Lo stile del montaggio è lo stile narrativo che deve essere adottato nell'alternare ed accostare le varie sequenze.

Un tipo di montaggio è quello delle analogie, elaborato dal famoso regista russo Ejzenstejn (ricordate la Corazzata Potëmkin di Fantozzi? Fa riferimento al film del 1926, realizzato per commemorare la rivoluzione del 1905 ed imperniato sull'episodio dell'ammutinamento nel porto di Odessa): pieno di simbolismi, con scene altamente emotive a cui susseguono scene altrettanto importanti anche se di ambientazione diversa. Indugiare sui cadaveri, sulla carrozzina che cade giù dalle scale, sono flash ritmati come gli impulsi del cuore, veloci, ritmici... Calcare la mano su certe riprese vuole intensificare il ritmo pragmatico dell'intero film.

Di analogie si serve spesso anche il film umoristico, allorchè fa allusioni a simboli fallici ed erotici. E' piuttosto semplice da applicare, anche se, fatto con superficialità, potrebbe dare un risultato particolarmente scarso e poco originale.  

Si usa la tecnica del montaggio parallelo quando si vogliono mostrare due storie o due eventi che si svolgono in contemporanea. Ad esempio l'attesa di un ragazzo ed una ragazza prima di arrivare ad un appuntamento al buio. Naturalmente il parallelismo può essere sia di luogo che di tempo.

Tecniche si possono anche accostare: iniziamo con il montaggio parallelo: la ragazza che si prepara a fare una doccia e l'assassino che si avvicina sempre più alla casa della ragazza... L'apporto drammatico dell'azione si può accentuare ancor di più con la tecnica del montaggio accellerato: riduciamo la durata delle due serie di inquadrature: diminuiamole sempre più (dando il senso dell'inevitabile) fino a che le due azioni diventeranno una sola: l'assassinio della ragazza.

Una successione è realistica quando gli eventi e le inquadrature si uniscono le une alle altre in modo invisibile, senza cambi di angolazioni o movimenti strani della telecamera, come quando si racconta una storia, senza dare bruschi balzi di tensione allo spettatore. E' tutto in forma regolare, logica, senza alcun simbolismo visivo.

Ricordate i vecchi film che per rendere l'idea del trascorrere del tempo, facevano vedere calendari a cui venivano strappate le pagine? In un film che racconta una storia che dura molto di più di 90 minuti bisogna trovare il meccanismo di far capire come passa il tempo: in esterno la luce del sole che tramonta, in interni un orologio, le frasi degli attori, fino alle scritte in sovrimpressione che, in modo molto rapido, ci danno l'ora e la data esatta (e spesso anche la location).

Una scena viene fatta seguire dalla successiva, con uno stacco netto, preciso. Viene utilizzata quando abbiamo poco tempo, quando dobbiamo tralasciare ogni surplus. Dà ritmo. Una scena può essere legata alla successiva con un discorso serrato, o con un accostamento di colore.  Oppure inseriamo una dissolvenza... Se deve iniziare una scena si può partire dal nero assoluto per arrivare gradualmente alla visualizzazione completa dell'immagine... Invece se termina si può scurire l'immagine fino al nero. Se la prima scena continua con la seconda, utilizziamo una dissolvenza incrociata, la prima svanisce mentre appare la seconda. Il tempo della durata delle dissolvenze influenza la visione del filmato, può determinare l'impressione del tempo che passa o dare incisività all'azione. Fate delle prove per constatare di persona.

Se state realizzando un cortometraggio od il filmato di un matrimonio, potete applicare altre transizioni. Ne esistono a migliaia, molte sono belle a vedersi, anzi spettacolari nella realizzazione, ma provate poi ad inserirle nei vostri filmati. La seconda volta che li rivedete, già potrebbero stancarvi. Quindi attenzione! Usate quelle più semplici, dalle tendine in entrata ed uscita, a quelle sfogliate come pagine di un libro. Basta avere buon gusto e non esagerare, perchè altrimenti nessuno poi perderà più tempo a guardare i vostri filmati pieni di giochetti digitali...

 

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