inizio dei workshop dedicata ai professionisti e agli amatori dell’immagine. In mattinata prenderanno il via allo studio Life di via degli Abeti i corsi di architettura d’interni e design tenuti da Giorgio Trebbi, uno dei massimi esperti italiani nel settore della fotografia d’interni e industriale.
Altro workshop molto interessante sarà quello di teatro che si terrà al Teatro Odeon Erker di via Mercantini e che vedrà tra i docenti Riccardo Musacchio e Flavio Ianiello; il primo è fotografo ufficiale della Santa sede e del Teatro dell’Opera di Roma; il secondo dell’Orchestra di Santa Cecilia e del nuovo Auditorium di Roma. Nel pomeriggio con inizio alle 18 all’Alexander Palace Museum, parte il workshop di cinema e light painting tenuto dal re dei backstage cinematografici, Chico De Luigi che ha lavorato con cineasti e scrittori: Ken Loach, Ermanno Olmi, Emir Kusturica, Carlo Mazzacurati, Alessandro Baricco, Nanni Moretti, Antonello Grimaldi), ed è da tempo il fotografo ufficiale di Luciano Ligabue.
Sulla scia del grande successo dello scorso anno con inizio alle ore 22, si terrà all’Hotel Alexander Palace Museum di viale Trieste, la terza edizione della festa Camera Oscura-Underground party. La serata, organizzata in collaborazione con l’Associazione culturale Binocolo, prevede esposizioni fotografiche (Piergiorgio Amadori, Pablo Chiereghin, GianMaria Gava, Gianluca Guidi, Marco Poderi), video (Aldo Giannotti, Michele Marchionni, Tommaso Pedone), Installazioni luminose (Victoria Varga). Alle ore 23 Teatro danza del Teatro dello Spiazzo. La musica sarà curata dai Dj Mirko Pratik con twist acrobatico, Groova Groova, dj Buzz con rock beat e soul. Le riprese video saranno a cura di Michele Polverari. L’ingresso alla festa (dalle 22 in poi), è di 5 euro.
C'è il Papa "ultra-terreno" di Sorrentino in "Young Pope", Alessandro Gassmann accovacciato sulla sedia da regista sul set di "Rossellini e Fellini", il mare siciliano de "La Mafia uccide solo d'estate", ma anche Fellini e Rossellini durante le riprese de "Il Generale Della Rovere". Ridono di gran gusto mentre Vittorugo Contino, abile come un cecchino, scatta e consegna questo ricordo al domani. A Cesena sono i fotografi di scena a raccontare vent'anni di cinema italiano: tre mostre, dal 30 giugno al 29 agosto, ricostruiscono la storia del "cinematografo" da una prospettiva privilegiata, quella di chi la macchina fotografica la imbraccia dietro e davanti la macchina da presa.
"Scatti di cinema", alla Biblioteca Malatestiana, raccoglie una selezione delle opere in gara alla ventesima edizione dell'omonimo concorso nazionale per fotografi di scena: 53 autori per 86 tra film, cortometraggi e serie tv, da "Smetto quando voglio" ai "Bastardi di Pizzo Falcone", da "Mister Felicità" all' "Ora Legale". I vincitori dei premi per la migliore fotografia, la migliore serie fotografica, la migliore fotografia di serie tv (e i due premi speciali "Giuseppe e Alda Palmas" per chi partecipa per la prima volta al concorso e "Ritratto d'attore" assegnato dalla rivista "Ciak") saranno annunciati il 15 luglio all'interno del festival "Piazze di cinema".
Con Elio Germano nelle vesti di Leopardi fotografato da Mario Spada, e la Valeria Golino di Antonello Grimaldi in Caos Calmo, "Cliciakantologica 1998.2017" in Galleria Pescheria raccoglie l'eredità dei vent'anni del concorso nazionale "Cliciak – Scatti di cinema". Gian Maria Volonté sul set di "Qiuien sabe?" e Virna Lisi in "Romolo e Remo" compaiono invece nella terza esposizione, "Risate di cinema" alla Galleria del Ridotto: qui il set diventa "salotto" e la mostra un'incursione nell'intimità del cinema.
articolo di per huffingtonpost.it
E così, hai deciso di lasciare il tuo lavoro e avventurarti nell'eccitante mondo del lavoro indipendente, dove hai tutto il tempo libero che vuoi, puoi decidere il tuo orario di lavoro e la vita è sempre bella? O almeno così sembra mentre siedi alla tua scrivania finendo di scrivere la tua lettera di dimissioni. È vero, ci sono molti vantaggi nella vita del lavoro indipendente. Tuttavia, non è per i deboli di cuore, visto che porta con sé tutta una serie di nuove lotte.
Leggi tutto: Ecco alcuni consigli per diventare un film-maker indipendente
"Pellicole super 8? Guardi signore che ora esistono le telecamere" (detto ahimè senza alcuna ironia).
"Pellicole super 8? Oh signore! non si producono più. Anzi faccia attenzione perché se ne trova ancora qualcuna sono scadute da anni!"
Espressioni di sufficienza, sorrisi di circostanza, aria di chi la sa lunga e deve illuminare il bifolco. Tutto questo accoglie il consumatore che, entrato in un medio negozio di fotografia, chiede di poter acquistare una pellicola super 8. Di solito si giunge a questi tentativi dopo aver trovato la vecchia cinepresa del nonno o del papà. L'oggetto è bello, alieno, e viene voglia di vedere se ancora funziona. Normalmente dopo un paio delle risposte sopra elencate si getta la spugna e si pensa "beh certo, con le telecamere digitali che ci sono in giro figuriamoci se ancora sopravviveva il super 8". Alcuni, poi, radicalizzano queste risposte e giungono all'intima conclusione (come se fosse una verità innata, non bisognosa di dimostrazione) che è la stessa pellicola a non esistere più e che persino nei cinema si assiste ad una proiezione elettronica.
Ora: l'animo umano è insondabile ma continuerò sempre a domandarmi cosa spinge una persona normale a parlare per assiomi senza avere nessuna informazione su ciò di cui sta parlando. E' come se incontrando un conoscente e chiedendogli se ha visto nostro cugino rispondesse, solo perché non ne ha più notizia: "Tuo cugino?? Oh no! Guarda che è morto! Anzi fa attenzione perché se lo vedi è ormai putrefatto da anni!"
Il super 8, amici miei, non è per niente morto! Non è morta la pellicola ed entrambi godono di ottima salute! Al più posso concedere che il super 8 non è stato molto bene: durante gli anni '80 ha sofferto di qualche dolorino, ma dopo qualche anno di convalescenza si è ripreso alla grande ed ora si diverte a suonarle al digitale.
I fotografi pensano che il super 8 non si produca più in quanto non lo rinvengono in catalogo, ma ciò che non sanno è che la Kodak ha solo spostato il prodotto da un catalogo ad un altro: da quello "consumer" a quello… pensate un po', "PROFESSIONAL". Il super 8 è infatti rinato a nuova vita come prodotto per i professionisti. Nel sito della Kodak lo trovate qui:
http://www.kodak.com/US/en/motion/products/index.jhtml
Se gironzolate nel sito trovate un mondo intero: ci sono le emulsioni negative destinate ai professionisti (da riversare in video col telecinema, ottenendo un look da vero film spendendo pochissimo, in confronto con gli altri formati); ci sono le pellicole in bianco e nero (per lavori artistici).
Bene e adesso che siete ancora frastornati da questa rivelazione vi do il colpo finale: nel mondo il super 8 si usa ancora persino per stampare film d'edizione (in copie pregiate di strepitosa nitidezza). Volete Spider Man? C'è! Volete Il gladiatore? C'è! E l'audio è in dolby surround.
2. Ora probabilmente vi è venuta voglia di usare il super 8. Però forse vi starete domandando: "Chi me lo fa fare? I filmini che girava papà (o lo zio/nonno/cognato/ecc.) erano davvero scadenti... tutti sfocati e traballanti. Niente a che vedere con le belle immagini limpide del digitale". Ebbene sto per dirvi una cosa che vi farà davvero soffrire: scadente lo dite a vostro padre! Ecco!
E infatti scadente era lui che non sapeva girare. La pellicola segna lo spartiacque tra chi sa davvero raccontare per immagini e chi no. La cinepresa ha il fuoco manuale, si comporta come una vera macchina fotografica in quanto è una macchina fotografica. E dunque il risultato è determinato dalla corretta messa a fuoco, dalla scelta della luce, dalla fissità dell'inquadratura. Devo ricordarvi che la telecamera lavora per voi, anzi al vostro posto?
Il cinema professionale, quello in 35 mm, fornisce delle immagini strepitose in quanto ogni volta che si gira una scena, un esercito di persone sta attento che tutto funzioni al meglio. C'è chi misura col metro (sì a mano!) la distanza tra la macchina da presa e gli oggetti e le persone da mettere a fuoco; c'è chi carica la cinepresa e chi muove l'anello della messa a fuoco durante la scena e così via. Ora girare in super 8 non vuol dire avere un esercito con sé, ma ciò significa che queste cose dobbiamo farle da soli. Significa dunque che dobbiamo imparare a mettere a fuoco e dobbiamo conoscere i rudimenti della ripresa. Ma prima di tutto dobbiamo procurarci una cinepresa, le pellicole ed un proiettore.
3. Dove comprare le pellicole? E dove farle sviluppare?
http://www.motion.kodak.com/IT/it/motion
Le pellicole Super8 Kodak non possono essere acquistate più direttamente da Kodak, che ha selezionato i seguenti rivenditori in Italia:
Zenit di Torino (http://www.zenit.to.it)
Movie & Sound di Marco Pagni a Firenze (http://movieandsound.it)
Per il trattamento delle altre emulsioni (bianco e nero e negativa):
http://www.andec.de
http://www.super8.nl/english/e_index.htm
Per il telecinema (ma anche per l'acquisto delle pellicole ed altre lavorazioni):
Ancora http://www.zenit.to.it/
Il negozio più fornito in Europa è (per pellicole, pezzi di ricambio, obiettivi ecc.):
http://www.wittner-kinotechnik.de
Mr. Wittner ha inoltre rilevato il marchio e l'attività della mitica Beaulieu, la quale è oggi, un marchio tedesco. Pare che stia per riavviare la produzione di cineprese.
Un po' in declino ma sempre importante:
www.bavaria-cinehome.de
Pellicole ed accessori ad ottimi prezzi da
http://www.ffr-film.de
Da visitare, per farsi un'idea dell'uso professionale del super 8
www.pro8mm.com
3. Le cineprese.
Oggi, rivolgendosi al mercato dell'usato, è possibile comprare cineprese di altissima qualità spendendo cifre tra i 300 ed i 1000 euro. Impossibile suggerire il nome della cinepresa "definitiva"; però la partita si gioca fra non più di tre o quattro nomi. Nell'ordine:
1) Beaulieu (4008/5008/6008/7008/9008/cine8) e Leicina Special
2) Canon 1014 XLS (ottica fissa)
3) Nizo 801 professional (ottica fissa) 4080, 6080
4) Alcune Bauer di fascia alta con obiettivo Angenieux 6-90 (ottica fissa), mod. 715 XL
4. I proiettori.
Li divido in due fasce di prezzo:
I fascia:
Elmo ST 1200: le ultime versioni hanno due uscite separate. Con un amplificatore esterno puoi avere l'audio stereofonico. Durevole nel tempo. Ottima resistenza all'usura anche delle testine. Lampada da 150 w. Di serie monta un'ottica 1.3 / 12,5-25. Luminosità voto 7. Prezzo medio 250/300 euro. La versione duoplay (cioè con le due uscite separate) anche 350 o più.
Elmo GS800 stereo: Ottima qualità in registrazione. Durevole nel tempo. Ottima resistenza all'usura anche delle testine. Lampada da 100 w. Luminosità voto 7--. Prezzo medio 350/400 (anche 500 se trovi la versione abilitata a leggere pure il sonoro ottico)
Bauer T600 stereo (e similari come T510/T610 ecc.): Audio inferiore agli Elmo. Discreta (per alcuni buona) qualità in registrazione. Medio-bassa resistenza all'usura sia della griffa sia delle testine. Lampada da 150 w. Luminosità voto 10+ (senza modifiche è tra i proiettori S8 più luminosi). Prezzo medio 250/300 euro
Quando parlo di prezzo medio mi riferisco ad un prezzo già comprensivo del rischio che il proiettore possa avere dei difetti. Per macchine garantite ed in perfetta efficienza questi valori possono innalzarsi.
Ovviamente rimangono fuori altre macchine che mi dicono altrettanto buone (ad esempio gli Eumig, i Sankyo o gli Yelco), ma di cui non ho contezza.
II fascia.
I magnifici tre (in ordine sparso): valore medio circa 1000 euro.
Beaulieu 708 EL Stereo.Porta bob. da 700 mt. Molto celebrato. A mio avviso fin troppo. Difetti: testine di burro (sono le Woelke, le stesse dei Bauer); se "salta" una giunta in proiezione puoi metterti in anticipo col lavoro per la preparazione dei coriandoli di Carnevale! L'audio è discreto, fors'anche buono . Qualche assurdità alla francese: ad esempio le uscite per l'amplificatore esterno sono comandate dal cursore del volume, e per avere sufficiente segnale devi mettere il volume al massimo: assordante! La quotazione è in calo, forse a causa della chiusura nel 2002 della Beaulieu France.
Fumeo 9119/9120 (AVS 1030). Porta bob. da 700 mt. Applicazione estrema del principio "ciò che non c'è non si rompe". Molto affidabile e robusto: perciò molto longevo. Eccellente nitidezza dell'immagine; "digerisce" qualunque pellicola, anche malconcia. Caricamento manuale, con percorso tutto aperto: se salta una giunta il film sguscia via senza danno. Audio voto 8: particolarmente apprezzato da chi ama la classica timbrica da sala cinematografica! Testine molto robuste (ancora in produzione: sono prodotte dalla Photovox di Torino. Questo il link http://www.photovox.it/index.html).
E' una macchina esclusivamente da proiezione (pochi e rari modelli registrano e comunque la macchina mal si presta a questo scopo). E' il proiettore d'elezione dei collezionisti di film. Audio monofonico, ma qualche tecnico è in grado di costruire un preamplificatore stereo. Talvolta si riesce a trovare per 700/800 euro, ma il suo valore è di almeno 1000 euro. (vedi articolo ne "La Soffitta di Maurizio Di Cintio").
Elmo GS1200 stereo. Porta bob. da 360 mt. Il mio preferito. Costruito secondo una filosofia ben diversa da quella alla base del Fumeo: perciò le due macchine non sono paragonabili. Molto amato da chi usa proiettare i film girati in proprio; però gli inglesi adorano usarlo per la proiezione delle copie pregiate (Derann, CHC ecc.).
Molto sofisticato: ben quattro motori, ma comunque affidabile e robusto. Tra l'altro ha la possibilità di proiettare sincronizzato con un CD!! Tutti i componenti elettronici sono ancora reperibili: può sempre essere riparato (difficile che si renda necessario). Le testine non sono più in produzione, però ogni tanto qualcuna di ricambio si trova su ebay.de. Sono comunque molto resistenti ed è raro che sia necessaria la sostituzione. Deve essere messo a punto, altrimenti graffia le pellicole. Eseguiti due o tre interventi correttivi non crea più alcun problema. Eccellente nitidezza dell'immagine, soprattutto se si ha la fortuna di trovare un raro Elmo 1.0, il più bell'obiettivo mai costruito per il super 8. Audio 10+: caldo e presente, pari ad una normale cassetta a nastro. Prezzo: ahimè in salita: circa 1200 euro (se non di più).
da La Soffitta di Maurizio Di Cintio
“Il film è pronto. Ora non resta che promuoverlo”. Secondo Jason Brubaker non c’è niente di più sbagliato. Il Marketing del film, è pubblicizzare, promuovere, stabilire il valore del prodotto e individuare lo stato d’animo del nostro pubblico. In molti pensano che il marketing e la distribuzione siano passaggi da affrontare solamente a film ultimato, ma non è così.
Leggi tutto: Come fare un film: curare il marketing dell'opera realizzata
Siete nel vostro locale preferito, Gabriele prepara dei cocktail da paura, avete solo voglia di godervi la serata. In quell’occasione però un gruppo di barbieri fa uno show proprio in quel locale e il vostro barman vi chiede di realizzare qualche scatto. Si, lo so, non c’è budget, ma voi siete degli artisti e amate la fotografia e poi non potete negare una cortesia a un poeta come Gabriele…
Leggi tutto: Qualche consiglio sulla composizione fotografica e il racconto per immagini
Anche la barzelletta è arte: un saggio di Holt sulla storia del motto di spirito. Raccontare la storia delle barzellette e chiarire perché fanno ridere. Quando la rivista americana New Yorker gli commissionò un articolo su questo tema Jim Holt pensò che non avrebbe avuto problemi a scriverlo.