♥ Cortometraggi
In Italia le storie si auto-generano: dello sceneggiatore ormai non vi è più traccia. A quanto pare, il mercato dell’audiovisivo è in crescita, anche in Italia. Anzi, in forte crescita, con tutto quel che ne consegue in termini industriali. E su questo, tutti concordi. Tutti concordi anche nel dire che si tratta di un mercato al cui centro sono le storie; perché senza una buona storia, com’è ovvio, non si fa un film, né una serie tv, né una web serie eccetera eccetera. E alle storie si dà – apparentemente – la caccia. Ora, di norma: dove al centro vi è una storia, al centro vi è un narratore. Cioè colui che è in grado di strutturarla e di scriverla.
Leggi tutto: Sceneggiatori, i nuovi desaparecidos. Un mercato delle idee senza….. le idee?
La GIURIA DEL CONCORSO composta da: SERGIO SALVATI (presidente) grande direttore della fotografia, ha lavorato con Steno, Carlo Vanzina, Christian De Sica, Lucio Fulci oltre a numerosi episodi di serie Tv e caroselli, cortometraggi e documentari. SALVATORE ALU’ sceneggiatore, RENATO VERDECCHI organizzatore di festival, ALFONSO GALDI organizzatore di festival, LAMBERTO FABRIZI ideatore del cine-teatro “Della Forma”, RENATO FRANCISCI direttore artistico ed organizzatore di questo festival. ha assegnato i seguenti Premi:
Negli anni Sessanta i primi trionfi italiani con Morricone, Cipriani ma soprattutto “Profondo rosso”, poi la riscoperta cinefila di Tarantino. Dall'avvento del sonoro, le industrie delle immagini e dei suoni sono state gemelle. Il cinema si potenziava attraverso la radio e i dischi, e viceversa. Le colonne sonore, i leitmotiv e le canzoni associate ai film erano parte della potenza del cinema. Ma il disco diventava anche un modo per proiettarsi nella propria testa ascoltandolo.
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Con il termine cortometraggio si suole indicare un film di durata non superiore ai trenta minuti. Chiamato anche “corto”, può avere carattere documentario o narrativo, con una trama unica e lineare che occupi l’intera durata del film; durata che per la legge italiana può arrivare fino a 75 minuti. Il cortometraggio, in passato, veniva utilizzato come anticamera per la produzione di lungometraggi, ed era per molti, infatti, l’equivalente di un racconto rispetto al romanzo. Al giorno d’oggi la situazione non risulta essere granché cambiata. Sono perlopiù giovani aspiranti registi e sceneggiatori che scelgono di cimentarsi nella creazione di queste opere, riuscendo a far sposare il proprio talento con i più bassi costi di produzione che questo strumento particolarmente complesso offre. Tuttavia, sarebbe sciocco considerare il cortometraggio come un “film corto”, perché esso risulta essere profondamente diverso dai lungometraggi non solo in chiave di durata, ma anche in chiave di concezione e tecniche di produzione.
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Il cortometraggio che vi proponiamo oggi si intitola “The present”, è stato prodotto da Jacob Frey ed è basato sui comics di Fabio Coala. In modo sorprendente per lo spettatore, questo video tratta il tema della disabilità: in un primo momento vedrete un simpatico cagnolino e il nuovo padroncino troppo attento a giocare ai videogiochi per stare con lui. Il corto ci porta a riflettere stimolando la nostra empatia, prima verso il cucciolo e poi verso il ragazzo, accomunati dalla disabilità.
Questa è la saletta del Cine-teatro "Della Forma"
Ecco le indicazioni per arrivare al CINE-TEATRO DELLA FORMA in Viale della PRIMAVERA 317 - 00172 Roma
Queste sono le mappe prese da Google
e
Se venite da fuori Roma con il treno e vi fermate alla STAZIONE TERMINI, o se arrivate con i mezzi pubblici alla Stazione Termini come punto di riferimento, potete prendere prima la Metro A scendere a SAN GIOVANNI dove prendere la Metro C per scendere alla fermata GARDENIE
poi camminando una decina di minuti verso Via CASILINA, arrivate al Cine-Teatro (tempo totale da Termini circa 45/50 minuti)
SE invece venite dalla parte della VIA CASILINA, è molto semplice, dopo 200 metri circa, cercate un parcheggio...
siete arrivati..... è lì a destra.
Altri mezzi pubblici per arrivarci:
* Trenino FC1 parte da TERMINI/LAZIALI direzione Centocelle, fermata BALZANI
* Bus 105 direzione Parco di Centocelle, è circolare, passa per Stazione Termini, fermata CASILINA/PRIMAVERA
* Bus 412 direzione OLEVANO, parte da zona stazione TUSCOLANA, fermata FERRAIRONI/TRIONFI
* Bus 544 direzione Parco di Centocelle, parte in zona Nomentana, fermata PRIMAVERA/PETRINI
Benvenuti a tutti e godetevi insieme ai vostri amici, troupe, parenti e conoscenti la visione dei CORTOMETRAGGI seduti nei 100 posti delle poltroncine di velluto rosso del Cine-Teatro "DELLA FORMA" !!
Un cortometraggio eccellente può rappresentare il tuo accesso al mondo del cinema. Scopri come trovare l’ispirazione e trasforma la tua idea dal copione alla proiezione. I racconti brevi del cinema Un racconto breve può essere avvincente al pari di un romanzo. Analogamente, i cortometraggi di qualità contengono gli stessi elementi narrativi dei film (un evento scatenante, un conflitto e una soluzione), ma in un contenitore più piccolo. Ogni genere ha il relativo formato breve: documentari, storie drammatiche, horror, commedie romantiche e non solo. “Un cortometraggio è come un estratto. Può durare 2 minuti come 23”, afferma la regista Helen Alexis Yonov. “Ma offre un pezzo di vita con una struttura completa: inizio, sviluppo e finale. Secondo me, bisognerebbe rispettare i cortometraggi, perché è difficile creare qualcosa di valido in otto minuti”.
Leggi tutto: Idee per cortometraggi: trova l’ispirazione per raccontare una storia.
Al Concorso sono arrivati cortometraggi da tutte le regioni italiane e dalla Francia, Spagna, Inghilterra, Turchia, Libano e Cina. La giuria, dopo attenta visione delle opere, ha selezionato 55 cortometraggi FINALISTI, tra cui scegliere i CORTOMETRAGGI VINCITORI, anche se tutti e 55 meriterebbero un premio.
Elenco dei Cortometraggi che partecipano al Concorso: “ILCORTO.IT Festa Internazionale di ROMA 2022“
Questo è l'elenco (ordinato per titolo) dei cortometraggi che partecipano al Concorso internazionale “ILCORTO.IT Festa Internazionale di ROMA 2022“ che premierà i vincitori nel pomeriggio del 21 dicembre nella giornata più corta dell’anno: è per questo motivo che, in tutto il mondo, la ricorrenza del solstizio d’inverno è occasione per celebrare la forma breve del cinema, per quello che è chiamato lo SHORT FILM DAY ovvero la GIORNATA INTERNAZIONALE DEL CORTOMETRAGGIO.
Invito alla Premiazione del Concorso di Cortometraggi “ILCORTO.IT Festa Internazionale di ROMA 2022“
Il 21 dicembre è il solstizio d’inverno che, oltre a dare inizio ufficialmente alla stagione più rigida, è anche la giornata più corta dell’anno. È per questo motivo che, in tutto il mondo, la ricorrenza del solstizio d’inverno è occasione per celebrare la forma breve cinematografica, per quello che è chiamato lo SHORT FILM DAY ovvero la GIORNATA INTERNAZIONALE DEL CORTOMETRAGGIO. Perciò l'Associazione Culturale "ILCORTO.IT" effettuerà proprio nel pomeriggio di Mercoledì 21 dicembre la Premiazione dei CORTOMETRAGGI vincitori del concorso “ILCORTO.IT Festa Internazionale di ROMA 2022“. Alcune delle opere premiate saranno anche proiettate.
A fronte di 328 film prodotti solo 156 sono usciti nelle sale. Gli sgravi fiscali cadono a pioggia su tutti e gli imprenditori guadagnano anche se nessuno vede le pellicole. L’Italia, dopo la pandemia, è in ripresa, tranne un settore fortemente radicato nel Lazio: l’audiovisivo. È il mondo dove si fabbricano sogni e paradossi: gli incassi segnano meno 72 percento, le sale sono vuote (il primo vero e inatteso successo è il Pirandello di Roberto Andò che ha superato 4 milioni e 800 mila al botteghino), ma si continuano a sfornare film; nel 2021 in Italia se ne sono prodotti 328, nelle sale ne sono usciti 156 (e su 100 film, appena 17 sono italiani).
Leggi tutto: Carlo Verdone: «I film si scrivono in 7 giorni, i risultati si vedono...»
Le premiazioni dei cortometraggi vincitori del concorso internazionale di Cortometraggi "CORTO CIAK 2022" saranno effettuate Venerdì 2 Dicembre dalle ore 18,30 nella sala Conferenze allo Stadio Anco Marzio di Ostia Lido. L'entrata è gratuita. Saranno assegnati ai Cortometraggi vincitori del Concorso i seguenti premi: Primo premio CORTO CIAK 2022 al Migliore Cortometraggio e a seguire: Migliore Regia, Migliore Sceneggiatura, Miglior Corto Straniero, Migliore Attrice. I cortometraggi vincitori saranno proiettati.
Leggi tutto: Le premiazioni dei cortometraggi vincitori del "CORTO CIAK 2022"
Questo è un primo parziale elenco dei cortometraggi che partecipano al Concorso internazionale “ILCORTO.IT Festa Internazionale di ROMA 2022“ che per l'invio ha scadenza il 30 novembre.
La quattordicesima edizione 2023 del Palena Film Festival ti invita ad inviare il tuo cortometraggio, animazione o video musicale. Il Palena Film Festival è una competizione di tre giorni che si svolgerà a Palena (CH) dal 10 al 12 agosto 2023. La serata finale della premiazione si svolgerà presso il Teatro Aventino “Ettore Maria Margadonna” a Palena, il 12 agosto 2023 (21:30 ora locale).
Al Film Festival Internazionale “Skiptown Playhouse”, nel cuore di Hollywood, il regista indipendente italiano Jean-Luc Servino, in nomination con ben tre dei suoi cortometraggi, porta a casa due vittorie, rispettivamente Best International Micro Short Film con “I fell in love with a Balloon” e Outstanding Performance in a Short Film con “Dear Gaia”. Un successo corale quindi per la JLS Films, realtà cinematografica indipendente italiana, che continua a macinare successi in giro per il mondo; solo due mesi fa era stata la volta di Barcellona con “Lettera dal professor V”, cortometraggio recentemente proiettato anche a Roma nella kermesse “Percorsi Pasoliniani”.
I cortometraggi finalisti al concorso internazionale di Cortometraggi "CORTO CIAK 2022" saranno proiettati nei pomeriggi di martedì 15 novembre e giovedì 17 novembre dalle ore 18 nella sala Conferenze allo Stadio Anco Marzio di Ostia Lido.
Leggi tutto: CORTO CIAK 2022: le proiezioni dei cortometraggi finalisti
Finalmente tutto è pronto! Venerdì 28 ottobre alle ore 21,30 a Roma proiezione di Cortometraggi di tematiche pasoliniane: 9 vostri corti di grande impatto, da non perdere!!! La rassegna, con entrata GRATUITA, si svolgerà nella location del Roma 70 Summer Village in Via dell'Automobilismo 202, uno spazio nuovo tutto dedicato alla valorizzazione del territorio con eventi culturali e artistici.
Leggi tutto: Roma Venerdì 28 ottobre: Proiezione di 9 cortometraggi di tematiche pasoliniane
Ecco le indicazioni per arrivare al TEATRO DELLA FORMA per assistere alla proiezione dei 230 cortometraggi che partecipano in 11 giorni alla MARATONA DEI CORTOMETRAGGI 2022...
Queste sono le mappe prese da Google
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Se venite da fuori Roma con il treno e vi fermate alla STAZIONE TERMINI, o se arrivate con i mezzi pubblici alla Stazione Termini come punto di riferimento, potete prendere prima la Metro A scendere a SAN GIOVANNI dove prendete la Metro C per scendere alla fermata GARDENIE
poi camminando una decina di minuti verso Via CASILINA, arrivate al Teatro (tempo totale da Termini circa 45/50 minuti)
SE invece venite dalla parte della VIA CASILINA, è molto semplice, dopo 250 metri circa, cercate un parcheggio...
Altri mezzi pubblici per arrivarci:
* Trenino FC1 parte da TERMINI/LAZIALI direzione Centocelle, fermata BALZANI
* Bus 105 direzione Parco di Centocelle, è circolare, passa per Stazione Termini, fermata CASILINA/PRIMAVERA
* Bus 412 direzione OLEVANO, parte da zona stazione TUSCOLANA, fermata FERRAIRONI/TRIONFI
* Bus 544 direzione Parco di Centocelle, parte in zona Nomentana, fermata PRIMAVERA/PETRINI
Benvenuti a tutti e godetevi insieme ai vostri amici, troupe, parenti e conoscenti la visione della MARATONA DI CORTOMETRAGGI seduti nei 100 posti delle poltroncine di velluto rosso del Teatro della FORMA !!
Questo è l'elenco dei cortometraggi che martedì 20 settembre dalle ore 20,00 hanno ricevuto i premi del Concorso FLAMINIO film festival. La location delle Proiezioni e Premiazioni è stata l'Arena Anfiteatro di Piazza Antonio Mancini a Roma (cap 00196), con ENTRATA GRATUITA.
Leggi tutto: FLAMINIO Film Festival: Elenco dei corti che sono stati premiati
"Ai giovani posso solo consigliare di "fare gruppo", di stare insieme, di frequentarsi, di inventarsi degli spettacoli, dei piccoli film ..." e " Oggi, invece, sembra che tutti debbano agire in solitudine, non tenendo conto del fatto che il cinema è un lavoro collettivo." (sceneggiatore di Rossellini e Lattuada, come regista ricordiamo Cronache di poveri amanti (1954), Il processo di Verona (1963), Banditi a Milano (1968))
L'Associazione Culturale senza scopo di lucro “ilCORTO.it”, visto il successo delle precedenti edizioni, per dare la maggiore visibilità possibile ai cortometraggi ricevuti nei concorsi che coordina (Corto Ciak, Flaminio F. F. ed il suo ilCORTO.it), in concomitanza col Festival del Cinema di Roma, organizza negli 11 pomeriggi dal 13 ottobre al 23 ottobre, al Teatro della Forma (Viale della Primavera 317, Roma) la proiezione di ben 230 di cortometraggi (senza assegnazione di premi: il premio è la proiezione stessa), appunto una MARATONA DI CORTOMETRAGGI con ENTRATA GRATUITA.
Leggi tutto: MARATONA di 230 Cortometraggi - Festa Internazionale di Roma 2022
Elenco dei Cortometraggi che sono in proiezione il giorno 19 settembre dalle ore 20,00 all'Arena Anfiteatro di Piazza Antonio Mancini a Roma (cap 00196): sono tra i finalisti (ma non solo loro) del concorso Flaminio film festival:
Regia | Titolo Cortometraggio | Minuti |
ROTA MARCO | ERA UN INCUBO? | 3 |
EMANUELE PELLECCHIA | A MESSAGE FOR CHRISTMAS | 7 |
LATINA, PISTRITTO | FILI DI MEMORIE | 20 |
CARLI DIEGO | L’AMORE NON SI SGONFIA MAI | 12 |
THOMAS TUROLO | LA REGINA DI CUORI | 17 |
GIUSEPPE PISCINO | UOMA | 7 |
ALESSANDRO PERRELLA | A OCCHI CHIUSI | 8 |
INNAMORATI, ROSSI | IL MAI NATO | 20 |
BIGNOTTI ANDREA | FATHER AND SONS | 20 |
V. RIZZARDI PENALOSA | BERTIE MI HA SCRITTO UNA POESIA | 15 |
Leggi tutto: Concorso FLAMINIO F. F. - Cortometraggi in Proiezione
L'associazione culturale romana "ILCORTO.IT" ha voluto quest'anno proseguire con un evento che ha iniziato a creare in occasione della prima edizione della Festa del Cinema di Roma: perchè tanta pubblicità ai lungometraggi e niente o quasi ai Cortometraggi?
Leggi tutto: Perchè la MARATONA dei Cortometraggi?... il cinema ad ingresso gratuito.
Cerchiamo cortometraggi della durata massima di circa 15 minuti su tematiche come: ragazzi di strada, periferie, rapporti figlio/madre, amore non corrisposto, omosessualità, prostituzione maschile, ecc... per proiezioni a Roma venerdì 28 ottobre nell'ambito di un evento della durata di 9 giorni dedicato a Pier Paolo Pasolini a cui siete invitati. La location è in Via dell'Automobilismo 202 presso il Roma70 Summer Village. Per ulteriori informazioni telefonare a: 3780834501 o inviare email a:
Il cinema entrerà nella scuola come materia di studio. L'annuncio l'ha dato il ministro della Pubblica Istruzione e della Ricerca Scientifica e dell'Università, Luigi Berlinguer. È una promessa esposta in termini generici, quanto basta, tuttavia, a legittimare speranze e un pizzico di fiducia. Era tempo che i ministeri competenti cominciassero a porsi un problema, giunto da molto al punto giusto di cottura. Fra i tanti ritardi, di cui patisce il nostro sistema dell'istruzione, quello dell'insegnamento del cinema e di altre moderne forme espressive e comunicative non è tra i meno insignificanti, denota il persistere di quel distacco della scuola dalla società contemporanea che è uno dei più gravi mali italiani e ha ripercussioni sulla formazione professionale. Non che siano mancate, in un passato remoto e vicino, iniziative ed esperienze degne di lode. Non mancano nemmeno casi in cui i sussidi audiovisivi siano riusciti a pervadere le normali abitudini didattiche. Ma la conoscenza critica del cinema e dei linguaggi più moderni continua ad essere, nelle strutture scolastiche, ancora una pratica sporadica. Non lo è più a livello universitario, dagli albori del decennio Settanta, allorché ha avuto inizio l'accensione di cattedre, variamente intitolate, istituite in tutta Italia presso i più rappresentativi atenei.È occorso il Sessantotto, con i suoi benefici effetti sull'apertura alle discipline più legate ai processi evolutivi generati nel Novecento, affinché cadessero diffidenze e pregiudizi addebitabili a sordità culturali. È opportuno, però, altresì prendere atto che l'ingresso del cinema e delle comunicazioni di massa nell'università è avvenuto non alla luce di una programmazione centralmente determinata, ma in virtù di spinte espansive nate dal basso, da logiche, dinamiche e disegni riguardanti la crescita delle singole Facoltà e il rafforzamento dei singoli centri universitari. Una più ampia visuale non c'è stata, non c'è stato un progetto e una consapevolezza che investissero parimenti la scuola nella varietà delle sue articolazioni, l'università e il vasto e frastagliato campo della comunicazione audiovisiva. La stragrande maggioranza delle cattedre è stata partorita all'ombra dei folti raggruppamenti di Lettere e Filosofia, mentre non di rado le comunicazioni di massa sono state comprensibilmente attratte nell'orbita di Sociologia. A lungo andare, le cattedre di critica e storia del cinema hanno prodotto e producono programmi che rischiano di avere un rendimento inadeguato nella misura in cui sono complementari e aggiuntivi ad altri aventi una relativa attinenza. Per farci capire anche da chi non abbia familiarità con questo argomento, il cinema lo si insegna spesso via fuggendo: due corsi, un paio di anni, un paio di esami e poi (frequentazione di seminari a parte) si dà l'avvio alla preparazione della tesi di laurea, al più raccomandando, o addirittura imponendo, di coltivare qualche disciplina assonante. Troppo poco diciamo la verità, per studenti che - non è male precisarlo - pur avendo manifestato una netta preferenza per il cinema nella impegnativa prova finale della tesi, conseguiranno comunque una laurea in altra materia. Le eccezioni ci sono, anche se non numerosissime. Le rappresentano i Dams, i corsi di laurea con un indirizzo che abbraccia la comunicazione e lo spettacolo, ma questa è una realtà dalla quale sono esclusi parecchi atenei, la fetta più grossa della popolazione universitaria. Stiamo cercando di dire che, senza togliere meriti a docenti e discenti e pur riconoscendo che un progresso notevole nell'ultimo ventennio v'è stato, il meccanismo scaturito ha le sue contraddizioni e impedisce un apprendimento architettato al fine di conseguire un alto livello di specializzazione. Che cosa c'entrano le dissonanze rilevate con i preannunci e gli encomiabili impegni del ministro Berlinguer? C'entrano, eccome, perché se il cinema e le comunicazioni di massa davvero avranno piena cittadinanza nella scuola, occorrerà un personale qualificato e sarà compito dell'università prepararlo nel modo più funzionale e soddisfacente, approntando piani di studio organici e corsi di laurea e dipartimenti appositi. Non ci si attende che le università sfornino registi, sceneggiatori, scenografi, direttori della fotografia e critici (questo già accade, anche se casualmente), ma che forniscano strumenti solidi a coloro che domani saranno chiamati a insegnare. Così, fra l'altro, acquisterà un più preciso senso sociale la presenza del cinema e delle comunicazioni di massa nell'università perché agli studenti si apriranno sbocchi professionali e l'assimilazione della cultura e dei linguaggi audiovisivi non costituirà più, come accade ora, soltanto un arricchimento del proprio corredo conoscitivo. Il ministro Berlinguer merita di essere incoraggiato, anzitutto dal mondo del cinema, dello spettacolo e della comunicazione, che invece è parso, almeno a noi, distratto, non avendo ancora compreso, occupato a correr dietro ai propri angusti particolarismi, che la formazione di spettatori motivati culturalmente e criticamente consapevoli è una delle più valide garanzie per il futuro. (m.a.)
dall'Editoriale di CINEMASESSANTA n° 1 del 1996
Al via il primo ciak per Il dito e la luna, il cortometraggio di Rossella Bergo - prodotto da Clownessa Film APS in collaborazione con Emera Film - che vede protagonista Katia Ricciarelli nei panni di Bianca, una madre costretta alla scelta fra i pregiudizi di una società miope e la bellezza di una consapevolezza costruttiva. Al suo fianco, nei panni del figlio Tommaso, un ragazzo timido e introverso, Samuele Spada. Tra gli altri personaggi che popolano il corto troviamo Matilde, la zia di Tommaso, interpretata dalla stessa regista, che condurrà Bianca sulla via della consapevolezza, e le esuberanti operaie che animeranno alla fine della storia la passerella di alta moda con il loro mirabile stile da modelle curvy. Su tutto campeggia un appassionato omaggio alla bellezza e alla creatività: scenario mirabile di ricomposizione e riscatto. Un invito a seguire il proprio sogno al di là delle opinioni altrui e della realtà che ci circonda.
Il cortometraggio intende focalizzare l’attenzione su come ancora oggi credenze radicate in modelli di pensiero ormai sorpassati, tabù, pregiudizi possano pregiudicare la vita stessa di chi li subisce ma anche di chi li diffonde. Il non sentirsi accettati, compresi, accolti provoca un intenso disagio che può manifestarsi in vari modi, così chi è schiavo di un pensiero ottuso è spesso condannato ad una opposta ma uguale forma di turbamento.
Quella de Il dito e la luna è una storia che parla anche di quell’intimo malessere e di riscatto sociale per quelle persone che, per un motivo o per un altro, non rientrano nei canoni accettati dalla società e per questo non si sentono mai all’altezza delle aspettative degli altri.
Sullo sfondo un’importante riflessione: anche laddove non sembra esistere spazio per l’arte e la creatività, queste spingono a tal punto da straripare. Non c’è modo di silenziare quell’impeto dettato dall’anima di un talento e, anche se in un ambiente culturalmente poco fertile, ecco fiorire la creatività in tutto il suo splendore senza codici prestabiliti e regole imposte.
Il cortometraggio è ambientato interamente nel Comune di Porto Tolle situato nel Parco Regionale Veneto del Delta del Po, Patrimonio dell’Umanità Unesco e principale area della Riserva della Biosfera Delta del Po. Uno spazio che racchiude atmosfere suggestive che aiutano e sottolineano lo sviluppo della narrazione e aiutano a seguire il mood del film amplificando la trasmissione delle emozioni. Il Delta è un territorio ancora poco esplorato dove il tempo e lo spazio sembrano sospesi e dove lo sguardo si perde nelle ampie distese. Questa terra bagnata dalle acque del mare e del fiume suscita a volte una percezione di smarrimento altre volte un profondo senso di libertà. Uno spazio che d’inverno, timidamente, si nasconde nelle sue nebbie ma che nella bella stagione si illumina offrendo genuinamente la propria nudità.
Il teaser del progetto è stato presentato alla 78° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nello spazio della Regione Veneto – Hotel Excelsior Settembre 2021.
Titolo cortometraggio Il dito e la luna
Sceneggiatura e regia Rossella Bergo
Produzione La Clownessa Film APS
Distribuzione Emera Film
Date riprese
Dal 22 al 27 maggio 2022
Patrocinio:
Patrocinio del Comune di Porto Tolle
Patrocinio dell’Ente Parco Delta del Po Regione veneto
Patrocinio Fondazione Rovigo Cultura
CAST ARTISTICO
Ruoli principali:
Protagonista: Katia Ricciarelli - Madre
Co-protagonista: Samuele Spada - Tommaso
Ruolo principale: Rossella Bergo - Zia
Ruoli secondari:
Barbara Braghin – Operaia/curvy model
Elisabetta Parenti – Operaia/curvy model
Francesca Angelo – Operaia/curvy model
Elisa Romagnolo – Operaia/curvy model
Marianna Dalan – Operaia/curvy model
Lubita Winfrida – Moglie del custode del faro
Alessandro Trombin – Custode del faro
Corale Mazzorno Destro – Coro della chiesa
Silvano Pozzato – Organista
Diego Bertante – Parroco
Studio Alfa – Ufficio Stampa e Promozione
"Ho cominciato a fare regia proprio per caso, per non dover sottostare all'idea che un regista leggeva quello che io scrivevo senza capirlo".
"Lavorare con molti soldi o pochissimi soldi è la stessa cosa... è tutta una questione di saper raccontare una storia". (Regista di numerose pellicole horror, thriller e fantascientifiche, come: 1997: Fuga da New York (1981), La cosa (1982), Grosso guaio a Chinatown (1986), ... )
CONCORSO di CORTOMETRAGGI
“ILCORTO.IT Festa Internazionale di ROMA 2022“
Iscrizione: Gratuita - Scadenza: 30 NOVEMBRE 2022
Leggi tutto: Scade 30 Novembre 2022 “ILCORTO.IT Festa Internazionale di ROMA 2022“
Se un cortometraggio non può essere pubblicitario, i corti che venivano trasmessi in "Carosello" erano o no cortometraggi? Dal 1957, anno in cui nacque Carosello, per una legge allora vigente, la regola era che prima veniva trasmesso un filmato corto senza pubblicità della durata di circa 1 minuto e mezzo e poi circa 30 secondi di pubblicità vera e propria. Carosello portò una serie di innovazioni nel linguaggio televisivo pur rimanendo molto vicino alla cultura popolare. Era la nascente società dei consumi che con un messaggio rassicurante andava incontro alla massaia moderna ed all'uomo che doveva provvedere alla famiglia, pur in un contesto legato alla tradizione nazionale popolare. Chi furono i registi di quei corti (che erano chiamati sketch)? Sergio Leone, Pupi Avati, Ugo Gregoretti, Age e Scarpelli, Gillo Pontecorvo, ed anche Fellini. Visto che quei corti portavano tanta pubblicità e soldi, anche gli attori più conosciuti li fecero: Totò, Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Virna Lisi, Dario Fo, Raimondo Vianello, Mina, Ernesto Calindri e tanti altri.
Ci scrive Giulia: " Salve, sono iscritta al vostro concorso il corto 2006, vorrei sapere: le nostre sceneggiature che state pubblicando sono protette dalla siae? oppure il primo arrivato ce le può rubare ed andarle a depositare? io ho depositato il mio corto ma non la sceneggiatura. "
I problemi della protezione sui diritti d'autore sono diversi.
1°) La pubblicazione sul nostro sito fa fede che, ad una certa data, una sceneggiatura è stata pubblicata da parte di un autore.
2°) Il deposito alla SIAE (che ha un costo), come l'autoinvio di una raccomandata a se stessi o la pubblicazione sul nostro sito (che non hanno costi), si equivalgono.
3°) Aver girato da una sceneggiatura un corto ed avercelo spedito è la prova tangibile che si è autori di quella sceneggiatura.
.... ma ....
ma occorre poco per "copiare l'idea" da una sceneggiatura, basta aggiungere qualche personaggio, toglierne un'altro, cambiare la location, modiicare le battute ed il gioco è fatto!
Ricordatevi che l'idea in sé non è brevettabile nè proteggibile in qualche maniera.
La stessa idea può venire anche ad altre persone, lo svolgimento del tema è ciò che diversifica un'opera dall'altra (per fare un esempio cinematografico, quanti film sono stati realizzati a partire dalla lettura di uno stesso libro? )
Quello che possiamo depositare deve essere un insieme di informazioni ben precise: dalla location ai nomi ed azioni dei personaggi, alle loro battute.
E la realizzazione del cortometraggio prima, ed il suo inserimento nel nostro "Archivio nazionale dei Cortometraggi" potrà sempre darvi una certificazione della data di realizzazione della vostra opera.
Buio, suona la sveglia, la spengo, poltrisco un po' a letto, poi mi alzo, vado in bagno, mi lavo, mi guardo allo specchio, faccio i miei bisogni fisiologci, vado in cucina, mi preparo accuratamente il caffè, lo bevo, poi vado in camera a scegliermi uno per uno i vestiti, mi vesto, poi esco....
Ecco la mia bella idea!!!! e con tutto questo, una volta girato e montato sono passati almeno 5 minuti.
Così posso fare un cortometraggio che può arrivare a durare anche 1 ora.... riesco cioè a fare quasi un film....!
Non stiamo scherzando, mentre scrivo sto vedendo un filmato che è arrivato a quasi 10 minuti ed è successo tutto quello che vi ho detto ed in più, l'attore principale dopo aver fatto un giro fuori casa è rientrato e sta girovagando per casa.... passano le ore, e non succede niente!
Il tutto senza nemmeno una parola e senza accompagnamento musicale....
Penso di fare un collage con tutti gli spezzoni di cortometraggi che ho visto dove le varie persone si alzano dal letto e vanno in bagno, a lavarsi, a guardarsi in modo inespressivo allo specchio, a farsi la barba, a pettinarsi i capelli, a truccarsi, oltre che fare i bisogni corporali naturali....
Tornatore ha fatto il collage di baci, io farò quello delle abluzioni....
Ma è proprio sempre necessario inserire queste scene??? pensiamoci bene due, tre volte, e poi se non assolutamente necessarie, togliamole dalla sceneggiatura!
Riportiamo da Wikipedia, l'enciclopedia libera: "Un cortometraggio è un film la cui durata normalmente non supera i 30 minuti complessivi (al festival di Clermont-Ferrand, il più importante per i cortometraggi, la durata massima ammessa è di 40 minuti). I corti - come vengono chiamati in gergo - derivano il loro nome appunto dalla lunghezza della pellicola, a sua volta definita nel linguaggio cinematografico appunto "metraggio" (che nei normali film solitamente ammonta a svariate migliaia di metri in relazione al tipo di pellicola ed alla durata del film stesso)." Allora, andiamo a precisare: per la normativa italiana, si chiamano cortometraggi tutti i filmati (non pubblicitari) di lunghezza inferiore a 75 minuti!!!
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera (che fa anche riferimento al nostro sito).
Un cortometraggio è un film di durata contenuta, normalmente non superiore ai 15 minuti complessivi. I corti - come vengono chiamati in gergo - derivano il loro nome appunto dalla lunghezza della pellicola, a sua volta definita nel linguaggio cinematografico appunto "metraggio" (che nei normali film solitamente ammonta a svariate migliaia di metri in relazione al tipo di pellicola ed alla durata del film stesso).
I cortometraggi sono spesso utilizzati per rappresentare le varie tipologie cinematografiche (commedia, thriller, ecc) con uno stile asciutto e del tutto particolare che può ricordare da vicino la prima era del cinema e il modello espressivo di alcuni dei suoi più illustri esponenti, ad esempio quello di Buster Keaton.
Alcuni cortometraggi rappresentano un filone del cinema di animazione, attraverso cui giovani artisti e cartoonists esprimono varie forme di rappresentazioni ed animazioni secondo gli stili più diversi ed innovativi.
Dopo una lunga parentesi di stasi creativa e scarsità di produzioni, dovuta forse alla maggiore attenzione riservata alle produzioni commerciali, i corti sono stati ampiamente rivalutati già a partire dagli anni Ottanta anche con l'istituzione di numerosi concorsi e mostre cinematografiche esclusivamente a loro riservati.
Il metraggio è la lunghezza della pellicola cinematografica espressa in metri. In base al metraggio avviene la classificazione del film in lungometraggio, mediometraggio e cortometraggio.
Esiste una precisa relazione tra la lunghezza della pellicola e la durata di proiezione ed il metraggio viene normalmente designato da quest'ultima;
* per la pellicola in formato 35 mm, proiettata alla normale frequenza di 24 fotogrammi/secondo, un minuto di proiezione corrisponde a 27,36 m ed un'ora a 1641,60 m.
* per quella di formato 16 mm, un minuto corrisponde a 10,97 m ed un'ora a 658,2 m.
Un film indipendente è un film prodotto senza l'intervento di una grande casa di produzione (come ad esempio una delle majors di Hollywood). Può anche essere autoprodotto dal regista o coprodotto da privati, da alcuni degli attori, o da istituzioni locali (come le film commission).
Le caratteristiche principali di questi film, detti comunemente "indie", sono essenzialmente due: il basso budget e la completa libertà espressiva lasciata al regista, cosa questa che solitamente spaventa i grandi studi, che preferiscono evitare i film sperimentali per concentrarsi su progetti più sicuri e remunerativi. Inoltre, difficilmente uno studio affida un film del costo di svariati milioni di dollari ad un regista esordiente, specie se ha intenzione di utilizzare attori sconosciuti.
Un grande impulso ai film indipendenti si ebbe a metà degli anni 80 con le prime videocamere, e più recentemente con i modelli digitali, che hanno permesso a schiere di giovani registi di evitare i costi proibitivi delle pellicole 35 mm, dei noleggi delle attrezzature, della stampa dei negativi, etc. Anche la fase di post-produzione è ora molto più economica, grazie al significativo aumento delle prestazioni dei personal computer, all'introduzione dei Dvd e al contemporaneo sviluppo di software semi-professionali sempre più sofisticati (utilizzati per il montaggio, la correzione del colore, i titoli di testa, etc.).
L'aumento del numero di film indipendenti, soprattutto dei cortometraggi, ha portato alla nascita di una moltitudine di festival a loro dedicati. Fra di essi anche l'ormai famoso Sundance Film Festival fondato da Robert Redford. I film vincitori di questi piccoli festival, finiscono spesso per essere acquistati dai distributori internazionali, e quindi portati all'attenzione dei cinefili di tutto il mondo.
La crescente popolarità degli "indie", ha costretto recentemente gli studi di Hollywood a creare delle piccole filiali per poter entrare a loro volta in questo nuovo mercato. Di conseguenza, oggi, non è più così netta la differenza fra ciò che è realmente indipendente e ciò che non lo è: per fare un esempio, il film Eternal Sunshine of the Spotless Mind, noto in Italia come Se mi lasci ti cancello, del 2004, considerato un film indipendente, vanta un cast che non sfigurerebbe in un grande blockbuster, la sceneggiatura di un autore pluripremiato, e un budget iniziale di decine di milioni di dollari. D'altra parte, attori di fama internazionale sono molto attratti dal fenomeno indie, tanto da arrivare ad autoridursi il compenso pur di prendere parte ai progetti più interessanti.
Per capire meglio il mondo del cortometraggio abbiamo fatto qualche domanda a chi si occupa di cortometraggi da oltre 15 anni, Brunella Audello e Vittorio Dabbene, che hanno dato vita nel 1989 all'associazione culturale “Kino Kinino”, con la produzione di un cortometraggio intitolato “Il fascino indiscreto dei Lumiere”. Brunella e Vittorio fanno coppia anche nella vita oltre che nella passione per il cinema; all’interno della loro sede si possono ammirare riviste riguardanti gli anni d’oro del cinema e cimeli cinematografici che ripercorrono a ritroso la nascita delle “immagini in movimento” .
Come nasce un cortometraggio?
Da una piccola idea, una frase ascoltata, un qualcosa di letto o visto per strada, di solito si ha in mente l'inizio (quello che in gergo di sceneggiatura si chiama "Il conflitto") poi si pensa ad un finale interessante che dia un significato alla storia, infine la parte più difficile collegare l'inizio con il finale attraverso uno sviluppo logico e interessante (si spera).
Perchè fare cortometraggi?
Non li consideriamo come una sorta di esercitazione per poi passare al lungometraggio ma come opere a se stanti, il cortometraggio ha una sua logica e una sua struttura ben precisa, privilegia l'idea di partenza e la sua lunghezza limitata consente un ritmo diverso dal lungometraggio. E' indubbio che con risorse economiche limitate il "corto" riesce a sopperire maggiormente certe carenze. In un "lungo" la storia e la recitazione hanno quasi sempre delle cadute e queste in un film ad alto budget possono venire attutite da scelte tecniche (riprese particolare, effetti, location ambiziose) a basso budget questo non è possibile.
Due parole sul montaggio?
Non ci sono criteri precisi per il montaggio (si può scegliere il montaggio lineare, la storia fluisce dall'inizio alla fine non alterando tempi e spazi, si può scegliere il montaggio alternato o parallelo e la storia segue una o piu' vicende parallelamente fino a giungere ad una conclusione comune, si può procedere con flash back o altro ancora comunque è la storia che decide il montaggio, lo si decide già prima delle riprese, anche se a volte poi si può ancora cambiare idea (in tutto o in parte) durante il montaggio stesso. Un montaggio alternato mette in maggiore difficoltà lo spettatore, il quale in un primo tempo stenta ad entrare nella storia e necessita quindi di maggiore attenzione, il pericolo è che si esageri e non si equilibri bene il montaggio costringendo gli spettatori a rinunciare a seguire la storia.
da: http://www.quitalia.it/article.aspx?id=24853
È The Long Goodbye a spuntarla come miglior cortometraggio agli Oscar 2022 (qui per tutti i vincitori). Il cortometraggio drammatico musicale del 2020 diretto da Aneil Karia e interpretato da Riz Ahmed, Hussina Raja, Javed Hashmi e Sudha Bhuchar ha battuto la concorrenza.
Prima degli Oscar tanti premi per The Long Goodbye
Il cortometraggio aveva già all’attivo la vittoria per miglior corto ai British Independent Film Awards del 2021, quella di corto dell’anno ai London Critics Circle Film Awards 2021, il Best Live-Action Short 15 Minutes and Under a Palm Springs International ShortFest 2021 e, infine, anche la vittoria come miglior corto al South London International Film Festival 2020.
La sinossi
Riz e la sua famiglia sono nel bel mezzo di una tipica giornata di famiglia nella loro casa, mentre una marcia di estrema destra si svolge sulla televisione in sottofondo, che alla fine arriva alla loro porta d’ingresso, portando a un risultato devastante.
Il cast di The Long Goodbye, corto vincitore agli Oscar
Di seguito il cast del cortometraggio di Aneil Karia:
- Riz Ahmed interpreta Riz
- Hussina Raja interpreta Aminah
- Javed Hashmi interpreta Padre
- Sudha Bhuchar interpreta Madre
- Rish Shah interpreta Karim
- Ambreen Razia interpreta Aisha
- Taru Devani interpreta Khadija
- Reynah Rita interpreta Sana
- Nikkita Chadha interpreta Amico
- Asmara Gabrielle interpreta Fatima
- Marissa Hussain interpreta Farheen
- Leon Ung interpreta Nas
Dove vedere il cortometraggio
Il corto è stato pubblicato su Youtube il 6 marzo 2020 sul canale di Riz Ahmed.
Un cantante neomelodico e un rapper stavano girando senza autorizzazione, in un’area non trafficata alla periferia di Bari, un videoclip musicale in cui veniva simulato l’assalto a un furgone portavalori, con tanto di pistole finte e passamontagna, quando sono arrivati i carabinieri e hanno bloccato le riprese. I carabinieri si sono trovati di fronte a un furgone affiancato da due auto e due moto. Tutt’intorno c’erano 15 persone e il regista del video che sarebbe stato pubblicato su Youtube. In un’auto i militari hanno trovato anche tre pistole giocattolo prive di tappo rosso, e un drone per le riprese. Tutti i veicoli e il materiale per il video sono stati sequestrati, e dell’accaduto è stata informata l’autorità giudiziaria. L’ipotesi di reato è istigazione a commettere un delitto.
Articolo da ANSA
Le moderne serie TV dei colossi dello streaming sono considerate ormai da qualche anno all’altezza del grande cinema d’essai da un pubblico sempre più vasto, fatto in maggior parte di giovani e giovanissimi. Quanto c’è di vero? Dopo aver visionato (a fatica) alcune serie tv cult come Breaking Bad, Black mirror, Suburra e molte altre, ho maturato una certezza: le serie tv in streaming sono prodotti, come dice il nome, televisivi e poco o nulla hanno da spartire con il cinema d’autore.
Sono prodotti ben confezionati, a volte bel recitati dagli interpreti, a volte splendidamente fotografati, ma mediocri da molti altri punti di vista. Basterebbe soffermarsi solo su uno di questi punti, il meccanismo di scrittura seriale, ripetitivo e basato su schemi facilmente codificabili per tenere agganciato il pubblico su un periodo più lungo, per chiudere il discorso. La scrittura e il racconto di un film d’essai riuscito trova la sua massima potenza proprio quando è capace di esprimere in un tempo limitato, non seriale, una serie di caratteri e di storie che hanno nel dono della sintesi la loro profonda verità. Non si possono esprimere verità in serie. La verità è sempre coincisa e sintetica, e fulmina chi la guarda direttamente in faccia. Le serie tv in streaming proposte dai colossi americani sono l’equivalente “moderno” dei telefilm della Fininvest degli anni novanta, l’evoluzione di Dallas e di Beautiful. Sono insomma prodotti televisivi per passare una serata senza impegno, ma che non attraggono l’attenzione di chi ha amato i film dei grandi Autori del cinema, di chi è interessato al cinema come forma d’arte e di linguaggio d’avanguardia, sempre in trasformazione.
E’ quello che hanno provato a promuovere tutti i movimenti cinematografici di questo secolo, dalla Nouvelle Vague al Free cinema, ma a quanto pare la maggior parte del pubblico rimane sempre succube di mode passeggere e di prodotti di facile consumo, creati da chi dispone di gigantesche risorse pubblicitarie e di potere mediatico. Di queste mode, oggi, non rimane nulla, a parte la nascita delle nuove.
L’operazione discutibile non è realizzare e proporre le serie tv in streaming ad un certo pubblico, ma, con l’ausilio di alcuni degli stessi autori cinematografici in attività, di enormi budget pubblicitari e di uno strampalato linguaggio pubblicizzato come “moderno”, imporsi all’attenzione del pubblico di massa come il nuovo cinema d’autore. Un pubblico a cui non è mai stata la possibilità di conoscere a fondo e considerare il cinema come un’arte estremante seria, al pari della pittura o della letteratura.
Ma con Breaking Bad, Black mirror, e altra roba del genere non c’è la faranno mai, almeno che la serie non si chiami Twin Peaks e il regista sia David Linch. È un progetto troppo a breve termine, pensato solo per incassare i milioni e creare mode passeggere. Questo tipo di progetti hanno vita breve, mentre chi ci crede davvero in una forma espressiva non ha limiti temporali.
Le nuove serie dei colossi americani dello streaming sono l’equivalente del “finto” cinema d’autore italiano degli ultimi 40 anni che ha messo in fuga il pubblico dalle sale. Non sono altro che un saccheggiamento di grandi film della storia del cinema, manipolati e degradati ad un linguaggio più semplice e stereotipato che così presentati possono avere la possibilità di arrivare al più vasto pubblico possibile, anche a chi non ha mai visto un film d’autore ma solo telegiornali e fiction Rai. Le serie tv più oneste sono quelle che si presentano per quello che sono senza travestimenti: una fiction trasmessa in streaming piuttosto che sulla Rai.
L’obiettivo è semplicemente fare più soldi possibile senza alcuno stile originale e nessuna vera importante motivazione personale: guardando i primi minuti si capisce benissimo che i registi e gli autori lavorano in modo “professionale” ma non credono davvero alla storia che stanno raccontando, si tratta più che altro di dare una resa estetica, una prestazione tecnica, attoriale, fotografica di buon livello.
È una furba rivendita commerciale su scala globale di frammenti adattati di opere, autori e menti illuminate ad un pubblico globalizzato da decenni che le ignora e non le ha mai conosciute. La scuola non ha mai avuto il coraggio di istituire corsi di cinema nei licei, le università sono dei musei che puzzano di muffa abitati da professori che sembrano usciti dal museo delle cere o dal sarcofago di una piramide.
Il pubblico ignora la Storia del cinema che ha lasciato il segno, i film d’autore e i film indipendenti che rendono vivo lo scenario contemporaneo, anche perché queste opere spesso sono introvabili. Provate a cercare un nome come Chaplin, Bergman o Fellini, o qualunque altro grande regista che sia un pezzo della storia del cinema su Netflix e vedrete i risultati: il nulla assoluto.
Per fortuna ci sono realtà come Mubi che provano a proporre, seppure in maniera piuttosto limitata, i film che vale la pena di guardare, il cinema per chi ama il cinema e non guarda i film d’autore solo per dimostrare agli amici che è un “intellettuale” e far parte del mondo “radical chic”, ma che si diverte davvero a scoprire le molteplici forme di quest’arte.
Molte persone pensano che le serie siano la fonte originale delle invenzioni di cui vengono infarcite. Eppure basta uno sguardo più attento per vedere la piattezza registica, la puzza di finto, l’impersonalità narrativa che hanno in comune, che sembra creata da un unico algoritmo. Ma in futuro potrebbero essere capaci di inventare un algoritmo che faccia anche da pubblico.
La vera cinefilia brucia sotto la cenere? Un folto gruppo di autori indipendenti, che anziché fare gli impiegati dell’Industria della serie in streaming hanno deciso di seguire liberi percorsi di ricerca artistica, potrebbero essere la risposta per un nuovo e indipendente cinema d’essai contemporaneo.
di Fabio del Greco per OltreCinema.it
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Spesso mi chiedono come si fa a trasformare una idea in un cortometraggio. Oppure come si fa a trovare la "migliore" idea per un cortometraggio. O come creare un cortometraggio partendo da una delle tante idee che si ha in testa. La risposta è difficile, ma allo stesso tempo facile: non esiste la storia migliore di tutte. Ognuno ha in mente tante idee, tante visioni, tante storie, brevi o lunghe, tanti ricordi... Ma raccontare qualcosa in maniera filmica ha, in linea di massima, una struttura abbastanza rigida da seguire. Tutti noi vorremmo realizzare un piccolo grande capolavoro, raccontare una bella storia, che colpisca chi la vede. Ma non esiste una storia migliore in assoluto.
Vogliamo segnalare la possibilità di vedere in rete uno dei primi lavori del cineasta francese Alain Resnais. Si tratta del documentario d'arte dedicato a Vincent Van Gogh al quale proprio l'Academy assegnò nel 1949 l'Oscar per il "miglior soggetto di cortometraggio in due bobine" a Gaston Diehl e Robert Haessens. Curioso notare che nel data base dell'Academy Awards il nome del regista Alain Resnais, nel risultato della ricerca collegata al corto, non compaia, ma le categorie degli Oscar non ammettono romanticismi.
Il breve film di Resnais su Van Gogh (1947) è quello che si potrebbe definire un "critofilm", citando Ragghianti (http://www.treccani.it/enciclopedia/critofilm(Enciclopedia-del-Cinema)/), ma al di là di qualsiasi inquadramento teorico, la visione del cortometraggio è un vero e proprio viaggio di esplorazione, volutamente in bianco e nero, nelle opere dell'artista olandese interpretate alla luce della sua biografia. La voce off di Claude Dauphin e la musica originale di Jacques Besse ci accompagnano dagli inizi nel paese natale Neuen, fino all'arrivo a Parigi con gli incontri con Seurat, Lautrec, Gauguin e poi nei momenti più drammatici della sua vita, fino alla fine.
dall'articolo di Alessia Moretti per https://news-town.it/
Un video per far conoscere il senso di smarrimento di chi è affetto da una malattia degli occhi che lo porterà alla cecità. Condizioni rare per cui i progressi della ricerca sono un raggio di sole. Paura, spaesamento, sgomento. Sono i sentimenti portati sullo schermo da Gabriele Mainetti, regista di “Lo chiamavano Jeeg Robot”, protagonista del video “In the woods”, ideato per far conoscere al pubblico la condizione di chi è affetto da una malattia rara degli occhi.
“E' questo un ambito in cui sono ancora molte le risposte che i pazienti attendono”, spiega Paolo Rama, Primario dell'Unità Operativa di Oculistica – Cornea e Superficie Oculare dell'IRCCS Ospedale San Raffaele.
“Malati che vanno tutelati e sostenuti nel loro diritto all'accesso all'innovazione, sia in campo diagnostico sia terapeutico”, sottolinea Francesca Moccia, vice Segretario Generale Cittadinanzattiva. Il video e la campagna social #fightforlight sono sostenuti da Dompè, azienda farmaceutica impegnata nella ricerca sulle malattie rare, proprio per aumentare la conoscenza e la consapevolezza sulle condizioni di questi pazienti in vista della giornata mondiale sulla malattie rare che si terrà il prossimo 28 febbraio.
Una delle risposte che i malati aspettano – un raggio di luce, come vengono definiti i risultati della ricerca nel cortometraggio - potrebbe arrivare a breve a partire dagli studi condotti da Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la Medicina per la scoperta del fattore di crescita neurotrofica, Ngf, una proteina naturalmente prodotta dal corpo umano, responsabile dello sviluppo, del mantenimento e della sopravvivenza delle cellule nervose. L’intuizione di usare Ngf per curare alcune patologie che colpiscono la cornea è stata proprio di Rama, che alla fine degli anni Novanta provò a trattare una piccola paziente che rischiava di rimanere cieca con la proteina della Montalcini, mai usata fino a quel momento per la cura degli occhi. Da quella prima esperienza sono passati venti anni: i ricercatori hanno continuato a studiare per capire quante e quali malattie si potevano trattare con Ngf e hanno incontrato un'azienda, Dompè, che ha investito per far diventare quell'intuizione una terapia.
“Diversi studi sono stati condotti, con risultati molto buoni, per il trattamento delle ulcere da denervazione della cornea, condizione che può essere causata da diversi fattori: dall'abuso di farmaci o di lenti a contatto fino alle forme congenite, passando per le infezioni più comuni”, va avanti Rama. “Il più delle volte non si hanno le manifestazioni gravi, come quelle che abbiamo studiato noi; ma quando succede il paziente rischia la cecità”. Per questi malati rari al momento non ci sono che dei palliativi, si può bendare l’ulcera o chiuderla con un intervento ma il più delle volte, quando si chiude, rimane un’opacità che impedisce una visione piena. Le cose però presto potrebbero cambiare: “L'Ngf potrebbe rappresentare una vera innovazione in determinati ambiti dell’oftalmologia”, conclude Rama.
di LETIZIA GABAGLIO per repubblica.it
“I film nascono prima nella mia testa, muoiono sulla carta, vengono risuscitati dai soggetti viventi e dagli oggetti reali che uso, che vengono uccisi sulla pellicola ma, posti in un certo ordine e proiettati su uno schermo, prendono vita ancora una volta come fiori nell’acqua”. (regista e sceneggiatore francese, riconosciuto maestro del minimalismo, iniziò la sua carriera come pittore e fotografo, per poi approdare nel mondo del cinema, nel 1934 realizzò il suo primo film, il mediometraggio Les affaires publiques, che non uscirà mai nelle sale; nel 1951 girò il famoso e spirituale Il diario di un curato di campagna, tratto dall'omonimo romanzo di Georges Bernanos).
Che cosa vuol dire precisamente “Mostrare”?
Si dice che uno scrittore “mostra” quando usa azioni, immagini e dettagli per illustrare ciò che succede piuttosto che utilizzare una spiegazione o un racconto. Lo stesso Anton Čechov ci ha lasciato una frase piuttosto esplicativa: “Non dirmi che la luna splende, mostrami il riflesso della luce nel vetro infranto.”
Vediamo un esempio:
Se scriviamo: “Isabella era così spaventata dai gabbiani che voleva urlare ogni volta che ne vedeva uno”, abbiamo raccontato che cosa succede. Al contrario se scriviamo: “Mentre il gabbiano si avvicinava, Isabella premeva la schiena sudata contro il sedile della barca. Anche se era ancora lontano era come se quello sbatter d’ali le togliesse l’aria dai polmoni”, abbiamo mostrato quello che Isabella sente attraverso il suo stesso comportamento.
I dettagli ti aiutano a mostrare in modo efficace
Innanzitutto scegli i dettagli più significativi. Per esempio, se vuoi mostrare un personaggio che ama il trucco, invece di dire semplicemente dire “che ama il trucco”, potresti inserire una scena all’interno della sua stanza in cui il lettore possa vedere tutte le palette, le spugnette, i faretti, gli specchi, i piegaciglia che ha per questa sua passione.
L’ambiente è essenziale
Quando vuoi mostrare un luogo tetro non devi dire cose del tipo: è inquietante e sinistro, ma descrivere ragnatele, buio, suoni striduli. Puoi anche usare il punto di vista di uno dei personaggi per mostrare le impressioni di chi è sulla scena. In questo modo il lettore può vivere gli eventi dall’interno.
Fai attenzione al linguaggio dei personaggi
Come sappiamo, il dialogo è un ottimo modo per lasciare che un personaggio si autodefinisca. Se hai un personaggio arrogante ed egoista, potresti fare in modo che qualcuno gli chieda una piccola gentilezza e che lui rifiuti in modo maleducato. Cerca di scrivere una battuta in una scena, invece di scrivere “il tal personaggio è scortese”.
Questo consiglio è importante anche perché non devi mai etichettare le azioni e le emozioni dei tuoi personaggi come buone o cattive. Sarà il tuo lettore, a seconda della sua sensibilità, a farlo.
Come controllare il testo
Potresti fare una lista di parole che descrivono le emozioni: felice, arrabbiato, depresso. Poi fai una ricerca automatica per individuare ognuna di queste e quando le trovi prova a cambiare le frasi o i periodi nei quali sono contenute perché è molto probabile che tu stia raccontando invece che mostrare.
Potresti chiederti, sempre tenendo conto del punto di vista di chi sta raccontando la storia, come potrebbe apparire un personaggio che è triste. Prendi un foglio e scrivi tutto quello che ti viene in mente, dopodiché scegli dettagli e frasi efficaci che possano rappresentare quello stato d’animo.
di ERICA STORI MEZZACQUI per https://ericastorimezzacqui.com/
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Questo in cui viviamo è il secolo della comunicazione tramite le arti visive. Il cinema, nelle sue due forme di lungometraggio e cortometraggio, è la sintesi delle collaborazioni di molte singole arti: come si può prescindere dalla scrittura alla fotografia, dalla musica alla recitazione nella creazione di un film, lungo o corto che sia? Gianni Minelli è un artista che si è avvicinato a quest’arte poliedrica ed ha saputo catturare fin da subito l’attenzione sia del vasto pubblico che della critica con i suoi molteplici lavori. Ha saputo raccontare le bellezze dei luoghi del nostro mondo con i suoi numerosi documentari messi in onda in varie televisioni internazionali. Come regista ha girato sia lungometraggi che numerosi cortometraggi che sono stati proiettati e premiati in vari concorsi nazionali ed internazionali. Della numerosa produzione di Gianni Minelli ricordiamo il documentario girato con il suo amico Lucio Dalla alle isole Tremiti; il cortometraggio “Il mio Fellini” per ricordare, assieme a Tiziana Callari, assistente di Fellini, il grande maestro; e non ultimo, insieme a Renato Francisci presidente dell'associazione ILCORTO.IT, l’organizzazione del festival “Primi Passi” voluto fortemente da Tonino Guerra che, nello scenario della piazza principale di Pennabilli ha premiato personalmente i vincitori dei migliori cortometraggi in proiezione.
Ciak, si gira! Oggi vi porto su un set cinematografico, un'esperienza davvero unica per tutti gli appassionati della Settima Arte, indipendentemente dalla bellezza o meno di quello che sarà poi il film in corso di realizzazione.
All'inizio c'è un gran caos, tante persone e confusione, ma al momento in cui si comincia a girare una scena (spesso più di una volta) e si accendono luci, microfoni e telecamera, domina un silenzio assoluto: ognuno rispetta anche quelle regole non scritte in nessun copione, fatte di educazione e rispetto reciproco.
Siamo a Roma, quartiere Aventino, dove si stanno girando alcune scene di Ti ricordi di me?, il nuovo film di Rolando Ravello che dopo il grande successo ottenuto la scorsa stagione con Tutti contro tutti, suo esordio alla regia, ha deciso di continuare su quella strada oltre a fare l'attore.
I protagonisti sono Ambra Angiolini ed Edoardo Leo che interpretano la storia d'amore di due disagiati, Bea e Roby, due personaggi naif a metà tra favola e pazzia che incontrandosi per caso dalla stessa psicoanalista, tra momenti molto divertenti, riusciranno a completarsi, a perdersi e poi a ritrovarsi.
I due attori hanno già lavorato insieme portando nei principali teatri italiani la pièce firmata da Massimiliano Bruno da cui è stato tratto questo film, prodotto da Lotus Production e Rai Cinema e distribuito da 01 Distribution.
La scena che ho visto girare di questo film (che vedremo la prossima primavera) che è anche un piccolo compendio sull'umanità, si è svolta tutta all'esterno, sotto il sole bollente di questi giorni, ma la Angiolini e Leo, coperti da cappotti e vestiti invernali, non hanno fatto una piega se non qualche simpatica battuta ogni tanto in dialetto romano.
Ci siamo poi spostati nel vicino Giardino degli Aranci da cui si gode una delle viste più belle della Capitale...
...e poi tutti insieme a pranzo, perché si sa, ogni set è come una grande famiglia: vi si respira un atmosfera particolare e si condividono molte cose, brutte o belle che siano, anche se ci si va - come nel mio caso - per poche ore.