♥ Cortometraggi
Se vogliamo che la nostra produzione dia un'immagine professionale, soprattutto se con il nostro corto vogliamo partecipare a qualche importante concorso o festival, dobbiamo prevedere di essere in possesso, alla fine delle registrazioni e della post-produzione, anche il seguente materiale:
Una SINOSSI precisa e completa, direi accattivante, naturalmente scritta in buon italiano. Se si intende partecipare a concorsi all'estero, farne fare subito una traduzione almeno in lingua inglese.
Un CAST ARTISTICO composto, per ogni attore, da una Scheda/Curriculum ed una Intervista.
Un CAST TECNICO completo, con Curriculum del Regista.
Alcune di NOTE DI PRODUZIONE
Una GALLERIA di foto scattate nel backstage (non immagini tratte dal corto)
Un TRAILER in doppio formato, per connessioni a 56K e per ADSL.
Una eventuale RASSEGNA STAMPA
E l'elenco delle SALE / FESTIVAL dove il film è stato e sarà proiettato.
Per la registrazione del nostro corto ai concorsi e festival occorrerà (in genere) fornire le seguenti informazioni:
TITOLO ORIGINALE:
GENERE:
ANNO DI PRODUZIONE:
PAESE DI PRODUZIONE:
DURATA:
SUPPORTO:
FORMATO PROIEZIONE DISPONIBILE:
COLORE:
SONORO:
PRODUTTORE:
PRODUZIONE:
DISTRIBUZIONE:
REGISTA:
SECONDO/AIUTO REGISTA:
SCENEGGIATURA:
MONTAGGIO:
FOTOGRAFIA:
MUSICHE:
INTERPRETI:
PRESENTATO AI FESTIVAL:
PREMI RICEVUTI:
Da poco più di due anni ho comprato un piccola, bella telecamera digitale, la Canon MV30i, ho iniziato ad impratichirmi del suo uso ed un giorno ho deciso che era l'ora di fare il mio primo corto. Naturalmente non è stato un colpo di fulmine, perchè facevo molta fotografia, con tecnica, mostre, studi e tutto quello che mi aveva portato a sperimentare ed amare quella forma artistica.
Non volevo cimentarmi in qualcosa di difficile, ma volevo capire cosa significasse fare un film. Tra l'altro io non ero un gran cultore del cinema, ma dovevo iniziare. Ho iniziato a comprare i DVD delle nuove uscite, a registrarmi i vecchi film in TV, per poterli vedere, rivedere, e poi ancora rivedere: una volta senza pensare alla storia ma alle immagini girate, agli accostamenti delle varie scene, ai colori usati, all'ambientazione, un'altra volta, quasi ad occhi chiusi per ascoltare solo le parole dette, come per sentir leggere un libro a più voci, le inflessioni delle voci, i toni, ed il film lo vedi e lo scopri sempre diverso anche così, ad occhi chiusi...
Ed ho iniziato ad apprezzarli. Film che sono importanti per la storia del cinema, ma anche alcuni che a me davano una sensazione forte, un'emozione diversa dal normale. Ci sono certe pellicole, anche premiati, che li vedi una o due volte e basta; altri invece, anche non così importanti, ma che vorresti averli girati tu.
In un film cosa ti attira? la storia, la recitazione di un attore, la poesia del paesaggio in cui viene girato, oppure quella dinamicità che ti tiene incollato davanti allo schermo? Oppure tutte queste cose assieme? Tutte quelle sensazioni diverse l'una dall'altra, ma forti, che ti colpiscono e ti attirano fanno il bel film. Almeno per me.
Fare qualcosa di semplice, per imparare, ma allo stesso tempo qualcosa di cui potessi vantarmi. Un filmato, lungo o corto che sia, ha bisogno di un'idea, di attori, di ambientazione... Io ero solo, ma volevo girare un pò di pellicola, girarla e montarla, dargli un titolo, farlo vedere agli amici ma anche ad estranei, ad esempio inserendolo nel web.
Ho cercato in internet esempi di corti (incominciando dal vecchio programma, ora non piu in onda da anni, Corto5 di Mediaset), ne ho trovati molti, alcuni erano cose che dopo qualche minuto smettevo di guardare, altri invece li ho trovati molto belli, completi, decisi nelle riprese e nel taglio. Brevi, ma armonici nella storia, battute al momento giusto, precise, atmosfera ideonea... tutto ok, insomma! Vederli mi ha stimolato sempre più. Volevo, fortemente volevo scoprire come fare un film, il mio primo corto.
Novembre 2002. Vengo a conoscenza di un concorso promosso da Cinecittà Holding e Autogrill S.p.A. Si tratta di scrivere (e poi, eventualmente, realizzare) un cortometraggio della durata di non più di dieci minuti, interamente ambientato in uno spazio Autogrill.
Scrivo la storia, la invio e attendo. Mi viene comunicato che faccio parte dei cento selezionati. A questo punto inizia l’avventura produttiva. Il soggetto che ho inviato non basta più, è necessario trasformarlo in sceneggiatura, poi fare quello che in gergo si chiama decoupage, ovvero pianificare, quanto più possibile, inquadrature e movimenti di macchina. Quindi, la fase più complicata: casting e ricerca della troupe.
Il mercato dei cortometraggi, si sa, non è propriamente florido, quindi è necessario risparmiare su tutto quanto è possibile. Il concorso prevede già che il corto debba essere realizzato con tecnologie digitali, che abbattono decisamente i costi dovuti alla realizzazione di audiovisivi in pellicola. Ma non basta. Tramite il primo giro di telefonate “recupero”, per cominciare, quattro cameraman (ho una telecamera digitale professionale anch’io, ma vista l’importanza del progetto, vorrei dedicarmi interamente alla regia e non fare le riprese). Poi l’abituale gruppetto di aspiranti film-makers con cui, bene o male, si realizzano questi progetti “a fondo perduto”, e con cui sto affrontando l’avventura produttiva (con la nostra “IK PRODUZIONI” www.ikproduzioni.it) mi garantisce il supporto di cui ho bisogno per le altre figure professionali: segretaria di edizione, aiuto regia, fonico di presa diretta…
Quindi, il problema del cast.
Approfittando del fatto che due anni fa, lavorando (ovviamente come “stagista”) per una produzione di Retequattro, ho conosciuto Tiziana Sensi, un’attrice che ha lavorato a teatro, in tv (“Un posto al sole”, “Incantesimo”…) e al cinema (“Encantado”), e con la quale ho mantenuto un rapporto di amicizia e stima reciproca, tento il “colpaccio”: le mando la sceneggiatura, senza sperare troppo che accetti, in verità. Invece dopo due giorni ci sentiamo al telefono: crede nel progetto e accetta di partecipare al corto, aggiungendo al cast Vincenzo Bocciarelli (attore diplomato alla Scuola di Teatro di Strehler, all’attivo “Incantesimo”, “Cinecittà” e moltissimi lavori di teatro), che si rivela persona deliziosa e bravissimo attore. I due saranno miei ospiti in fase di lavorazione del corto. E’ il minimo che si possa fare.
Mancano due personaggi al cast: un bambino, che dovrà interpretare il ruolo del figlio di Tiziana e Vincenzo, e un volto “cattivo”.
Per il primo, scopro, grazie alla Scuola di Recitazione di Modestina Caputo, Francesco Canepa (che ha già lavorato a teatro con Eros Pagni e sta per partire in tournee con Lavia): 11 anni, ma già un bel talento e un’ottima presenza scenica. Il secondo invece è Agostino Canepa, un ragazzo che ha il cosiddetto “physique du rol” e che ha partecipato a vari cortometraggi.
Contemporaneamente, si pensa al fabbisogno di scena.
Grazie ad amici e conoscenti riesco a racimolare, in prestito, auto di scena e una pistola. Per i costumi ci arrangiamo alla meglio, il “cattivo” indosserà un mio gessato e gli altri attori abiti di tutti i giorni (come, del resto, richiesti dalla sceneggiatura).
E poi il “colpo di scena”: vari professionisti dell’ambito genovese credono nel progetto e così riesco ad avere un braccio steady-cam, un microfono con il “gatto” (quello “peloso”, antivento, che si usa al cinema) e un dolly di sei metri, che userò soprattutto per la scena finale.
Sul set, un’emozione: è la prima volta che mi trovo a “dirigere” (mi sembra persino eccessivo il termine!) un cast e una troupe quasi interamente composti da professionisti; la tensione – la mia, soprattutto – è palpabile. Le scene si susseguono rapide e in due giorni (a parte un paio d’ore di riprese con comparse) il corto è finito. Molto interessante e gradificante dirigere le riprese con la steady (“correndo” dietro all’operatore, il bravissimo ed estremamente disponibile Bruno Desole) e con il dolly (accucciato davanti al monitor con una serie di giacche sulla testa per non essere disturbato dal sole, mentre Bruno si diletta con il joystick che comanda la telecamera e i macchinisti manovrano il “mastodontico” – almeno per me - braccio di sei metri).
Alla fine delle riprese, sfinito, non posso che constatare la bravura di tutti: Vincenzo, che interpreta perfettamente un ruolo non facile del padre arrogante e incattivito col mondo, e che riesce a rendere al meglio tutti i cambi espressivi delle decine di emozioni che si susseguono nel suo personaggio; Tiziana, bravissima “mamma”, che scoppia veramente a piangere nell’ultima scena, emozionante e commovente, e poi il piccolo Francesco e Agostino e tutti i ragazzi della troupe.
Ora il girato del corto è nel mio pc. Sì, perché con le tecnologie digitali, il “regista” è sempre più “artigiano” e mette le mani facilmente sul suo prodotto, montando immagini e colonna sonora direttamente col computer. Senza dimenticare il backstage, realizzato in vari momenti sul set e sicuramente da montare anch’esso, se non altro per avere un ricordo concreto della lavorazione.
Spero di aver reso l’idea dell’emozione che si prova su un “proprio” set, e di aver stimolato, con questo racconto, gli “aspiranti registi” che si annidano dentro di voi!
di Alberto Puliafito - Bologna
"Fare un film significa migliorare la vita, sistemarla a modo proprio, significa prolungare i giochi dell'infanzia"
Giudicare un cortometraggio che partecipa ad un concorso... sembra facile ma non lo è. Quanti film che passano per le sale ottengono dai critici e dal pubblico un giudizio diverso? vi siete mai chiesti perchè? Il critico non sa dare un giudizio? o il pubblico vuole film diversi? o non capisce il linguaggio del regista? Per non parlare del fatto che anche i critici stessi si differenziano per il loro giudizio, così come il pubblico.... c'è a chi un film piace tantissimo e chi, lo stesso film, lo giudica di nessun valore... Come mai può succedere una cosa simile?
Quando è stato inventato, il cinema è servito innanzitutto a registrare la vita... E' diventato un'arte quando ha smesso di essere un documentario. Si è capito che non si trattava di riprodurre la vita, ma di renderla più intensa...
Ed Hitchcock... non si è accontentato di praticare un'arte, ma si è impegnato ad approfondirla, a coglierne le leggi, più strette di quelle che governano il romanzo. Hitchcock non solo ha reso più intensa la vita, ha reso più intenso il cinema.
L'obiettivo primario della nostra iniziativa riguardo i Cortometraggi è che la struttura del testo, ovvero della sceneggiatura, realizzato sia realmente da corto, che non vi siano cioè all'interno, dei dialoghi "inutili"o spazi per consentire la "noia" (intesa come distrazione) dello spettatore. Il regista non dovrebbe essere messo in condizione dall'autore di tagliare neanche una battuta, cioè tutte le battute dovrebbero essere fondamentali ed insostituibili in una sceneggiatura di un corto. E poi ci dovrebbe sempre essere una forte idea nella sua realizzazione con un colpo di scena finale o comunque un finale ad effetto. Non si può immaginare un corto che finisca in "calando"!
In definitiva il nostro intento è quello di valorizzare, promuovere e divulgare il Cortometraggio cinematografico (e perchè non teatrale) come forma di comunicazione, soprattutto oggi, particolarmente valida ed attuale a livello sociale e culturale; di pubblicizzare un mezzo che sviluppa le potenzialità dei linguaggi artistici dei nuovi media; di rispondere alle esigenze di crescita culturale dei giovani registi emergenti che continuano a stupirci con le loro capacità creative; di offrire a tutti i nuovi talenti la maggiore visibilità possibile.
In fondo si può concludere citando Tommaso Marinetti: "tutto è teatrale e 'sintetico' (leggi 'corto') quando ha valore". Ma d'altronde questa frase "futurista", a ben vedere, è universale e non comprende solo la categoria dei Cortometraggi!
Spesso ci chiediamo come si realizza un Cortometraggio che abbia successo. Ci abbiamo provato, continuiamo a provarci, ma non riusciamo ad andare oltre un certo limite. Come possiamo migliorare? Se abbiamo inviato ad un concorso il nostro corto, ma non ha avuto il successo che speravamo, non dobbiamo chiedere ai giudici od all'organizzazione il perchè dell'insuccesso: chiediamolo per prima cosa a noi stessi. Si, perchè spesso siamo troppo orgogliosi del nostro lavoro, che non riusciamo a notarne le pecche e gli errori. Non è una cosa semplice farlo, ma dobbiamo provarci.
Che significa? In tre parole: Progettare, Calcolare e Controllare. Progettare un film significa trovare chi deve fare cosa, come e quando... Calcolare quanto ci costa in termini creativi da una parte ed operativi ed economici dall'altra. Dobbiamo poi tenere sotto Controllo i modi ed i mezzi che vengono utilizzati, per far si che tutte le componenti (dalla creative alle operative) si amalghino tra di loro per arrivare al prodotto finale.
Ciao Stefano, innanzitutto complimenti per il grandissimo lavoro che state facendo.
Vi seguo dagli inizi, da quando ancora il vostro sito era spoglio, prima che il vostro impegno e sacrificio ha fatto tutto ciò di cui è stato capace.
Ti scrivo per due cose.
La prima, forse, è una richiesta di giustificazione... Nella sezione dei consigli, dite una cosa che mi trova parzialmente d'accordo. E' vero che la scrematura delle scene superflue, sia in fase di scrittura che in fase di montaggio, sia fondamentale. Ma mi permetto di farti due appunti... Perchè dobbiamo preoccuparci che la nostra storia sia semplice da capire? Perchè dobbiamo essere incatenati dentro la cosiddetta Media di minutaggio per un corto? Capisco che se si vuole rientrare all'interno di un genere, si deve sottostare a determinate regole...
Ma io ho voluto fare un cortometraggio, senza preoccuparmi di restrizioni di tempo, senza preoccuparmi se magari il mio prodotto potesse non essere accettato dai concorsi... Volevo esprimere determinate sensazioni, ma con i miei tempi. Lenti, sicuramente, ma era proprio quello che volevo.In ogni caso... lo presenterò anche al vostro concorso (...non vedo l'ora...), perchè, comunque, li accettate sotto i 30 minuti...
Un'altra cosa... una domanda di ulteriore chiarimento sulla siae. Non ricordo dove... ho letto che se la musica non originale all'interno di un corto viene fatta sentire tramite una radio e ciò è sufficientemente dichiarato, non c'è bisogno di avere l'autorizzazione... te lo chiedo perchè nel mio corto c'è una musica non originale proveniente da una radio. Tra l'altro ho i diritti di utilizzo della trasmissione radiofonica da cui viene presa quella canzone...Ti ringrazio se potrai chiarirmi questa situazione...Matteo
Prima di tutto grazie perchè ci segui fin dall'inizio e spetriamo di esserti stato d'aiuto...
Poi, Matteo, quello che diciamo è perchè un autore deve sapere quali sono le regole generali, poi, può, se ne è in grado, non rispettarle... come nel tuo caso. La conoscenza è alla base di tutto, poi ben vengano le eccezioni! se devi poter esprimere in tal modo le tue sensazioni, il tuo modo di essere e di vedere le cose.
Talvolta, e noi di corti ne vediamo oltre 1.000 l'anno, ce ne sono alcuni che non dicono nulla, (almeno a noi) spesso deve esserci la spiegazione dell'autore per capire la sua opera... ma non sempre questo è possibile, quindi il pubblico, a cui noi filmaker ci rivolgiamo col nostro lavoro, resta interdetto, senza risposta.... è questo ciò che noi vogliamo che succeda alla visone del nostro cortometraggio?
Poi che sia lento, è un'altra cosa, può essere uno stile, ma deve avere un significato all'interno del corto. Deve essere un mezzo espressivo!
Noi accettiamo corti con durata da 30 secondi (che pensiamo sia un limite fisico) fino a 75 minuti, titoli inclusi, perchè la legislazione italiana considera Cortometraggi tutte le opere filmiche fino a 75 minuti.
Per quanto riguarda i diritti dei Brani Musicali, quello che hai letto o ti hanno detto è completamente falso. Infatti noi, nella nostra scheda di iscrizione abbiamo messo tutte e tre le possibilità a riguardo: Brani MUSICALI Amatoriali o Brani MUSICALI Commerciali o MUSICALI con Diritti acquisiti.
E ti riporto (dal sito) anche le spiegazioni operative:
Nella Scheda di Iscrizione (pagina 2), per quanto riguarda la Musica utilizzata nel cortometragio:
- scrivere SI a: Brani Musicali Amatoriali, se sono stati usati esclusivamente brani musicali composti amatorialmente dall'autore del corto o da amici non iscritti alla SIAE;
- scrivere SI a: Brani Musicali Commerciali, se sono stati usati brani musicali di cui non si detiene alcun diritto (ovvero brani copiati da CD messi in commercio);
- scrivere SI a: Brani Musicali con Diritti acquisiti, se sono stati usati brani musicali di cui si detengono i diritti (ovvero: diritti acquistati con liberatoria dall'Autore delle musiche iscritto alla SIAE).
E ripetiamo che la SIAE è solo una tassa che si paga per l'autore per l'esecuzione di un brano musicale, ma che, a regola di legge, occorre una libertoria dell'autore ovvero della casa di distribuzione, per poter usare liberamente nel nostro corto quel certo brano già edito. Quindi pagando la tassa alla SIAE non si è autorizzati all'uso del brano musicale nel nostro corto. E' solo una tassa per l'esecuzione del brano in pubblico.
Ricordati che talvolta anche gli autori iscritti alla SIAE, non conoscono bene le normative SIAE (ci è capitato anche questo).
Ciao a presto (aspettiamo il tuo cortometraggio)
Stefano
Mario Cosentino con CAPOLINEA è stato il vincitore del nostro Concorso "ilCORTO.it" nell'anno 2004.
Anche lui, come altri dei finalisti al nostro concorso, ci aveva scritto per sapere quando sarebbe avenuta la premiazione. Ed ha aggiunto alcune informazioni sul suo cortometraggio, informazioni che qui integralmente riportiamo:
Cortometraggio autoprodotto dal costo di poche centinaia di euro cira 300, spesi tra l'atro da tutti compresi gli attori per benzina e vivande. Girato in mini DV e montato in casa con un vecchio apple G4 400. vanta la partecipazione di attori professionisti come Donatella Finocchiaro (Angela di Roberta Torre), Domenico Gennaro (pizza connection), Bruno Torrisi, Salvo Piro e Emma Cardillo che hanno prestato la loro opera a titolo amichevole. L'attrezzatura, a parte la telecamera ovviamente che sto pagando a rate, è tutta autocostruita da me personalmente (steadicam junior e braccio da 3 metri, ), con luci e microfono prestati da una TV privata. L'autobus è di una azienda locale che inizialmente voleva 400 euro per l'affitto ma poi ho sposato la titolare e me lo hanno dato gratis (tutto vero lo giuro): cosa non si fa per il cinema! Comunque è la mia prima fatica meno amatoriale delle altre che ho realizzato con i miei alunni della scuola media dove insegno: altri piccoli corti apprezzati tra l'altro anche da RAI Tre (Screensaver).
Alcune immagini tratte dal backstage del cortometraggio "Capolinea" di Mario Cosentino
Mario Cosentino è nato a Giarre in provincia di Catania. Appassionato di arti figurative fin da bambino, nel 1989 si diploma in pittura all'Accademia delle Belle Arti di Catania. Si occupa per un breve periodo di scenografia collaborando anche con il teatro greco di Siracusa. Al contempo lavora come illustratore presso un'agenzia di pubblicità dove contribuisce alla creazione di alcuni spot. Il linguaggio cinematografico si rivela per lui il mezzo espressivo più congeniale e allo stesso tempo un terreno del tutto inesplorato su cui far confluire la propria esperienza pittorica. Si dedica quindi da autodidatta alla produzione amatoriale di una serie di video e introduce questa sua passione anche nella propria attività didattica come docente di Educazione Artistica. Capolinea costituisce il suo vero e proprio esordio alla regia come videomaker.
Ma possiamo farvi vedere la " migliore opera" di Mario (e di Antonella)?....
eccola, è Sergio:
Ora che con poche centinaia di euro possiamo acquistare nei maggiori supermercati uno smartphone con una buona ottica od una macchinetta fotografica per non parlare di una videocamera digitale, possimo ben dire di avere in tasca una tecnologia digitale impensabile solo qualche anno fa. Tutto bello, tutto semplice, tutto.... ma allora perchè fare un Cortometraggio, lavorare in questo nuovo hobby, meraviglioso e diffusissimo, perchè poi ci lascia poco soddisfatti dei risultati?
Aiuto Regista: si occupa di coordinare il regista con la troupe e il cast artistico (attori).
Assistente Operatore: è il tuttofare dell'operatore, occupandosi della manutenzione della macchina da presa
Art Director: Architetto e scenografo, lavora in sintonia con il regista; è il responsabile della progettazione e della realizzazione delle scenografie; dirige e controlla le maestranze addette alle costruzioni.
Campo: è lo spazio ripreso dalla macchina da ripresa, varia secondo la distanza, l'angolazione e la focale dell'obiettivo usa.
Carrellata: è il movimento della ripresa che si ottiene facendo muovere la macchina da ripresa su un cavalletto che scorre su un binario: il movimento è fluido. E' una cosa diversa dalla zoommata.
Cast: E' l'insieme di tutti quelli che prendono parte alla realizzazione del film. C'è quello "artistico" (regista, sceneggiatore, attori) e quello "tecnico" (montatore, direttore della fotografia, fonico, ecc.).
Ciak: è la tavoletta sulla quale vengono scritti tutti i dati dell'inquadratura; ha un elemento mobile che produce il tipico rumore che fa ciak. Serve al montatore per conoscere i dati della scena e per la sincronizzazione audio e video nel montaggio.
Colonna sonora: è la registrazione sonora di dialoghi, delle musiche ed degli altri effetti sonori.
Controfigura: sostituisce l'attore durante le varie prove e nelle riprese meno importanti in cui non si vede il viso dell'attore..
Copione: è la copia cartacea della sceneggiatura.
Cortometraggio: filmato della durata inferiore a 30 minuti.
Dialoghista: nel doppiaggio è chi adatta il testo, ricopre il ruolo di controllore del rispetto del testo originale adattandolo ai movimenti della bocca dell'attore in video.
Direttore del doppiaggio: è il garante dell'interpretazione effettuata dai doppiatori.
Direttore del Cast: si occupa di trovare gli attori più adatti ai vari ruoli che successivamente verranno presentati al regista che fa la scelta definitiva.
Direttore della Fotografia: responsabile tecnico artistico della fotografia di un film. Si occupa di tutto quello che riguarda le inquadrature e le luci; sceglie e dirige le maestranze tecniche.
Direttore di produzione: è il responsabile dell'aspetto amministrativo e produttivo del film, tutto ciò che attiene all'organizzazione passa sotto il suo diretto controllo.
Dissolvenza: è il progressivo schiarirsi o scurirsi di un inquadratura, nel passaggio alla successiva.
Dissolvenza incrociata: tecnica per la quale due inquadrature in sequenza si mischiano tra di loro in modo graduale.
Doppiatore: è chi da la sua voce ad un attore straniero che recita in lingua straniera.
Effetti speciali: sono i procedimenti che permettono di avere delle riprese irrealizzabili perchè costose, pericolose od impossibili da filmare nella realtà. L'uso del digitale aiuta a creare gli effetti ed i trucchi (vedi Kromakey).
Flashback: è il ritorno all'indietro nel tempo dei personaggi o del racconto.
Flou: è l'effetto che fa apparire un viso od un paesaggio poco inciso, velato. Si ottiene applicando un filtro all'obiettivo.
Fonico: tecnico addetto alla registrazione del suono durante le riprese.
Fonico di presa diretta: si occupa della sistemazione dell'attrezzatura audio sul set ed è il responsabile della registrazione e del controllo effettuate durante la ripresa in diretta.
Fotogenia: è l'idoneità della persona ad avere un ottimo risultato sulla pellicola fotografica e cinematografica. E' diverso dalla bellezza.
Fotografo di scena: con le fotografie documenta tutto quello che accade sul set.
Fuori campo: ogni azione o suono che ha luogo fuori dal campo di ripresa (ciò che non si vede in video).
Grandangolare: obiettivo capace di riprendere un campo visivo maggiore di quello dell'occhio umano.
Ispettore di produzione: collaboratore sul set del direttore di produzione.
Macchinista: tecnico addetto al trasporto ed al montaggio delle macchine e degli accessori di ripresa.
Microfonista: tecnico alle dipendenze del fonico; si occupa della sistemazione dei microfoni per nasconderli alla vista nelle riprese..
Missaggio o mixaggio: è il montaggio audio della colonna sonora (musiche + dialoghi + rumori).
Operatore: tecnico addetto al funzionamento della macchina da presa e che esegue la ripresa.
Partecipazione straordinaria: breve parte recitata da un attore famoso.
Piano americano: inquadratura della figura dalle ginocchia alla testa.
Piano medio: inquadratura della figura dell'attore dalla vita in su.
Piano sequenza: unica sequenza priva di stacchi.
Pilota o pilot: è il filmato di prova realizzato per mostrare al cliente/produttore come il film, telefilm o sceneggiato verrebbe nella serie definitiva.
Play back: è la tecnica con cui l'attore, segue la colonna sonora in modo che sembri la sua voce (si usa molto per le canzoni).
Primo piano: inquadratura, nel caso della figura umana, dalle spalle in su.
Primissimo piano: inquadratura, nel caso di una figura umana, solo del viso.
Produttore: è colui che investe i soldi e mette in cantiere il filmato.
Profondità di campo: spazio nitido davanti e dietro il punto di messa a fuoco.
Provino: è la breve ripresa fatta a scopo di valutare l'idoneità di un attore per una parte (se deve recitare delle battute del copione, si chiama: Provino su parte), oppure per controllare il risultato finale delle luci o dei costumi.
Regista: responsabile artistico del film, l'unico che ha in mente tutto quello che si deve fare. E' il punto di raccordo di tutti quelli che lavorano per produrre il filmato.
Sceneggiatore: scrittore di un soggetto cinematografico: la sceneggiatura è la descrizione nei minimi particolari di tutto ciò che accade nelle sequenze che vengono girate.
Seconda unità: è una seconda troupe di regia che realizza sequenze di ausilio alla prima troupe.Es. riprese subacquee o riprese dei particolari della folla.
Segretaria di edizione: cura la stesura del diario di lavorazione nel quale viene annotato tutto ciò che accade sul set, dalle spese fino ai motivi di perdita di tempo. Inoltre riporta tutte le varianti effettuate alla sceneggiatura durante le riprese.
Set: è il luogo della ripresa.
Sequenza: unità narrativa del film composta da una o più scene compiute.
Sincronizzazione: è il sincronismo tra la voce del doppiatore con i movimenti labiali dell'attore che recita nel film.
Soggettiva: ripresa nella quale si vede ciò che vede l'attore.
Sottotitoli: se un film deve essere visto in un paese straniero, la forma più veloce di farlo capire, è tradurre le parole dette in frasi scritte nella parte inferiore dell'immagine proiettata.
Steadicam: un sistema di contrappesi che permette alla telecamera tenuta a spalla una ripresa perfetta e senza tremolii.
Stunt-man: è un cascatore molto somigliante all'attore (anche per il molto trucco) che lo sostituisce durante le scene pericolose.
Story-board: è la sceneggiatura disegnata nei minimi particolari, il fumetto del film.
Titoli di coda: elenco dei collaboratori secondari che non compaiono nei titoli di testa.
Titoli di testa: comprende il titolo del film, il nome del produttore, il cast artistico e quello tecnico principale.
Trailer: è un breve filmato di presentazione del film.
Troupe: è lo staff tecnico completo della produzione del film.
Zoommata: avvicinamento od allontanamento dal soggetto ripreso, fittizio perchè la telecamera resta alla stessa distanza ma varia la lunghezza focale dell'obiettivo che rende possibile l'effetto.
Posso utilizzare una musica vecchia ?
* Il diritto d'autore decade dopo 70 anni dal decesso dell'autore, ad esempio un'opera di Mozart è libera da diritti d'autore, attenzione però, questo non da il diritto di riprodurla prelevandola (riversamento in gergo tecnico) da un CD Audio in commercio, infatti vi sono sulla musica i diritti di riproduzione dell'editore e degli interpreti (orchestra, strumentisti, cantanti ecc.)
Come posso fare per utilizzare una musica ?
* Se debbo utilizzare una musica vecchia posso noleggiare un'orchestra, una sala d'incisione e far eseguire il brano per proprio conto, anche se è l'opzione più costosa
* se prendo una musica da un CD Audio in commercio debbo richiedere l'autorizzazione dell'autore o meglio dell'editore (spesso è impossibile contattare l'autore se estero), per ottenere la bollinatura Siae le autorizzazioni dell'autore o dell'editore sono INDISPENSABILI.
* se il CD Rom contiene immagini coperte da copyright (quadri, fotografie ecc.) debbo esibire l'autorizzazione dell'autore o dell'editore o del proprietario dell'opera in caso contrario la SIAE non rilascia le necessarie autorizzazioni
* se utilizzo una musica freeware prelevata da un CD Audio in commercio o da file su internet è meglio accertarsi prima che vi siano le necessarie autorizzazioni da presentare in SIAE.
Per ottenere l'autorizzazione SIAE, è indispensabile comunicare con esattezza i seguenti dati:
* nome e cognome dell'autore (non il nome di gruppo o dell'orchestra)
* nome o ragione sociale dell'editore
* titolo del brano
* durata in secondi
* referenza SIAE
in mancanza di uno solo di questi dati non sarà possibile ottenere i contrassegni SIAE, di conseguenza, prima di utilizzare una musica sincerarsi di ottenere i dati per la richiesta.
Come utilizzare la musica trovata su internet ?
* Con una semplice lettera si deve specificare quale file si è scaricato, e precisamente da quale sito internet è stato preso e in quale data. La filiale alla quale ci si è rivolti riinoltra questa lettera alla SIAE di Roma che verifica che l'utilizzo sia effettivamente lecito. Molto spesso alcuni siti scrivono che si possono utilizzare i loop o musiche ma non è specificato se vale anche per uso commerciale o se ci sono royalties.
Quanto costa il contrassegno SIAE e quanto tempo è necessario per averlo ?
* Il bollino SIAE ha un costo di Euro 0,02 + iva per bollini in omaggio e 0,03 per bollini per la vendita e deve essere pagato al momento del ritiro, ovviamente il costo può lievitare a causa dei diritti dell'autore
* Qualora l'importo superi 77,47 euro si deve aggiungere 1,29 per marca da bollo
* Il tempo necessario varia da sede a sede e in funzione dei carichi di lavoro SIAE, generalmente, si consiglia di calcolare un periodo compreso fra 5 e 10 gg lavorativi.
* Per maggiori dettagli e informazioni vi invitiamo a contattare la sede SIAE a Voi piu' vicina o provare a collegarvi al sito www.siae.it
Per produzione cinematografica si intende l'insieme di processi che permettono la realizzazione di un film (lungo o corto che sia). Tre sono le fasi generali che la contraddistinguon: preproduzione, produzione, postproduzione.
La preproduzione: ne fanno parte tutte le fasi preliminari alle riprese vere e proprie di un film. Abbiamo la scelta del soggetto, il passaggio alla sceneggiatura, alla raccolta dei fondi di finanziamento da parte del produttore, la scelta del regista e di tutto il personale tecnico, la ricerca delle location, la scelta degli attori e delle comparse, con relative contrattuali. In questa fase la figura più determinante è il produttore.
La produzione: scelti o costruiti i set, al coperto od al'esterno, il regista prende in mano la situazione e con tutti i suoi collaboratori, dal direttore della fotografia allo scenografo, al costumista, fino alla segretaria di edizione. Sarà lui a decidere, a dare l'ultima parola su tutto, inclusa la recitazione degli attori.
La postproduzione: comprende tutte le operazioni successive alle riprese, dalla composizione della colonna sonora, alla scelta ed al montaggio della scene girate, fino all'inserimento dei titoli di testa e di coda. Una volta che il film è pronto, il produttore (che è colui che detiene tutti i diritti del film) cerca i distributori per farlo girare nelle sale.
Una volta c'era solo il filmaker.... ma oggi siamo in un continuo creare qualcosa di nuovo, variando il passato e talvolta scordandoci completamente il passato, cioè la nostra storia. E' vero, dobbiamo sognare, sognare di fare, ma soprattutto fare... Dobbiamo realizzare i nostri sogni, e provare a fare un film.... e ci chiediamo se con il telefonino è un sogno ormai realizzabile? Si, ma,... ma dobbiamo capire che ciò che realizziamo con il cellulare forse non è un film, nemmeno un film corto, cioè un cortometraggio.... Chiamiamolo con il suo vero nome: è un filmato, nel senso di ripresa, ripresa di un momento di realtà.... di un avvenimento, di una situazione imprevista.... ed allora è un mezzo perfetto. Come dice Carlo Verdone, già è molto difficile fare un cortometraggio corto o cortissimo, fino a 2, 3 o 5 minuti utilizzando la vecchia pellicola od il nuovo digitale, figuriamoci, aggiungiamo noi, con un obiettivetto che sta dentro il telefono.... Teoricamente è possibile, ma poi farlo in pratica è più difficile. Va di moda e stanno nascendo molti concorsi di corti realizzati con il telefonino.... concorsi che vengono venduti come l'arte del futuro.... qualcosa che chiunque può realizzare...
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"Tutti i progressi tecnici mi scoraggiano. La perfezione della fotografia, gli schermi più grandi, il sonoro ad alta fedeltà, tutto questo permette ai mediocri di riprodurre pedissequamente la natura: e questa riproduzione mi annoia. A me interessa come un artista sa interpretare la vita. La personalità del regista è per me più importante dell'abilità di copiare bene un oggetto."
Per capire meglio il mondo del cortometraggio abbiamo fatto qualche domanda a chi si occupa di cortometraggi da oltre 15 anni, Brunella Audello e Vittorio Dabbene, che hanno dato vita nel 1989 all'associazione culturale “Kino Kinino”, con la produzione di un cortometraggio intitolato “Il fascino indiscreto dei Lumiere”. Brunella e Vittorio fanno coppia anche nella vita oltre che nella passione per il cinema; all’interno della loro sede si possono ammirare riviste riguardanti gli anni d’oro del cinema e cimeli cinematografici che ripercorrono a ritroso la nascita delle “immagini in movimento” .
Come nasce un cortometraggio?
Da una piccola idea, una frase ascoltata, un qualcosa di letto o visto per strada, di solito si ha in mente l'inizio (quello che in gergo di sceneggiatura si chiama "Il conflitto") poi si pensa ad un finale interessante che dia un significato alla storia, infine la parte più difficile collegare l'inizio con il finale attraverso uno sviluppo logico e interessante (si spera).
Perchè fare cortometraggi?
Non li consideriamo come una sorta di esercitazione per poi passare al lungometraggio ma come opere a se stanti, il cortometraggio ha una sua logica e una sua struttura ben precisa, privilegia l'idea di partenza e la sua lunghezza limitata consente un ritmo diverso dal
lungometraggio. E' indubbio che con risorse economiche limitate il "corto" riesce a sopperire maggiormente certe carenze. In un "lungo" la storia e la recitazione hanno quasi sempre delle cadute e queste in un film ad alto budget possono venire attutite da scelte tecniche (riprese particolare, effetti, location ambiziose) a basso budget questo non è possibile.
Due parole sul montaggio?
Non ci sono criteri precisi per il montaggio (si può scegliere il montaggio lineare, la storia fluisce dall'inizio alla fine non alterando tempi e spazi, si può scegliere il montaggio alternato o parallelo e la storia segue una o piu' vicende parallelamente fino a giungere ad una conclusione comune, si può procedere con flash back o altro ancora comunque è la storia che decide il montaggio, lo si decide già prima delle riprese, anche se a volte poi si può ancora cambiare idea (in tutto o in parte) durante il montaggio stesso. Un montaggio alternato mette in maggiore difficoltà lo spettatore, il quale in un primo tempo stenta ad entrare nella storia e necessita quindi di maggiore attenzione, il pericolo è che si esageri e non si equilibri bene il montaggio costringendo gli spettatori a rinunciare a seguire la storia.
Riportiamo da Wikipedia, l'enciclopedia libera: "Un cortometraggio è un film la cui durata normalmente non supera i 30 minuti complessivi (al festival di Clermont-Ferrand, il più importante per i cortometraggi, la durata massima ammessa è di 40 minuti). Ma...
Le specifiche e la filosofia dei Corti
Secondo "Il Nuovo Zingarelli" Zanichelli, Bologna, 2000) il «Cortometraggio» è un film di durata non superiore ai quindici minuti, specialmente di contenuto documentario o pubblicitario (al 19 marzo 2022). Lo Zanichelli commetteva un paio di errori, prima sulla durata poi sul discorso pubblicitario. In altri articoli troverete tutte le regole valide in Italia per la legislazione italiana.
Il cortometraggio – ormai detto comunemente «corto» - si affianca a due sfere di interesse diverse fin dalla sua evidenza etimologica: da un lato è immediato il parallelo che lo avvicina al lungometraggio anche se errato sarebbe definirlo come un frammento di quest'ultimo.
I corti sono film a tutti gli effetti, con una propria struttura: hanno un inizio ed una conclusione o, parlando cinematograficamente, i propri titoli di testa e di coda.
"La seconda sfera di interesse è senza dubbio quella temporale." Spiega Emanuele Sana su http://www.ilcorto.it/ilCorto_AV/SANA_cap1.htm. "Il primo elemento di riconoscimento per i corti è appunto la durata inferiore rispetto agli standard presenti al cinema. Se prendiamo infatti in considerazione i festival nazionali ed internazionali dedicati ai corti, risulta evidente come il limitare la durata diventi una necessità di tipo organizzativo, sia per quanto riguarda il lavoro di selezione del materiale iscritto al concorso, sia per gli effettivi giorni di programmazione in sala."
Ben più importante è l'ultimo fattore, di tipo strutturale: scrivere un film con un minutaggio superiore ai trenta minuti, necessita un approccio diverso al personaggio ed alla trama; quest'ultima in particolare dovrebbe includere una sottotrama, mentre i corti vengono limitati proprio per cercare di mantenere intatta la loro specificità di ricercata semplicità.
Risolta la questione relativa a ciò che intendiamo con il termine corti, è ora di dimostrare l'indipendenza dei corti dai "fratelli" maggiori.
Attualmente sono due gli schieramenti opposti: il primo definisce i corti "palestra per giovani registi che si preparano al lungometraggio"; il secondo lo vuole "forma espressiva autonoma". Entrambe le sfere di valore dovrebbero essere prese in considerazione: credo che la limitatezza della prima consista nel non capire che, pur essendo terreno di prova, nulla vieta che i corti abbiano una propria peculiarità e che possano rappresentare qualcosa di molto differente da un film di novanta minuti.
I corti in tv per utenti che li vedranno gratis
Inoltre è possibile trovare enti, festival e concorsi mossi dalla precisa attenzione al panorama dei corti d'autore. Ci sono poi alcuni registi e produttori che scelgono come missione professionale quella di pensare a quest'orizzonte per effettiva volontà o per necessità di ordine economico ed organizzativo. Si pensi infine sia la Rai che Mediaset per vari anni hanno trasmesso cortometraggi nei loro palinsesti, ma poi li hanno eliminati perchè (forse?) non redditivi? noi nel nostro piccolo avevamo un sito in cui era possibile vederli gratuitamente circa un migliaio, ma abbiamo poi dovuto sospendere il tutto per le troppe spese, incluse la Siae, non evendo nessuna entrata.
Una prima testimonianza dell'indipendenza dei corti risiede nella consapevolezza di essere fin dall'idea destinati ad un tipo di fruizione appositamente limitata. L'aspetto della fruizione, rappresenta un forte elemento di differenziazione tra i corti cinematografici e le altre forme brevi: mentre i primi, infatti, non sono previsti nella grande distribuzione, essi occupano spesso una nicchia situata nei ristretti campi di festival, e rassegne anche televisive, dove avviene una visione gratis del prodotto.
I corti non rappresentano un genere narrativo, in quanto i tratti interni al testo filmico non sono omogenei: come i lungometraggi, anche i corti sfruttano infatti ogni insieme di tratti caratteristici, dal western al noir, dalla commedia al musical, dimostrandosi una sorta di contenitore di generi.
Se dal punto di vista testuale non possiamo considerare i corti come genere, la teorizzazione diventa più difficile quando consideriamo gli elementi extratestuali e formali. Uno spettatore sceglierà di assistere ad una manifestazione di film di breve durata, è vero, ma non saprà mai se tra i corti troverà il suo genere preferito."
I corti come territorio di sperimentazione di nuovi stili
I corti si presentano oggi come alle origini, un prodotto altro rispetto allo standard cinematografico. Sono fondamentale palestra in attesa del lungometraggio ma anche forma espressiva autonoma, stanno al racconto (ma anche all'aforisma o allo sketch) come il film sta al romanzo, sono esordio ed apprendistato di tanti grandi maestri del cinema ma anche una loro chicca sconosciuta ai più.
Afferma Emanuele Sana: "I corti sono territorio di sperimentazione di nuovi stili, spazio dell'autoproduzione e dell'indipendenza, espressione per eccellenza della creatività giovanile ma anche formato che si innesta nel filone della tradizione specialmente legata al documentario o ad altre forme consolidate, corti come spazio di libertà da schemi, quindi, ma anche luogo vincolato da condizionamenti produttivi. Tutto questo testimonia che gli approcci ai corti possono essere diversi, ma la mentalità che guida queste realizzazioni è la medesima che consente ad un film di nascere.
I corti sono soprattutto, salvo alcune realizzazioni di case di produzione affermate, terreno dell'autoproduzione e dell'indipendenza, e inoltre valvola di sfogo della creatività giovanile: togliendo da questi tre sistemi quello dell'indipendenza, è facilmente comprensibile che gli altri due sono lontani dalla produzione ad alto budget. Indipendenza e creatività giovanile non dispongono di grandi risorse, quindi i corti diventano il primo pensiero per chi non ha la possibilità di produrre un film di durata superiore ai trenta minuti, sia dal punto di vista di tempo effettivamente speso per riprese e montaggio, sia per questioni finanziarie ed organizzative, soprattutto in termini di maestranze implicate nel lavoro.."
“Io rubo da ogni singolo film mai realizzato. Se delle cose mi piacciono le mescolo insieme. E se alla gente non piace, allora non andate a vederlo, va bene? Rubo da tutto. I grandi artisti rubano, non fanno omaggi”.