L’Erotico è il Porno di ieri.” Questa popolare definizione, ideata scherzosamente per liquidare l’annoso e spesso anche tedioso dibattito culturale sulle differenze tra i due generi, resta tuttavia una battuta piuttosto superficiale. E’ vero che, nel tempo, la morale sessuale registra cambiamenti rilevanti e le soglie del proibito variano in analoga misura della lunghezza delle gonne, a seconda della fase storica. Tuttavia i due generi sono strutturalmente molto diversi e questa diversità non può venire definita sulla base di un codice esterno, perché è intrinseca. Nemmeno può essere definita sulla base della semplice distinzione tra rapporto sessuale parziale e simulato (soft core) e rapporto sessuale integrale e realmente praticato (hard core), essendo evidente (soprattutto a chi fa cinema) che può esserci autenticità nella e aldilà della simulazione, tanto quanto simulazione nella rappresentazione più crudamente realistica. La differenza sta proprio nella natura/struttura e nei ben distinti obiettivi dei due generi. Ecco perché è indispensabile esaminarla in un corso di sceneggiatura, per quanto possa apparire bizzarro parlare di sceneggiatura in riferimento a due generi che ne fanno spesso e volentieri a meno. Nel cinema Porno la messa in scena di numeri di accoppiamento sessuale non richiede se non in rari casi un testo scritto. Ma anche un film Erotico capostipite come Emmanelle di Just Jaeckin (1974) venne girato senza sceneggiatura alcuna, con un’abbondante dose di casualità e di improvvisazione, e persino inserendo al montaggio finale una scena prelevata da un’altra pellicola. D’altro canto, un film è sempre e di per sé un racconto per immagini, sia che l’organizzazione finale delle sequenze venga realizzata sulla base di uno script preliminare, sia che venga creata solo successivamente, al montaggio. Un gioco in uso tra gli artisti dada, era quello denominato Cadaveri eccellenti e consisteva in questo: un artista disegnava dei tratti incompiuti, ripiegava il foglio dove i tratti si interrompevano e lo passava al vicino che continuava quei tratti in un libero sviluppo e così via fino all’ultimo artista della tavolata. Al termine, si dispiegava il foglio e si osservava il risultato d’insieme, sempre e comunque “opera compiuta” aldilà della frammentarietà e casualità delle sue singole parti. Questo gioco mette perfettamente in luce come qualunque finalizzazione metta capo a un risultato che appare unito nelle sue parti ed espressivo nel suo insieme. La tecnica è molto simile a quella del montaggio cinematografico che è un’operazione pienamente narrativa. In una passata lezione ho già osservato come sia fondamentale per uno sceneggiatore, più ancora che la presenza sul set, farsi una buona esperienza in sala di montaggio, perché quello è un momento assolutamente essenziale della narrazione del film, mettendo capo al vero “testo” definitivo. Assai di rado i registi invitano lo sceneggiatore al montaggio, oggi sovente (e questo è davvero un abominio) non ci vanno neanche loro, delegando il compito dell’assemblaggio del materiale girato al solo montatore, cui si dà come mera guida lo script originale, o se ci sono, degli story-board d’indirizzo. Non a caso sono i produttori che invece pretendono di visionare personalmente il girato e di controllarne l’editing, evidentemente più consapevoli di certi autori che la narrazione di un film è quella che si vede alla fine, non quella che si è presunta al principio. Ma tornando ai due generi considerati, vedremo anzitutto ciò che hanno in comune, per poi passare alle differenze.

a) Elementi comuni

1. Sia il Porno che l’Erotico pongono la sessualità al centro del racconto. Nel cinema di tutti i generi e di tutte le epoche esistono scene erotiche, nudi e rappresentazioni di rapporti sessuali, ma solo nel Porno e nell’Erotico queste scene sono il fulcro quasi esclusivo, sempre dominante, della narrazione. Il sesso non è semplicemente inteso come uno dei tanti momenti dell’esperienza umana, ma come il momento fondamentale, il più rappresentativo, sino a coincidere con il senso stesso dell’esistenza.
2. Porre il sesso al centro dell’esistenza umana costituisce motivo di scandalo per tutte le filosofie e ideologie politiche e/o religiose che invece considerano altri aspetti della vita come centrali: la lotta per la sopravvivenza, la fede, la legge e l’ordine sociale, il lavoro, il potere, la creatività artistica eccetera. La censura e il sistema delle proibizioni entrano in campo proprio per questo motivo: non si contesta tanto la rappresentazione della sessualità, ma il fatto di assumere la sessualità come centrale e dominante. Persino la cultura liberale può considerare eccessiva e riprovevole tanta considerazione, pur non proibendola per legge. Allo stesso tempo, come ben dimostrano gli scritti del Marchese De Sade, la sessualità come dominio non è necessariamente “libertina” (oggi diremmo “libertaria”) e dunque non incarna in quanto tale valori positivi o di avanzamento sociale, anzi può manifestare aspetti assolutamente retrivi sul piano del costume e della morale. Sia il Porno che l’Erotico hanno a che fare con il “dionisiaco” , cioè il lasciarsi andare all’ebbrezza, senza freni di sorta. Il limite di solito accampato è “tutto è lecito tra adulti consenzienti”, ma in realtà la sessualità tende ad autolegittimarsi come valore a sé, a prescindere da qualsiasi consenso.
3. In nessun genere cinematografico come nell’Erotico e nel Porno, la donna assurge a protagonista assoluta, non per scelta drammaturgica, ma come dato di fatto. Che il cinema di sesso sia “per soli uomini” e strumentalizzi la donna, ovvero che esso sia (come giudicano opposte scuole critiche) parte essenziale del movimento di liberazione della donna, è comunque indubbio che in esso il ruolo femminile non è di contorno alla presenza dominante maschile, casomai avviene il contrario. (Per inciso: nessuno si sognerebbe di sostenere che la rappresentazione di un rapporto omosessuale strumentalizzi gli omosessuali. E’ stata piuttosto una certa commedia apparentemente “innocente” a sfruttare il personaggio gay, riducendolo al ruolo di macchietta). Dal punto di vista della scrittura, questo è un punto estremamente importante. Si può certo scrivere un film Erotico con un protagonista maschio ed eterosessuale, ma va tenuto in debito conto che la presenza femminile lo schiaccerà fatalmente, e dunque è proprio questo che dovremo raccontare: la sconfitta del protagonismo maschile (studiatevi L’Angelo Azzurro di Joseph von Sternberg, 1930, e Lolita di Stanley Kubrick, 1962, e questo punto vi risulterà chiarissimo).
4. L’Erotico e il Porno rappresentano il più grande business della Storia del Cinema. Ciò può corroborare la tesi della Sexploitation, cioè l’idea che il precipuo ed unico scopo degli autori, dei produttori e di tutti i protagonisti di questi generi sia quello di fare quattrini. Però al contrario di quanto si ritiene comunemente, se uno non considera centrale il sesso e la sua rappresentazione, non può realizzare un buon film Erotico o Porno. Un autore cinematografico può esprimersi attraverso molti generi, e alcuni può affrontarli senza crederci particolarmente, per pura convenienza professionale. Ma per fare film di sesso, bisogna crederci. C’è un elemento profondamente vocazionale all’origine della scelta di fare questo genere di film, che non può venire facilmente rimosso. Se non ci siete portati, non provateci neppure.

b) Differenze

- Origini strutturali

Il cinema Erotico è dal punto di vista della scrittura drammaturgica chiaramente figlio dei generi classici: Tragedia, Commedia ed Epica. La narrazione è compiuta e organizzata in tre atti: presentazione dei personaggi, sviluppo e scioglimento finale. Molti film giudicati erotici all’epoca dell’uscita (ai due classici citati sopra, è d’obbligo aggiungere quanto meno Lulù di Pabst, 1929) sono oggi considerati puramente dei drammi. Come vengono considerati commedie a tutti gli effetti i film vaudvilleschi e “scandalosi” di Mae West, piuttosto che quelli del popolare filone cinematografico della commedia erotica italiana, originato da Malizia di Salvatore Samperi (1973), come anche il collaterale filone farsesco del tipo Giovannona Coscialunga, disonorata con onore di Sergio Martino (1973). Non sono stati ancora apparentati all’epica il già citato Emmanuelle o Histoire D’O dello stesso autore (1975) eppure la scansione del racconto a tappe, attraverso cioè una serie di esperienze e di prove sessuali, miranti al compimento di un’impresa, è una chiarissima riproposizione del meccanismo fondamentale del racconto epico. Tanto che si potrebbe definirlo cinema erotico-eroico.

Il cinema Porno è pre-narrativo. Affonda le sue radici nelle esibizioni oscene con o senza palcoscenico. La sua struttura è frammentata. Il frammento è il più delle volte autonomo e ha (in cinema) dei format variabilissimi: da pellicole di pochi minuti a film di durata normale, ma anch’essi, tranne pochissime e storiche eccezioni ,componibili e scomponibili a piacere, nei quali ogni segmento costituisce un numero fine a se stesso, tanto che può venire estratto e sistemato in tutto o in parte in un altro film senza che la cosa si noti particolarmente o dia minimamente fastidio allo spettatore. Come si è notato prima, anche in una compilation c’è un qualche criterio unificante, tuttavia nel Porno, soprattutto in quello contemporaneo, questo criterio è quanto mai labile.

- Fini espressivi

malizia thumb bigIl cinema Erotico è spessissimo di derivazione letteraria seppure in una trascrizione piuttosto libera (come ad esempio La chiave, di Tinto Brass, 1983, ispirato all’omonimo romanzo di Tanizaki,già portato sullo schermo nel 1959 da Kon Ichikawa) e vanta quasi sempre una fotografia particolarmente raffinata e in generale una cura estetica notevole. Si è detto che tutto ciò avviene al mero scopo di rendere “artistico” e dunque accettabile un film che altrimenti subirebbe una doppia censura: vietato ai minori (il che è dato per scontato) e relegato distributivamente al circuito dei cinema a luci rosse (il che è ben poco auspicabile). Questo può essere un motivo d’occasione, ma quello più profondo è che il cinema Erotico non vuole e nemmeno può prescindere dall’eleganza estetica. Si tratta eminentemente di un cinema di idee. Abbiamo già notato come esso esprima una filosofia di vita, nella quale il sesso riveste il ruolo dominante. Ma qui la sessualità viene descritta e indagata molto aldilà dell’accoppiamento, in tutti i suoi rituali: prima, durante e dopo l’atto sessuale in se stesso. Il Soddisfacimento (peraltro raro perché i film erotici si fondano soprattutto sull’ardua, quasi impossibile lotta contro l’insoddisfazione) è all’interno del racconto del Desiderio, che è cosa ben più complessa, al contempo fisica ed ineffabile: ha cioè a che fare con il gioco delle Passioni. L’atto sessuale non è un atto sessuale qualsiasi, più o meno istintivo e casuale, ma è pensato e scelto. Le scene “forti” in un film Erotico, sono tali in quanto rappresentano delle situazioni esemplari, che rivelano negli amanti un gusto e una fantasia del tutto particolari (vedi il burro di Ultimo Tango a Parigi, di Bernardo Bertolucci, 1972). Un critico inglese che è stato anche sceneggiatore di film erotici e soft-core, David McGillivray, ha scritto: “ Diventa molto noioso cercare di inventare modi diversi per far fare l’amore alla gente. La puoi far contorcere sotto le lenzuola, nella vasca da bagno o sotto la doccia. Io queste variazioni le ho usate tutte.” Per uno sceneggiatore di film erotici il principale e difficile compito è quello di sconfiggere la ripetitività dell’atto sessuale, rendendo ciascun accoppiamento davvero unico e memorabile. Ci sono stati nel passato, degli autori porno di spicco che si sono assunti lo stesso obiettivo (ad esempio Gerard Damiano che si è sempre considerato, a ragione, un autore cinematografico, non un semplice pornografo), però l’unicità di un film erotico non sta tanto nella varietà delle posizioni, delle combinazioni, delle tecniche sessuali, nella scelta dei luoghi o delle circostanze bizzarre, ma nel rendere il singolo atto sessuale, adeguatamente collocato nel contesto della storia, simbolico di qualcosa che va aldilà dell’atto sessuale stesso. Nei film degli autori più consapevoli e di quelli unanimemente riconosciuti come Maestri (come lo stesso Bertolocci, Godard, Pasolini ) la Sessualità , proprio in quanto concepita come elemento centrale, diventa una metafora dell’intera esistenza, indagata nei più sottili risvolti psicologici e sociali, incluse le strutture di potere, le differenze di classe, di sesso,di età, di razza, il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, l’esperienza del godimento e del dolore, la ricerca della felicità e quella del senso recondito della vita e della morte. Ecco allora che l’esemplare scena di sesso (quella per cui il pubblico accorre al cinema, tanto per essere chiari) deve corrispondere al tema generale del film, esprimerlo metaforicamente, e, dato che si tratta di narrazione per immagini, ambire a diventare un’Icona. Sceneggiare un film erotico di questo livello, richiede una buona dose di cultura, di esperienza e di immaginazione sessuali, ma soprattutto esige una sorta di ricerca sacra, in cui ogni atto diventa rituale e ogni rito diventa segno estetico.

Se il cinema Erotico tende alla Totalità e al Sublime, il cinema Porno tende invece al Dettaglio e al Corrivo. L’uso del Dettaglio è il contributo più importante dato dal Porno, fin dalle origini, alla grammatica del Cinema. Le prime riprese adottavano uno schema teatrale, mostrandoci totali d’ambiente, senza quasi movimenti di macchina e con una ridottissima alternanza di piani di ripresa. Ma il Porno aveva l’esigenza di mostrare un autentico atto sessuale e doveva per forza avvicinarsi perché il pubblico potesse vederlo bene. Gli organi sessuali vengono così sempre più isolati dal contesto e persino dai loro portatori. Diventando con il tempo sempre più ginecologico, il Porno è giunto a mostrarci l’atto da punti di vista impossibili alla comune percezione, e nella versione grande schermo, anche in dimensioni estranianti. Il presunto realismo estremo del Porno va a dissolversi in un’immagine puramente onirica, non percepibile nella vita reale. Dicevo che questo suggerimento passa dal Porno al Cinema in generale che nella scomposizione della figura umana e nel ritaglio dei particolari dall’ambiente trova una potente risorsa espressiva. Questo sviluppo era stato annunciato del resto, ben prima della nascita del Cinema, dal famoso dipinto del 1866 di Gustave Courbet, L’Origine du Monde, esposto al Musée d’Orsay di Parigi (cfr. immagine). Il dipinto e il suo titolo si tengono a vicenda. Il sesso (non la sessualità in generale, proprio l’organo sessuale) separandosi dall’insieme, rivela tuttavia il significato più universale che si possa immaginare, non solo l’origine della vita, ma quella del Mondo. Nel Porno l’idea del dettaglio, nata da un’esigenza di tipo pratico (mostrare da vicino), viene però riassorbita nell’atto pratico stesso. La sua valenza simbolica si perde, a causa della ripetizione meccanica, della trascuratezza stilistica e spesso della poca brillantezza degli interpreti anche sul piano della prestazione strettamente sessuale. Di questa Corrività il Porno attuale via Internet con tutte le possibili varianti del genere Gonzo, fa il suo punto di forza, nella fiducia che una realtà apparentemente senza filtri (la stessa di certi reality) possa offrire occasione di identificazione e protagonismo praticamente a chiunque.

La ricerca del Sublime può risultare ovviamente altrettanto ridicola, noiosa e irritante dell’espressione del Corrivo. E viceversa un filmetto amatoriale può sollecitare una riflessione sullo “stato delle cose” altrettanto interessante di quella di un film erotico d’autore. Lo scopo di questa lezione non è quello di esprimere una preferenza tra i due generi, ma quello di illustrarne semplicemente punti di contatto e differenze.

d) Un esercizio utile

Torniamo ai problemi di sceneggiatura, a partire da quanto abbiamo detto sull’esemplarità delle scene climax nell’Erotico e sulla funzione del Dettaglio nel Porno. La narrazione di una scena è sempre da un lato racconto di un momento magari non sempre esemplare, ma quantomeno esemplificativo, dall’altro “narrazione al dettaglio”. Noi facciamo accadere solo quello che è essenziale accada, facciamo dire solo quanto vogliamo far dire, mostriamo solo ciò che vogliamo mostrare. Noi, scrivendo per il cinema, anche quando presumiamo di voler rappresentare la vita reale, ne raccontiamo in realtà momenti particolari e frammenti. E quali tra i tanti possibili? Quelli più rilevanti e potenzialmente più espressivi. Non si tratta di istanti semplicemente “ripresi”, nel senso di “riprodotti” dalla vita reale, sono anzi prodotti, creati dal narratore e selezionati tra altri giudicati inessenziali, superflui o incongrui (tanto per fare un esempio corrivo, un eroe in genere è esonerato dall’andare al cesso). Il maggiore contributo del Porno alla sceneggiatura e alla regia ci viene rivelato in questo aneddoto raccontato dal grande sceneggiatore e regista Billy Wilder. Lo cito a memoria non ricordando l’esatta fonte documentaria, dunque scusate le imprecisioni. Racconta Wilder che dovendo affrontare la sua prima regia, si recò a chiedere consigli a uno stimato ed esperto regista. Questi gli mostrò un filmino porno. Wilder si ritenne preso in giro, ma il suo mentore gli precisò che il problema era centrare sempre il Fucking Point. Si tratta di un gioco di parole: What’s the fucking point ? Cioè: qual è il punto? o più letteralmente il fottuto punto, non dovrebbe essere una risposta, è una domanda. Ma la risposta sta proprio nel fottuto. Qual è il centro della messa in scena, il punto focale e dominante, in un film porno? L’atto del fottere. Se funziona quello, funziona la scena, altrimenti non funziona proprio niente. Questo può valere da insegnamento per il racconto cinematografico in generale: al centro di ogni scena dev’esserci ciò che conta, e perché conti davvero deve poter attirare lo sguardo e l’attenzione del pubblico, suscitandone l’interesse più istintivo e immediato. Un bravo regista deve saper cogliere al volo e dal vivo ciò che nasce sul set: se il dettaglio più espressivo e riassuntivo di una situazione, è per esempio l’espressione di un attore, va colta e focalizzata quella, anche se il programma delle riprese non prevedeva affatto un primo piano. Ma già in sede di scrittura e a prescindere da scelte di inquadratura che non ci competono da sceneggiatori, dovremmo evitare descrizioni troppo generiche o divagazioni su troppi dettagli, concentrandoci invece sempre sul nocciolo della situazione ed esprimendolo in modo che sia subito evidente alla lettura e non consenta equivoci di interpretazione. Un ottimo esercizio può essere, quando ci imbattiamo in una scena difficile che non sappiamo bene su quale elemento centrare, domandarci: come la scriverei se fosse un film porno? Sarà molto più facile capire dove dobbiamo sfrondare e cosa invece dobbiamo rimarcare con forza.

20° Lezione di Gianfranco Manfredi  by www.gianfrancomanfredi.com

 

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